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Autore: Stellyna_P    12/09/2008    5 recensioni
Layla è una normale ragazza di diciassette anni. Ha un fratello gemello disastroso, un padre che le ha appena comunicato che va a letto con la segretaria, un ragazzo che la tradisce con la ex e per finire in bellezza è stressata a causa di uno stupido ballo studentesco.
E’ per tutto questo che una notte di fine maggio esprime un desiderio che cambierà il corso del suo destino: Avere una vita perfetta.
Ed è così che la mattina dopo si sveglia completamente diversa. E’ un vero schianto, la sua famiglia è unita e il suo ragazzo sembra amarla incondizionatamente.
Inoltre ha un angelo custode che sembra volerla aiutare sempre.
Un angelo di nome Angelica che solo lei può vedere e che in poco tempo diverrà la sua migliore amica.
Ma se per lei la vita ha preso tutta una svolta diversa le cose rimangono uguali per Christian; Un ragazzo che ormai aspetta solo di precipitare nell’oblio totale.
E fra pianti, smarrimenti, sorrisi e parole dette a metà Layla scoprirà cos’è il vero amore: Quello che ti fa battere il cuore e che ti fa fare cose estremamente stupide come voler donare la propria vita per qualcun altro.
Il vero amore.
--
Infine c'è quell'amore malsano fra Clizia e James, un amore fatto di strani sguardi e da tanta, tanta paura.
Lei che nasconde un segreto di cui si vergogna e lui che cerca di vedere il meglio in ogni persona.
Una storia raccontata fra le pagine di un diario da un angelo
Perché l'amore a volte è un'arma micidiale. Non sai mai se ne uscirai vittorioso.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III CAPITOLO

III CAPITOLO.

 

Occhi infuocati nella loro glacialità.

Occhi che catturavano le loro prede in una morsa letale.

Occhi oscurati da una patina di dolore

Erano i suoi occhi.

Affascinanti e funesti.

 

 

 

Jesse mi scompigliò i capelli con una mano, come faceva ogni mattina, penso che questo sia il suo modo di salutarmi.

Si sedette tranquillamente striando la sedia nel pavimento addentò una fetta di pancarré imburrato e iniziò a fissare il muro.

Angelica si avvicinò a mio fratello e dopo ,sotto il mio sguardo meravigliato,  scoccò un bacio al nulla.

-Angelica ma che diavolo fai?- domandai.

I miei genitori e Jesse si girarono nella mia direzione guardandomi con uno sguardo curioso.

-Layla con chi stavi parlando?- domandò mio fratello alzando un sopraciglio.

-Ehm… con… lascia stare è meglio.- risposi rossa in viso.

Quella canaglia di Angelica invece rideva come una pazza, lanciai uno sguardo di disperazione verso di lei e Jesse mi guardò stralunato.

Perfetto, adesso mio fratello avrebbe pensato che io fossi una pazza.

E non aveva torto, in fondo anche io dubitavo della mia stabilità mentale.

-Stavo salutando l’angelo di tuo fratello, Celestine, è davvero una cara ragazza. Sopportare Jesse non è una cosa da tutti.- mi disse Angelica.

Da un minuto all’altro mi aspettavo che mio fratello iniziasse a dirne quattro ad Angelica ma subito mi ricordai che nessuno poteva vederla.

Annuii impercettibilmente ma lei sicuramente mi vide perché sorrise.

-Triin-

Il suono del campanello di casa mi riporto nel mondo dei vivi, molto probabilmente Emily, come ogni mattina, mi ricordava che la scuola non aspettava i miei comodi.

-Vado ad aprire io.- dissi mentre afferravo un cornetto al cioccolato e mi dirigevo verso la porta.

Jesse provò a parlarmi ma io andai senza ascoltarlo.

Emily mi vesto e sono da te, ok?- dissi mentre con uno scatto aprii la porta.

-Oh, guarda chi c’è.-  disse una voce da dietro la porta.

La persona che avevo di fronte a me non poteva essere Emily.

Almeno che lei non avesse deciso di farsi una plastica facciale e di cambiare sesso nel corso di una giornata.

Deglutii a fatica.

Il giovane ragazzo mi guardava con uno sguardo beffardo.

Aveva i capelli neri circondati da qualche ciocca blu che richiamavano l’azzurro dei suoi occhi,  il viso leggermente allungato era adornato dall’espressione di chi avrebbe voluto stare a casa a non fare niente.

Era appoggiato al muro e così avevo una perfetta visuale del suo corpo.

Era bello .

-Che fico Non te lo lasciare scappare Layla.- disse Angelica, dando voce ai miei pensieri.

Arrossii violentemente.

Il ragazzo mi guardò per un minuto e poi mise una mano nella tasca dei suoi jeans e estrasse una sigaretta e un accendino.

-Di a Jesse di muoversi, non abbiamo tutta la giornata.- 

La voce di lui era bassa e roca, una voce che senza volerlo catturava.

-Uhm… si… ehm… tu saresti?-

La mia di voce, invece,era secca e bassa, imprecai mentalmente. Stavo facendo la parte della stupida ragazzina.

Il ragazzo mi guardò, una nuvoletta di fumo uscì dalle sue labbra e io rimasi ferma e immobile a guardarlo.

-Che c’è  adesso fai anche finta di non conoscermi?- mi chiese a denti stretti.

Eh? Io non avevo mai parlato con lui.

