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Autore: Lost on Mars    09/08/2014    7 recensioni
Lily Evans è Caposcuola, la prima della classe, la studentessa perfetta ed è convinta che la sola esistenza di James Potter potrebbe portarla lentamente verso la pazzia. James Potter, d’altro canto, capitano della squadra di Quidditch, Caposcuola e indiscusso secondo in classifica tra i ragazzi più appetibili di Hogwarts, sostiene che quello che Lily prova nei suoi confronti non sia odio, ma qualcosa di indefinito che lui porterà ad essere qualcosa di molto importante, e soprattutto, qualcosa che non includa il venir picchiato con un tomo di Storia della Magia.
DAL PROLOGO:
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna si muove e tu non sei Maometto…
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO 27 – DISTRUZIONE

 
Dopo le vacanze pasquali, Hogwarts sembrava tornata quella di sempre: forse, allontanarsi da quell’ambiente che si era trasformato proprio a causa di chi vi era dentro, aveva aiutato tutti ad assumere un comportamento quasi felice nei confronti della vita di tutti i giorni.
I professori erano tornati a spiegare ed assegnare compiti su compiti, Pix aveva ricominciato a fare disastri per il castello, i fantasmi sembravano più vivi che morti; durante i pasti c’era sempre più rumore e i bambini del primo e del secondo anno uscivano di nuovo a godersi il sole primaverile dopo le lezioni. Sembrava essere tornato tutto alla normalità, ma quello che successe solamente una settimana dopo la ripresa delle lezioni, fece intendere che quella che avevano vissuto fino a quel momento, era solo un idilliaco momento di tranquillità.
Era un venerdì sera quando Lily era tranquillamente accovacciata su una poltrona della Sala Comune a leggere. Aveva deciso di lasciare Mary e Marlene a sbollire la rabbia da sole, in dormitorio, e si era defilata prima che potesse diventare vittima di qualche Schiantesimo. Di James non c’era traccia e lei aveva approfittato di quel momento di pace per leggere in tranquillità.
Sirius entrò in Sala Comune seguito da James e Remus, ridevano tutti e tre divertiti, sicuramente per qualche scherzo tipico di loro, erano ritornati i Malandrini che Lily ricordava, solo che adesso li vedeva cresciuti, nonostante si comportassero come sempre. Cercò di continuare la propria lettura, ma come era prevedibile James le si avvicinò e si mise seduto sul bracciolo della poltrona.
«Che fai qui tutta sola?» le chiese dolcemente.
«Cercavo di leggere.» rispose lei, rivolgendogli un sorriso radioso. Si arrese e infilò il segnalibro tra le pagine, appoggiando il libro sul tavolino di fronte a lei. James riusciva a distrarla da qualsiasi cosa stesse facendo e, inconsapevolmente, attirava sempre l’attenzione di Lily, pur non facendo niente di particolare. Forse era proprio questo sentirsi innamorati.
«Dov’è Peter?» chiese curiosa, notando che non era rientrato con loro.
«Non lo so, ci ha detto che doveva andare nell’ufficio della McGranitt per non so cosa.» rispose James.
Lily allora annuì, stava per dire qualcosa quando un rumore attirò la sua attenzione, proveniva da fuori. Allora si alzò e accorse alla finestra, per poi scoprire che la fonte dei rumori era la Torre d’Astronomia. Era strano, a quell’ora nessuno sarebbe dovuto essere più in giro. Sembravano dei colpi e non accennavano a cessare, fu raggiunta da James che le chiese cosa stesse succedendo.
«Andiamo a vedere.» rispose lei, accertandosi di avere la bacchetta con sé.
«Potrebbe essere pericoloso...» tentò James, beccandosi un’occhiataccia da Lily.
«Siamo Caposcuola, James.» ribatté la ragazza. Allora James si fece trascinare fuori dalla Sala Comune, sotto gli occhi confusi di Remus e Sirius.
I corridoi erano stranamente bui e silenziosi, i due si avventurarono verso destra, nella direzione che portava alla Torre d’Astronomia. Ben presto, si imbatterono nel Preside in persona.
