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Autore: itspaola    11/08/2014    4 recensioni
"Chiusi gli occhi e mi diedi un pizzicotto sul braccio, ma mi provocò solo grande dolore perché quando riaprii gli occhi era tutto come avevo lasciato. Lo specchio enorme, il letto matrimoniale e la distesa d’acqua.
Mi guardai allo specchio e mi sorpresi del mio taglio di capelli, del mio corpo esile.
Mi spaventai leggermente."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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24. Seemed so real.
 


Quella  mattina mi svegliai prima del solito, non avevo dormito granché durante la notte. Avevo pensato al biondino, al suo sorriso: ce lo avevo a due passi da me e non sono riuscita a spiccicare una parola. Potevo realizzare finalmente il mio sogno, fare una foto con lui, scambiare quattro chiacchiere; non capita tutti i giorni di avere Niall al proprio posto di lavoro. La cosa che più mi aveva tormentata durante la notte fu il fatto che Niall sapeva il mio nome. Non ci eravamo mai visti prima, insomma.. lo avrei ricordato no? Okay che mi era successa una cosa assurda, ma.. non poteva succedere un’altra volta.
Mi sciacquai la faccia con l’acqua ghiacciata e mi sentii improvvisamente meglio: il caldo si faceva sentire stranamente lì a Londra. Mi guardai allo specchio ed ero pronta ad affrontare un’altra giornata di lavoro. Scesi in cucina e trovai al solito mia madre ai fornelli e mio padre seduto al tavolo che leggeva il quotidiano.
«Buongiorno» salutai cordialmente.
«Buongiorno a te» risposero, atoni.
Perché non si comportavano come tutte le famiglie normali?
Mi sedetti, imitando mio padre, e presi un biscotto che si trovava nella piccola ciotola aperta al centro del tavolo.
«Mamma, oggi torno presto da lavoro.. se vuoi posso andare a fare la spesa o non so.. ti serve una mano? E.. papà, non ti preoccupare, la spazzatura vado a buttarla io stamattina» magari con un po’ di gentilezza avrebbero cambiato il loro comportamento nei miei confronti.
Lei si voltò quasi sconvolta verso di me e mi osservò: puntò i suoi occhi marroni nei miei azzurri. La stessa cosa fece mio padre, che abbassò dal suo viso il giornale. Che avevano da fissare? Poi si guardarono a vicenda «Che ne hai fatto di nostra figlia? L’hai rapita?» era ancora sorpresa. Io ridacchiai, come non accadeva da tempo in quella casa.
«Chi sei tu? Cos’è tutta questa gentilezza?»
«Dai, smettetela, sono sempre io» sorrisi «Quindi?»
«Scusa, non siamo abituati alla tua gentilezza –okay, in effetti era vero, non mi ero mai comportata bene nei loro confronti e non potevo considerarmi una figlia modello- Però comunque ok, se passi dal supermarket dovresti prendermi uno scatolo di latte.. sai stasera dovrei fare il gateau di patate» la guardai e spalancai gli occhi.
«Ma è il mio preferito! Non lo fai da un sacco di tempo» le sorrisi.
«Lo so» sorrise a sua volta e si girò di nuovo per lavare gli ultimi piatti. Così istintivamente mi alzai e andai ad abbracciarla da dietro. Da quanto tempo non lo facevo? Sembravano secoli. Respirai a pieni polmoni il suo dolce profumo.
«Okay, è definitivo una versione dolce di Julie ha rapito quella acida» disse mia madre a mio padre.
Io sbuffai.
«Per quanto riguarda la spazzatura.. sì, mi faresti un favore. Adesso devo proprio scappare, ci vediamo più tardi» diede un bacio sulle labbra a mia madre e uno sulla mia fronte. Ok, mi sa che dovevo cambiare atteggiamento prima. Ridacchiai.
«Vado pure io, ciao mamma» la salutai e presi il sacco della spazzatura, le chiavi di casa e il mio telefono.
Adesso stavo proprio bene. Buttai il sacco in un cassonetto e mi diressi al bar.
E’ strano come certe situazioni possono cambiare radicalmente senza un motivo, in meglio o molto spesso in peggio. Fortunatamente avevo capito come conquistare la simpatia dei miei genitori, beh in effetti l’avevo capito dopo 18 anni, ma sono dettagli.



«Buongiorno » esclamai una volta valicata la porta d’ingresso del bar.
«Buongiorno a te dolcezza!» le sorrisi.
Mi guardai intorno e notai che il bar ancora era vuoto: meglio così, mi sarei presa un po’ di tempo per me stessa.




Niall.



