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Autore: juliez jewel    10/08/2014    0 recensioni
Sullo scenario di un'isola britannica divisa ed assediata dall'Impero Romano avviene la creazione di uno dei vampiri più potenti dei nostri tempi.
Mael non é altro che un ragazzo giovane ed inadatto al ruolo a cui è predestinato: riportare la Cornovaglia e il sud dell'Inghilterra sotto il dominio celtico, sposando Licandrae, la figlia dei galli belgi, loro alleati e capeggiare l'esercito dei due popoli.
Ben presto la loro rivolta sarà scoperta e l'esercito romano inviato a sopprimerla, ma quale sarà il destino del ragazzo e della sua stirpe?
Tratto dal cap.2
Il giovane sì alzò in piedi, l immagine nel' acqua mutò. Rivelando una figura snella, troppo snella per sostenere il peso di una spada. I muscoli appena accennati che trasparivano dalla tunica. Mael poggió a terra i secchi d acqua, assieme alla pelliccia di lepre che portava sulle spalle. Sciolse il cordone della tunica scoprendosi il petto.
Braccia piuttosto esili,vita sottile, ossa sporgenti.. Si riusciva a vedergli le costole anche da lontano. Mael tornò a fissare i suoi occhi smeraldo. Grandi ed espressivi.
-'Non sarò mai un vero uomo' disse amareggiato.
Raccolse un sasso e lo lanciò nell'acqua deformando la propria immagine.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Methos10



GaiaPOV

Era giorno da parecchie ore eppure la luce non la infastidiva neanche un pò.

Sicuramente era il sangue del ragazzo che le permetteva di stare cosi tanto

tempo al sole.

Ormai la poltrocina della finestra era diventato il suo posto preferito.

Amava le albe, quando il sole rinasce dopo essersi addormentato.

Mael riposava quieto sulle lenzuole imbrattate di sangue.

Il loro sangue mischiato assieme.

La mente della ragazza era vuota ora, lo sguardo perso nel nulla cercando di

godersi il calore il piú tempo possibile.

Era riuscita a leggere i suoi pensieri, per brevi attimi, a quanto pare il sangue di

lei gli piaceva tanto quanto a Gaia il suo.

E no, non avevano fatto sesso.

Il ragazzo si era rivelato un cavaliere biascicando qualcosa di una certa

Licandrae.

Mael cominciò a mugugnare nel sonno per poi aprire lentamente gli occhi.

-'Hei..buongiorno..'

-'-'Buingiorno, è l'una ormai.'

-'Cosa??!'

Mael si mise a sedere di soprassalto tutto trafelato.

-'Dobbiamo andare, dobbiamo partire subito!.'

-'Guarda che non scappano. Non c'è posto in cui potrebbero andare in cui non

riusciremmo a trovarli.

-'Ooo.va bene.'

Il ragazzo si stropiccio gli occhi.

-'Mael..sai di solito i vampiri si scelgono un altro nome, diverso da quello di

nascita.'

-'E come mai?'

-'Credo per troncare con la propria vita precedente..'

-'Ah, be l hai fatto anche tu?'

-'Si, e anche tu dovresti!'

-'Mael mi piace.'

O

-''Naaah.

Mm,

Methos, che ne dici? Colui che è temuto'

-'Mmm, si dai, puo andare bene. Adesso ho un nome in codice.

Figo.'

-'Chi e Licandrae?'

-'Chi?'

Gaia rise di gusto.

-'Dai, non dirmi che dopo una notte sono riuscita a farti scordare ogni cosa!'.

Mael arrossi.

-'Ma che dici.. solo che non pensavo sapessi di lei.'

-'Me l'hai detto tu.'

-'Cosa?'

-'Il suo nome cavolo!

Sei proprio un ritardato oggi.

Ti fa male bere troppo.'

Pronunciò Gaia con fare materno.

-'Comunque la mia fidanzata, figlia del re dei Galli.'

-'Ah, e la ami?

Non l ho vista nei tuoi ricordi.

Forse non è poi cosi importente.'

Insinuò Gaia.