«Tornate subito nella Sala Comune.» disse con calma Silente.
James deglutì e Lily parlò: «Ma professore, cos’erano quei rumori?»
«Nulla di cui dobbiate preoccuparvi, ora tornate pure nella Sala Comune e restateci.» disse ancora Silente. Lily non trovò argomenti con cui ribattere, avrebbe potuto dire che ormai facevano parte dell’Ordine e che dovevano essere informati, ma poteva benissimo non trattarsi di una minaccia – cosa che Lily dubitava fortemente, comunque – perciò si limitò ad annuire e a tornare sui propri passi.
«Lily, secondo me è qualcosa di grave.» mormorò James, mentre si avvicinavano al ritratto della Signora Grassa.
«Lo so, ma non vogliono dircelo. Eppure siamo membri effettivi dell’Ordine...» Lily sospirò e pronunciò la parola d’ordine, il buco nel ritratto si aprì ed entrarono nella Sala Comune. Tutto era come l’avevano lasciato, era tutto calmo, tutti parlavano normalmente. Almeno finché il vetro della finestra principale non andò in mille pezzi, che si sparpagliarono sul pavimento. Un urlo di terrore si levò dalla Torre Grifondoro, Lily rimase impietrita per un momento: non c’era ombra di dubbio che quelli fossero Mangiamorte.
«TUTTI FUORI!» gridò James, Lily si sentì agguantare da quest’ultimo e si riversò nel corridoio del settimo piano insieme a tutti i suoi compagni di Casa. Ebbe bisogno di qualche secondo per elaborare quello che era successo, poi capì: i Mangiamorte c’erano riusciti, si erano introdotti nella scuola grazie a coloro che logoravano le difese dall’interno, grazie a quelli come Severus.
Scosse la testa, evitando di pensarci. La scuola era in pericolo e lei doveva trovare Mary, Marlene, Alice e tutti gli altri che avevano aderito all’ordine insieme a lei e James. Non fece in tempo a girarsi che incontrò lo sguardo della professoressa McGranitt, e i suoi sospetti si rivelarono esatti.
«Evans, riporta i tuoi compagni in Sala Comune, lì sarete più al sicuro e―»
«Hanno sfondato una finestra, professoressa. Non siamo al sicuro da nessuna parte.» rispose Lily, stringendo la bacchetta in pugno.
La professoressa rimase allibita per un istante, poi ordinò di andare in Sala Grande, molto probabilmente tutti i Grifondoro avrebbero passato la notte lì. Lily, però aveva dei programmi diversi. Se i Mangiamorte fossero stati veramente lì – e sapeva che c’erano – giurò a se stessa che allora avrebbe trovato chi aveva distrutto la sua famiglia, chi aveva distrutto la famiglia di quella ragazzina del primo anno, chi aveva distrutto decine di famiglie e si sarebbe vendicata, perché nessuno aveva il diritto di strappare la vita a delle persone innocenti.
Camminò in silenzio verso la Sala Comune, cercando con lo sguardo le sue amiche, le trovò solo quando furono al secondo piano, e lasciò per un momento la mano di James.
«Ragazze» disse Lily, affiancandole. Marlene parlava con Alice e Mary sembrava in una sorta di trance, quelle due non avevano ancora fatto pace, ma a Lily non importava, avrebbero dovuto collaborare. «Ci sono i Mangiamorte. Voglio combattere.» Lily abbassò il tono di voce.
«C-combattere?» chiese Alice.
«Facciamo parte dell’Ordine.» disse ancora Lily.
«Lils, capisco l’adrenalina e tutto il resto, ma è una cosa seria. Ci puoi rimettere la pelle.» fece notare Marlene.
«Lo so e non ho paura. Non vi ricordate? Ce lo ha detto anche la McGranitt che non è un gioco. Oppure per voi non conta niente?» esclamò Lily.
«Non stiamo dicendo questo» intervenne Mary. «Ma se tu vuoi combattere, be’, noi siamo tue amiche e ti aiuteremo.»
Lily vide Alice e Marlene annuire e si lasciò scappare un sorriso nervoso. Non era mai stata così determinata in vita sua e la cosa la terrorizzava un po’, ma Lily scoprì che, avendo un obiettivo, si era disposti a tutto pur di raggiungerlo.
 
