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Autore: Desperate Housewriter    10/08/2014    0 recensioni
Non servirebbe scrivere che questo racconto si ispira a una storia vero, che idiozia.
Ne conoscete forse uno che non lo sia?

Il dottor Crispin Cubbling, psicologo laureato a Londra, è un uomo determinato noto in tutta Malta per i suoi modi di lavorare innovativi.
Quando viene chiamato per un caso speciale in un ospedale trascurato a causa dei pochi fondi, anche lui sembra avere le idee un po’ confuse.
La sua paziente non ha identità e nemmeno lui sa come trovarla.
Poco appassionato di letteratura, viene trascinato in un mondo di storie dove tutto è incerto.
Crispin e una poltrona di piume di pavone, una paziente e un nome vago, cinque vicine pazze e un appartamento di oleandri, Alf Woodstock della porta accanto e il colore trasparente, il pesce e la bistecca, la scrittura ben delinata della macchina da scrivere e Courier.
Eppure, tutto ciò che aveva attorno, gli sarebbe bastato.
Dal II° capitolo: "La donna si avvicinò piano a Crispin, quasi piangendo. «Sto infrangendo le regole. Sto vivendo una vita non mia.» Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, ma lei li abbassò subito verso il pavimento. «Questa non è la mia storia»."
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Courier
Puff!





«Vedi, è qui che sbagli, Montie.»
Gesticolando, Alf Woodstock si esprimeva ad alta voce: «Non devi badare a ciò che vedi. Tutto quello che già conosci... Puff! Deve sparire. Tutto ciò che è intorno a te in questo momento è solo una bugia, non capisci? La verità sta in ciò che non vedi. Troppo facile sennò!»
Montgomery era persuasa dalle parole di Alf e, stando lì, ogni giorno imparava nuove cose.
«E' lì, la donna con i capelli corti e la sciarpa.»
«Ma... Ma come faccio a non vedere quello che è attorno a me con gli occhi aperti?»
Alf appoggiò la guancia sulla mano destra.
«E come faccio a spiegarti? Non lo so, ma ti assicuro che ci vuole un dono per riuscirci. Sono sicuro che tu ce l'abbia, Montie. Tu sei come me. O, almeno, lo stai diventando. Basta solo che ti sforzi.»
Montgomery strizzò gli occhi, tentando ancora.
«Posso interrompervi?»
Un uomo abbastanza basso con una camicia e dei pantaloncini corti, probabilmente appena tornato dalla spiaggia, apparse.
«Mi chiamo Crispin Cubbling e vorrei parlare con la signorina Montgomery Graham. Sapete se è qui da queste parti?»
«Se è la signora Montgomery Graham che intende, allora è qui di fronte a Lei.»
Crispin sorrise: «Diamoci pure del tu, Montgomery!»; si schiarì la gola «Possiamo fare una chiacchierata?»
«A che proposito?» chiese la donna.
«Beh, ho molte cose da dirti e molte cose da chiederti, soprattutto.»
Montgomery guardò Alf Woodstock che a sua volta guardò Crispin e alzò le spalle. Così seguì l'uomo che la condusse in una stanza.
«Che cosa c'è di tanto importante?»
Crispin incrociò le gambe e si mise comodo, non aveva intenzione di andare da nessuna parte.
«A dire il vero ti voglio aiutare, Montgomery.»
«Sai già?» chiese Montie stupita.
«Non del tutto. Per questo dobbiamo parlare, devo sapere bene ogni dettaglio.»
«Non credo di potermi fidare.» Montgomery, imbarazzata, cercò di nuovo di trovare il punto nel vuoto.
«Bene. Facciamo così, io farò le domande e tu deciderai se rispondermi oppure no. Che dici?»
La donna annuì.
«Il diciassette gennaio di prima mattina sei andata all'areoporto di Valletta e hai detto di dover urgentemente andare a Monroeville, in Nord America.»
Montie non disse nulla, inclinò la testa verso sinistra.
«Dicevi che era questione di vita o di morte.»
«Lo è ancora.» Montgomery non guardava mai nessuno negli occhi, sembrava vagare attorno alla stanza e il suo pensiero appariva irraggiungibile.
«Morirai?» Crispin lo disse normalmente, d'altronde non morivano solamente i supereroi.
«Già, a breve.»
«C'è una cosa che però non capisco e mi tormenta. Perchè andare proprio a Monroeville?»
«Solo una persona può cambiare il mio destino.»
«Chi è? Un medico, una persona fidata?»
Montgomery si morse il labbro e scosse la testa.
«Non me lo vuoi dire. Posso sapere almeno perchè?»
«Perchè sei uno svitato.»
Il dott. Gubbling tossì. «Come, scusa?»
«Alf Woodstock dice che in questo mondo sono tutti svitati, a parte lui. E ha detto che io sono sulla buona strada per diventare normale. Solo lui sa da chi voglio andare, ma mi ha detto che se lo dicessi ad uno svitato non capirebbe. Dice sempre che gli svitati credono di essere normali e fanno sentire i veri normali come se fossero degli svitati.»
Crispin sorrise. «E io quindi sono svitato?»
«Non lo so, bisogna vedere che cosa dice Alf. Credo proprio di sì.»
Ci fu un lungo minuto di silenzio.
«Ti hanno portata qui per questo?»
«Cosa?»
«Voglio dire, ti hanno portata qui perché eri normale?»
«Già, vogliono sapere il mio vero nome, ma io gliel'ho detto. Come mi dovrei chiamare? Montgomery Graham, ma non vogliono capirlo! E vogliono sapere anche da dove vengo, io glielo dico ma non mi credono. Non hanno mai sentito nominare l'Alabama?»
«Alabama? E come ci sei finita qui?»
«Non lo so. Un giorno mi sono svegliata in una stanza completamente diversa dalla mia.»
Il dott. Cubbling non riuscì a trattenere uno sguardo stranito e Montgomery se ne accorse. La donna si avvicinò piano a Crispin, quasi piangendo. «Sto infrangendo le regole. Sto vivendo una vita non mia.» Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, ma lei li abbassò subito verso il pavimento. «Questa non è la mia storia.»
Che cos'avrebbe detto Woodstock della loro conversazione?
«Ma queste cose non dovrei dirtele, Alf Woodstock ha detto di no.»
«Facciamo così: che dici se tu e Alf pensate un po' se fidarvi di me oppure no e io torno domani?»
«Non farei niente di male.»
«Infatti.»
Crispin rimase seduto mentre Montgomery avanzò verso l'uscita trotterellando.
«Ehi, Montgomery!»
«Sì?»
«Dov'è che vivi, in Alabama?»
«A Maycomb.»













Angolo Autrice
Scusate per la cortezza del capitolo, ma è nato per essere un racconto tutt'uno quindi... Comunque, dalla prossima volta i capitoli saranno più densi.
Che cosa ve ne pare fin qua?
Critiche accettate.
Baci,
Desperate.
  
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