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Autore: martyki    11/08/2014    3 recensioni
Kuran la strinse a sé mentre la canzone del tango di Roxenne riempiva l’aria. I loro passi erano lenti e gli sguardi incatenati l’uno in quello dell’altra. Si prendevano, si lasciavano, si riunivano sfiorandosi ovunque fosse possibile mentre un grosso nodo cominciava a formarsi all’altezza della mia gola. Yuki era completamente persa nello sguardo del nobile vampiro mentre lui la guardava come se fosse stata un dolce. Avrei voluto gridare, scappare da quel supplizio ma rimasi lì, con gli occhi inchiodati su quella scena mentre ogni loro movimento mi sferrava una pugnalata nel petto. I loro corpi sembravano diventati uno solo. Se solo non fossi stato geloso marcio e non avessi voluto che lei contemplasse me come contemplava lui avrei detto che erano perfetti insieme. Quello che si dice proprio una bella coppia.
Piccola salto nella mente di Zero dopo aver morso Yuki per la seconda volta. Tratta dalla mia Guardians.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaien Cross, Kaname Kuran, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa one-shot a tutte le mie lettrici di Guardians in particolare a Mary, Je ed Erika.

Roxenne

Non ne potevo più di stare dentro quella maledetta stanza. Avevo bisogno di una boccata d’aria.

Certo che quando il direttore ci si metteva d’impegno riusciva proprio a farmi girare i nervi insieme a quell’altro pazzo di Yagari. Già quella situazione era abbastanza complicata così, se ci si mettevano pure due Hunter...

«Dove credi di andare, piccolo Zero?»

«Glie l’ho già detto» mugugnai mettendo una mano sulla maniglia della porta dell'appartamento del direttore, «ho bisogno di uscire a fare due passi».

«Ma ancora non sei completamente in forze...»

«Sì che lo sono, e sa anche perfettamente il perché, direttore».

Un minuto di silenzio.

«Lo sospetto, più che altro» mormorò lui fissando la mia schiena, «e siceramente non so come comportarmi».

Abbozzai un ghigno.

«Beh, non ci sono molte soluzioni, no?» commentai acidamente «O mi lasciate trasformare in un Livello E oppure mi ammazzate prima che perda la ragione. Dal canto mio preferirei la seconda opzione ma pare che la mia volontà non conti nulla, perciò...»

«Io mi riferivo al fatto che hai bevuto il sangue di Yuki».

Strinsi la mano a pugno. Voleva provare a farmi sentire in colpa? Se era così non avevo certo bisogno del suo aiuto.

«Yuki, come al solito, non sa farsi gli affari suoi» replicai duramente sperando che la voce non tradisse i miei pensieri reali, «e crede di poter fare sempre più di quello che le viene richiesto proprio perché lei... »

«Zero, non girarci troppo intorno. Ormai ti conosco fin troppo bene e conosco anche molto bene le dinamiche che portano un umano ad offrire il proprio sangue ad un vampiro e anche cosa porta il vampiro a voler bere il sangue di un altro individuo».

Mi sentii raggelare. Quando parlava con quel tono mi chiedevo come doveva essere quando era ancora a capo del gruppo degli Hunter. Sembrava quasi che anche lui avesse avuto qualche problema in merito, come se ci fosse passato prima di me.

«Cos’è, da bravo paparino qual è vorrebbe distruggermi con le sue mani?» chiesi sulla difensiva.

«Zero...»

«Come può anche solo permettere che la sua adorata figlioccia si macchi del peccato più grande che un uomo possa commettere?» continuai senza lasciargli il tempo di ribattere, «Come può, da vecchio ex Hunter qual è, rimanere impassibile davanti a tutto quello che sta succedendo?»

«Zero, aspetta...»

«Perché non l’allontana da me? Perché non le vieta di vedermi? So bene che Yuki sa essere petulante tanto quanto lei se ci si mette d’impegno e spesso è più facile accontentarla che lasciarla frignare ma...»

«Tu la ami».

La mia mano si strinse ancora di più sulla maniglia della porta mentre le parole del direttore m’investivano come un tir in corsa. Un leggero calore salì sulle mie guance tingendole di rosso. Non mi sarei mai fatto vedere in quelle condizioni dal mio patrigno, era umiliante ed imbarazzante.

