Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: sheishardtohold    08/08/2014    9 recensioni
“Everyone thinks / that I have it all / but it’s so empty / living behind this castle walls” Regina barcolla lungo il cornicione del terrazzino. Un piede dietro l’altro – la testa si muove seguendo il ritmo delle braccia che oscillano nel vento. Non si sporge mai a guardare di sotto – tiene gli occhi chiusi.
Spinge fino all'estremo il suo corpo, sfida la sua magia. Crede che, mettendosi in una situazione di pericolo, tornerà a salvarla.
“Sembra una canzone molto triste” la voce di Robin alle sue spalle.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno dopo.

Regina davanti alla superficie del mare  - la testa alta e gli occhi chiusi per farsi accarezzare dalla brezza estiva. Turbinano nell’aria e sul suo viso, i capelli sciolti. Dondola le gambe avanti indietro – i piedi nudi a filo dell’acqua. Scivola dalla sua pelle la spallina del vestito rosa antico. La sistema, riportandola al suo posto con un gesto rapido, poi si stringe nelle spalle nascondendo le mani tra le gambe. Osserva come la gonna del vestito danza nel vento accarezzandole il corpo.
“Hey” per la prima volta, la voce di Robin le arriva come la cosa più naturale, più ovvia da aspettarsi in quel momento.
“Hey” risponde piano, voltandosi verso di lui - la bocca schiusa appena. Restano in silenzio a fissarsi.
Il mento di Regina all’insù – gli occhi persi nei suoi. Robin in piedi a ricambiare quello sguardo – ad osservarla mentre si mordicchia nervosamente il labbro inferiore.  Quando Regina riesce ad interrompere il contatto visivo, Robin prende posto accanto a lei. Mantengono le loro posizioni, stando attenti a non invadere l’uno lo spazio dell’altra. Guardano insieme l’orizzonte. Robin lascia cadere a peso morto le gambe  e si chiede a cosa stia pensando Regina. Lei, ad ogni vela che vede allontanarsi, si domanda quale sarà la sua destinazione e desidera essere lontana da Storybrooke.
“Passavo di qua per caso e ho pensato d-”
Robin si interrompe quasi subito vedendo gli occhi di Regina scivolare dalla calma superficie del mare al suo volto. Alza lo sguardo su di lei, ne studia l’espressione.
“Okay, non passavo proprio di qua per caso” mormora a bassa voce, giocando nervosamente con le mani. “Sono venuto a cercarti”.
Regina gli sorride – dopo tanto, un sorriso sincero, non dettato dalle circostanze. Robin allunga una mano sul suo viso. Candidamente, le accarezza una guancia col dorso dell’indice, poi le porta dietro all’orecchio una ciocca di capelli.
“Stai bene?” chiede a bassa voce, mentre Regina s’immobilizza sotto a quel tocco.
Pensa che il modo che ha Robin di prendersi cura di lei sia molto dolce – pensa che il coraggio che ha di provarci con lei, di tornare, sia molto dolce. Nonostante lei non faccia altro che allontanarlo, nonostante lei non faccia altro che fargli male – nonostante la sera prima.
Si limita ad annuire, facendo nuovamente calare il silenzio tra loro due. Regina vorrebbe dirgli di parlare – tanto lo so che è qui per questo, pensa. Robin non sa se può farlo.
“Robi-”
“Regina” esclamano insieme. Sorridono. La tensione che un attimo prima stava palpabile tra loro, in un attimo si dissolve. Regina annuisce con la testa, incitandolo a parlare, poi stende la mani dietro la schiena, appoggiando il peso del suo corpo. Robin incrocia le gambe, posizionandosi di fronte a lei – fissa le mani di che vorrebbe stringere tra le sue.
“Si tratta della sera che sei venuta alla locanda”
Regina gli lascia giusto il tempo di finire la frase, per poi interromperlo subito. “Robin, la conosco già quella stor-”
“No” l’attenzione di Regina viene catturata dal suo tono risoluto. Quando si volta verso di lui, si accorge di quanto poca è la distanza che separa il suo corpo da quello di Robin, che sta curvo nelle spalle e si protende verso di lei. “Tu ne conosci solo un pezzo – l’altra parte la so solo io”.