Mi svegliai di buon umore quella mattina. Avevo solo un pensiero: andare a parlare con Julie.
Così mi vestii in fretta, salutai mia mamma e mi incamminai verso il locale. Non avevo nemmeno avvertito gli altri per un mio eventuale ritardo o un’eventuale assenza da lavoro, ma avrebbero capito e mi avrebbero coperto con i manager.
Arrivai di fronte al bar, aprii la porta e mi tolsi gli occhiali da sole, agganciandoli al colletto della mia maglia bianca.
Mi guardai un po’ intorno alla ricerca della piccola biondina che mi aveva sconvolto l’intera vita. E pensare che era solo un dannato sogno!
Il locale non era gremito di gente come il giorno precedente e potei parlare con la ragazza bionda, alias Julie, più facilmente.
«Buongiorno bellezza» le sorrisi. Lei alzò lo sguardo e mi fissò. In un primo momento rimase interdetta, poi si sorprese della mia presenza lì, nel suo posto di lavoro e poi, finalmente, mi sorrise.
«C-ciao Niall!»
«Possiamo parlare?»
Lei si guardò in giro «Dovrei lavorare» mi disse dispiaciuta.
«Potrei parlare col tuo capo?» annuì e mi indicò una porta alla mia sinistra.
Mi incamminai verso la porta, bussai e un Avanti mi permise di entrare nella stanza.
«Salve signore» dissi imbarazzato.
«Ooh, quale onore! Niall James Horan nel mio bar!»
«Sì, da oggi in poi passerò più spesso, posso rubarle una sua dipendente solo per oggi?»
Lui si passò la mano sotto il mento e poi mi rispose, sorridendomi.
«Solo per oggi, ma solo perché non abbiamo molta confusione eh!»
«Grazie signore, davvero gentile» così gli strinsi la mano  ed uscii di lì.
Poi tornai da Julie «Signorina si prepari, la porto fuori con me» lei arrossì e impacciata si tolse il grembiule. Poi prese il cellulare e mi si affiancò.
Per tutto il tragitto non parlammo, lei teneva lo sguardo basso, forse non sapeva cosa dire e la capivo perché nemmeno io sapevo cosa dire, o meglio non sapevo da dove iniziare il discorso.
Poi arrivammo al parco e ci sedemmo sul prato.
«Allora.. non so da dove iniziare il discorso..»
«Come fai a sapere il mio nome?» mi chiese d’un tratto «Ceh, sto parlando con il mio idolo, ce l’ho davanti e mi fa strano e mi sento idiota.. non ti ho nemmeno chiesto una foto o un autografo..» iniziò a parlare senza prendere fiato.
«Si può rimediare a tutto, stai tranquilla» le sorrisi per poi sospirare rumorosamente «E’ un po’ complicata la storia ed è parecchio assurda. Due sere fa sono rientrato tardi a casa, ho passato tutto il giorno in studio di registrazione e l’unica cosa che volevo fare era mettermi a letto e non svegliarmi più. Ero troppo stanco! –lei annuì mettendosi a ridere, e poi continuai a raccontare- E così mi misi a letto e crollai letteralmente. Ci credi se ti dico che quella notte ti ho sognata? Ho sognato di incontrarti fuori una discoteca a Mullingar, di essere un ragazzo parecchio scorbutico, pieno di tatuaggi e piercing, poi tu mi hai aiutato e ospitato nella tua stanza d’hotel e c’erano pure Zayn, Liam, Harry e Louis.. ah e pure Danielle. E col passare dei giorni siamo diventati amici più o meno..»
La sua faccia cambiò dal sorpreso al felice «Ci credi se ti dico che ho sognato la stessa cosa? Solo che io.. mi sono praticamente trovata in un’altra vita. Il mio sogno è cantare, desideravo tanto essere al posto dei One Direction, insomma.. avevate realizzato il mio stesso sogno, perciò perché non potevo realizzarlo anche io? Un giorno mi risveglio a New York. Ricordo che chiedevo a tutti notizie sui One Direction.. ma nessuno vi conosceva, che cosa assurda! E indovina un po’? Le vostre canzoni le cantavo io. I miei cd erano praticamente gli stessi vostri.. è stato un po’ come vivere la vostra vita. Da un lato è stato fighissimo perché così ho avuto la possibilità di conoscervi, anche se non in modo veritiero –disse un po’ dispiaciuta- dall’altro però mi mancava la mia famiglia, mi sentivo smarrita..»
«Sì, ricordo quando me l’hai raccontato» dissi pensieroso, mentre lei mi guardava confusa «intendo.. nel sogno» e scoppiammo a ridere, vista la situazione assurda e strana.
«Ahhh, sì. Sai qual è la cosa più assurda? Che tutto quello che ho sognato.. mi sembrava così vero..» annuii per darle ragione.
Era vero che Julie mi piaceva, ma pensavo che non potevo innamorarmi di una ragazza che non avevo mai visto e che probabilmente non esisteva nemmeno. Il mio imbarazzo, quando l’ho abbracciata nel sogno era vero, ma mi sentivo allo stesso stupido.
Quando la trattavo male, nella stanza, volevo svegliarmi, volevo dirle che non le pensavo davvero tutte quelle cose, che era tutto un sogno. E quando ho dato un pugno a Zayn? Quando mi sono svegliato gli ho subito chiesto scusa, appena l’ho visto in studio, pensando di avergli fatto seriamente male, talmente mi sembrava vero: ricordo la faccia divertita di Zayn, è stato epico.
«E’ tutto così strano, non ci posso credere che hai fatto il mio stesso sogno» si portò le mani sul viso.
«Io credo.. che forse era destino» fissò le sue iridi azzurre nelle mie.
«Tu dici? Anche ora mi sembra tutto un sogno, sto parlando con te.. mamma mia»
«Vieni qui, facciamoci una foto» così presi il mio cellulare dalla tasca e lo posizionai davanti alle nostre facce, sorridemmo e.. click.




