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Autore: lauraroberta87    12/09/2008    10 recensioni
Non dico che vi dovete mettere proprio al suo posto, no, sarebbe chiedere troppo! Provate solo ad immaginare, solo immaginare cosa voglia dire essere svegliate alle 8 di mattina dopo che siete andate a dormire alle 4.30. E poi immaginate che mentre state entrando nella Sala Grande spintonando i bambinetti degli altri anni con il solo pensiero di fare colazione sentiate: "Evaaaans!" No, decisamente non lo potete neanche immaginare
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo19

Capitolo19.

Si dice che chiunque, trovandosi di fronte ad un evento quanto mai inaspettato, impiega un certo tempo, che ovviamente varia da soggetto a soggetto, non tanto a metabolizzare l’episodio quanto a convincersi che quest’ultimo sia reale. La fase più complicata del prendere coscienza di quanto accade sta, però, nell’accettazione, rassegnata o meno, di quell’ evento che essendo per l’appunto inaspettato ha il potere di sconvolgere un piccolo tratto temporale della vita dell’individuo in sé.

A questa fase, che si svolge a livello prettamente interiore, segue l’esteriorizzazione dei sentimenti, volta a rendere partecipe chi ci circonda del nostro stato d’animo sebbene chi abbiamo di fronte il più delle volte si ritiene completamente disinteressato.

 

 

Silenzio.

Per l’appunto.

-Potresti-  cominciò massaggiandosi le tempie con lenti movimenti circolari  -smetterla di invadere continuamente il mio spazio visivo col tuo via vai ripetitivo?-

Quello che ne ottenne fu solo un mugugno assente.

-Per favore!-  ringhiò dando a quella parola un’intonazione di minaccia quanto mai inadeguata.

-Perché?-

La domanda non venne subito, silenzioso accompagnatore era, appunto, il silenzio.

A quella manciata di sillabe Criseyde sospirò rivelando una pesantezza che non avrebbe mai creduto di svelare un giorno, erede di una delle casate di maghi più antiche e importanti, non era mai stata abituata a fornire spiegazioni per il semplice fatto che coloro che si trovavano all’apice della scala sociale erano convinti di essere esentati da tale incombenza.

-Cris-  la chiamò con un tono talmente supplichevole che la ragazza chiuse gli occhi celandoli con la mano non accennando alcuna risposta.

-Cris! Ti prego-

-Cosa vuoi che ti dica Lily?-  sussurrò alzando il viso verso di lei.

-Io…io non ci capisco più niente-  disse con voce strozzata  -Non ci capisco più niente maledizione!-  imprecò facendo traballare il lampadario per la rabbia.

-Calmati!-  le ordinò l’altra a braccia conserte, tornando alla sua tipica espressione raffinatamente annoiata.

-No che non mi calmo Cristo! Prima c’è, poi…poi…POI!-  sbottò finalmente accompagnando il ‘poi’ per eccellenza con un ampio gesto circolare delle mani mentre continuava a scavare un solco ovale per tutto il perimetro della stanza  -Insomma Cris! Che diavolo significa tutta questa storia?!-

-Criseyde-  puntualizzò l’altra con una nota seccata nella voce, come se su tutto il discorso avesse da ribattere solo sulle ultime due sillabe.

-Oh, perdonami tanto-  berciò Lily contrariata tralasciando per un momento la costruzione della sua trincea ovale nel pavimento  -Ma ora come ora la pronuncia per esteso del tuo nome non mi sembra di vitale importanza!-

-Lily-  sussurrò paziente estraendo dalle pieghe della gonna un portasigarette di platino  -Capisco che tutto questo abbia sortito effetti devastanti su di te, per non parlare del fatto che dopo quattro giorni a stretto contatto con Potter tu possa aver recato danni irreversibili sotto ogni aspetto…la tua iperattività ne è un chiaro sintomo.-  sfilò una sigaretta dall’elegante scatolina e con un colpo di bacchetta questa cominciò a bruciare emettendo l’impercettibile sfrigolio della pergamena che arde e un lieve sentore di rosa canina si diffuse per la camera  -Ma, mia cara, ricorda quello che sto per dirti. Sebbene possiamo essere accomunati da vizi, desideri o dir si voglia a qualcuno, prima o poi i caratteri prenderanno strade e inclinazioni diverse non trovando più nulla in comune se non dei piacevoli ricordi. So che questo può non farti piacere al momento ma in fondo entrambe sappiamo bene che tutti sono importanti e nessuno indispensabile.-

Un frusciò alle spalle non le permise di articolare una risposta che smontasse o rinvigorisse il discorso tremendamente cinico e disilluso dell’amica, ma in fondo, anche pensandoci, poco avrebbe avuto da ribattere. Un piccolo gufetto marrone con leggere macchie più chiare sul piumaggio si era appena posato sul davanzale della finestra aperta, tubando arzillo e agitando la zampetta dove vi spuntava una pergamena il doppio di lui.

