Epilogo
Si volse lentamente, posando lo sguardo indulgente sulle gote arrossate di
sua figlia e si chinò ad abbracciarla, scompigliandole con tenerezza i soffici
riccioli biondi.
- Mamma, guarda! – esclamò la bimba, ancora affannata per la lunga corsa – io
e papà abbiamo raccolto questi fiori per te – disse con un gridolino di gioia
porgendole, orgogliosa, il semplice dono.
- Sono bellissimi, tesoro mio – la ringraziò dolcemente, perdendosi per un
attimo in quegli innocenti occhi azzurri.
La osservò correre via, lungo il pendio della collina, e tuffarsi con gioia
tra le braccia del padre. Un sorriso sereno le illuminò il volto quando udì di
nuovo la sua risata cristallina.
D’istinto posò una mano sul ventre consapevole della nuova vita che stava
germogliando in lei.
Tornò a fissare il paesaggio, lasciando che la leggera brezza estiva le
scompigliasse i lunghi capelli biondi.
Le labbra si mossero lievemente, sussurrando parole inintelligibili.
Parigi 13 luglio 1789
Amica mia,
con profonda stima, mi accingo a rispondere alla vostra accorata lettera,
onorata dal sincero affetto che nutrite per me.
Pur non avvezza ad esternare le emozioni, vi prego di accettare la mia più
leale amicizia.
Non posso cancellare il freddo riserbo con il quale ho accolto più volte la
vostra genuina premura, ma desidero porvi rimedio donandovi i miei ricordi.
Sono stata allevata e cresciuta come un uomo, incoraggiata e forzata a
misurarmi con le armi, per ricoprire il ruolo destinato all’erede maschio che
mio padre, il generale Jarjayes, avrebbe ardentemente desiderato.
All’età di quindici anni reputai ragionevole indossare l’uniforme militare di
capitano delle Guardie Reali, inconsapevole che, in realtà, non mi era stata
concessa alcuna possibilità di scelta.
La riservatezza della mia indole fu accentuata dalla severa educazione
ricevuta e ben presto imparai a celare le mie emozioni.
Ma non avevo previsto l’amore che, in spregio al mio modo maschile di vivere,
mi costrinse a prendere coscienza della mia natura.
La sofferenza per un sentimento non ricambiato, mi spinse a cercare di
sopprimere gli attimi di debolezza che avevo avuto.
Lasciai la Guardia Reale, illudendomi che con la fuga avrei ritrovato la
fiera compostezza di un soldato e cancellato le emozioni che mi avevano
dolorosamente ricordato di essere una donna.
Il desiderio di provare a me stessa di poter affrontare la vita come un uomo
mi spinse ad allontanare anche l’unico amico che avessi mai avuto al mio fianco:
André.
Incurante delle mie dure parole, lui mi seguì, arruolandosi nei soldati della
Guardia.
Ed è stato allora che vi conobbi, Andrew. E voi, come André, intuiste la mia
battaglia ed il mio rifiuto di essere donna.
Tentai di rimanere impassibile di fronte al vostro atteggiamento incalzante e
provocatorio, mentre lottavo contro me stessa e le emozioni che il mio cuore mi
stava svelando.
La presenza costante e silenziosa di André mi infastidiva quanto la vostra
esuberanza.
Confusa da sentimenti contrastanti, capitolai, ed accettando finalmente di
essere una donna, ritrovai nel profondo dell’animo, l’amore da sempre negato.
Amo André con tutta me stessa, Andrew, e vi confesso che mai avrei creduto di
affidare ad una lettera l’emozione che mi pervade ogni volta che pronuncio il
suo nome.
Amo il ragazzo che continua a vivere in lui e l’uomo che è diventato.
Amo i suoi silenzi, eloquenti più tante parole.
Amo l’indole pacata e la forza incrollabile dei suoi sentimenti.