«Non... Non è così...»

«Non c’è niente di male ad ammetterlo, Zero» disse lui avvicinandosi. «Sei prima di tutto un ragazzo di diciassette anni ed è normale provare certi impulsi alla tua età. Senza contare che, effettivamente, Yuki è diventata proprio una bella ragazza».

Non stava facendo altro che girare il dito nella piaga. Più provavo a non pensarci e più qualcuno mi faceva pensare alla mia cara, dolce sorellina acquisita nell’unico modo in cui non avrei dovuto pensare a lei.

«Quattro giorni fa non hai solamente bevuto il sangue di Yuki, vero?» mi mise una mano sulla spalla «Tu lo sai meglio di me come funziona: quando i vampiri provano un profondo desiderio verso un’altra persona o un loro simile tentano di soddisfarlo bevendo il sangue dell’altro».

Basta, non volevo più ascoltare...

«L’atto di bere il sangue della persona desiderata è qualcosa che si avvicina molto al gioco di due amanti che fanno l’amore» continuò imperterrito, «e io sono convinto che tra voi ci sia stato qualcosa del genere. L’ho letto nei tuoi occhi».

Basta, basta...

«E nei suoi»

«La vuole piantare?» senza rendermene conto mi ritrovai a gridare. Le nocche della mano che stringevano la maniglia della porta si erano fatte bianche «I vampiri sono esseri immondi che non sanno amare. Il loro unico scopo e dissanguare l’altro per soddisfare la loro sete di sangue. Non c’è amore quando si morde la propria vittima! Non c’è nulla del romanticismo che immagina lei! Niente!»

Ero completamente fuori di me. Lui non lo sapeva, non poteva capire come ci si sentiva. La mia mente era ossessionata dall’immagine di Yuki, stesa sotto di me, quasi completamente nuda, inerme, pronta a ricevere qualsiasi trattamento senza muovere un muscolo, immobilizzata solo dallo schifoso potere da vampiro che avevo su di lei. Era da tempo ormai che non ero più sicuro dei miei sentimenti per lei e quella situazione non stava facendo altro che mandarmi al manicomio. Giorno dopo giorno sentivo di desiderarla sempre di più ma non riuscivo a capire se fosse solo per colpa della mia sete di sangue o se come diceva lui...

«E va bene» disse alla fine il direttore mettendomi una mano sulla spalla, «non ho il diritto di entrare nella tua mente e convicerti di qualcosa di cui non sei sicuro neanche tu, ma ascoltami, te lo dico come se fossi il tuo vero padre, Zero: non c’è cosa peggiore che reprimere l’amore che si prova per una persona e non importa da cosa o perché nasca. Lascialo scorrere, fallo entrare e lasciati amare. Poi potrà far male, potrà anche distruggerti, ma reprimerlo è ancora peggio e non serve a niente» si allontanò andando verso la cucina. «L’amore potrebbe essere l’unica soluzione per non farti cadere a Livello E. Pensaci nella tua passeggiata notturna» e con un sorriso, scomparve dalla mia vista.

Rimasi immobile per qualche istante, lo sguardo vacuo perso nello spazio lasciato libero dal direttore, poi uscii chiudendomi violentemente la porta alle spalle.

L’aria gelida della notte mi tagliò i polmoni e il vento sferzò il mio viso mentre i capelli si muovevano andando da tutte le parti. Infilai le mani nelle tasche dei pantaloni scuri della divisa vangando per il giardino del collegio. Il viso di Yuki tornò a tormentarmi; mi tormentava piacevolmente e dolorosamente da quattro giorni: non riuscivo a togliermi dalla testa le sue gote appena arrossate da un’innocente imbarazzo, che aveva investito anche me in un primo momento ad essere sinceri, quando si era spogliata rimanendo solamente con la gonna e il reggiseno. Non era certo la prima volta che la vedevo in biancheria intima, spesso ci capitava di condividere per qualche minuto il bagno del direttore tornando dalle ronde notturne ma indossava sempre almeno un pigiama o la canotta termica.

No, quella era stata una situazione completamente differente.