-'Si lo e..solo che non ci conosciamo poi cosi bene..e non ci siamo visti spesso.'

-'La ami?'

-'Non lo so. Lei sicuramente non ama me.'

-'Percbe dici?

Guarda che i vampiri fanno sempre colpo sugli umani.'

-'Lo so e basta.

Tanto dovro sposarla comunque. Ho degli obblighi.

Suo padre vuole il mio regno, anche se non lo biasimo.

La madre di Lica § stata uccisa dai romani e loro vogliono vendetta.'

-'Anche tu vuoi uccidere i romani?'

-'Non saprei, ce l' ho con Quinlan..non con loro.'

-'Okay, Lui avra ucciso la tua famiglia, ma chi celredi abbia fatto il resto?

I soldati di Crasso. Non ci sono dubbi.'

Methos digrignò i denti.

-'Allora moriranno tutti.'

-'Mmm progetto ambizioso il tuo,ragazzo.

O

Dovresti venire con me a Roma. '

-'Dal tuo ragazzo?'

-'Rise Methos scettico.

-'Hahaah, non proprio.

Abbiamo fondato una società, in cui raggruppiamo vampiri preparandoci a

conquistare l'Impero Romano.

Tu sei un diurno, ci faresti molto comodo.'

-'Perchè hai ucciso gli altei diurni allora?'

-'Erano romani, non andavano comunque bene.'

-'Be, potevi usare il loro sangue, no?"

Gaia sembro irritarsi.

-'Stai diventando troppo irritante ragazzo. Fai troppe domande.'

-'Ooookkay.'

-'Comunque non posso.

Una volta che mi saro vendicato dovro tornare Mitradh e adempiere alle mie

responsabilità.'

-'No, Methos. Non devi.

Non mischiarti con gli umani.

Non valgono il nostro tempo.'

-'Ma io sono un re! Devo farlo. Devo liberare il meridione. Io devo salvare tutti.

Ripongono le loro speranze su di me.!'

-'Devo, devo, devo..

Bla bla bla.'

Lo scherni Gaia.

-'Sei noioso.

Non devi nulla.

Ci sono taante cose che non sai.

Non tornare da loro Met.

Non farlo.'

-'Non posso. La mia fidanzata probabilmente è incinta e non posso costringerla

a una vita di disonore per colpa mia.

Il peggiore re dei celti che si sia visto.

Non posso abbandonare il mio popolo!'

-'Hahahahahahahahah.'

Gaia rise sonoramente.

-'Sei proprio scemo cucciolo.'

-'Perche? Mi prendi pure in giro adesso??'

Cominciava ad arrabbiarsi.

O

-'I vampiri non posso avere figli.'

-'Ah, ..non lo sapevo.'

-'Odio ripetermi..ci sono davvero tante cose che non sai..'

Asseri la donna con un sorriso misterioso.

-'Non posso comunque.'

-'Delega!'

Disse Gaia a braccia conserte.

-'Inscena la tua morte.!

Sposati Licandrae e fai finta di morire.

Cosi suo padre sara re e tu sarai libero.

Non hai mai voluto fare il re..l ho visto nel tuo passato.

Passavi tutto il tempo a sognare..volevi viaggiare, sbaglio?'

-'Si..'

Methos distolse lo sguardo.

-'okay..faro come dici..'

-'Bene.'

La donna gli regalo u sorriso splendente.

-'Ora andiamo.

Devo uccidere qualche romano.'

-'Andiamo.'

**************************************************************************************

Crasso POV

-'Ma dove cavolo sono finiti!'

-'Non lo so...dovevano inviare un messo non appena presa la citta..

Ci stanno mettendo parecchio.'

-'Forse dovremmo andare a controllare.'

-'Inviate una pattuglia.'

Ordinò Crasso.

-'Si, decisamente..

Se ne saranno scordati..'

-'Data la loro forza siamo fortunati se le mura sono ancora in piedi.'

Ridacchiò Quinlan.

-'Sono gia le nove di mattina..

O

La citta l hanno sicuramente presa.

Andiamo ae

controllare e poi invieremo il resto dell esercito.'

