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Autore: BloodScarlett    13/09/2008    3 recensioni
In questa fan vi presenterò non la solita Bella; ma una che non si arrende, che lotta per avere quello che vuole, una Bella stronza, anche se soffre perchè l'uomo, o meglio, il vampiro che l'ha lasciata se n'è andato. Continua solo se ci sono recensioni.. ^.^
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 5 – sofferenza

Aprii gli occhi, mi svegliai all’improvviso. Avevo il fiatone, ero tutta sudata e mi sentivo gli occhi gonfi: dovevo aver pianto durante il sonno. Mi ributtai sul cuscino, completamente bagnato, sbuffando; guardai la sveglia: le 5. Ormai è inutile continuare a dormire, mi dissi. Così mi alzai, andai in bagno e mi feci una doccia fredda, per svegliarmi. La mia mente vagava libera, su Edward e la sua famiglia e le mie lacrime si mescolavano alle gocce d’acqua della doccia, i miei singhiozzi riempirono la stanza, sovrastando il rumore del getto.
-Bella, tutto bene?!-
-Sì… Oggi non vado a scuola… Non mi sento molto bene… - dissi, cercando di tenere la voce ferma.
-Ah… Ok… Io vado a lavoro. Ci vediamo stasera. Ciao!-
Sentii la porta della casa chiudersi, ricominciai a piangere, mi sedetti sul pavimento della doccia, sotto il getto dell’acqua, come se le gocce, scivolando sul mio corpo, potessero portare via il dolore che provavo. Uscii dalla doccia, mi asciugai velocemente e mi misi una tuta; non volli mangiare, avevo lo stomaco chiuso. Mi buttai nel letto e stetti lì, ad aspettare che mi svegliassi da quell’incubo, che lo avrei rivisto di lì a pochi minuti perché era ora di andare a scuola, e lui mi sarebbe venuto a prendere, come al solito.
“È tutta un’illusione… non tornerà…te l’ha detto chiaro e tondo…”

Passai così due settimane: non dormivo, a mala pena mangiavo, piangevo sempre, non andavo a scuola. Mio padre era preoccupato, lo vedevo. Ero dimagrita di alcuni chili.
Ogni tanto passava Matt a salutarmi, ma dato che non lo degnavo neppure di uno sguardo, non venne più.

Il lunedì della terza settimana Charlie fece venire un dottore. Non volevo dottori. Volevo il figlio di QUEL dottore. Charlie fu costretto a mandarlo via. Non che ne fui contenta, avrei preferito parlare con lo strizza cervelli se sapevo cosa mia spettava dopo: la sfuriata di Charlie.
-Bella?-
-Sì..?-
-Dobbiamo parlare.-
-Dimmi tutto-
-Senti… So che è stato un periodo difficile per te, ma non ti stai distruggendo un po’ troppo? Non dormi più, la notte fai degli incubi e ti metti ad urlare nel cuore della notte, a malapena mangi, è da un mese che non vai più a scuola, hai perso tutti i contatti con i tuoi compagni di scuola e, ultima cosa, non sorridi più… In fondo era solo un ragazzo… Non ti puoi fare questo… Non puoi lasciarti andare così.- Stranamente diedi ascolto a quello che mi stava dicendo Charlie e… Aveva ragione! Non potevo lasciarmi andare per un ragazzo… Io lo amavo, con tutto il cuore e lui se ‘era andato, portandoselo con sé… Guardai mio padre negli occhi: un velo di tristezza era presente, là dove fino a tre settimane c’era gioia per la figlia. No, non potevo continuare così: dovevo farlo per Charlie. Se non per me, per Charlie.
-Hai ragione.- Mi alzai dal divano, andai in cucina a prendere il telefono. Composi il numero e attesi, fino a quando non mi rispose una voce triste.
-Matt?-
-Bella! Come… Come mai hai chiamato? C’è qualcosa che non va? Tutto bene?-
-Sì, Matt, tutto bene… Mi chiedevo… Ecco…- guardai mio padre, che mi sorrise incoraggiante. Non avevo voglia di uscire, volevo tornare sul letto a piangere ancora un po’, ma mi ripetevo “se non per te, per Charlie.” –Non è che ti andrebbe di uscire? Se hai da fare non importa…-
-No no… Tranquilla… Il tempo di vestirmi, prendere la macchina e arrivare e sono lì.- Macchina? Da quando aveva una macchina?
-O - ok.. A dopo!- E attaccai.
-Esco con Matt. Penso di essere qui per l’ora di cena.- andai su a prepararmi. Mi misi un maglione grigio, un paio di jeans scuri e le scarpe da ginnastica. I capelli li raccolsi in una coda. Il tempo di prendere la borsa e metterci l’occorrente dentro, che era già arrivato.
-Ciao pà.-
-Ciao Bells.- Uscii di casa, sapendo di avere gli occhi di mio padre puntati sulla schiena. Vidi una macchina nera, una Volvo, non mi ricordavo il nome, Ed me ne aveva parlato, ma io ero intenta a guardare lui, come si illuminava quando parlava di motori, cavalli e altre cose che riguardano le macchine di cui io non capisco nulla. Aprii la portiera: un profumo familiare di pelle mi invitò a sedermi sui sedili.
-Ciao Bella...-

CONTINUA… [solo se ci sono recensioni.. ^.^]


Ciao ragazze! Come state?? Qui anche se è settembre fa un caldo da scoppiare… mamma mia… ci ho messo un po’ ad aggiornare causa compiti delle vacanze [sono 1 po’ indietro e la scuola inizia lunedì.. aiuto!!!!]…

Ringrazio le persone che hanno letto il capitolo precedente, quelle che lo hanno messo tra i preferiti [12!] e Dubhe27 che ha commentato e vorrei ringraziarla per i complimenti, poi vorrei anche dirle che anche io ci sono rimasta male quando Ed ha lasciato Bella… Non me l’aspettavo proprio!! ^.^
Spero che abbiate gradito il capitolo, bacioni dalla vostra
Blood
  
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