Un altro tipo di animale si era mosso dentro di me quando aveva poggiato le sue piccole mani sul mio torace, stringendo la mia maglietta e il suo seno, inavvertitamente, mi aveva sfiorato.

Mi appoggiai ad un albero.

Il direttore aveva ragione: Yuki, crescendo, era diventata bellissima e non ero l’unico a pensarlo; tanti ragazzi della nostra classe l’avevano adocchiata e lei non se ne rendeva nemmeno conto. Mi tenevo sempre in disparte da quei giochi cretini delle classifiche per scegliere la “Ragazza più carina della classe” ma, volente o nolente, il più delle volte finivo per scoprire il risultato finale e Yuki era sempre in cima alla lista tra primo e secondo posto. Anche se lei non lo sapeva, spesso avevo incenerito i nostri compagni quando li sentivo fare commenti sul suo fisico in maniera non propriamente casta. Era una cosa che non avevo mai sopportato e fino a quando non avevo bevuto per la prima volta il suo sangue credevo che fosse solo una sorta di gelosia da migliore amico che deve proteggere l’amica svampita e sbadata che non era in grado di badare a se stessa. Pian, piano stavo cominciando a rendermi conto che non era più solo per quello. No. Ogni volta che la vedevo dovevo trattenermi dall’abbracciarla, bloccarla al muro e baciarla senza lasciarla più andare via.

Mi toccai le labbra perso nel ricordo del bacio che ci eravamo scambiati quattro giorni prima. Non ero riuscito a trattenermi; egoisticamente avevo pensato: “Fallo! O adesso o mai più” e sfruttando il momento, nelle mie più complete capacità mentali, l’avevo baciata. Il fatto che non mi avesse respinto aveva dell’incredibile ma in un secondo momento mi ero detto che era stato solo a causa dell’estasi provocata del mio fascino vampirico. Mi ero spinto anche più in là, mosso probabilmente non solo dall’istinto da vampiro ma da quello da normale diciasettenne in piena fase ormonale e avevo l’avevo sfiorata dove immaginavo potesse essere più sensibile e proprio quando pensavo che fosse completamente mia e io solo suo, il suo sangue aveva portato all’interno della mia bocca solo una parola e un volto.

Kaname Kuran.

Diedi un pugno al tronco duro del ciliegio graffiandomi la mano.

Maledetto Kuran! Ma che diamine aveva quel tizio che non potevo darle io? Cosa? Voleva la belva assetata di sangue che le faceva perdere la testa? Eccomi, ero lì! L’avevo già fatto e mi sembrata anche piuttosto presa fin quando la sua mente non si era riempita del volto di quella belva. Voleva qualcuno che la proteggesse dai pericoli, un principe azzurro con l’armatura splendente? Non chiedevo altro! Per lei avrei fatto qualsiasi cosa. Sarei morto, per lei, se me l’avesse chiesto. Perché Kuran e non io?

Senza accorgermene avevo ripreso a camminare ed ero arrivato davanti alla palestra dove Yuki era solita allenarsi nella danza fino a tardi. La luce era ancora accesa nonostante l’ora. Probabilmente, come spesso succedeva quando non eravamo di pattuglia, aveva deciso di fermarsi un po’ di più e ballare da sola. Mi avvicinai. Mi bastava guardarla da lontano. Spesso lo facevo; la spiavo dalla finestra mentre lei era troppo presa dai suoi movimenti lenti o veloci, a seconda del ballo, per rendersi conto che fossi lì a rimirarla. Mi portai più vicino alla porta che era stranamente aperta.

«Ti prego. Balla con me».

Sentii il sangue gelarsi nelle vene. Non era sola.

Kuran la strinse a sé mentre la canzone del tango di Roxenne riempiva l’aria.

His eyes upon your face. His hand upon your hand...

I loro passi erano lenti e gli sguardi incatenati l’uno in quello dell’altra. Si prendevano, si lasciavano, si riunivano sfiorandosi ovunque fosse possibile mentre un grosso nodo cominciava a formarsi all’altezza della mia gola.

His lips caress your skin...

Yuki era completamente persa nello sguardo del nobile vampiro mentre lui la osservava come se fosse stata un dolce.

