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Autore: KatWhite    11/08/2014    1 recensioni
Dall'ultimo capitolo: "Quel luogo, quella costruzione, quella foto: ogni cosa era fredda, mentre Ino era calda, amorevole, gioiosa, felice. Non solo era solare, ma lei stessa era in grado di dare calore a tutte le persone che amava, e Shikamaru doveva ammettere che era questa la cosa che più le mancava della sua amata: la sua capacità di farlo sorridere anche nelle situazioni più disperate, le sue carezze che erano in grado di tranquillizzarlo, i suoi baci che celavano un “Ti amo per sempre” nascosto tra le labbra rosate."
Una raccolta di flash!fic e one shot inspirate dall'opera "Le Grazie" di Foscolo, più precisamente "Il velo delle Grazie".
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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"Mesci cerulee, Dea, mesci le fila;
e pinta il lembo estremo abbia una donna
che con l’ombre i silenzi unica veglia;
nutre una lampa su la culla, e teme
non i vagiti del suo primo infante
sien presagi di morte; e in quell’errore
non manda a tutto il cielo altro che pianti.
Beata! ancor non sa come agli infanti
provido è il sonno eterno, e que’vagiti
presagi son di dolorosa vita"

— Ugo Foscolo, Le Grazie, Inno III. (vv.178-184)


Shikamaru si gira e si rigira nel letto completamente sfatto e distrutto. Sta dormendo, ma i suoi sogni non sono quieti, le goccioline di sudore gli imperlano la fronte e scivolano lente lungo tutto il viso mentre il corpo, scosso da mille fremiti e brividi che gli salgono dalla colonna vertebrale, si agita preda degli spasmi e si muove ancora più freneticamente nelle lenzuola che un tempo lontano profumavano non solo di muschio, ma anche di violette.
Un timido raggio di sole filtra dalle finestre e lo colpisce in pieno viso, facendolo svegliare di soprassalto e scattare a sedersi con la bocca spalancata, respirando affannosamente. Sente il cuore battere all’impazzata, quasi volesse distruggergli la cassa toracica, mentre si porta una mano grande e callosa a massaggiarsi le tempie, facendola infine scorrere lungo tutta la faccia per asciugarsi: a distanza di un anno, i suoi occhi azzurro candido ma profondi e dalle mille sfumature dell’oceano lo tormentavano ancora nel sonno. E aveva paura, perchè percepiva chiaramente quanto fossero vacui e falsi, un finto ricordo di un angelo disceso in terra: così lontanamente lontani dall'essere perfetti come i suoi.
 
Shikamaru si sofferma più a lungo di quanto i suoi occhi desiderino sulla tomba di sua moglie. Era morta da un anno Ino, e ancora andava a farle visita ogni giorno alle ore più disparate, anche più volte in una stessa giornata. Il custode del cimitero, che ormai lo conosceva sin troppo bene, gli aveva persino lasciato una copia delle chiavi dei neri e smorti cancelli d'entrata.
Contempla silenziosamente il monumento funebre di marmo bianco, adornato dalla moltitudine di piante e fiori dei più variopinti colori. Si inginocchia sulla tomba dell’amata e poggia un bacio sulla pietra fredda, sotto la quale vi era scritto a caratteri cubitali “INO YAMANAKA in NARA”.
Quel luogo, quella costruzione, quella foto: ogni cosa era fredda, mentre Ino era calda, amorevole, gioiosa, felice. Non solo era solare, ma lei stessa era in grado di dare calore a tutte le persone che amava, e Shikamaru doveva ammettere che era questa la cosa che più le mancava della sua amata: la sua capacità di farlo sorridere anche nelle situazioni più disperate, le sue carezze che erano in grado di tranquillizzarlo, i suoi baci che celavano un “Ti amo per sempre” nascosto tra le labbra rosate.
Era ingiusto, era stata egoista Ino. Aveva sempre pensato egoisticamente che sarebbe stato lui il primo ad andarsene e che Ino l'avrebbe raggiunto qualche anno più tardi. Invece la donna era fermamente convinta che i loro battiti si sarebbero romanticamente spenti insieme.
Com'era stato crudele il fato.
Un ultimo sguardo al cielo azzurro, ceruleo, esattamente come i suoi occhi.
«Ciao amore mio» comincia l'uomo, iniziando ad articolare il resoconto della propria giornata. Sentiva sempre l’imperante bisogno di fingere che lei potesse ascoltarlo, che potesse accudirlo e amarlo come quando era ancora in vita. Shikamaru non era esattamente un credente, non credeva in una vita nell’aldilà, ma era convinto che Ino lo stesse guardando. Sempre.
Prima che potesse dire altro però, alza nuovamente lo sguardo al cielo. E se vi guardava con più concentrazione, riusciva ancora a ricordare lei e i suoi occhi, vispi e vivi che lo scrutavano trasmettendo nient’altro che amore.
Ed ogni altra cosa ormai non aveva più senso.



Note dell'autrice
Ok credo di essermi rifatta con questa fic, perchè sinceramente mi piace molto più della precedente. Ringrazio Ryanforever per le sue parole d'incoraggiamento e per aver recensito tutti i capitoli, veramente grazie mille! 
Con questa nota di angst si chiude questa raccolta, la mia prima di tante altre che spero di poter scrivere ^^
Intanto ho già abbozzate un paio di idee che vedrò di sviluppare e mettere per iscritto per bene, perchè ci terrei a pubblicare prima di partire (esattamente tra 6 giorni ma tranquilla Fra, non frega niente a nessuno ^^ *sigh*).
Quindi a presto, un ringraziamento ancora a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate: anche se pochi, queste sono le piccole soddisfazioni che una scrittrice mediocre di poco conto come me può aspirare e ne sono veramente contenta.
Baci,
Emily.

 
  
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