-'Sissignore.'

Asseri Quinlan riluttante.

-'Signore la pattuglia è di ritorno!'

-'Allora?

Possiamo partire?

Già sto pregastando il sapor e della gloria'

Ghignò Crasso.

-'Non c 'e nessuna gloria.

Nessuna traccia dei nostri soldati e nessuna porta aperta.

La cittadella è nelle perfette condizone in cui era.'

-'Ma come diamine e possibile!'

-'Non lo so.

Vi ho solo posto di fronte ai fatti.'

Crasso sbatte il pugno sul tavolo facendo sobbalzare tutto quello che c era

sopra.

-'Raduna l esercito.!

Sono stufo di questa situazione!'

-'Dovreste dirlo a Longino.

Non sono io che comando i suoi soldati.'

-'Allora vai a dirglielo.

Che aspetti.!'

Crasso lo mandò via accompagando le parole con un gesto teatrale della mano.

-'Penso che ci vorra qualche ora.

E poi signore ci sono solo 200 soldati..

Non ha senso andare a combattere contro un intera città.'

-'Non andiamo a combattere, stupido.

Andiamo a lanciare loro un messaggio.'

-'E quale sarebbe?'

-'Se non si arrendono entro 24 ore radunerò tutto l esercito di Roma e lo

presenter9 alla loro porta.

Questi celti sono diventati decisamente troppo arroganti.!'

-'Come volete.'

Quinlan si girò e usci dalla tenda.

O

GaiaPOV

-'Ho una buona notizia per te.'

-'Cioe?

-'Un esercito si sta avviccinando alle mure del castello.'

-'Coosa?!'

-'Eddai sembri cosi sorpreso?

Saranno incazzati. I loro uomini non si fanno vivi.'

-'Riesco a leggere i loro pensieri fin da qui.'

-'Davvero? Come fai? Io devo avere la persona nel raggio di qualche metro.'

-'I privilegi della senilità. Mio caro.'

'Crasso intende lanciare un ultimatum.

Ormai ci è arrivato che quelle pedine hanno fatto una brutta fine anche se non si

spiega come.'

-'Che ultimatum?'

Domandò Methos in tono serio.

-'Se Exeter non si arrende, vi sguinzagliera addosso l'intero esercito di Roma.'

-'Ahn..be questo non è un buon segno..'

-'Dovrai aspettare che tornano nel loro accqmpamento e ucciderli dal primo all

ultimo.'

-'Lo so. Non posso mica ucciderli sotto gli occhi di tutti i cittadini.'

-'Qundo arrivano?'

-'Mezz ora.'

-'Faresti bene a raggiungere il governatore, il popolo è molto scosso.

Riesco a sentire il loro sconforto.'

-'Verrai con me?'

-'Si, non voglio annoiarmi.'

MethosPOV

Il governatore era effettivamente in cerca di lui.

Il palazzo era invaso da cittadini impauriti.

Fino ad ora i romani non erano mai riusciti a inoltrarsi nel cuore della citta e loro

non si sentivano piu al sicuro.

Non poteva biasimarli. Ma era compito suo rassicurarli.

Nessuno riuscive nemmeno a spiegarsi come si sia spento il fuoco e dove siano

finiti quei mostri.

O

Molti non ricordano granchè, erano alla festa, e alle tre di notte di sobrio in

piazza non era rimasto piu nessuno.

Ma le famiglie si ricorderanno per sempre di essere stato svegliati nel cuore

della notte dalle urle e dal fuoco.

-'Dovreste tenere un discorso al popolo.

Di voi si fidato, mio re. Sono sicuro che riuscirete a farli stare piu tanquilli.

-'Sicuramente, lo farò appena possibile.'

Un soladato arrivo tutto trafelato dal governatore.

-'L'esercito!'

-'L esercito cosa?'

Chiese il governatore paziente.

-' I romani.

Sono alle porte ! Chiedono di parlare con lei.'

-'D'accordo, vediamo cos'hanno da dire dopo stanotte.'

I due uomini si scambiarono sguardi fugaci.

Methos sapeva gia la risposta.