-Paul?-  mormorò perplessa riconoscendo il gufo di Calisto.

Quello tubò ancora estasiato compiendo dei piccoli saltelli acrobatici che ebbero il potere di mandarlo zampe all’aria. Lily si affrettò a slegare la cordicella che teneva il foglio.

 

 

Tesoro caro,

avrei dovuto mandarti una strillettera sotto mentite spoglie per urlarti tutto il mio sdegno per non avermi scritto nemmeno una riga da quando sei ospite in casa Potter, ma ho ritenuto inappropriato farlo solo per evitarti una pessima figura dinanzi a quel parentado di cui, un domani, entrerai a far parte anche tu (Sirius mi dice di non essere blasfema). Non mi dilungherò più di tanto, ci tenevo solo ad avvisarti che io e la mia sottospecie di ragazzo (Sirius mi ripete di non essere blasfema) saremo ospiti per la notte di Capodanno negli stessi quattrocento ettari su cui posi i tuoi graziosi piedini al momento (sempre che riusciamo a trovarci in mezzo a tutto quel popò di casa). Contieni la tua gioia per favore, non vorrei averti fornito una valida giustificazione per esternare qualsiasi tipo di sentimento che reprimi da innumerevole tempo. Mi raccomando, aspettami in trepidante (e silenziosa) attesa.

                                                       Calisto e Sirius (che da quando ha imparato a pronunciare ‘blasfema’ non mi dà un attimo di tregua).

P.S.  per favore, assicurati che quel caso animale di Paul non collassi dalla gioia per aver portato una lettera oltre il solito miglio.

 

 

Lily sorrise divertita e rincuorata. Calisto e Criseyde al suo fianco per i giorni successivi, qualcuno lassù le voleva ancora bene. Prese una scatolina dal cassetto della scrivania, l’aprì e ne estrasse un lombrico grasso e disgustoso che lanciò a Paul con un movimento della bacchetta, il piccolo gufetto fece un saltello e afferrò il verme col becco aguzzo, tubando dalla gioia.

-Come hai detto che si chiama quel cosino?-  domandò Criseyde accennando col mento al volatile che arruffava teneramente il piumaggio.

-Paul-  ripetè Lily lanciandogli un altro lombrico –E’ il gufo di Calisto-

-Che nome strano per un gufo-  mormorò aspirando l’ultima boccata dalla sua sigaretta e schiacciandola nel posacenere di cristallo che aveva evocato.

-L’ha chiamato come il suo ex-ragazzo-  le spiegò accarezzando l’oggetto in questione.

-Oh, che inconfutabile gesto d’amore-  sputò disgustata accendendosi un’altra sigaretta.

-Oh, no!-  sghignazzò  -Voleva solo ricordare al suddetto la sua natura di mangia-vermi-

-Ad un tratto questa tua amica mi sta profondamente simpatica-  chiosò dopo qualche attimo di silenzio.

 

 

 

-Scacco matto-  mormorò Elijah con un nobile cipiglio annoiato mentre la sua regina abbatteva con un gesto poco consono al suo rango e per questo più crudele il re della fazione opposta.

-Accidenti!-  sorrise James strizzandosi gli occhi tra pollice e indice  -I miei complimenti!-

Elijah sorrise gentile  -Non disperare James, avrai modo per rifarti-

-Non ho dubbi!-  ghignò cercando di dissimulare il divertimento che quel damerino impagliato gli ispirava da sempre  -Si da il caso che Wilfred abbia appena tirato a lucido la collezione di scope…-  disse incrociando le dita sotto il mento e lasciando la frase volutamente in sospeso. 

-Devo dedurre che vorresti la rivincita in un campo a te più congeniale come il Quidditch?-  domandò retorico con la tipica intonazione di chi cerca di mettere in soggezione il proprio interlocutore.

-Non dubito che gli scacchi siano un ottimo allenamento per la mente-  mormorò alzandosi e infilando le mani nelle tasche dei pantaloni dall’elegante taglio  -ma converrai con me Elijah che si tratta pur sempre di uno svago che comprende solo due sedie e un tavolino…e tempo. Tutt’altra cosa è invece decidere e valutare attentamente le proprie mosse nell’arco di pochi secondi e a parecchi metri dal suolo!-

-Avrai senz’altro ragione James-  convenne di malavoglia Elijah storcendo l’angolo della bocca in una smorfia che fece contorcere James nello sforzo di non scoppiare a ridere.

