III CAPITOLO.
Occhi infuocati nella loro glacialità.
Occhi che catturavano
le loro prede in una morsa letale.
Occhi oscurati da una patina
di dolore
Erano i suoi occhi.
Affascinanti e funesti.
Jesse mi scompigliò i capelli con una mano, come faceva
ogni mattina, penso che questo sia il suo modo di salutarmi.
Si sedette tranquillamente
striando la sedia nel pavimento addentò una fetta di pancarré imburrato e
iniziò a fissare il muro.
Angelica si avvicinò a mio
fratello e dopo ,sotto il mio sguardo
meravigliato, scoccò un bacio al nulla.
-Angelica ma che diavolo
fai?- domandai.
I miei genitori e Jesse si
girarono nella mia direzione guardandomi con uno sguardo curioso.
-Layla con chi stavi parlando?- domandò mio fratello alzando un
sopraciglio.
-Ehm… con… lascia stare è
meglio.- risposi rossa in viso.
Quella canaglia di Angelica
invece rideva come una pazza, lanciai uno sguardo di disperazione verso di lei
e Jesse mi guardò stralunato.
Perfetto, adesso mio
fratello avrebbe pensato che io fossi una pazza.
E non aveva torto, in fondo anche io dubitavo della mia stabilità mentale.
-Stavo salutando l’angelo di
tuo fratello, Celestine, è davvero una cara ragazza. Sopportare Jesse non è una
cosa da tutti.- mi disse Angelica.
Da un minuto all’altro mi
aspettavo che mio fratello iniziasse a dirne quattro ad Angelica ma subito mi
ricordai che nessuno poteva vederla.
Annuii impercettibilmente ma
lei sicuramente mi vide perché sorrise.
-Triin-
Il suono del campanello di
casa mi riporto nel mondo dei vivi, molto probabilmente Emily, come ogni
mattina, mi ricordava che la scuola non aspettava i miei comodi.
-Vado ad aprire io.- dissi mentre afferravo un cornetto al cioccolato e mi
dirigevo verso la porta.
Jesse provò a parlarmi ma io andai senza ascoltarlo.
Emily mi vesto e sono da te,
ok?- dissi mentre con uno scatto aprii la porta.
-Oh, guarda chi c’è.- disse una voce da
dietro la porta.
La persona che avevo di
fronte a me non poteva essere Emily.
Almeno che lei non avesse
deciso di farsi una plastica facciale e di cambiare sesso nel corso di una
giornata.
Deglutii a fatica.
Il giovane ragazzo mi
guardava con uno sguardo beffardo.
Aveva i capelli neri
circondati da qualche ciocca blu che richiamavano l’azzurro dei suoi occhi, il viso leggermente
allungato era adornato dall’espressione di chi avrebbe voluto stare a casa a
non fare niente.
Era appoggiato al muro e
così avevo una perfetta visuale del suo corpo.
Era bello .
-Che fico Non te lo lasciare
scappare Layla.- disse Angelica, dando voce ai miei pensieri.
Arrossii violentemente.
Il ragazzo mi guardò per un
minuto e poi mise una mano nella tasca dei suoi jeans e
estrasse una sigaretta e un accendino.
-Di a Jesse di muoversi, non abbiamo tutta la giornata.-
La voce di
lui era bassa e roca, una voce che senza volerlo catturava.
-Uhm… si… ehm… tu saresti?-
La mia di voce, invece,era secca e bassa, imprecai mentalmente. Stavo facendo la
parte della stupida ragazzina.
Il ragazzo mi guardò, una
nuvoletta di fumo uscì dalle sue labbra e io rimasi
ferma e immobile a guardarlo.
-Che c’è adesso fai anche finta di non
conoscermi?- mi chiese a denti stretti.
Eh? Io non avevo mai parlato
con lui.
-Cosa? Ma
sei matto? Io non ti conosco.-
-Sicura di non conoscerlo?-
A parlare era stata
Angelica, che vicino a me guardava la scena con un adorabile sorriso.
Io annuì e il ragazzo mi
guardò male.
Apposto, un altro che
pensava fossi malata.
-Non ti ricorda nessuno? Il
nome Christian non ti è familiare?- continuò lei.
Feci marcia indietro con la
mente, cercando qualche piccolo ricordo che mi legasse con quel ragazzo
misterioso.
E poi bang, l’illuminazione mi arrivò come una saetta al ciel sereno.
Christian, come avevo fatto
a dimenticarmi di lui, il ragazzo altro non era che il
migliore amico di mio fratello. Una volta avevo scambiato quattro parole con
lui e avevo anche azzardato il parere che lui fosse simpatico ma non lo
ricordavo così bello. Lui non poteva essere quel Christian che conoscevo.