Magari c era anche Quinlan con lui.

-'Forse è meglio che voi non vi facciate vedere..cosi non sapranno che abbiamo

ancora un re.'

-'No.

Non voglio nascondermi. Sono responsabile del mio popolo.'

Disse fiero Met.

Chissa da dove veniva tutto sto patriottismo.

-' Va bene, mio rix.'

La porta ovest si apri, con uno stridulo rumore delle inferriate.

Dinanzi a lui c era una distesa di combattenti rossi a cavallo.

Capeggiati da tre uomini di cui due abbigliati piu sfarzosamente degli altri su

destrieri bianchi.

Nel terzo uomo Methos riconobbe Quinlan, gli occhi increduli cbe lo fissavano.

Il primo dei tre, esordì con una voce rauca.

-'Sono Marco Publio Crasso.

Tribuno di Roma.

Voglio parlare con il governatore della città.'

I rappresentanti dei celti erano a piedi.

Lui, il governatore, Gaia, e due guardie.

-'Parlero io con te.'

O

Methos ripose tutto l odio che provava per quegli uomini nella sua voce.

-'Sono il re del celti.

Mael.'

Un espressione di sgomento ora si era dipinta sui volti di tutti i romani.

-'Tu eri morto!'

-'Esclamò Quinlan.

-'Ho ucciso tutti i tuoi famigliari e ti ho conficcato una spada nel cuore.!

Me lo ricordo benissimo.!'

Met si alzo la camicia mostrando una orrenda cicatrice sul cuore.

-'Non sei andato abbastanza a fondo.

Bruto.'

-'Be, non importa.

Ti ho fottuto una volta.

Lo farò di nuovo.

E stavolta morirai.

Puoi credermi.'

Ringhiò Quinlan fremendo di rabbia.'

-'Cosa siete venuti a fare qui.'

-'Arrendetevi e saremo clementi.'

-'Mm richiesta alquanto sciocca da parte vostra.

Siamo molto piu numerosi.'

-'Avete 24 ore.

Altrimenti torneremo con miliaia di soldati e vi spazzeremo dalla faccia dellla

terra.

E allora morirete tutti.'

Lo minacciò Crasso.

-'E voi farete la fine dei vostri tirapiedi di stanotte.

Gli abbiamo bruciati. Dal primo all 'ultimo.

Crasso accusò il colpo, si girò su se stesso e se ne andò seguito dai cavalieri.

-'

Un vocio cominciò a ronzare nell aria.

Gli uomini avevano assistito alla scena dall alto delle mura.

Il panico si stava diffondendo a macchia d olio.

-' Ora credo che il discorso non si possa più rimandare.'

Disse Met al governatore che annui in silenzio.

Il ragazzo sali sulle mura rialzate e un suono di tromba attirò l'attenziome della

gente radunata sotto le mura.

-'Popolo!

O

Io sono il vostro re.'

Pronunciò Met attirando la loro attenzione.

-'Questi tiranni si sono presi le nostre terre e la mia famiglia.

Le famiglie di molti di noi.

Ma non gli permetterķ a costo della mia vita di farvi del male!.

Andrò da loro e li farò desistere dall'impresa.

Tra poco il nostro esercito sarà pronto.

E allora ci riprenderemo quello che è nostro.!'

Urlò Met.

Voci di approvazione giungevano alle sue orecchio.

-'Siete un suicida sire!'

-'Perchè scusate?'

-'Da solo contro un esercito!

Come farete a convincerli!'

-'Non ti preoccupare per me.

Partirò adesso.

-'Sire non glielo posso lasciare fare!

Lei è la nostra unica speranza!'

Lo supplicò l uomo.

-'Staro bene..e poi c e lei a proteggermi.'

Met indicò la ragazza in rosso che stava parlando con una guardia.

-'Chi? Lei?''

Lo stupore si dipinde sul suo volto.

-'Vi stupireste della sua forza.'

Il governatore si girò per guardarla meglio.

-'Non mi pare di...'

L'uomo interruppe la frase, il suo interlocutore se l' era data a gambe.