Erano in otto e correvano a perdifiato per le scale, erano riusciti a sgattaiolare via dalla Sala Grande e adesso si dirigevano verso la Torre d’Astronomia. James aveva insistito per cercare Peter, ma non l’avevano trovato da nessuna parte, allora avevano iniziato a dirigersi verso la Torre, da dove era iniziato tutto. Lily era in testa al gruppo. Si muovevano velocemente e silenziosamente tra i corridoi deserti. Mary e Marlene avevano deciso di comportarsi normalmente per un po’, non potevano permettersi di litigare in quella situazione. Alice era stretta al braccio di Frank e cercava di non tremare come una foglia, perché il coraggio che sentiva scorrerle nelle vene non riusciva a vederlo nessun altro e la cosa era abbastanza frustrante. Remus e Sirius erano al fianco di James ed erano in religioso silenzio, tenendo le bacchette tese di fronte a loro. Man mano che si avvicinavano, i suoni della battaglia che si stava svolgendo nel punto più altro di Hogwarts si facevano sempre più nitidi. Lily mandò giù il groppo che aveva in gola e continuò ad avanzare finché non sentì la mano calda di James sul braccio.
«Sei sicura?» le chiese, guardandola negli occhi.
Lei annuì convinta e continuò a camminare risoluta, senza dire una sola parola. James guardava Lily e le sembrava una guerriera che marciava in territorio nemico. In pochi minuti arrivarono sotto la volta delle scale e Lily si accorse di non avere un vero e proprio piano, allora improvvisò.
«Qualcuno deve rimanere qui a fare da guardia, chi vuole venire con me, venga. Altrimenti rimanete in corridoio e avvertiteci se succede qualcosa.» disse la ragazza, pensando che potesse funzionare.
«Noi veniamo con te.» disse Marlene, prendendo Mary per un braccio. La mora rimase sorpresa di quel gesto, era come se Marlene l’avesse perdonata tutto d’un tratto. O forse era solo solidarietà contro i Mangiamorte, forse dopo quello sarebbe ritornata a non parlarle.
«Va bene.» disse Lily.
«Anche io vengo con te.» disse James.
«Io ed Alice rimaniamo qui a fare la guardia.» asserì Frank.
«Ci state togliendo tutto il divertimento...» brontolò Sirius. Sia James e Remus lo fulminarono.
«Noi andiamo in corridoio e ci occupiamo di chiunque provi a salire qui sopra.» disse allora Remus, prese Sirius per la manica della camicia e lo trascinò via.
James sospirò e strinse Lily in abbraccio, farla ragionare e convincerla a tornare indietro sarebbe stato inutile, quando Lily si impuntava in quel modo non c’era  verso di farle cambiare idea. Lily era convinta di poter trovare l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori e aveva la forza di un uragano, niente avrebbe potuto fermarla. Lei non si sarebbe data pace finché non l’avrebbe trovato, e poi? Poi James non aveva idea di cosa sarebbe stata capace Lily.
 

***

 
 