Angelica parve leggermi nel
pensiero di nuovo, e stavolta pensai davvero che lei ci riuscisse.
-Tesoro certo che ti leggo
nel pensiero.- rispose e io sbiancai.
-Se non lo facessi non
saprei mai quello che ti passa per la testolina, ricordati che io sono qui per
aiutarti. Comunque sicura che fosse così diverso? O eri così accecata dal tuo
ragazzo da non vedere nessun altro all’infuori di lui?-
Colpita e affondata.
Era la pura e semplice
verità, quando stavo con James ero completamente
succube di lui, era il mio piccolo universo. Tutto girava attorno a lui, e io il suo piccolo satellite ero troppo accecata dalla sua
luminosità anche solo per pensare che a di fuori di lui esistessero altri
pianeti.
Ed era anche per questo che
quando l’avevo visto con Clizia mi ero sentita distrutta.
Un satellite non può mai
competere con una stella.
L’avevo capito troppo tardi
e a mie spese.
Clizia a differenza di me,
era una di quelle persone che non aveva il bisogno di
esprime un desiderio per avere una vita perfetta. Lei era già perfetta.
O almeno così credevo.
Aveva lunghi capelli biondi
e un faccino d’angioletto e a differenza di quello che tutti credevano non era affatto un’oca.
Sospirai. Bella e
intelligente tutto il contrario di me, adesso capivo il motivo per cui James
aveva scelto Clizia invece della sottoscritta.
-Oh Christian scusa non ti avevo riconosciuto.- balbettai confusa.
Lui scrollò le spalle e
sussurrò un: “fa niente.”
Dalle mie spalle arrivò la
mia tortura, ehm volevo dire Jesse.
Ancora devo capire come
fanno certe ragazze a giudicarlo adorabile.
-Andiamo?- domandò mio
fratello.
Io annuì mentre Christian
rideva a crepapelle.
-Se vuoi venire così non c’è
problema per me, ti sta bene questo pigiama con…- scrutò il mio pigiama e poi torno a guardarmi. –sono maialini?-
Per la seconda volta nel corso della mattinata diventai rossa da far invidia al
pesce rosso di casa.
-Non sono affari tuoi. E per
la cronaca sono conigli-
dissi mentre di corsa correvo a cambiarmi.
Il primo premio per la scemenza va consegnato proprio
alla sottoscritta, mi rimproverai
mentre afferravo la gonna a pieghe dell’istituto.
Angelica, sempre dietro di
me, mi guardava con il solito sorriso.
-Ma siete tutti così?-
esplosi alla fine alla vista delle labbra tirate all’insù del mio angelo
custode.
-Cosa intendi.-
chiese angelica, e la parte le riusciva anche abbastanza bene.
-Siete sempre con questo sorriso ventiquattro ore su
ventiquattro?- domandai accigliata.
Lei ridacchiò e mi fissò.
-In
effetti si, sorridiamo sempre.
Sai sorridere fa bene, ti rilassa, vedere sempre il
mondo con un paio di occhiali rosa è una cosa stupenda. Per noi la vostra vita
è come una specie di film.- mi rispose attorcigliando
una ciocca dei suoi capelli neri.
-Noi siamo solo spettatori
non possiamo influire nelle vostre decisioni, vi seguiamo sempre sperando che
voi scegliate la giusta via. Più di questo non possiamo fare. Sperare ci fa
sorridere-
La guardai ammirata e annuì.
-Dai, ora scendiamo.- mi
disse
-Angelica- la chiamai con un pizzico di curiosità, lei si voltò
perplessa aspettando una mia domanda, gli occhi azzurri che scintillavano.
-Non è un sogno vero?-
-No è la tua nuova realtà.-
Spazio autrice:
Giornoo…Ecco il
terzo capitolo, vi è piaciuto? Non so quando posterò il quarto(sono arrivata a metà capitolo) in questi giorni devo finire
i compiti che naturalmente durante l’estate sono rimasti a marcire nell’angolino
della mia stanza.
Ci sono le
versioni di latino che mi stanno chiamando e per tutto questo tempo non ho
risposto alla loro chiamata xD
Un bacio a tutti^^
Soprattutto a: GinTB(Grazie sono felice che l’idea
ti sia piaciuta^^ Dimmi se questo capitolo ti è piaciuto anche^^ Un bacio), Emily
Doyle(Oh anche io odio le riunioni di famiglia… c’è sempre qualcuno che mi tira
le guancie urlandomi all’orecchio “oh ma che bellaaa…
sei cresciuta tantissimo. E’ con il fidanzatino come va?” Davvero odiose Xd) e
a giulietta_cullen( Già
nella vita reale i desideri espressi alle stelle non si avverano… ma qui siamo
in una fanfiction quindi tutto può accadere.. Grazie per i complimenti. Un
bacio)