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Autore: _brown_eyes_    12/08/2014    6 recensioni
"Allora ti decidi a parlare?" chiese lui all’improvviso interrompendo il silenzio che si era creato.
"Non ho niente da dire" risposi decisa.
"Certo che sei proprio gelida,gelida come la neve,silenziosa come la notte".
"È il mio cuore a essere congelato.."
"È colpa tua",sussurrò con un filo di voce come se avesse paura di dirmelo.
"Che"? dissi fingendo di non capire.
"Sei tu che non permetti a nessuno di sciogliere il tuo cuore..''
Ed era vero.Facevo di tutto per allontanare le persone ma era solo un modo per proteggermi..
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Santo cielo Kristen! Non dirmi che stavi già dormendo?” strillò Louis dall’altro capo del telefono quasi a volermi fracassare un timpano. Se c’era una cosa che non sopportavo di lui era il suo modo di parlare barra urlare troppo forte soprattutto al telefono.  
“Se continui così, sarò costretta a tornare in Italia ed andare da Amplifon!” lo rimproverai mentre con la mano libera versavo del succo alla pesca in un bicchiere.
“Tanto il primo mese è gratis,no?” sghignazzò. Alzai gli occhi al cielo. Che male aveva fatto Kristen Dawson per meritarsi un amico così? Bella domanda..
“Allora stavi dormendo?” riprese poi.
“Ti pare che io a quest’ora vada già a dormire?” chiesi alquanto scioccata. Come poteva minimamente pensare che io alle nove di sera stessi già dormendo? Non avevo mica ottant’anni!
“Meglio così. Stasera vieni con noi. Ti portiamo in un posto..” non fece in tempo a finire la frase che io lo bloccai rifiutando non proprio gentilmente il suo invito.
“Ma dai. Che ti costa? Ti presento bella gente!” insistette. Se si metteva in testa una cosa era quella e basta e nessuno poteva permettersi di contrariarlo.
“Ho detto di no!” sbottai facendo cadere  accidentalmente il bicchiere ahimè ,pieno di succo, per terra.
“Tra mezz’ora vengo a prenderti. Fai presto” disse solamente e riattaccò impedendomi, ovviamente, di ribattere. Non avevo altra scelta. Non che mi dispiacesse uscire con Louis e Niall ma a volte mi portavano in certi posti a dir poco orrendi,come il Mc Donald,per intenderci. Per il resto mi trovavo molto bene in loro compagnia: riuscivano sempre a farmi divertire ,a prescindere dai luoghi in cui -per la maggior parte delle volte -mi costringevano ad andare. 
**
 