Julie.


«Posso abbracciarti?» gli chiesi d’un tratto. Non gli chiesi nemmeno della foto, magari l’avrebbe messa su instagram o forse su twitter e così l’avrei presa da lì. Ma ciò che mi interessava davvero in quel momento era sentirlo mio, avvolgerlo tra le mie braccia, sentire il suo dolce profumo.
Lui annuì e aprì le braccia. Mi strinse forte a sé e mi sentii davvero bene, non avevo mai provato una sensazione così.. piacevole in vita mia.
Il mio cuore stava per uscire dalla gabbia toracica e batteva talmente veloce che sembrava non battesse più.
Niall era un ragazzo dolcissimo, anche nella realtà e in fondo mi faceva davvero piacere sapere che pure lui aveva fatto lo stesso mio sogno: quante possibilità c’erano che due persone sognassero le stesse identiche cose? Forse come diceva lui, era destino.

Guardò l’orologio e «Adesso devo proprio andare, i ragazzi mi hanno coperto abbastanza. Devo incidere altre canzoni» mi sorrise e Dio solo sapeva quanto era bello il suo sorriso.
«Oh, va bene –sorrisi di rimando- Io devo tornare a lavorare»
Quasi vicini al bar, Niall mi chiese «Ti va di incontrare i ragazzi, un giorno di questi?»
«Dici davvero?» dissi quasi con gli occhi lucidi.
«Sì certo. Purtroppo non possiamo portare nessuno in studio di registrazione, però magari possiamo passare a prendere qualcosa al bar» mi fece l’occhiolino.
«Certo che sì, siete i benvenuti!» dissi non smettendo un secondo di sorridere «Allora grazie mille Niall, mi ha fatto un sacco di piacere passare del tempo con te!»
«Ci rivedremo presto, ciao» mi salutò con un bacio sulla guancia e prima che si voltasse gli dissi:
«Hey Niall, il sabato è il mio giorno libero» mi fece un ok con la mano e poi mi mandò un bacio volante.
Vi prego, stavolta se è un sogno non svegliatemi!    









**

SAAAAAAAALVE PEOPLEEEE.

Come state? Avete sentito che i ragazzi hanno vinto 10 awards su 10 categorie in cui erano nominati? Beh, ovviamente sono i One Direction, non c'è storia.
Anyway, sono tornata con un nuovo capitolo e in questo capitolo Julie chiarisce con i genitori (poverini, non mi andava di farli sembrare due mostri lol) e chiarisce la situazione con Niall (che carini che sono, non pensate?)
Che ne dite di questo capitolo? Vi è piaciuto? Oppure mi ritiro dallo scrivere? AHAHAH
Fatemi sapere nelle recensioni, sapete che mi piace tanto leggere le vostre opinioni. Ringrazio ovviamente tutte le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente e grazie per le 200 recensioni a tutta la storia, siete fantastiche
#Loveyou.


Se volete contattarmi per qualsiasi cosa (per parlarmi della fan fiction, sclerare per qualcosa sui ragazzi  o semplicemente per scambiare quattro chiacchiere), potete cercarmi su twitter: @hiwilljam


Inoltre se cercate qualcosa da leggere, vi suggerisco l'ultima mia one shot su Niall (cliccate sulla foto sotto), se ovviamente non l'avete ancora letta:
Vi scrivo la trama: "
Sapete cosa? E’ facile parlare, parlare, straparlare e promettere. Questo lo sanno fare tutti. Ma invece chi sa dimostrare i propri sentimenti o i propri affetti verso qualcuno? Sono poche le persone e Niall era proprio così: parlava pochissimo, ma quando parlava lo faceva soprattutto con gli occhi e con i gesti.. e questo Amy lo apprezzava, lo apprezzava tanto."


 
   
 
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