Sirius percorreva su e giù il corridoio per la settima volta mentre Remus, appoggiato al muro, sbuffava per la settima volta. Quella parte del piano era una noia, su questo non c’era dubbio. In più, ogni rumore proveniente dalla Torre li faceva sussultare, lì sopra era in corso una battaglia e Sirius si stava ancora chiedendo perché li avessero confinati laggiù: i suoi amici erano in pericolo. Poi guardò Remus e si disse che se gli fosse successo qualcosa a causa della sua testardaggine, non se lo sarebbe mai perdonato, quindi era meglio stare lì a far nulla.
«Te l’avevo detto io che ci toglievano tutto il divertimento.» sbuffò Sirius. Remus roteò gli occhi e lo ignorò, Sirius aveva ragione, ma non l’avrebbe mai assecondato. Se qualcuno fosse arrivato con l’intenzione di salire sulla Torre, loro l’avrebbero fermato. A meno che non si fosse trattato di qualcuno dell’Ordine.
«Non siamo qui per divertirci, siamo qui per aiutare e cercare di rimanere vivi.» disse infine Remus.
«Lo so, ma questo fare avanti e indietro è snervante! Potrei distruggere qualsiasi cosa da un momento all’altro.» esclamò il ragazzo.
«Pensiamo a fermare quel tipo.» disse Remus, avvistando una figura incappucciata correre lungo il corridoio. Veniva verso di loro ed era sicuramente diretto alla Torre, non riusciva a vedergli il viso a causa del mantello nero che lo copriva fin sopra la testa. Ma era uno studente, lo riconosceva dallo stemma verde e argento sulla divisa. Forse era uno di loro e stava andando ad aiutare i Mangiamorte.
Sirius alzò subito il capo e assottigliò gli occhi grigi, guardò Remus, lanciandogli un breve sguardo d’intesa e in meno di un secondo, i due avevano già bloccato il ragazzo, prendendolo per le spalle.
Il cappuccio gli scivolò dalla testa, rivelando dei capelli neri come la pece.
«Regulus...» mormorò Sirius, spingendo il fratello contro la parete di pietra. «Che diavolo ci fai qui?»
«Ti interessa così tanto, fratellino?» rispose l’altro, con il capo alzato, guardava Sirius dritto negli occhi e lo sfidava con lo sguardo: non aveva paura di lui.
«Nessuno può salire sulla Torre, vattene.» sibilò Sirius.
«N-non posso.» ribatté Regulus, cercando di mantenere un tono risoluto. Ma tremava, non per colpa di Sirius, ma al pensiero di quello che sarebbe successo se non fosse arrivato sulla Torre.
«Invece puoi. Ritorna nel tuo covo di serpi e stai lontano da questa Torre.» riprese Sirius.
«Devo andare. Se non li raggiungo...» iniziò Regulus, sotto lo sguardo confuso del fratello. «Se non li raggiungo mi uccidono.»
Sirius non accennò a togliere le mani di dosso le spalle del fratello, che era ancora bloccato con la schiena al muro. Remus si avvicinò ai due ragazzi, cercando di capire cosa stesse succedendo.
«Se non raggiungi chi?» domandò confuso.
«I Mangiamorte» rispose il più grande al posto di Regulus. «Sei il loro cagnolino, no? Te l’hanno già impresso il Marchio Nero? O forse anche per loro vali meno di niente?»
«Sirius, calmati.»
«No!» esclamò il ragazzo, afferrando i lembi del mantello di Regulus. Lui non si smentiva e continuava a guardarlo negli occhi. Dimostrandogli di non essere spaventato e di essere più forte di lui, Sirius l’avrebbe lasciato andare.
Conosceva suo fratello e sapeva che odiava perdere, per questo lo sfidava, per vederlo perdere e dimostrargli di essere perfettamente capace di saper badare a se stesso, di non aver bisogno di nessuno, specialmente di lui.
«Non ti uccideranno» mormorò a bassa voce, stavolta. «Non se lo faccio prima io.»
Una mano andò a cercare la bacchetta nella tasca dei pantaloni e Remus lo tirò per un braccio, lasciando libero Regulus.
«Cosa diavolo vuoi fare? È un ragazzino, è tuo fratello!» gli urlò contro Remus.
«Lasciami, Remus.» disse Sirius, cercando di liberarsi dalla presa del suo ragazzo.
Regulus guardò la scena, rimanendo pietrificato per un momento, poi se la diede a gambe, ricominciando a correre verso la Torre, quando Sirius si liberò, suo fratello stava già salendo le scale due a due ed era arrivato quasi in cima.
«Perché l’hai fatto?» urlò Sirius, carico di rabbia e frustrazione. «Perché?»
«Te ne saresti pentito per tutta la vita! Non so se l’hai capito, ma stavi per uccidere tuo fratello. Sangue del tuo sangue.» esclamò Remus, ansimando per lo sforzo. Sirius era davvero forte, e trattenerlo era stato difficile.
«Non è più mio fratello» sibilò Sirius appoggiandosi al muro. «Non da quando è uno di loro, non da quando mia madre l’ha fatto diventare quello che io ho deciso di non essere. Lui è non è più mio fratello, è un traditore!»
«Sirius...» tentò Remus, ritrovandosi a corto di parole.
Sirius scivolò sul pavimento e nascose il volto tra le ginocchia, circondando quest’ultime con le braccia. Remus si inginocchiò al suo fianco e gli mise una mano sulla spalla. Sussultò quando sentì il suo corpo venire scosso da quello che assomigliava ad un singhiozzo. Probabilmente, se Remus l’avesse raccontato in giro, nessuno gli avrebbe creduto, ma Sirius Black stava piangendo per davvero. E non era affatto necessario che qualcuno lo sapesse, ora doveva solo trovare un modo per confortarlo, perché a questo servono le persone amate che amano a loro volta. Remus doveva convincersi di poter aiutare Sirius, anche se aveva l’orribile sospetto che non avrebbe potuto fare molto, se non lasciarlo sfogare.
«Perché non me l’hai lasciato fare?» chiese ancora Sirius, la sua voce era ovattata, gli moriva in gola e sembrava volersi nascondere.
«Non saresti stato migliore di lui. E so che in realtà lo sei, sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.» rispose il ragazzo, prendendogli il viso tra le mani.
E allora Remus lo strinse a sé e Sirius si lasciò stringere, perché ormai non aveva più senso recitare la parte di quello forte, intoccabile, che non si lasciava scalfire da niente. Non puoi recitare quando il mondo ti crolla addosso.
 