 
“Siete arrivati finalmente!” urlò Niall venendoci incontro e acclamandoci come se fossimo delle star internazionali. Avevamo deciso di incontrarci sotto casa di Niall, per poi raggiungere insieme il luogo misterioso. “Kristen,che bello,vieni anche tu!” continuò abbracciandomi come se non ci vedessimo da una vita.
“Niall ci siamo visti stamattina” lo ammonii sciogliendo velocemente l’abbraccio.
“Si,ma mi sei mancata lo stesso” ammise afferrando la mia guancia destra con due dita per pizzicarmela come di solito fanno le nonne.
“Niall mi stai facendo male” mi lamentai staccando bruscamente quelle due dita che si erano impadronite della mia guancia e non ne volevano saperne di staccarsi.
“Hai ragione,scusa ma la tua guancia è troppo morbida. Non ho potuto resistere”.
“Allora andiamo?” propose Louis che nel frattempo si era fermato a chiacchierare con due suoi amici che erano passati di lì.  Annuimmo entrambi e cominciammo a camminare.
“Dove mi portate di bello?” chiesi innocentemente non sapendo qual tragico destino mi attendeva.
“Al ristor..” cominciò a dire Niall ma fu subito interrotto da Louis che gli lanciò un’occhiataccia.
“È una sorpresa” si affrettò a dire Louis con un sorriso a trentadue denti. Mi limitai ad annuire consapevole del fatto che, di solito, le sorprese che organizzava Lou non portavano a nulla di buono o almeno per quanto mi riguardava.
Camminammo per una buona mezz’ora per vie a me sconosciute. La curiosità mi stava mangiando viva e mi dolevano già i piedi . Stare al passo dei due ragazzi era un’impresa:essendo dotati di gambe più lunghe rispetto alle mie, mi costringevano a camminare a passo svelto o addirittura a correre. Inoltre quella sera avevo deciso di sfoggiare un bel tacco dieci. So che,per la maggior parte delle ragazze potrebbe risultare una cosa normale ma per una come me,che preferisce un paio di scarpe comode ai fastidiosi trampoli,non lo è affatto.
“Quanto manca? Non ce la faccio più” piagnucolai appoggiandomi alla spalla di Niall,costringendoli a fermarci almeno per qualche istante.
“Andiamo o faremo tardi”. Una strana agitazione iniziò a farsi strada in Louis. La sua espressione divenne più cupa e iniziò a torturarsi i capelli con le dita. Non capivo cosa gli stava succedendo e per un attimo lo fissai preoccupata ma lui sembrò non accorgersene oppure evitò semplicemente per non darmi spiegazioni. Rimasi in silenzio osservando Niall e notai in lui la mia stessa preoccupazione. Non mi pareva aver fatto qualcosa di male. Volevo solo riposarmi. Dopotutto cinque minuti non erano mica la fine del mondo! O mi stava nascondendo qualcosa, magari legata al posto in cui stavamo andando? Ero talmente assorta nei pensieri che non mi accorsi che proprio in quel momento eravamo giunti in un posto che non avevo mai visto. 
“Arrivati” annunciò Niall con lo stesso entusiasmo di un bambino di tre anni quando gli si compra un giocattolo nuovo. Non appena entrammo dentro,l’odore di frittura mi perforò le narici e mi fece contorcere lo stomaco tanto da provocarmi la nausea.
“È uno scherzo,vero?” chiesi in preda al panico quando mi resi conto dove eravamo.
“Siamo in un ristorante cinese!” esclamò Niall confermando purtroppo la mia tesi. “Non è fantastico?” urlò emozionato. Cosa poteva esserci poi di fantastico in quel posto. Non amavo la cucina cinese e non avrei assolutamente toccato cibo.
“Mi volete morta per caso?” borbottai a denti stretti. “Non potete farmi questo!” urlai tanto che alcuni presenti si voltarono per vedere cosa fosse accaduto di così grave. Mi voltai verso Louis per cercare una spiegazione e per un attimo sperai che fosse solo un brutto sogno,il peggiore dei miei incubi. Non potevano avermi fatto questo,continuavo a ripetere nella mia mente. Odiavo quel posto. Era peggio del Mc Donald! E chissà cosa c’era in quei piatti. Sicuramente qualche rana arrostita o qualche insetto. Che orrore!
“Smettila di fare la bambina viziata,Kristen!” disse in un tono così serio che mi fece gelare il sangue. Non si era mai rivolto a me in quel modo. Il suo sguardo era freddo come non l’avevo mai visto. “Se non ti sta bene puoi anche andartene!” sbraitò. Ero completamente spiazzata da quelle parole. Non aveva mai usato quei toni così aspri con me, in tre anni di amicizia. Dire che ero delusa, era ben poco. Ero amareggiata,profondamente amareggiata.
“Se è questo quello che vuoi” dissi con un fil di voce. Non ero nemmeno in grado di parlare. Girai i tacchi e uscii fuori di lì. Niall,visibilmente sconvolto,tentò invano di fermarmi ma con scarsi risultati. Non sarei rimasta lì un minuto di più.
 
 
 