-Cosa? Ma sei matto? Io non ti conosco.-

-Sicura di non conoscerlo?-

A parlare era stata Angelica, che vicino a me guardava la scena con un adorabile sorriso.

Io annuì e il ragazzo mi guardò male.

Apposto, un altro che pensava fossi malata.

-Non ti ricorda nessuno? Il nome Christian non ti è familiare?- continuò lei.

Feci marcia indietro con la mente, cercando qualche piccolo ricordo che mi legasse con quel ragazzo misterioso.

E poi bang, l’illuminazione mi arrivò come una saetta al ciel sereno.

Christian, come avevo fatto a dimenticarmi di lui, il ragazzo altro non era che il migliore amico di mio fratello. Una volta avevo scambiato quattro parole con lui e avevo anche azzardato il parere che lui fosse simpatico ma non lo ricordavo così bello. Lui non poteva essere quel Christian che conoscevo.

Angelica parve leggermi nel pensiero di nuovo, e stavolta pensai davvero che lei ci riuscisse.

-Tesoro certo che ti leggo nel pensiero.- rispose e io sbiancai.

-Se non lo facessi non saprei mai quello che ti passa per la testolina, ricordati che io sono qui per aiutarti. Comunque sicura che fosse così diverso? O eri così accecata dal tuo ragazzo da non vedere nessun altro all’infuori di lui?-

Colpita e affondata.

Era la pura e semplice verità, quando stavo con James ero completamente succube di lui, era il mio piccolo universo. Tutto girava attorno a lui, e io il suo piccolo satellite ero troppo accecata dalla sua luminosità anche solo per pensare che a di fuori di lui esistessero altri pianeti.

Ed era anche per questo che quando l’avevo visto con Clizia mi ero sentita distrutta.

Un satellite non può mai competere con una stella.

L’avevo capito troppo tardi e a mie spese.

Clizia a differenza di me, era una di quelle persone che non aveva il bisogno di esprime un desiderio per avere una vita perfetta. Lei era già perfetta.

O almeno così credevo.

Aveva lunghi capelli biondi e un faccino d’angioletto e a differenza di quello che tutti credevano non era affatto un’oca.

Sospirai. Bella e intelligente tutto il contrario di me, adesso capivo il motivo per cui James aveva scelto Clizia invece della sottoscritta.

-Oh Christian scusa non ti avevo riconosciuto.- balbettai confusa.

Lui scrollò le spalle e sussurrò un: “fa niente.”

Dalle mie spalle arrivò la mia tortura, ehm volevo dire Jesse.

Ancora devo capire come fanno certe ragazze a giudicarlo adorabile.

-Andiamo?- domandò mio fratello.

Io annuì mentre Christian rideva a crepapelle.

-Se vuoi venire così non c’è problema per me, ti sta bene questo pigiama con…- scrutò il mio pigiama e poi torno a guardarmi. –sono maialini?-

Per la seconda volta nel corso della mattinata diventai rossa da far invidia al pesce rosso di casa.

-Non sono affari tuoi. E per la cronaca sono conigli-  dissi mentre di corsa correvo a cambiarmi.

Il primo premio per la scemenza va consegnato proprio alla sottoscritta, mi rimproverai mentre afferravo la gonna a pieghe dell’istituto.

Angelica, sempre dietro di me, mi guardava con il solito sorriso.

-Ma siete tutti così?- esplosi alla fine alla vista delle labbra tirate all’insù del mio angelo custode.

-Cosa intendi.- chiese angelica, e la parte le riusciva anche abbastanza bene.

-Siete sempre con questo sorriso ventiquattro ore su ventiquattro?- domandai accigliata.

Lei ridacchiò e mi fissò.

-In effetti si, sorridiamo sempre. Sai sorridere fa bene, ti rilassa, vedere sempre il mondo con un paio di occhiali rosa è una cosa stupenda. Per noi la vostra vita è come una specie di film.- mi rispose attorcigliando una ciocca dei suoi capelli neri.

-Noi siamo solo spettatori non possiamo influire nelle vostre decisioni, vi seguiamo sempre sperando che voi scegliate la giusta via. Più di questo non possiamo fare. Sperare ci fa sorridere-

La guardai ammirata e annuì.

-Dai, ora scendiamo.- mi disse 

-Angelica- la chiamai con un pizzico di curiosità, lei si voltò perplessa aspettando una mia domanda, gli occhi azzurri che scintillavano.

-Non è un sogno vero?-

-No è la tua nuova realtà.-

 

Spazio autrice:

Giornoo…Ecco il terzo capitolo, vi è piaciuto? Non so quando posterò il quarto(sono arrivata a metà capitolo) in questi giorni devo finire i compiti che naturalmente durante l’estate sono rimasti a marcire nell’angolino della mia stanza.

Ci sono le versioni di latino che mi stanno chiamando e per tutto questo tempo non ho risposto alla loro chiamata xD

Un bacio a tutti^^

Soprattutto a: GinTB(Grazie sono felice che l’idea ti sia piaciuta^^ Dimmi se questo capitolo ti è piaciuto anche^^ Un bacio), Emily Doyle(Oh anche io odio le riunioni di famiglia… c’è sempre qualcuno che mi tira le guancie urlandomi all’orecchio “oh ma che bellaaa… sei cresciuta tantissimo. E’ con il fidanzatino come va?” Davvero odiose Xd) e a giulietta_cullen( Già nella vita reale i desideri espressi alle stelle non si avverano… ma qui siamo in una fanfiction quindi tutto può accadere.. Grazie per i complimenti. Un bacio)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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