GaiaPOV

-'Ehi, perche mi hai lasciata da sola!'

-'Devo vedere Licandrae.'

-'Adesso??'

-'Mi venuta un idea.'

-'Cioe?'

-'Dopo che avrò sconfitto l 'esercito lascerò una lettera al mio esercito.

Che non vedendomi tornare entro la mattina invierò una pattuglia per mio

oridine.

O

Cosi potrò sparire.'

-'E il tuo corpo?'

-'Mmm..a quello non ci ho pensato...'

-'Se dicessi loro che sei partito alla ricerca di alleati funzionerebbe..'

-'Si, hai ragione anche se comunque si potrebbero chiedere come ho fatto da

solo a uccidere 200 persone..'

-'Ecco vedi..il tuo piano fa acqua da tutte le parti..lo ammetti anche da solo.'

-'Uffff.

Met si buttò sul letto.

-Ok!

Dobbiamo pensare a qualcosa di fattibile.'

-'Ci sono!

Sfiderò Crasso a duello.

E dopo che lo avrò ucciso i suoi uomini saranno miei.'

Gaia si stampo la mano in faccia.

-'Non funzionerebbeeee!'.

-'E perche?!'

-'Non è come i celti.

Uno: non è propriamente un combattente, due: quei soldati non sono suoi

E tre: i romani combattono per l'Impero, non sono mercenari.

Dai, non li conosci neanche un po. Come pensi di battergli.'

-'Non lo so.

So solo che devo farlo.'

-'Torna dalla tua fidanzatina.

Pensero io a qualcosa di fattibile.'

-'Okay..ho una domanda da farti.'

-'Dimmi Methos.'

-'Perche mi aiuti? Hai gia fatto cosi tanto..e perche insisti che torni a Roma con

te..a insegnarmi tutte queste cose..?

-'Sono gia tre domande, tesoro.'

Sorrise lei.

-'Quel che è..'

-'Il tuo sangue mi permette di stare tutto il giorno al sole.

Solo per questo ti voglio per me."

-'Ma allora gli altri diurni..'

-'Ho detto che ti voglio per me..non per Iole o per Foedus Sacri Sanguinis..la

lega di cui ti parlavo..'

-'Quindi vuoi usarmi.

O

Beh, almeno sei stata sincera.'

Le sorrise il neovampiro.

-'Mmmm, divertiti..'

Gli sorrise Gaia con gli occhi chiusi.

Gli si avviccino e gli diede un lieve bacio sulle labbra.

-'Ma i vampiri non sono gelosi?'

-'Si, ma in modo diverso dagli umani.

I contatti fisici non importano a nessuno..'

-'Be, da noi si invece.

Si è fedeli al proprio compagni, e .'

Gaiq lo interruppe.

Posando le sue labbra su quelle di Methos in un bacio più esigente del primo.

-'Non noi, loro.

Sei un vampiro adesso. Ricordatelo.'

Gli puntò un dito sul petto Gaia.

-'Abituati, perchè lo sarai ancora per un po.'

Gli sorrise Gaia e lo lascio sgusciare dietro la porta.

LicandraePOV

Le ore passavano lentamente, mentre la ragazza era sdraiata a letto a guardare

lo scroscío fitto della pioggia fuori dall finestra.

L'iniziale felicita si stava tramutando in ansia.

Erano passati pochi giorni, giorni in cui si era torturata per la sua mancanza.

Non poteva essere solo per quella notte..chissa da quanto si era affezzionata a

lui senza rendersene minicamente conto.

La stanza era semibuia, candele spente e la luce del sole non riusciva ad

arrivare illesa da quella coltra di acqua e nubi.

Sentì le imposte muoversi davanti a lei.

Si mise a sedere di scatto spaventata.

-'Chi è la?'

Chiese lei avviccinandosi piano.

Un uomo sguscio dalla finestra sul pavimento grondante di pioggia.

Era Mael, cavolo.

-'Ma cosa..?'

-'Scusa l' intrusione, ma nessuno doveva vedermi..'

-'e cosi ti sei arrampicato fino a ll terzo piano sotto la pioggia?