 
***

 
Sulla Torre, Lily, James, Marlene e Mary aveva scoperto che gran parte dei loro professori si trovava già lì e stava già combattendo contro i Mangiamorte, oltre a loro, c’erano diverse persone che nessuno dei quattro aveva mai visto prima. Sembravano tutti più grandi di loro e allora si sentirono infinitamente piccoli e decisamente nel posto sbagliato.
Lily afferrò la mano di James come se non dovesse lasciarla andare mai più. Mary e Marlene osservavano la battaglia esterrefatte, ma non riuscirono a pentirsi di essere salite. Potevano farcela, dovevano solo smettere di ignorarsi e tornare a fidarsi l’una dell’altra, perché altrimenti non avrebbero resistito due minuti in battaglia. Era lì, sotto i loro occhi, ed erano tutti pronti a fare un passo avanti e a combattere. Di tutto, pur di scacciare i Mangiamorte dalla scuola.
«Dobbiamo omologarci. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza degli altri.» disse Lily. Tutti annuirono e dopo aver preso un grande respiro, si gettarono nella mischia.
James giurò d’aver sentito qualcuno borbottare qualcosa simile a un «Che ci fanno dei ragazzini qui in mezzo?» e aveva fermato l’impulso di ribattere che non era un ragazzino, che era maggiorenne e aveva tutta la responsabilità delle proprie scelte. Però non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo che dovette lanciare un incantesimo difensivo per respingere quella che molto probabilmente era una Maledizione Cruciatus. Lily era qualche metro dietro di lui e lanciava Schiantesimi senza farsi vedere, Marlene invece, combatteva al fianco di un uomo dai capelli rossi e pareva abbastanza sicura di sé da sembrare un’adulta. Anche se utilizzava sempre gli stessi incantesimi. Mary era al fianco di Lily e combatteva usando la sua specialità, ovvero l’incantesimo Levicorpus, che richiedeva però un’incredibile concentrazione.
E James all’improvviso capì quanto l’Auror Harris avesse ragione, quella sera. Gli aveva detto che un minuto poteva salvargli la vita e che due avrebbero invece potuto ucciderlo. Non stava fermo neanche un secondo, continuava a gettare incantesimi da tutte le parti. A volte per difendersi, a volte per attaccare. Non sapeva nemmeno contro quale Mangiamorte li stesse lanciando, perché non perdeva di vista Lily. Eppure lei sembrava così decisa, così determinata in quell’istante, che James non poté fare a meno di chiedersi chi fosse tra i due quello da proteggere. Lily era sicura e credeva in quello che stava facendo. E lui? Lui se la stava semplicemente cavando, annaspava per restare a galla e capì di essere troppo poco per tutto quello. Nonostante tutto, non si stancava mai e continuava a lanciare incantesimi. Sentì un rumore assordante, qualcuno aveva appena lanciato un Bombarda e parte del muro alle spalle dei Mangiamorte era andato distrutto.
Lily, dal canto suo, non riusciva mai a sentirsi soddisfatta. Non sapeva come avrebbe capito chi fosse stato l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori, e a quel punto non le importava, voleva mandarli via tutti, farli scomparire possibilmente dalla faccia della Terra e quindi dalla sua vita. Fece un passo indietro e andò a sbattere contro Mary che si era arrestata all’improvviso e adesso aveva lo sguardo rivolto verso le scale, poi ancora verso sinistra e poi sui Mangiamorte davanti a loro.
«Che succede, Mary?» le chiese.