 

 

Una piccola, volendo usare un eufemismo, parte dell’immenso parco che circondava la tenuta dei Potter era stata adibita, quindici anni prima, a campo sportivo di Quidditch, con tanto di spogliatoi e tribune, quando il rampollo di famiglia alla tenera e distruttiva età di quattro anni aveva scoperto di nutrire un’ insana passione per il vuoto. Non c’era stato verso di convertirlo a sport più nobili e confacenti il suo rango, quali il tiro al piattello, il cricket magico, si era provato persino con le battute di caccia, ma nulla che potesse convincere quel mostriciattolo magro come un’acciuga e alto poco più di due mele impilate a lasciar perdere i manici di scopa. Suo nonno Rufus era più che altro preoccupato per la costituzione gracile del nipote teppista, e non era affatto convinto che tenere il deretano troppo a lungo poggiato su un pezzo di legno, tra l’altro estremamente scomodo, potesse giovargli al fisico; ma era stato costretto a desistere quando quello scricciolo aveva rischiato di incendiare le cucine ritenendo che fosse il giusto prezzo che i rapitori della sua scopa dovessero scontare per essersene appropriati indebitamente. Col tempo però l’anziano mago si era dovuto ricredere vedendo il nipotastro sbocciare in un giovane uomo prestante per via dei duri allenamenti a cui si sottoponeva con grande tempra d’animo. Poco a poco quel bamboccio ossuto e tutt’occhiali aveva lasciato il posto ad un ragazzo prestante e dall’intelligenza acuta…e ancora con gli occhiali.

 

 

-Proporrei una sfida molto semplice, non vorrei che ti facessi male!-  disse dissimulando una risata con un colpo di tosse.

Se Elijah se ne accorse non lo diede certo a vedere e con la solita espressione di patrizio tedio rispose  -Non vorrei mai toglierti il divertimento James! Esigo uno scontro a due in piena regola!-

-E sia!-  concesse aprendo con un colpo di bacchetta il baule. Evidentemente non aveva nemmeno preso in considerazione di rendere qualcosa semplice.

I due Bolidi si agitavano trattenuti dalle cinghie di cuoio, prese il Boccino tra pollice e medio e quello con un leggero sfarfallio metallico schiuse le ali cominciando a muoverle forsennatamente non accennando però a divincolarsi dalla stretta del ragazzo, con un leggero movimento dell’avambraccio lo scagliò in aria e quello prese a salire e zigzagare per tutto il campo rendendosi fin da subito quasi invisibile. Con un movimento della bacchetta liberò i due Bolidi e prima che quelli gli si schiantassero addosso i due ragazzi presero il volo sulle loro scope. Elijah traballò incerto sul suo manico, ma con una piccola flessione riuscì a stabilizzarsi protendendosi in avanti.

James intanto saliva sempre più in alto per permettersi una visuale completa del campo da gioco, alla sua sinistra il mare si infrangeva sugli scogli frastagliati ed erosi dalle acque e di fronte a lui la grande tenuta. Per un attimo si soffermò sulle finestre del primo piano e il suo sguardo si posò su una in particolare, con grande stupore vi scorse due testoline che guardavano proprio nella sua direzione. Sorridendo alzò il braccio e lo scosse vigorosamente a mo’ di saluto verso le ragazze prima di fare una capriola agghiacciante.

 

 

-Sempre il solito sbruffone-  sbuffò seccata Lily poggiando il mento sul palmo aperto della mano dissimulando un moto di spavento subito represso.

Criseyde si limitò a soffocare una risatina cinica nella mano e a portarsi l’altra che teneva la sigaretta alla bocca.

-Credo che tu stia fumando un po’ troppo-  la rimbeccò l’amica alzando il sopracciglio in un’eloquente espressione di disappunto.

-E io credo che il momento delle rivelazioni si sia esaurito precisamente mezz’ora fa-  rispose altera e indifferente, in puro stile Serpeverde.

-Che vipera-  borbottò Lily sfilandole una sigaretta dal portasigarette.

-Decisamente-

Entrambe spostarono lo sguardo oltre il piccolo e basso boschetto che le divideva dal campetto di Quidditch, puntandolo sugli unici due corpi in movimento. Potevano distinguere due piccole palline viaggiare a velocità altissima verso i giocatori che invece compivano strane e pericolose manovre per seguirne una che a loro era invisibile a quella distanza.

-Che sport inutile-  biascicò Lily stringendo e accarezzando l’ovetto di ninfa a cui si era dedicata pochissimo in quei giorni, troppo impegnata ad evitare scompensi cardiaci dovuti alla presenza di Potter ventiquattr’ore su ventiquattro nella sua stanza. Era sicura che avesse le dimensioni di un uovo da dinosauro, se mai le fosse capitato di vederne uno.

-Dipende dall’oggetto della contesa-  obiettò Criseyde nel suo perenne tono distaccato.

Lily le rivolse un’occhiata dubbiosa inarcando un sopracciglio.