O

Mi stai bagnando il tappeto.'

Esordi lei altera.

-'Il mio tappeto.'

Sorrise lui a 32 denti.

-'Perche nessuno deve vederti? Perche sei tornato cosi presto?

Non capisco.'

-'Non ho molto tempo Lica.

Devo dirti alcune cose importanti.'

La prese per mano per rassicurarla.

-'Devo partire.'

-'Lo so..infatti sei tornato e devi ripartire..'

-'No, vado via. Per molto tempo.

Mi sono reso conto che abbiamo bisogno di altri alleati e partirò alla loro ricerca.

Non penso che ci rivedremo ancora.

Lascerò una lettera in cui nominero tuo padre re dei Celti in mia assenza.'

Il mondo sembro crollarle addosso e le lacrime, acri salirle agli occhi.

-'Ma..io potrei essere incinta..'

-'No, non lo sei Lica.

Io non posso avere figli.

E non posso essere tuo marito, anche per questo.

Sarai felice no?

Andiamo..lo so che non ti sono mai piaciuto.'

Disse l uomo con una vena di tristezza.

-'Non è vero...'

Lei distolse lo sguardo.

-'Cosa non e vero?'

-'Io...io ti amo..'

-'Cosa..?'

Methos lesse i suoi pensieri per asicurarsi che dicess la verità.

-'Mi dispiace ma io..'

-'Capisco..non è lo stesso per te.

Se no non te ne andresti via.

Si era capito.'

-'Mi dispiace..'

-'Lo so.

L 'hai gia detto.'

Si era girata visto che non riusciva piu a trattenere le lacrime.

-'Ti sei innamorato di qualcun altra? Per questo?'

O

Chiese lei con voce tremante

-'No. Non e cosi.'

-'Per favore non dire nulla finche non troveranno la lettera.'

-'D accordo..'

Methos la girò di scatto baciandola prima con foga poi piu lentamente.

Gli sarebbero mancate le sue labbra morbide color lampone.

Peccato non essersele godute per piu tempo.

-'Non partire...ti prego..il tuo popolo ha bisogno di te..'

Mugugno piano.

-'Lica..non posso.'

In tutta riposta lei gli sciolse il cordone della tunica bagnata che lasciava

trasparire i muscoli scolpiti in un chiaro invito ad andare oltre il bacio.

-'Ti voglio..'

Sussurro Lica all orecchio dell amato.

-'Anche io.'

Rispose Methos prendendola in braccio e depositandola a letto.

GaiaPOV

Dove diamine si era cacciato quel moccioso.

Che tedio non poter sentire i suoi pensieri.

Grrrr.

Gaia digrigno i denti.

Alla fine, come previsto, lei aveva escogitato un piano che stesse in piedi.

Avrebbero lasciato una lettera a palazzo. In cui diceva che sarebbe partito per

cercare altri alleati.

Poi annientato l accmpamento dei romani. E se ne sarebbe andato.

Dopo 24 ore, alla mancata venuta dei romani nessuno sano di mente avra il

coraggio di presentarsi nel loro accampamento.

Che nel frattempo dovrå essere sgomberato e tutti i corpi bruciati, tutto dovrà

sembrare che se ne siano andati.

La porta si apri e si chiuse.

-'Alla buon ora ragazzino.

Mmm profumi di sesso. Ecco perche sei fottutamente in ritardo.'

Met divento tutto rosso.

-'Ehm si..'

-'Allora? Hai pensato al da farsi?'

Megli cambiare argomento.

O

-'Si, scrivi quella lettera in cui lasci tutto a Fanau, di non cercarti, e che vai alla

ricerca di altri alleati e bla bla bla

E partiamo.'

-'Okay.

Mi fido di te.'

-'Bene ragazzino.

Vado a cercare del cibo.'

-'Ah, non uccidere nessuno!'

-'Come sei noioso ragazzino.'

-'E piantala.'

Gaia usci trottorellando dalla stanza.

Come le piaceva cacciare!

MaelPOV

Con questa lettera vorrei rivolgermi all intero popolo celta:

Dopo l 'ultimatum di quei romani, comincio a rendermi conto che non siamo

abbastanza potenti.