 
Vagavo da una buona mezz’ora in cerca di un punto di riferimento che mi permettesse di tornare a casa. Ma niente. Era buio pesto e cominciavo ad avere freddo. Mi maledissi per non aver indossato qualcosa di più pesante. Ad un tratto scorsi una panchina vuota a pochi metri da me e prima che potesse arrivare qualcuno, andai ad occuparla. In realtà non avevo motivo di preoccuparmi dato che in giro non c’era anima viva. Ero sola e si, mi ero proprio persa. Non sapevo veramente cosa fare e soprattutto chi chiamare. Beh, avrei potuto chiamare Niall ma sapevo che se avesse potuto sarebbe venuto già a cercarmi. E poi non avrebbe lasciato solo Louis soprattutto dopo quel comportamento anomalo. Quindi accantonai l’idea di chiamarlo e conservai il cellulare nella tasca. Mille pensieri attraversarono la mia mente tanto che non mi accorsi che qualcuno aveva preso posto accanto a me.
“Posso?” chiese gentilmente il ragazzo nonostante si fosse già seduto.  Scrollai le spalle e iniziai a fissare il cielo cupo che quella sera aveva deciso di nascondere tutte le stelle.
“Perché sei qui tutta sola?”
“Non vedo perché dovrei dirlo proprio a te” sbottai voltandomi dall’altra parte.
Non sapevo cosa raccontargli. Era un estraneo per me. Certo, abitavamo nello stesso palazzo ma non avevo nessun obbligo nei suoi confronti a dirgli per quale motivo mi trovavo lì. Non avevo nemmeno voglia di essere giudicata da un perfetto sconosciuto.
Ok, ci eravamo scontrati o meglio, mi era venuto addosso un paio di volte e combinato qualche altro danno ma perché avrei dovuto dirgli che ero stata cacciata da quello che consideravo un amico e che non sapevo la via per far ritorno a casa?
 
"Allora ti decidi a parlare?" chiese lui all’improvviso interrompendo il silenzio che si era creato.
"Non ho niente da dire" risposi decisa.
"Certo che sei proprio gelida,gelida come la neve,silenziosa come la notte".
"È il mio cuore a essere congelato.."
"È colpa tua",sussurrò con un filo di voce come se avesse paura di dirmelo.
"Che"? dissi fingendo di non capire.
"Sei tu che non permetti a nessuno di sciogliere il tuo cuore..''
Ed era vero. Facevo di tutto per allontanare le persone ma era solo un modo per proteggermi. Non volevo che la gente approfittasse della mia bontà d’animo com’era successo in passato.
 
“Odio il ristorante cinese ma i miei amici non vogliono capirlo” dissi semplicemente, restando per lo più sul vago.
“E per questo ti hanno lasciato da sola?”
“È colpa mia..” ammisi. “Sono io che non apprezzo mai niente. Loro fanno tanto per me ma io distruggo sempre tutto” confessai asciugando con il pollice una lacrima causata,più che altro, dal nervosismo.
“Io non credo sia per questo”.
“E invece si”.
“E allora sentiamo..che cos’hai fatto di così grave?”
In realtà,me lo stavo chiedendo anch’io. E no,non c’era nessuna spiegazione plausibile o per lo meno io non ero in grado di darmela.
“È meglio se andiamo. Sembra stia per piovere” mi fece notare. Annuii, alzandomi con cautela dalla panchina. Se solo non avessi indossato questi inutili tacchi..
“Ti serve aiuto?” chiese mentre un sorriso si fece largo tra le sue labbra. Evidentemente mi aveva letto nel pensiero. Ottimo.
“Credo proprio di si..” sorrisi pensando all’immagine che doveva avere Liam di me,in quel momento. Mi sentivo goffa e impacciata ma non potevo fare a meno di ridere.
“È la prima volta da quando ehm..ci conosciamo che ti vedo sorridere”
“In effetti..” ammisi mordendomi un labbro.

Sono viva!
Vi chiedo scusa per l’enorme ritardo ma ho avuto dei problemi personali che mi hanno portato a smettere di scrivere. Poi ci si è messa anche la mia connessione internet.. Probabilmente avrete già dimenticato questa storia e mi dispiace davvero. Spero,comunque, che questo capitolo vi sia piaciuto.
Come avete “visto” Kristen e Louis hanno litigato o meglio lui l’ha cacciata in malo modo. Secondo voi, perché?
La seconda parte, a essere sincera, mi piace di più. Spero di non essere stata troppo banale nel descrivere le sensazioni e le varie situazioni.
Se avete qualcosa da rimproverarmi ditemelo pure.. cercherò di mettere in pratica i vostri consigli.
Spero anche che deciderete di seguire ancora la storia anche perché tra un po’ entrerà in scena un nuovo personaggio ;)
Alla prossima e grazie ancora per i vostri commenti :)


 
  
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