-Cristo!-  imprecò l’amica sull’orlo della disperazione  -Non so se sei tu a non essere particolarmente incline al ragionamento in questi casi o se devo allargare il giudizio all’intera categoria Grifondoro!-  berciò prendendole il mento tra le mani e girandole stizzita il viso verso la scena  -Non vedi che si stanno battendo per te?-

Non fece in tempo ad immagazzinare la notizia che vide James volare ad altissima velocità inseguito da un Bolide particolarmente testardo, cercava di scartare a destra e a sinistra per disorientarlo ma quello imperterrito lo seguiva come una falena segue la luce, con uno scatto il ragazzo aumentò la velocità inclinandosi come a diventare un unico corpo con il legno nodoso del manico, Lily trattenne il respiro sgomenta e spaventata. Per un attimo sentì le gambe farsi pesanti e reggerla per inerzia, come se del piombo fuso le si fosse riversato tra le giunture impedendole di accasciarsi, con le mani cercò di aggrapparsi al davanzale interno della camera sentendosi improvvisamente debole e fiacca persino per sentirsi atterrita. Ad un tratto, gli occhi incollati alla scena, James deviò di scatto ruotando su se stesso e capovolgendosi, nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo che il rumore di un colpo attutito ma abbastanza forte da sentirsi persino a quella distanza la fece sobbalzare. Fu un attimo e tutto le apparve chiaro: Potter inseguito dal Bolide, Potter che virava all’improvviso, il Bolide che si schiantava addosso ad Elijah.

 

 

-Non mi sembra il caso correre a questa maniera-  disse Criseyde riuscendo a starle dietro senza arrancare e senza inciampare nei tacchi vertiginosi dei suoi costosi stivaletti di pelle di Dorsorugoso di Norvegia.

-A me sembra invece-  ringhiò con i pugni stretti fino a sbiancarsi le nocche.

-E’ solo caduto-  sostenne con un vago tono disperato nella voce mentre si lasciava dietro il tipico odore fumoso di rosa canina.

-Insomma Criseyde!-  strepitò senza fermarsi ma inclinando il capo per guardarla  -Ho capito che non t’importa che Potter abbia di proposito guidato un Bolide a sfracellare la spalla di tuo fratello, ma almeno fingi che t’importi di tuo fratello-.

Criseyde fece spallucce e tirò un’altra boccata dalla sigaretta, poi aggiunse convinta  -Guarirà, siamo maghi, non abbiamo bisogno dei metodi dolorosamente primitivi dei babbani per aggiustare qualche osso sbriciolato-

Lily si astenne dal replicare e dal saltare alla gola dell’amica che con aria distaccata ora lanciava occhiate infastidite al boschetto che stavano sorpassando. La radura che ospitava il campetto sportivo apparve in tutta la sua grandezza, sormontato da grandi tribune di legno, assomigliava per qualche aspetto a quello di Hogwarts sebbene quest’ultimo fosse molto più grande. Al centro vi erano i due ragazzi: Elijah era steso sull’erba, col braccio piegato in una posa innaturale e Potter gli stava sopra, da quella distanza non riuscì a capire cosa stesse dicendo, poteva solo vedere le sue labbra muoversi. Accellerò il passo mentre sentiva un flusso costante di adrenalina prendere il posto del sangue nelle vene, percorse la breve distanza che la separava da quella scena spaventosa quando, attirata da una macchia scura sul manto erboso, abbassò il capo alla sua destra: una scopa nuova fiammante giaceva spezzata in più punti, le schegge la circondavano e i rami di saggina erano rotti o piegati. La riconobbe come il regalo di Natale di Potter, un sorriso compiaciuto salì ad incresparle le labbra e lei lo nascose nel collo alto del maglione.

Elijah gemeva il più silenziosamente possibile rifiutandosi di voltare il capo per constatare le condizioni del braccio rotto.

-Elijah-  lo chiamò una volta vicina

-Lily-  mormorò dolorante, come se il solo pronunciare il suo nome fosse un balsamo per il corpo.

-Sta tranquillo-  lo rassicurò accarezzandogli la fronte  -adesso ti portiamo in casa, vedrai che andrà tutto bene-

Il ragazzo annuì non riuscendo a proferire parola per il dolore che gli attanagliava la spalla.

-Credo che dovremmo chiamare qualcuno-  disse James parlando per la prima volta.

Lily continuò ad accarezzare la fronte madida di Elijah, non una parola uscì dalle sue labbra serrate e non un’espressione apparve sul suo viso a testimonio del suo completo distacco.

-Non penserai mica che l’abbia fatto di proposito Evans?!-  chiese sbigottito dopo aver sentito il suo silenzio pesare come un’accusa taciuta.

-Non m’interessa!-  rispose indifferente al suo stupore.

-Stai scherzando vero?-  biascicò incerto indicando il ragazzo steso a terra.

-Ti ho detto che non m’interessa Potter!-  ribadì.

-Certo!-  soffiò mentre un sorriso si allargava sulle labbra piene e non raggiungeva gli occhi  -Tutt’a un tratto non t’interessa!-

A quel tono così carico di amarezza non potè trattenersi dall’alzare il viso verso il suo, come se gli occhi pregassero di incontrare quelli di lui.

-Non azzardarti a credere che sia così meschino da scagliare un Bolide in faccia a qualcuno solo perché mi sta scomodo!-  ringhiò voltandole le spalle e raccogliendo i frammenti della sua scopa prima di avviarsi verso la tenuta.

