La notte inghiotti Alessandro ma le sue lacrime non cessarono mai di scendere, nella notte..mai cessarono, si sentiva male, oppresso, come se ad Efestione non era riuscito a dirgli quanto lo amava..e forse era vero, anche quella notte in Babilonia, era stato così strano, trovarsi con lui in una stanza, soli, solo loro due.

Nella notte la cittadina brillava, le fiammelle, le torce, il chiasso della sera, era tutto così magnifico anche ciò che c’era al di la della cittadina, al di la di Babilonia, era un qualcosa che rendeva magica quella serata;
Ma niente di ciò che si poteva scorgere dalle finestre era al pari della sua dolce voce, niente era come sua chioma ribelle che lo faceva apparire come un leone selvaggio delle savane; lui era il Leone ed io il Cervo.Quella notte gli raccontai ciò che mi spaventava, di che cosa avevo paura, e rimembrai che avevamo un grande impero..dall’Egitto al mare più estremo, rimembrammo come avevamo legato le Alessandrie..ma ciò che volevo fare era baciarlo, ma la sua voce era come un canto di un usignolo, troppo dolce e melodiosa per interromperla, un peccato fatale.
L’argomento poi cadde su mia madre, della paura, sul fatto che io fuggivo da lei
“Debole o divino?” dissi con disprezzo e rancore..poi lui incrociò il mio sguardo e qualcosa scattò in me  “Io so solo che l'unico di cui mi fido a questo mondo sei tu..ho bisogno di te io amo te Efestione..nessun'altro”
 dissi con dolcezza, una dolcezza che era capace di manifestarsi solo in sua presenza, Rossane neanche riusciva a far emerge quel lato e poi gli posai una mano sulla spalla..volevo..ma non ci riuscivo, sempre la sua melodiosa voce
“tieni ancora la testa inclinata,così” disse imitando il mio modo di tenere la testa “come un cervo che ascolta nel vento” 
io ero il cervo che ascoltava il vento in cerca di un aiuto, di un messaggio..scappare dal mio cacciatore il bellissimo leone dal ruggito limpido o andargli incontro e provare che anche se lui era un cacciatore ed io un cervo..forse le cose potevano andare
“tu mi ferisci ancora Alessandro e hai occhi come nessuno al mondo..ah ti sembrerò un discepolo stolto ma sei tutto quello a cui tengo e per il dolce respiro di Afrodite sono geloso di perderti a causa di questo mondo che desideri così ardentemente” strinsi la mano sulla sua spalla e lo abbracciai..così tanto dolore in quegli occhi color del cielo, color delle acque, dove mi sarei perso con felicità..lo abbracciai per mia scelta, anche se il vento non mi suggeriva questo..esso diceva di andare via..ma i sui occhi così feriti..mi avevano intrappolato ancora una volta; aveva passato tutto Efestione, mi aveva protetto da tutto, da tutti, dai nostri più cari amici e forse era ora che io lo ringraziassi.
Lo guardai negli occhi “tu non mi perderai mai Efestione io sarò con te sempre fino alla fine” e lo baciai dolcemente, un bacio fugace, rubato al chiaro di quella luna che illuminava solo noi.

*Sembra che le 14 persone che hanno visistato questa storia non hanno avuto niente da dire..e ci sono rimasta un po' male, ma vabbè è la vita su..non ne farò un dramma..mi dispiace solo non sapere ciò che pensano.
Comuque ho pubblicato il secondo capitolo e volevo avvertire che in questo caso e descrizione del tutto sono inventate..ma la scena e le parole sono state prese dal film..e si..il bacio è inventato, sfortunatamene nel film non si baciano..per quanto possa ricordare..buona lettura.
Datemi un consiglio..scrivo una scenetta dove fanno cose...ma non troppo dettagliata.da Raiting arancione..o vado avanti fino al dialogo che gli dice Alessandro alla sua morte??*