Saprò farmi perdonare l’irragionevole crudeltà con la quale ho cercato di
allontanarlo da me, anche se, credo, il senso di colpa per averlo ferito non mi
abbandonerà mai.
La felicità di vivere accanto all’uomo che amo, è purtroppo offuscata dalla
angosciosa situazione in cui versa il mio Paese.
Spinta dalla sete di giustizia e dalla crescente inquietudine per le sorti
del popolo, mi sono allontanata, non senza tormento, da Versailles e dalla
regina Maria Antonietta che ho servito con fedeltà e devozione per oltre
vent’anni.
Vorrei poter partire, Andrew, e curarmi in Inghilterra, assecondando il
vostro desiderio.
Ma non posso farlo. Non ora.
Desidero vivere in un mondo migliore, accanto ad André.
Indosso l’uniforme militare da una vita e credo che comprenderete la mia
brama di combattere per il mio Paese, contro i soprusi della nobiltà alla quale
non sento più di appartenere.
L’alba della mia nuova vita è giunta, Andrew.
Ho riflettuto a lungo insieme ad André e, nonostante la mia malattia,
condividiamo il medesimo sogno.
Sono un soldato e sono una donna innamorata.
Sono nata per combattere e sono nata per amarlo.
Vi confido, mia cara amica, che ho lottato contro la tentazione di seguirvi.
Forse sarebbe stato più semplice, ma il mio cuore appartiene ad André ed alla
Francia.
Quando questa lettera giungerà nelle vostre mani, io non avrò più né grado né
titolo.
Rinuncio al mio nome ed ai privilegi del mio rango per seguire l’uomo che
amo. Il mio posto è accanto a lui. Lascerò il comando dei soldati della Guardia
per unirmi al popolo in rivolta.
Desidero che queste parole, testimoni silenziose della mia scelta, giungano
fino a voi.
Vi prego di custodirle fino a quando il destino, se lo vorrà, mi consentirà
di rivedervi.
Non ci è concesso sapere cosa il futuro ci riserverà, ma sono pienamente
consapevole di ciò che desidero ora.
Ricordate, Andrew, quando mi chiedeste se fossi felice?
Ebbene, amica mia, lo sono.
Oscar François
Lasciandosi sfuggire un sospiro accorato, tornò ad osservare l’uomo in piedi
accanto a lei.
Il profilo severo ed imperturbabile contrastava con il tono grave e profondo
della sua voce.
- Desiderate che prosegua, comandante? – le chiese con premura.
Annuì impercettibilmente, continuando a fissare il proprio interlocutore.
L’uomo si volse e per un istante percepì nel suo sguardo lo stesso triste
ricordo.
Assetata di sapere, aveva accolto con angosciante contegno le parole pacate e
colme di dolore che egli le aveva donato con amara malinconia.
Chiuse gli occhi, lasciandosi sfiorare l’anima dalla sua voce.
Udì lo sparo mortale e sussultò al terribile grido di dolore.
Percepì con profonda angoscia la cupa disperazione e la cieca solitudine
della notte.
Rabbrividì al rombo dei cannoni che colpivano la Bastiglia e pianse calde
lacrime nel silenzio che seguì.
Riaprì gli occhi, lasciando che lo sguardo vagasse nel caldo paesaggio
estivo.
- Grazie, Alain – mormorò, infine – custodirò i tuoi ricordi nel mio cuore
come un tesoro prezioso.
- Era mio dovere, colonnello – le rispose, chinando il capo.
Un sorriso triste si dipinse sul volto, mentre posava sull’erba soffice il
mazzetto di fiori donatole dalla figlioletta.
- Siete una donna appassionata ed un soldato valoroso, ma non è questo il
modo in cui avrei desiderato rivedervi, Oscar – sussurrò Andrew, asciugandosi
una lacrima, consapevole che lei non avrebbe voluto che piangesse - addio, amica
mia – aggiunse con voce rotta dall’emozione, fissando le due semplici croci di
legno, l’una accanto all’altra.
