Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: melhopes    09/08/2014    3 recensioni
“E se non dovessi incontrarla di nuovo?”
“Senza volerlo, vi siete incontrati tre volte. Accadrà di nuovo e, quella volta, le parlerai”
“Me lo assicuri?”
“Dovessimo andare in capo al mondo, Harry”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Red section. 

La prima cosa che vedo sono gli occhioni blu di Niall a cinque centimetri dai miei. Istintivamente, per lo spavento, butto la testa all’indietro, andando a sbattere contro lo schienale del divano. Avrebbe potuto andare peggio. Niente spigoli stavolta.
 
<< Oh, finalmente! >> esclama.
 
<< Ti diverti a farmi prendere infarti? >> protesto.
 
Finalmente si ritrae e lascia che tra noi ci sia una distanza appropriata.
 
<< Non riuscivo a svegliarti >>
 
<< Quando qualcuno non si sveglia è perché, probabilmente, non vuole essere svegliato >> pronuncio, più scorbutico di quello che vorrei essere.
 
Mi guarda stranito. << Cosa ti prende? Prima di addormentarti non eri così acido >>
 
Sostengo il suo sguardo. Questa situazione è pazzesca. Non riesco a capacitarmene. L’ho sognata. Mi diceva delle cose e…è tutto così assurdo.
 
Alza un sopracciglio in una muta richiesta. Annuisco appena e cerco le parole adatte.
 
<< L’ho sognata, Niall >> annuncio dopo un breve sospiro.
 
<< Hai sognato la ragazza? >> si accerta, inclinando appena la testa.
 
<< Non chiamarla “la ragazza”. E’ strano >> gli faccio notare.
 
<< Come dovrei chiamarla allora? >> chiede allargando le braccia.
 
<< Char >>
 
<< Char? Le dai dei soprannomi adesso? >>
 
<< E’ quello che ho sognato. Mi diceva il suo nome >>
 
<< Quindi si chiama Char? Possiamo chiamarla così per un po’, se preferisci >> proferisce scrollando le spalle.
 
Lo osservo. Non credo stia prendendo la cosa col mio stesso entusiasmo. Perché? Ho trovato un paio di risposte, come fa a non capirlo? Forse dovrei parlargli del sogno. A quel punto capirebbe.
 
<< Eravamo in uno Starbucks nei paraggi e lei mi aiutava ad ordinare perché la commessa non parlava inglese. Era lì con Julia, la bambina a cui faceva da babysitter e… >> inizio a raccontare.
 
<< Non ti starai esaltando per questo, vero? >> mi scruta con insistenza.
 
Riesco a cogliere un lieve rimprovero nel tono. Da dove viene fuori?
 
<< Cosa vuoi…? >>
 
<< Amico, ti voglio bene. Lo sai, no? >>
 
Rimango confuso. << Questo cosa c’entra? >>
 
Porta una mano in avanti per zittirmi. << Lasciami finire. Sai che ti voglio bene e sono dalla tua parte, vero? >>
 
Annuisco cercando di capire a cosa voglia arrivare.
 
<< In questa cosa ci sono dentro tanto quanto te. E’ una storia assurda a cui nessuno crederebbe. Nessuno ti darebbe una lira ma io sono al tuo fianco e voglio che tu la trovi, per quanto strano sia. Giusto? >> si accerta.
 
Annuisco di nuovo. Non riesco ancora a capire il nucleo del discorso ma non me la sento di interromperlo per spronarlo ad arrivare al dunque dal momento che mi ha chiesto di stare in silenzio.
 
<< Giusto –ripete, con un energico cenno del capo – Il punto è che ti stai esaltando per un sogno. Un sogno, capisci? Non c’è nulla di vero lì dentro. E’ solo il tuo cervello che elabora e mette insieme cose. Molto spesso casuali. Non puoi aggrapparti ad un presunto incontro da Starbucks in cui lei ti dice il suo nome e il suo lavoro >> fa una breve pausa.
 
<< Qualcuno potrebbe essere passato di qui e aver detto qualcosa che il tuo cervello ha semplicemente usato per allestire una storia. Non è affidabile >> scrolla il capo.
 
Mi sento come un bambino. A cui vengono negate le caramelle. Usando la stupida carta delle carie. E’ frustrante.
 
Lo guardo intensamente. Non ho nemmeno bisogno di soppesare le sue parole perché so che ha ragione. E’ solo difficile ammetterlo. Tremendamente difficile dal momento che quel sogno rappresentava uno spiraglio di luce nel buio.
 