Rimase a guardarlo andare via finchè un altro dei gemiti di dolore di Elijah non la riscosse, pronunciò un Locomotor e s’incamminò con un ferito e una ragazza che fumava come un calderone alle spalle.

 

 

Elijah aveva l’osso del braccio fuori dalla spalla e il gomito spezzato, ci volle tutta la mattinata e il pranzo prima che miss Rottwild riuscisse a rimettergli le giunture al loro posto. Lily e Criseyde rimasero accanto a lui tutto il tempo, sebbene nessuna delle due era d’accordo con la preoccupazione e l’assoluta indifferenza dell’altra.

 

 

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-C’è qualcosa che vuoi dirmi?- domandò scrutandolo al di sopra della Gazzetta del Profeta.

-No-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Ne sei sicuro?- domandò girando pagina.

-Si-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Non vuoi sfogarti?- domandò socchiudendo gli occhi dietro i piccoli occhiali a mezzaluna da lettura.

-Non ce n’è bisogno-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Sai quant’è antico questo parquet?- domandò non alzando il viso dal giornale, apparentemente dedito alla lettura di un articolo.

-No nonno, non lo so-  sbuffò seccato.

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Centosettant’anni-

-Mi fa piacere-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Gradirei che durasse ancora per altri centosettanta-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Certo- assentì assorto su altro.

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-James?-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Si?-

Tap tap tap tap tap tap tap tap tap tap

-Credi che potresti ancora giocare a Quidditch senza piedi?- domandò accendendosi la sua pipa preferita, un pezzo unico finemente intagliato dall’artiglio di un drago.

Tap tap tap…

-Ascolta nipote- continuò percependo l’irrigidimento del nipote –siamo tutti soggetti ad incomprensioni che portano la gente ad odiarci senza alcuna ragione valida e siamo tutti suddivisi in due categorie di massima: chi accetta il rancore altrui credendo di non poter cambiare le cose, e così facendo non fa che giustificarlo. Ma lascia che ti dica una cosa su questa gente. Sono pigri! Per quanto si voglia mostrare freddo e autosufficiente, l’uomo è un animale sociale, ciò che la gente pensa è solo la trasposizione delle azioni che si compiono e prima o poi si giunge a sentirsi soli, una sensazione che viene banalizzata ma proprio per questo non potrebbe essere più autentica di così-

Rufus Edgar Potter non aveva alzato gli occhi dal giornale per fissare il nipote, continuava a sfogliare le pagine e ad aspirare il suo tabacco aromatizzato al legno di rovere con l’invidiabile tranquillità che solo un certo tipo di uomo può avere, e Rufus Edgar Potter era proprio il tipo di uomo che se avesse assistito all’Apocalisse avrebbe esclamato ‘Oh! Che peccato!’ e magari si sarebbe versato un altro goccio del suo cognac del 1756, tassativamente babbano, perché, a detta sua, i babbani in certe cose hanno un certo stile.

James aspettò che il progenitore continuasse, ma questi continuò sprofondato nella lettura come se non avesse proferito parola alcuna ed il ragazzo capì che il tempo dei consigli era finito. Si alzò cauto e silenzioso e si girò verso la porta del grande studio.

-Qual è la seconda categoria nonno?- gli chiese bloccandosi a metà non riuscendo a non cedere alla curiosità.

Rufus questa volta alzò il capo e lo guardò dritto in viso, con gli occhi che scintillavano dorati alla fiamma del camino –Sei sicuro di non saperlo da te James?-

James piegò il lato sinistro del labbro in un ghignetto cosciente e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

 

 

-Ce la fai?-  chiese premurosa sostenendolo.

-Sta tranquilla- rise –mi sono solo spezzato un braccio non tutte le ossa!-

-Scusami, ma ci hai fatto prendere un bello spavento!-

-Sono cose che capitano quando si pratica questo sport!-  la rassicurò sedendosi sulla panchina di pietra verso la quale l’aveva guidato.

-Già- sussurrò chinando il capo.

Aveva perso il conto di quante volte Potter si era schiantato al suolo per prendere quell’odioso Boccino che puntualmente, alla fine di ogni partita, brillava leggiadro nella sua mano. Aveva perso il conto anche di tutte le volte in cui l’aveva fatta sentire come quella stupida pallina dorata: braccata e futile come un gioco a lungo inseguito solo perché mai posseduto.

Il sole brillava pallido ma presente in quella calda giornata di dicembre, in un giardino stregato solo per far in modo che ci fosse per sempre. Al di là dello spettro magico che circondava la tenuta, nubi grigie e gravide prendevano d’assalto il cielo come un campo di battaglia in cui non c’è nessun avversario da sconfiggere, creando una suggestiva dicotomia di paesaggio aereo. Le sembrò che ci fosse qualcosa di ammonente in tutto quello.