E questo, miei cari cittadini, mi duole molto.

Per questo, ho l' obbligo di accertarmi la vittoria in questa guerra cercando nuovi

alleati. E ne trovero! Perche i romani, ladri e portatori di morte, si sono fatti molti

nemici. E i loro nemici sono nostri amici.

Tutti noi vogliamo solo riavere le nostre terre.

Farò in modo che nessuno vi attacchi mai.

In mia assenza delego tutto al re Fanau, a cui dovete la stessa fedelta che

dovete a me.

Per sempre vostro

Il re Mael.

Usci dalla sua stanza, alla ricerca di Gaia, sapendo che probabilmente non vi

avrebbe fatto ritorno tanto presto.

Chissà dove si era cacciata.

La luce del tramonto inondava la citta di luce rossastra.

Dalla finestra si vedeva una buona parte della cittadina.

-'Ehi, ragazzino sentimentale.'

-'Ehi,' rispose Methos senza espressività.

-'Andiamo.'

O

Gaia lo prese per mano e si inoltró attraverso lo spazio. Talmente veloce da

essere invisibile agli occhi umani.

L' accampanto di Imael si intraveddeva dalla collina.

-'Sei pronto?'

Chiese Gaia.

-'Si.'

L'adrenalina cominciava a salire nel corpo del neovampiro.

Scesero lentamente finche qualcuno non riconobbe il re dei celti.

-'Chiamate il tribuno e il comandante!'

Voci confuse dilagavano anche se nessuno osava avviccinarsi.

I due proseguirono liberamente alla tenda piu grande.

Da dove usci un Crasso trafelato e sconcertato.

-'Cosa ci fai qui?!'

-'Devi essere pazzo per venire qui da solo.

Questo ti costerà la vita. E anche alla tua accompagnatrice.

Anzi, a lei penso che riserverò un altro destino.'

Ghigno Crasso.

-'Arrenditi.

Non ti risparmierò in ogni modo.

Voglio vedere Quinlan. Qui.

Ora.'

Urlò Methos.

Un uomo barbuto si fece avanti con un sorriso di scherno.

-'Ti è mancato il mio cazzo?

Il tuo culo ne sente la mancanza?'

Tutti gli uomini attorno risero sonoramente.

-'Vuoi vendetta eh, ragazzo?'

Lo prese in giro Crasso.

-'È meglio che vai dalla tua mammina.

Ahhn..scusa é morta.

Beh presto la raggiungerai!' Sguainò la spada Crasso.

-'Mi sto annoiando.'

Gaia sbadigliò.

-'Tu fai quello che devi.

A me è venuto sonno. Da un po che non dormo. E ne ho voglia.'

-'Ma ti pare il momento??'

La accusò Met con uno sguardo di biasimo.

O

-'Questi non sono affari miei.

Marco, posso stare sul tuo letto?'.

Gaia si divolse al tribuno come se fosse un vecchio amico.-

-'Hahaha, si certo.

Tra poco ti raggiungero!'

La guardò con malizia mentre la vampira ancheggiava verso la tenda.-

-'E ora a noi due.'


GaiaPOV

Dopo tutti questi qnni sulla terra aveva il diritto di sentirsi stanca.

Spargimenti di sangue, vendette varie, amore odi, non le interessavano

minimamente.

Oggi aveva passato tutto il giorno al sole. Grazie a Mael. Ed era stato fantastico,

e per avere tutto ciò di nuovo le bastava il ragazzo.

Si stese sul letto di seta porpora e chiuse gli occchi mentre suoni di urla

eccheggiavano nell aria riempiendola del dolce profumo di sangue.

-'Hai gia fatto?'

Chiese lei ad occhi chiusi quando senti giungere il ragazzo.

-'Si, resta solo lui.'

Butto q terra davanti a se un omaccione con la barba chiara.

-'Quinlan.'

Sibilò lui con odio.

-'Purtroppo la sua famiglia e gia morta, ma mi assicurò che prima di morire provi

cio che ho provato io. Tutto quanto.'