Why does my heart cry?

La mano di Kuran accarezzò prima la sua schiena per poi piegarla in un casquet e passare la stessa mano in mezzo ai suoi seni; quello stesso seno che io avevo sfiorato con le labbra appena pochi giorni prima. Yuki emise un piccolo gemito che nella mia testa rimbombò come un urlo di estremo piacere.

Feelings I can't fight! You're free to leave me but...

Non volevo più guardare. Non dovevo più guardare!

Ma masochisticamente il mio sguardo tornò a fissare quella scena e i lori visi erano talmente vicini che non riuscii a capire se si stessero baciando o meno.

IT'S MORE THAN I CAN STAND!

Non ce la feci più, presi la porta e la sbattei con violenza.

Che cretino! Che cretino ero stato a pensare che quello che era successo pochi giorni prima potesse significare per Yuki quello che significava per me! Che stronzo ero stato a poter credere che anche lei...

Mi avviai verso gli appartamenti del direttore. C’era solo un posto in cui potevo sfogare tutta la mia rabbia senza tornare indietro e puntare la Bloody Rose contro Kuran e farlo a pezzi.

Una volta arrivato salii immediatamente nella stanza che chiamavamo “mini-poligono” che spesso usavo per allenarmi con la pistola. Aprii l’armadio delle armi e presi una Calibro 22. Meglio iniziare con qualcosa di leggero. Indossai il paraorecchi e cominciai a sparare immaginando di avere di fronte quel dannato sangue puro.

“Non ci puoi fare nulla se lei preferisce lui a te. Infondo è sempre stato così. Lui è venuto prima di te. Rimarrai sempre il numero due”.

Dannata coscienza! Ci si metteva anche lei adesso?

Continuai a sparare mentre nella mia testa si accavallavano i ricordi di quattro giorni prima con quello che avevo appena visto. Yuki che si lasciava baciare da me e poi che ansiamava tra le braccia di quel...

Qualcuno mi stava osservando.

Lanciai uno sguardo dietro le mie spalle e vidi Yuki che mi fissava assorta. Tornai al mio bersaglio. Continuò a fissarmi rimanendo nel più completo silenzio.

«Pensi di restare lì ancora per molto?» chiesi dopo un po’ caricando la pistola con nuovi proiettili.

«Oh... Ero preoccupata per te» rispose lei. «Sono tre giorni che non ti vedo. Volevo assicurarmi che stessi un po’ meglio».

Mi voltai a guardarla provando a mascherare quanto fossi infuriato. Meglio l’indifferenza, a quella ci era abituata.

«Beh, certo. Fare la tutrice non è facile, vero?»

Il suo volto si gonfiò in una delle sue classiche espressioni risentite che mi piacevano tanto.

“Non pensarci, Zero. Ignorala”.

«Come ti senti, quindi?»

“Incazzato come una iena perché quattro giorni fa ti sei lasciata toccare e baciare da me come se fossi l’uomo della tua vita mentre oggi ti sei allegramente strusciata con l’amico tuo. Ecco come mi sento!”

Non risposi e ripresi a sparare.

Cinque tiri, tutti a segno.

«Non c’è dubbio. Sei in ottima forma» commentò.

«Per favore, togliti quella ridicola benda! Serve solamente a farti notare!»

«Ma che dici? Non posso farne a meno!» replicò lei con la sua vocina acuta di quando si sentiva piccata «Se mettessi solamente un cerotto qualcuno come Aidoh potrebbe togliermelo facilmente. E se qualcuno vedesse i segni dei tuoi denti?»

«Ti riferisci a Kuran, non è così?» ringhiai riuscendo a stento a trattenere la frustrazione «Saresti stata molto più contenta se ci fosse stato lui al mio posto».

Le intravidi spalancare la bocca per dire qualcosa ma continuai senza darle il tempo di replicare.

«Lo so che sei innamorata di lui e so perfettamente che tutto quello che é successo l’altro giorno ti sarebbe piaciuto molto di più con lui che con me. In quel momento speravi che ci fosse lui… L’ho capito dal tuo sangue. L’ho capito dal suo sapor…!»