Piegò con cura la lettera che ancora stringeva tra le mani e, lentamente,
ridiscese la collina di Arras.
Fine
Scusate il super ritardo, ma proprio non ce l’ho fatta prima.
Come avevo indicato nella premessa, tutto era partito come un restyiling di
una mia ff del 2003. Strada facendo (per la verità da subito…) si è, però,
animata di vita propria, mantenendo, rispetto alla prima versione, solo i nomi
dei protagonisti… per il resto è come se si fosse riscritta da sola…
Devo dire che, mentre mettevo la parola fine, un po’ di malinconia mi ha
assalito, poiché devo "lasciare andare" una cosa, anche se è solo una piccola
fanfiction, che mi ha accompagnato per molto tempo.
Spero che l’abbiate gradita.
Confesso che ho combattuto con il finale drammatico, anche se lo avevo
previsto così nel momento stesso in cui ho deciso di riscrivere completamente la
fanfiction rispetto alla 1° versione…(e pensare che mi auspico sempre il lieto
fine!) ma era inevitabile…d’altronde l’ho scritto con in cuffia la track 8 del
CD di Versailles no bara (per intenderci la musica in sottofondo quando Fersen
parte per combattere in America)… per cui non poteva che essere drammatico… non
odiatemi per questo.
Scherzi a parte, ho riflettuto molto, ma ho ritenuto che fosse l’unica
conclusione possibile per la piega che aveva preso la fanfiction. La Oscar che
ho descritto è infatti molto in linea con l’originale della Ikeda (almeno lo
spero), pertanto non poteva che finire così….
Perdonatemi, ma per me Oscar è estremamente tormentata (tipico della Ikeda
^__-) e nonostante i mille dubbi è, e resta, una combattente: non si sarebbe mai
sottratta al "proprio dovere" (nel quale peraltro crede fermamente), scegliendo
la via più semplice. D’altronde molte di voi hanno ribadito la stessa cosa…
Oscar non sarebbe Oscar, altrimenti!
Ho scelto di non descrivere la loro morte, ma di "riviverla" velatamente
attraverso le parole di Alain. Oltre ad un mancato lieto fine, non ce l’avrei
proprio fatta a descrivere in maniera diretta il tragico finale.
Desidero ringraziare:
- La_PeStIfErA: grazie per i complimenti. Mi dispiace aver tardato, ma impegni famigliari mi hanno impedito di aggiornare prima. Spero che tu abbia apprezzato anche la conclusione.
- fighterdory: ormai avrai già finito da un pezzo gli esami di maturità. Spero che sia andato tutto bene. Alla fine ho lasciato il carattere di Oscar in linea con l’originale…..
- Dolce_micia: sono arrivata un po’ in ritardo rispetto ai tempi che mi ero data…. Ti ringrazio per avere espresso un così bel parere. In effetti sono le emozioni che ho sentito anch’io mentre scrivevo quel capitolo.
- Valentina78: grazie anche a te per i complimenti. Spero che ti sia piaciuto anche l’ultimo capitolo anche se lascia un po’ di amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato….
e tutti coloro che hanno letto senza lasciare commenti.
Con la mente vuota ed aspettando l’ispirazione per una nuova ff, vi ringrazio
moltissimo per avermi tenuto compagnia per tutto questo tempo e spero di averne
fatta anche un po’ io a voi.
Vi ringrazio per gli incoraggiamenti che sono stati uno stimolo a cercare di
"sbrigarmi", nonostante i numerosi impegni quotidiani.
Ora mi sento "svuotata" e con l’ispirazione sottozero … ma tornerà..
(spero^^)
Comunque sia, fa sempre molto piacere sapere che ci sono tante persone che
condividono le stesse emozioni per questo manga/anime meraviglioso.
Grazie ancora e spero di tornare presto.
Oscar