-'Hai intenzione di violentarlo?'

Chiese lei disgustata con un sopracciglio alzato.

-'No. Meglio. Lo taglierò a piccoli pezzi. E lo torturerò.

-'Bene. Senti io vado a 'pulire'.'

Enuncio lei schifata.

-'Cioe?'

-'Farò in modo che non rimanga traccia di nulla.

Brucero tutto.'

MaelPOV

Quinlan si contorceva tra le sue braccia, e anche se nemmeno un suono

proveniva dalla sua bocca Methos percepiva la puzza della paura.

-'Mm, allora? Da dovw comincio?'

O

Lo legò alla sedia in legno in modo che non potesse divincolarsi.

Prese un pugnale che era sul tavolo dell ormai ex tribuno.

-'Perderà conoscenza se superi per troppe volte la soglia del dolore o se gli fai

perdere troppo sangue.

Vuoi essere te ad ucciderlo, non cause naturali. Immagino.

La voce ultraterrena di Gaia proveni da dietro la porta.

Methos guardo l uomo di sbieco.

-'Come..ccome hai fatto?

Ti ho trafitto con la spada!'

Methos gli diede un pugno in faccia insintivamente.

-'Aaaaahh.'

Urlò Quinlan.

-'Modera la forza Piccolo, potrebbe titrovarsi senza cranio dopo uno di quei

pugni.

È sempre un misero umano.

-'Sono scappato, e la tua spada si era conficcata in una costola. Cosi l ho tolta.'

-'E come sei guarito? Chi ti ha trovato?!'

-'Un emofago. Maddai, non ci arrivi da solo?!

Ci avete mandato un esercito di morti, pensavo che saresti stato capace di

riconoscerli.'

Ringhiò il re.

L'uomo distolse lo sguardo.

-'Ma come hai fatto, da solo a ucciderli tutti?..non capisco..pensavo che foste

forti piu o meno in modo uguale..'

-'SI. Lo siamo infatti...ma lei è piu forte.'

-'Lei?'

-'Si idiota! Chi altro!'.

-'Anche lei è stata morsa dagli emofagi?'

-'No,'.

Disse Gaia risoluta.

-'Non ti interessa sapere chi sono.'

Methos prese il pugnale e si avviccinò all uomo piantandoglielo nel braccio.

L'uomo cominciò a urlare dal dolore.

Methos comincio a muovere lentamente la lama su per l avambraccio.

-'Tappagli la bocca.'disse Gaia.

-'Mi sta facendo venire il mal di testa!'

Methos cominciò a staccargli le vene dal braccio.

-'Voglio sentire come soffre.

O

E poi ai vampiri non viene il mal di testa!'.

-'A me si.'

-'Disse lei irritata e si avviccino all 'uomo sfondandogli la cassa toracica e

tirandone fuori un cuore pulsante.

L'ultimo sguardo orripilato dell uomo era rivolto a quel cuor, nella salda presa

della donna che lo guardo schifata e lo lanciò in mano di Methos.

-'Ecco fatto.

Andiamo'.

-'Ma perche?!

Disse Met con una nota di rimprovero.

-''Faceva troppo chiasso.'

Rispose lei impietosa.

-'Ookkay..'

Dalla voce del ragazzo traspariva un evidente dispiacere.

Appiccarono il fuoco alla tenda, vedendo sollevarsi una grande coltre si fumo

nell aria.

-'Il viaggio sara lungo?'

-'Tu sei molto piu lento di me.

Potremmo metterci alcuni giorni.'

Gaia prese la sua mano nella sua.

-'Andiamo Methos, colui che tutti temono.

Hai un grande futuro dinanzi a te.'

Met gli sorrise e insieme sparirono in una macchia indistinta all' orizzonte.



Note dell'autore.:

Ecco, la storia è conclusa, perdonate gli errori ortografici random . Sono come l

erbaccia, piu la estirpi piu cresce.

Alla fine il nostro uomo ha ottenuto ciò che voleva eh?

Buon per luixD

Spera che la storia della nascita di Methos vi si piaciuta.
   
 
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