Ripensò alle sue parole di dubbioso stupore e si sentì sprofondare. Poteva ritenerlo prepotente e  vanaglorioso ma sapeva che James Potter non si sarebbe mai abbassato ad un tale atto di viltà solo perché minacciato dalla presenza di qualcuno. Ma come sempre, quando si trattava di quel ragazzo, il giudizio di Lily Evans si rallentava e le accuse che gli muoveva cozzavano prepotentemente inutili con l’assoluzione che arrivava tardi, a volte fin troppo tardi e sempre taciuta.

Abbassò il capo e per un attimo si stupì nel trovarsi accanto Elijah, come se il ragazzo avesse preso il posto di qualcun altro.

-Lily- mormorò il ragazzo prendendole le mani con le sue.

Le trovò fredde. Sulle sue le sentì fredde, non un freddo dovuto alla bassa temperatura. Erano sconosciute.

-Lily- la richiamò –so di aver sbagliato-

Ancora assorta su quella sensazione atroce, sentì le parole di Elijah giungerle tardi.

-Ho rovinato tutto, ho dimenticato quanto tu fossi importante per me. Ma dovevo andarmene capisci? Dovevo evadere, non riuscivo a rimanere qui!- mormorò affranto stringendo la presa.

‘Dovevo evadere’

‘Non riuscivo a rimanere qui’

‘Ho dimenticato quanto tu…’

Con una lentezza esasperante le parole le si incisero nel cervello e finalmente potè riempirsi i polmoni di ossigeno.

Gli sorrise. Non triste, non disingannata, non delusa.

Felice.

Alzò un dito ad accarezzargli la guancia.

-Come ho potuto? Come…- gemette.

-Non farlo!- gli bisbigliò nell’orecchio.

-Ti ho ferita, non me lo perdonerò mai-

-Perché sei qui Elijah?- gli domandò a bruciapelo.

Il ragazzo rimase interdetto, nel cercare una risposta non potè che boccheggiare invano.

-Io…io volevo rivederti-

-E perché?-

-Perché ti desidero ancora, non lo capisci?-

A Lily si contorsero le viscere. Non per l’emozione.

-Tu non mi desideri da molto tempo ormai-

-Sai che non…-

-Ascoltami!- lo pregò cercando di raccogliere i pensieri –Sono cresciuta, guardami! Ti ho amato, è vero, ma adesso sono cresciuta. Non mi basta più un ‘ti desidero ancora’-

-Hai ragione, io ti…-

-Elijah!- lo fermò sorridendo –Non dire cose di cui ti pentiresti. Siamo diventati grandi, abbiamo vissuto esperienze diverse che ci hanno portato verso traguardi inconciliabili ma non per questo avversi. Gli anni con te sono stati stupendi, ma sono finiti. Non posso negare di non aver sofferto dopo la tua partenza improvvisa ma devo anche ringraziarti-

Gli occhi del ragazzo si spalancarono e un lampo di comprensione li attraversò, piano lo stupore lasciò il posto al sorriso.

-E’ un bravo ragazzo- le sussurrò dopo qualche attimo.

-E’ una puttanella- lo corresse arricciando il naso.

-E’ un bravo ragazzo-

-E’ una piattola-

-E’ un bravo ragazzo-

-E’ un primate-

-Stareste bene insieme-

-Già- sospirò.

I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo in sincrono per poi scoppiare a ridere.

-Sarà meglio rientrare, si sta facendo buio- constatò Elijah alzando il capo all’imbrunire.

-Si, qualcuno dovrà pur crocifiggere Potter per le sue grandi trovate!- esclamò fintamente corrucciata.

-Poveraccio, penso che la distruzione della sua scopa sia stato un colpo abbastanza duro da digerire, lasciagli almeno un altro giorno per portare il lutto in santa pace!- rise a pieni polmoni seguito a ruota libera da Lily.

A metà tra il parchetto interno e il grande portone Elijah la richiamò.

-Lily?-

-Dimmi!- rispose lei con ancora il riso negli occhi verdi.

-Mi perdoni allora?- sfiatò chinando il capo.

Con due passi gli fu di fronte. Fu un bacio a fior di labbra, casto.

Un bacio che sapeva di pace.

 

 

 

 

-Signor Wilfred!- chiamò il maggiordomo una volta avvistatolo nell’atrio.

-Si milady?- s’inchinò l’uomo facendola sentire in imbarazzo.

-Beh ecco…volevo dirle che su una delle colonne del porticato ci sono delle piccole macchie rosse a forma di mano- gli sorrise.

-Oh grazie dell’informazione milady!- la ringraziò sorridendole paterno –Qualcuno dei bambini deve aver giocato con quegli intrugli che vanno tanto di moda di questi tempi! Provvedo immediatamente!-

-Si figuri!- esclamò contenta salendo i primi gradini della grande scalinata.

 

‘Che gioventù’ scosse il capo mentre passava lo straccio sulla colonna di marmo bianco ‘Invece di parlarsi preferiscono spaccarsi le mani!’