Prima che potessi rendermene conto si era avvicinata e come una furia mi aveva molltato uno schiaffo tanto forte da farmi girare la testa.

«Sei un idiota!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola, «Un cretino! Uno stronzo! Sei un bastardo! Non ti permetto di spiare in questo modo nei miei pensieri e non ti azzardare mai più di dirmi certe cose, non dopo esserti anche rubato il mio primo bacio! Vaffanculo! ‘Ffanculo, Kiryu!» e con quelle ultime parole, e le lacrime che le rigavano il volto, andò via sbattendo la porta.

Non sapevo se essere ancora più infuriato, soddisfatto o dispiaciuto. Sicuramente infuriato perché era assurdo che fosse arrabbiata lei quando si permetteva di giocare con i sentimenti altrui, diciamo i miei, Kuran poteva anche andare a farsi benedire!, soddisfatto al pensiero di aver assaggiato le sue labbra prima del suo tanto amato sangue puro e dispiaciuto perché probabilmente non mi avrebbe mai offerto il suo sangue se non si fosse sentita costretta dall’affetto, solamente fraterno, che provava per me.

“Forse ha ragione lei, sono proprio uno stronzo” pensai sedendomi pesantemente per terra girandomi la Calibro 22 tra le mani.

Un sorriso ironico si disegnò sul mio volto. Il direttore aveva ancora una volta ragione: quella era l’ennesima dimostrazione che mi ero proprio innamorato della mia migliore amica.

Non so quanti secoli siano passati da quando ho scritto l’ultima volta su questo fandom ma spero che questo sia veramente un ritorno in grande stile (ecco che comincia il lancio della verdura! xD).

Ciao a tutti gente di VK! Sono IMPERDONABILE, lo so, ho ricevuto anche varie minacce per non aver concluso la mia povera tanto amata Guardians che vegeta da marzo 2011 senza nemmeno un aggiornamento (porca miseria, è davvero un mucchio di tempo a pensarci bene!) ma spero che ricominciando con questa one-shottina possiate, almeno in parte, perdonarmi. Chiamiamolo... Regalino di quasi San Lorenzo/Ferragosto.

Comunque, cosa dire di questa one-shottina? Se non ricordo male avevo promesso che prima o poi avrei scritto questa parte della storia dal punto di vista di Zero e, guarda caso, proprio in questi giorni sto correggendo proprio quei capitoletti lì di Guardians (CLICCATE QUI per andare al capitolo 11 [non ancora revisionato] a cui fa riferimento questa One-shot) e... PUF! Mi è venuta l’ispirazione e ho buttato giù questa cosetta qui (affiancata dai capitoli corretti). Che ve ne pare?

Poche volte ho provato a scrivere da un punto di vista maschile e credo che comunque, nonostante i miei sforzi, si avverta che è scritto da una ragazza ma poco importa, mi sono divertita un sacco a buttarmi nei panni di Zero (Povera stella mia... Se penso che alla fine si trova a fare comunque la ruota di scorta fino a quando muore... Bah! Non voglio entrare in argomento, sennò non la smetto più >.<). Zero che è ormai consapevole di amare Yuki ma non vuole ammetterlo nemmeno a sé stesso fino alla fine, i suoi, giustamente alquanto incavolati, pensieri nel vederla tra le braccia di Kaname... Ripeto, povera stella mia! Passa la vita a soffrire! Mondo crudele! ;_____;

Ok, la pianto.

Spero davvero che vi sia piaciuta e spero sempre che possiate perdonarmi per non aver ancora aggiornato Guardians (parlo con quelli che l’hanno letta, ovviamente) ma non disperate: molto presto, prima di quanto pensiate, il tanto agognato aggiornamento, finalmente, arriverà! Shiiiii!!

Non credo ce ne siano tanti se non di purissima distrazione, ma dovessero esserci degli errori all’interno del testo, perdonatemi.

Un mega salutone a tutti!

Martyki

P.S: ho avuto dei problemi con l'html quindi lo sto inserendo da quello base di EFP. Appena riesco a capire qual'è la riformatto come si deve (e questa cosa non è molto degna di me, lo so ;____;)

Baci,

Marty

   
 
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