Sposto lo sguardo in basso, fissandomi sulle mie scarpe. Vorrei davvero fosse stato reale. Almeno adesso non sembrerei stupido agli occhi di Niall. Almeno adesso non mi sentirei un cretino.
 
Cosa posso fare? Dove posso cercarla? Cos’ho sbagliato? Non ho nemmeno una sua foto per chiedere in giro. Non ho nulla. Ecco perché questo sogno è difficile da accettare come tale.
 
Vorrei lasciarmi andare ad urlo frustrato, battere i pugni sullo schienale ma la presenza del mio amico me lo impedisce. Mi limito a stringere i pugni fino ad avere le nocche pallide e doloranti.
 
<< Cos’altro hai sognato? Cosa succedeva? >> chiede.
 
Sobbalzo. Rilasso le mani e alzo di scatto lo sguardo dalla sua parte. Me lo sta davvero chiedendo?
 
<< Pensavo non dovessi aggrapparmi a questo sogno >> rispondo, esternando la mia sincera sorpresa.
 
<< So cosa ti ho appena detto ma…devo sapere tutto, no? >> e mi fa l’occhiolino.
 
Inquietante. So, però, che ci sta provando. Sorrido appena. Spero sappia quanto io l’apprezzi.
 
<< Mi ha aiutato ad ordinare e ho scoperto il suo nome. Charlotte. Ho pagato il suo milkshake e lei ha chiesto cosa potesse fare per sdebitarsi. Ho afferrato la cosa al volo e ne ho approfittato per chiederle un appuntamento >>
 
<< Nei sogni ti riesce di essere parecchio audace >> commenta divertito.
     
<< Trovi? >> gli do corda.
 
Annuisce e attende io prosegua.
 
<< Ha iniziato ad inventare delle scuse per mettermi alla prova. Tra queste c’era la presenza della bambina >>
 
<< A cui fa da babysitter >>
 
Non capisco se lo affermi o me lo chieda. Annuisco comunque. << Julia. Alla tedesca >> puntualizzo.
 
<< Altro? >>
 
<< Le ho detto potesse venire anche lei e Char ha detto non mi conoscesse così sono andato a presentarmi. Stavo per dirle fossi Harry dei One Direction ma mi sono bloccato per via di Char. Non volevo uscisse con me solo per quello >>
 
Si acciglia. << Scusa la domanda, non vedevano fossi tu? >>
 
Scuoto il capo. << Nel sogno ero camuffato >> aggiungo.
 
<< Oh >> e annuisce lievemente e ripetutamente.
 
<< Mi ha detto fossero in zona solo per il nostro concerto. Erano di Berlino >>
   
 << Berlino. Germania. Potrebbe averti influenzato il nostro discorso di stamattina >>
 
Mi stringo nelle spalle. << E’ possibile >> ammetto. << Avevano i posti nel primo anello rosso >> continuo.
 
<< Finito qui? >> si accerta.
 
<< Mi hai svegliato >> sottolineo, ruotando gli occhi. Più per abitudine che per altro.
 
<< Ah, la prossima volta non mi permetterò più >> risponde fingendosi infastidito.
 
Mi lascio andare ad una risatina. Torno a fissarmi le scarpe, sprofondando nei miei pensieri senza il minimo preavviso. A questo punto cosa devo fare? Elaboro una vera fuga ed imito il sogno? Magari era una previsione. Magari.
 
Scrivo un tweet? Oddio no. Sarebbe stupido. E, come se non bastasse, tremendamente pericoloso.
 
La soluzione più pratica sarebbe tenere d’occhio il primo anello rosso. Sarebbe patetico dal momento che non è nulla di certo ma, allo stesso tempo, l’unica azione possibile. Provare non mi costerebbe nulla.
 
Potrei chiedere allo staff impegnato a dar indicazioni sui posti di prestare attenzione a chiunque entri. In fondo, Char ha i capelli rossicci. Non dovrebbe passare inosservata.
 
Beh, nel mio caso non passerebbe inosservata nemmeno in una stanza rossa piena di rosse naturali ma sono dettagli.
 
Le ragazze dai capelli rossi non sono così numerose quanto quelle dai capelli scuri. Non le rosse naturali, almeno.
 
<< Hai intenzione di far controllare il primo anello rosso, vero? >>
 
Sgrano gli occhi. << Come hai…? >>
 
<< Ci conosciamo da quattro anni e ancora ti sorprendi >> commenta divertito scoccando la lingua un paio di volte.
 
<< Pensi sia un’idea stupida? >> chiedo e il mio tono rasenta la disperazione.
 
Me ne accorgo troppo tardi per aggiustare il tiro.
 
Tace. La sua espressione diventa seria. Sta per dirmi che sono un idiota, me lo sento. O che non ha intenzione di starmi dietro un secondo di più.
 