 

 

 

 

 

Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, buon appetito e tutto quello che vi pare. Aspettate a riempirmi di parolacce…va beh, io dico sempre così anche se alla fine nessuna di voi l’ha ancora fatto, come sono brava a fare la finta modesta >_> quindi al diavolo l’umiltà! Scusate il ritardo ma la voglia di mettermi a scrivere era pari a quella che si ha quando si deve lavare una montagna di piatti, perciò a meno che voi non siate delle massaie convinte mi passerete anche questo ennesimo ritardo. La mia logica non fa una piega! Pappappero!!

 

Mana chan  la mela non me la mandi ancora, vero?? Allora, mia ‘onoratterrima’ amica, perché dopo che ti sei sorbita ben 19 deliri altro non puoi essere che un’amica…un’amica votata al perenne sacrificio, per essere precisi…sei soddisfatta del seguito? Credo che cosa sia successo tra il nuovo personaggio e il mio amato alter-ego sia abbastanza chiaro, per ulteriori precisazioni non aver paura di NON domandare, ihih! Credo anche di aver fatto un grande regalo alla tua anima così romantica che tanto ha sofferto per le disavventure di questi poveri personaggi, quindi puoi abbandonarti ai cuoricini che ti circondano :o)

 

Potterina 88  ti puoi rialzare oh mia degna suddita, ti concedo il mio perdono (anche perché ho fatto la merdaccia anch’io sparendo dalla circolazione per tutta l’estate)! Come vedi Elijah sa togliersi dalla circolazione quando necessario, di stupidi ce ne sono abbastanza in questa storia, qualcuno con un po’ di sale nella zucca doveva pur rendere equilibrata la situazione. Per quanto riguarda la servitù non volevo dire nulla di particolare, la mia intenzione era divagare un po’ dai soliti Lily e James che, intendiamoci, adoro con tutto il cuore, ma mi piaceva l’idea di descrivere anche qualcun altro, e chi meglio della servitù che viene sempre delegata a sfondo della scena? Ciao cocca bella.

 

Germana  ciao tesoro! Non preoccuparti per la sparizione, ho aspettato un altro po’ per chiamare quelli di x-files, capiscimi! Non mi avrebbero presa sul serio con tutte le chiamate che faccio al giorno, mi avrebbero scambiata per l’ennesima pazza (a me???)! sono felice che la storia non ti annoi e sono ancora più felice di aver trovato qualcun’altra che non sa scrivere il nome di ‘sto benedetto ragazzo. Non sai quanto mi sono bestemmiata per la scelta, accidenti a me!! Non lo potevo chiamare Mario o Giovanni o qualsiasi altro nome che non avesse delle maledette lettere sconosciute??? Va beh, ormai è fatta! Come vedi tutto si sta mettendo al suo posto :oD

 

Zukkyna (alias Cipollozza, ma solo per me sia chiaro!)  ciao ortaggina mia! Vedo che noi due ci capiamo, quindi sottomettiti o periiiiiiiiiscii…ci starebbe bene una risata sadica qui! Sai che sei l’unica che trova E-l-i-j-a-h intrigante?? Mi fa piacere, perché, a prescindere dal ruolo di terzo-incomodo del personaggio, gli voglio bene perché è pur sempre una mia creazione e credo che in questo capitolo abbia guadagnato mille punti. Immagino che sarai d’accordo, anzi, ci scommetto, tra teste di rapa ci s’intende eheh ;o)

 

Miriel  gioia mia!!! Sai che sono tornata?? Alla prossima occasione mi devi portare a quella yogurteria di Porta Genova che mi hai detto prima che partissi. Comunque no, non credo di avertene parlato del caro Elijah, perdonami ma tu sai benissimo che io seguo gli schizzi del momento. E’ nato da una notte buia e tempestosa, gli alberi ululavano e i lupi frusciavano e…ah…no, fai il contrario. Vedi quanto sono peggiorata??????? HELP!

 

MoMozzia  tu mi devi spiegare questi deliri di logorrea da dove li tiri fuori!! Cè Mariiiaaa, io con lei l’esterna non la faccccio!!! Ma brava brava brava…cogliona!!! No aspè, non era a te, è solo che quando lo dico mi viene spontaneo aggiungere l’ultimo complimento. Beh, ti sei divertita a spasso per il globo terrestre che, a differenza, di quello che si dice, è piatto??? Ma tu ci pensi? La terra rotonda? L’ignorantità non ha più limiti!! C’è Microsoft Word che mi sta sottolineando di rosso qualsiasi parola io scriva, ce l’ha con me ‘sto stronzo, posso capire i comuni mortali ma l’ignoranza da un pc proprio non la partorisco (il pc dice che è sinonimo di ‘concepire’)! Cè Mariiia ma sci renniamo condo? Viva ‘uomini e donne’ e la copia pugliese del programma che si chiama ‘maschi e femmine’, perché in effetti c’hanno ragggione, chi ci va sono solo bestie! Comungue nun te preoccupà Marzietta della tribù dei Mo, nessuno toglierà il podio al tuo/mio/nostro James, a lui non ce lo batte nisciuno! Wagliòò, vin akkà ca sta a pummarol ‘ncopp! È inutile che t’offendi che imito l’accento napoletano, IO POSSO!! Zaèèèè!