Ma Mary non era capace di dire una singola parola, il suo sguardo era ancora rivolto in avanti e Lily cercò di capire quale fosse il centro della sua attenzione.
«Attente!» gridò qualcuno, Lily strattonò Mary per un braccio e usò un Protego abbastanza potente per entrambe, le chiese nuovamente cosa stesse succedendo.
«Regulus... lui è...» iniziò la ragazza, sentendo gli occhi pizzicare, indicò i Mangiamorte e Lily capì all’istante.
«Regulus? Il fratello di Sirius?» chiese ancora Lily. Vide Mary annuire, stavolta lo sguardo era sconvolto e perso nel vuoto. Lily avrebbe voluto dirle che sapeva come ci si sentiva a scoprire che la persona che si ama in realtà è un Mangiamorte, però non trovava le parole giuste da dire, aveva la gola secca e si abbassò insieme all’amica abbastanza velocemente da schivare uno Schiantesimo.
«Mary, non puoi restare qui... sei sconvolta, vai giù da Frank ed Alice.»
«No!» ribatté la ragazza. «Io voglio aiutarti.»
«Hai già fatto tanto, adesso vai più prima che―» Un altro incantesimo evitato per un pelo. «Prima che ci ammazzino.»
Mary annuì, ma non fece in tempo a dirigersi verso le scale che qualcuno esclamò: «Se ne stanno andando!»
Allora rimasero tutti sulla Torre, Lily corse tra le braccia di James e osservò i Mangiamorte svanire in nubi nere e minacciose, una dopo l’altra. Mary guardò Regulus negli occhi un’ultima volta prima che anche lui svanisse insieme ad una nuvola. Poi si lasciò sfuggire quella lacrima che tratteneva da troppo tempo e Marlene corse ad abbracciarla, mettendo da parte ogni rancore.
«Stai bene, Lils?» chiese piano James, accarezzandole i capelli.
«Sì...» mormorò la ragazza. «Credo di sì.»
«Ragazzi, è stato spaventoso!» esclamò Marlene, avvicinandosi ai due. «Ho temuto il peggio per un momento.»
«Non credo fossero nemmeno all’apice delle forze. Non c’erano tutti i Mangiamorte di Hogwarts.» ribatté Lily, ricordandosi di non aver visto Severus da nessuna parte, lì sulla Torre. «Quando saranno davvero tutti, allora sarà più che spaventoso.»
«È meglio se andiamo giù e diciamo agli altri che è tutto finito.» disse James. Le tre ragazze annuirono e scesero le scale, mentre i professori e gli altri membri dell’Ordine sembravano averli ignorati tutto il tempo.
E mentre scendeva le scale abbracciata a James, Lily era certa di una cosa: non si sarebbe mai fatta scoraggiare da niente e nessuno.
 

 
 

NdA: Mi stavo quasi dimenticando di aggiornare, potete lanciarmi tutte le maledizioni che volete, sul serio çç Praticamente, mentre scrivevo di Regulus sono morta. Capite, io amo quel povero ragazzo e fargli capitare tutte queste cose mi uccide. E ora mi dispiace per Mary, e per Sirius, e oddio sono una persona tremendamente orrenda. Comuuunque, credo di essere negata a scrivere di battaglie, quindi chiedo scusa se il capitolo fa leggermente schifo e credo anche che quando ci sarà la battaglia "più seria" farò un casino assurdo. Povera me che vado a plottare cose del genere. E inoltre muoio di sete, ma questo non c'entra niente. Spero che vi sia piaciuto, fatemelo sapere con una recensione ^_^
Intanto, ringrazio AriPotterJacskon01, Jade_Horan, niclue, El_ly e Bella1989 che hanno recensito lo scorso capitolo ♥
Detto questo, venerdì parto, quindi se ci riesco aggiorno giovedì, altrimenti se giovedì non avete miei segni di vita, ci risentiamo lunedì sera/martedì, ovvero quando ritorno :\
Baci,
Marianne






 

 
 

   
 
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