Regina inclina la testa di lato – sul volto, un’aria confusa.
“Quando te ne sei andata, ti ho seguita”
Regina resta immobile a fissarlo, con la stessa espressione smarrita di una attimo prima.
“Quando sei scappata, io mi sono voltato e ho visto la porta richiudersi da sola alle mie spalle – e ti ho seguit-”
“Come fai a sapere che ero io?”
“Regina, quella donna aveva un vestito bianco e dei lunghi capelli neri”
Nessuna risposta.
“Quando ho perso le sue tracce nel bosco, stava correndo verso il castello”
“Perché? Non ha senso..” Regina fa ruotare il suo corpo – sposta le gambe sul lato sinistro, reggendole con una mano. Faccia a faccia con Robin, scuote la testa.
“Neanche per me aveva senso, Regina. L’ho fatto, perché sentivo che era giusto”
“E Marian?” pausa. “Hai pensato che quella poteva essere Marian? Me l’hai raccontato tu – mi hai detto tu che vi siete incontrati-”
“No” Robin lascia scivolare il palmo della sua mano su quella di Regina. “Marian l’ho incontrata una sera d’inverno. Faceva davvero freddo e lei si era presentata solo con quel vestitino - tremava così tanto che alla fine decisi di offrirle il mio mantello”
“Inverno?”
“Sì”
“Ma io sono venuta alla locanda d’estate..” la frase le muore in gola, il cuore perde un battito.
“Il giorno del solstizio – la festa delle fate”
“Ero io” sussurra a bassa voce, lasciandosi sfuggire dalle labbra quel pensiero. Alza gli occhi verso Robin e lo ritrova lì, a sorriderle dolcemente – gli occhi pieni di calma. Le sue dita percorrono lentamente il dorso delle sue mani, le sue braccia, il suo collo, fino a raggiungere il suo viso. Robin sfiora appena le sue guance, tracciando soffici linee sulla sua pelle.
“Tinkerbell ha sempre detto che per te sarei stato una seconda chance, ma, per me, tu-”
“Ero la prima” bisbiglia, colpita più da quella rivelazione improvvisa che dal tocco delle sue mani.
“Eri la prima” le fa eco Robin, perdendosi negli occhi di Regina – ne studia l’iride, come l’assorbe completamente. Precipita nei suoi occhi – in quegli occhi dove lui vede tutto. Gli manca il fiato.
Regina, invece, resta immobile. Quasi assente a se stessa. Pensa a quella che vorrebbe essere – pensa al suo lieto fine, pensa a Roland. Pensa a quanto odio inutile c’è voluto per arrivare a questo punto – a quanto male si son dovuti fare per lasciare andare qualsiasi cosa e poi ricominciare. Pensa agli occhi di Robin e alle sue mani – a quanto la desiderano, a quanto la amano. Poi pensa a quella che è – alla paura di ricominciare, alla fiducia mancata. Pensa alle liti future che ci saranno con Marian, a come tutti l’additeranno – le accuse di essere una sfascia famiglie. Pensa che lei, ancora cattiva non vuole essere.
E poi guarda Robin. Non come prima – non con lo sguardo assente. Lo guarda davvero e pensa che, nonostante quella che vorrebbe essere, nonostante quella che è, l’unica cosa che lei vuole ora è posare le mani sul volto di Robin e baciarlo forte. Così, muove lentamente le braccia alzandole a mezz’aria. Con tutta la dolcezza di cui è capace, appoggia una ad una le dita sul suo volto. La brezza estiva che si ostina a non placarsi, continua a muovere nel vento i capelli di Regina, che coprono il suo viso – che coprono il viso di Robin. Lui chiude gli occhi – lei, ne imita i movimenti. Restano fermi, l’uno di fronte all’altra con le mani sul volto ad aspettare che uno dei due rompa quella linea di confine tracciata nelle loro menti. Robin sorride – lei lo sente tra le sue dita e sorride di rimando. Un nuovo tepore percorre il corpo calmo di Regina. La schiena, le braccia, le mani – un fascio di luce bianca che scivola fluido dalle sue dita alle guance di Robin. Magia bianca.  
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: sheishardtohold