 

PiccolaStellaSenzaCielo  guarda, io sono l’esperta di linee telefoniche che muoiono senza avvisare, cioè, se muori almeno mandami un telegramma, spediscimi una bottiglia con un messaggio via mare, un piccione viaggiatore, un figo della madonna, no? Or dunque, il mio amato Elijah (perché ti assicuro che lui E’ un figo della madonna) ha deciso di abbandonare il campo di battaglia prima di essere s…merdato, non lo ami pure tu? Eh? Eh? Eh?

 

TheBestLady  rullo di tamburi, scrocchio di dita o zampe (visto che ormai appartengo al delizioso e bucolico mondo animale), che dir si voglia…tututututututu…TU!!! Tu devi sapere una cosa: (sempre rullo di tamburi) io non sono milanese ma, per la precisione, appartengo a quella fertile terra in cui la mozzarella è un culto, cosparsa di trulli (e troll) cosparsi d’olio d’oliva e orecchiette alle cime di rapa…quindi delle Marche, no? Se va beh, perciò essendo una pugliese trapiantata a Milano sono affrancata dalla pressante presenza (concedimi il gioco di parole che solo una persona edotta quale sono può permettersi di elucubrare…minchia! Sono troppo avanti!) dei genitori, PERCIO’ ho la possibilità di vagare in lungo e in largo e tu…TU, ripeto, hai fatto un gravissimo errore a dirmi che abiti a Roma! Aspettati un’improvvisata a qualsiasi ora del giorno e della notte, dell’anno solare e lunare, della vita e della morte..insomma, a farla breve, comincia a tremare…Brrrancameenta!! E non mi prendere per culo sul fatto di msn che ancora non t’ho beccata, ma aspetta che poi te concio io, ‘a romana de Roma che sta nel Lazio che sta in Totti come x sta in y per 1000 alla radice quadrata! Se non hai capito non è un problema, in fondo lo sappiamo tutti che io sono intelligente e tu una scema con un mezzo neurone lobotomizzato nel cervello! Mortyyyy ‘a li mortacci tuoi!!! Carotino ‘un se tocca ahoooo! E chi cazzu t’u tocca? Ehy, chi io siciliano fui! BASCIAMO LE MAAANII! Auèè fiuu fiuu! Dopo queste amorose strambezze (lo so che si dice stramberie, è inutile che fai la figa) passiamo a dirti quanto il mio amore per te cresca ad ogni parola, punto, virgola, punto esclamativo, interrogativo, dubitativo, ottativo desiderativo, consecutio temporum, qui pro quo, Qui Quo Qua, Pico de Paperis (si vedo che ho studiato?)! Gioia miaaa, questo capitolo is only 4 u, 4 me, $4 (sono pure economica, non a caso studio lingue)! Non te la prendere però con Elijah, povero figliolo, smettila di odorarmi l’alito da capretta che, ora più che mai, da’ di erba, ti distrae e ti annebbia quelle poche facoltà mentali che sopravvivono in te…eh no no no. Comunque ho molto apprezzato la dentiera nuova con tanto di tubetto Algasiv che mi hai mandato, ora si limita ad attaccarsi addosso alle persone, non le rincorre più…facciamo progressi! Ora ti saluto che devo scrivere altri due ringraziamenti ed è l’una di notte, la mia cara coinquilina reclama la mia presenza a letto per non essere costretta a svegliarmi con un gavettone domani…a proposito: oggi ho scoperto di aver spento la sveglia bestemmiando…mah, la gente non sa più che inventarsi per sputtanarmi! Bacione disgraziata…………..porca zozza! Che recensione chilometrica!

 

Pikkolina88  l’hai capito chi è adesso Elia? Ora ti spiego dove non entra Criseyde: ti ricordi quando il vento le alza la gonna alla Marilyn Monroe dei poveri? Ecco là, Elia le dice che non entra nella gonna, magari è ingrassata quindi le dice ‘tu non c’entri’…i fratelli sanno essere dei gran pezzi di m…erda, sai?! No, a parte le ciance, credo tu abbia capito dove non c’entra leggendo questo capitolo, insomma s’è preso ogni responsabilità! Bravoooo! Non è tenero?? O_O

 

Bad Tom  braaaava!!! Hai vinto uno scarafaggio di peluche!!! La nuova ‘sopravvissuta’! Benarrivata nella mia personale fabbrica di demenza, in cui Lily è una femminista convinta che taglierebbe il p…isello a tutti i maschi, James è un idiota che finge di essere un idiota solo per non pagare la dogana…furbetto eh? Bene, dopo questo ‘benvenuto’ degno di una scrittrice in erba (e che erba!) ti ringrazio e ti invito minacciosamente ad incatenarti al computer per continuare ad assuefarti a me! Viva Giucas Casella!!!!

 

  
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