<< Anche se difficile, è l’idea migliore, in realtà >> proferisce aprendosi ad un enorme sorriso.
 
 Credo che i miei occhi stiano brillando dalla gioia. Sono contento che abbia ancora intenzione di stare dalla mia parte. Gli sorrido.
 
Si avvicina a me e mi dà una pacca sul ginocchio. << Cosa facciamo ancora qui? >> chiede con un risolino prima di allontanarsi di qualche passo.
 
Annuisco e lo seguo fuori. Abbiamo un piano da attuare.  
 
 
 
 
 
 
Torniamo di corsa nel backstage per il cambio d’abito e, ad attendermi, c’è Paul.
 
<< Cosa c’è? >> chiedo sfilandomi la t-shirt.
 
<< Forse l’abbiamo trovata >>
 
Trattengo il fiato.
 
<< Cosa vuol dire forse? >> e afferro la camicia pulita.
 
<< Ci sono tre ragazze dai capelli rossi lassù. Solo una, però, è con una bambina bionda >>
 
Sono quasi sicuro che il mio cuore abbia mancato un battito.
 
<< Hai…? >> non riesco a completare la frase. Spero lui venga in mio soccorso.
 
<< Ho chiesto delle foto ma sai che è un casino >>
 
Annuisco. Di sottecchi noto gli altri quasi pronti. Mi costringo a sbrigarmi.
 
<< Stavolta dobbiamo evitare di ripetere lo stesso errore >> gli rivolgo.
 
Assume l’espressione di chi la sa lunga. E’ strano.
 
<< Fai in modo che tutte e tre vengano portate nel backstage >> ordino, abbottonando il fondo della camicia.
 
Mi guarda con rimprovero. Forse sono stato un po’ troppo duro. Non era mia intenzione. Sono solo troppo emozionato, incredulo, incartato. Ci vorrebbe proprio un bell’urlo ma, nuovamente, non posso.
 
<< Per favore >> aggiungo, cercando di addolcirlo.
 
Sorride benevolo. << Okay, Harry. Do disposizioni >> e si allontana.
 
<< Ci siete? >> chiede Liam.
 
Mi volto dalla sua parte. E’ incredibilmente entusiasta. L’adrenalina gli circola in corpo come non mai. Spero non duri fino a domani mattina. Non reggerei di nuovo il suo buon umore e il suo essere mattiniero.
 
<< Pronto >> esclama Louis.
 
Scuoto la testa tra me e me. Non devo focalizzarmi su Liam e la sua energia. Cosa importa? In fin dei conti gli voglio bene proprio perché è fatto così. In questo momento devo solo sperare che Char arrivi nel backstage.
 
<< Harry? >> domanda Zayn, distraendomi dalle mie considerazioni.
 
Probabilmente sono stato l’unico a tacere.
 
<< Ci sono anch’io >> rispondo.
 
<< Cosa ti stava dicendo Paul? >> si interessa.
 
<< Oh, nulla >> commento con sufficienza.
 
Annuisce e torna a prestare attenzione a Liam. Che sia benedetta la sua presenza. Non è che io non voglia dirlo a Zayn o Louis o allo stesso Liam, è solo che non mi sembra questo il caso. E, tra l’altro, non saprei come spiegare del “piano” senza sembrare un emerito deficiente.
 
<< Novità? >> sussurra Niall, avvicinandosi.
 
Annuisco. << Positive >> aggiungo cercando di trattenere l’entusiasmo.
 
<< Andiamo? >> chiede Louis, in attesa di approvazione.
 
<< Andiamo >> rispondiamo uno dopo l’altro.
 
<< Devi raccontarmi >> pronuncia Niall, tornando alla nostra conversazione.
 
<< Penso che lo vedrai da te appena avremo finito >> e un sorrisino compiaciuto mi solca il viso.
 














SPAZIO AUTRICE: Salve a tutti! Sono tornata con un upload notturno. Credo sia una cosa tipica della mia persona a questo punto ahah
Vorrei scusarmi per averci messo tanto ma non avevo ispirazione (si nota anche dal fatto che questo capitolo rasenti la miseria) e, tra l'altro, ho usato tutte le mie notti per vedere un telefilm in streaming. 
Spero che, nonostante tutto, mi farete il favore di recensire anche solo per farmi sapere io abbia ragione a dire faccia pena. 
Cercherò di farmi perdonare con i prossimi. (Ve lo prometterei ma, non avendoli ancora scritti e non avendo nulla di concreto tra le mani, non mi permetto). 
A presto. Vi voglio bene :) x
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: melhopes