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Autore: Prongs4    12/08/2014    4 recensioni
Dal prologo:
"Man mano che ripercorreva i passi che lo avevano portato lontano, i connotati della sua vita andavano delineandosi nuovamente.
Il ricordo avrebbe perso la sua essenza di passato, e tutto si sarebbe concretizzato, attualizzato.
Il Lucius Malfoy che era stato fino a qualche anno prima sarebbe tornato. Più adulto, più deciso, più affascinante, ma pur sempre lui.
Era già per strada, e stava arrivando.
[...]
Narcissa Black desiderava che il suo cuore si fosse fermato.
Avrebbe dato qualunque cosa, qualunque, pur di morire con la consapevolezza che il suo desiderio più intenso si era avverato.
Lucius era tornato.
Forse per lei c’era ancora speranza.
Forse non era tutto perduto.
Forse il suo cuore avrebbe ripreso a battere, e forse avrebbe continuato a pompare felicità allo stato puro invece del sangue."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO III


Intorno a lei c’erano solo fiori. Tanti fiori. Colorati, profumati, delicati, tutti bellissimi.
Il silenzio avvolgeva il paesaggio, e tutto era fermo, immobile, eccetto per un venticello leggerissimo che spostava dolcemente la chioma della ragazza e degli alberi.
Sebbene Narcissa fosse semplicemente accovacciata sull’erba, occupata a non far nulla, non poteva immaginare occupazione più piacevole. Si sentiva serena e rilassata come non lo era da mesi, forse addirittura da anni.
Era una calma placida e soave, sfumata, distante…
Quell’idillio non durò a lungo.
Il vento diventò più forte, molto  più forte. Così feroce da riuscire quasi a sollevare Narcissa da terra.
Lei urlava, e si dimenava, come se si opponesse a un nemico in carne ed ossa invece che a qualcosa di così astratto come il vento. E che vento! Le sue folate sembravano graffiarle il viso.
Il cappellino bianco, che solo in quel momento si rese conto di indossare, le fu strappato dal capo e trascinato via dalla violenza del vento.
Come nella più classica delle scene, Narcissa iniziò a rincorrerlo.
Il copricapo si allontanava sempre più di più, era sempre più irraggiungibile. D’un tratto, si bloccò. O meglio, il suo volo fu fermato.
Narcissa alzò lo sguardo per vedere a chi appartenesse la mano che aveva provvidenzialmente bloccato il cappello, e quando vide di chi si trattava sgranò gli occhi con sorpresa.
Le parve davvero di sentirsi in una favola, poiché il salvatore del suo cappello era nientedimeno che su un cavallo bianco.
Lucius la fissava intensamente, stringendo il cappellino fra le sue grandi mani.
In mezzo a quella che si stava trasformando in una tempesta, lui appariva come l’unico elemento saldo.
D’un tratto le porse il cappello, che lei afferrò. Poi le tese una mano, che invece fissò in modo sospettoso e truce.
Senza staccarle di dosso quell’occhiata perforante, Lucius le sussurrò: “Fidati di me, Narcissa. Fidati di me…”
Ma Lucius stava scomparendo. O meglio, il suo volto stava scomparendo.
I suoi occhi, il suo naso e la sua bocca sottile sparirono, e non restò altro che il volto. Piatto, vuoto, inquietante. Una lugubre e intaccata maschera di pelle.
La tempesta esplose del tutto, e il cielo divenne plumbeo.
Narcissa iniziò a scappare dalla parte opposta, mentre il bianco destriero di Lucius, quasi uscendo da una nube di fumo, diventava nero.
La donna correva a perdifiato, spaventata. Ad un tratto però, inconsciamente e senza alcuna motivazione logica, si fece spazio dentro di lei la consapevolezza che ad inseguirla non era più Lucius, bensì Andromeda.
“Fidati di me, Narcissa. Fidati di me…” continuava a ripeterle quella figura che la inseguiva.
E lei voleva solo che le nubi la risucchiassero, voleva solo cadere nel baratro scuro che d’un tratto le sorse davanti…


Narcissa sudava. E ansimava.
Del gelo di Gennaio non vi era traccia nel suo letto.
Sentiva la camicia da notte aderirle quasi addosso.
Il suo respiro era irregolare, e lei si sentiva presa da una spasmodica paura e dalla foga.
Si portò una mano all’altezza del cuore, percependo chiaramente i battiti che procedevano a ritmo sfasato.
Si alzò dal letto con uno scatto, e si tolse di dosso gli indumenti, bisognosa di un bagno.
Bastò un gesto della bacchetta, e la vasca si riempì istantaneamente.
Quando s’immerse provò subito sollievo, cercando di scaricare la tensione che un semplice sogno era riuscito a metterle addosso.

“Lucius, resta qui, ti prego!”
“Fidati di me, Narcissa. Fidati di me…”
“Mi fido di te, Lucius. Ma l’idea di separarci per tanto tempo mi distrugge”
“Tranquilla, Cissy. Tornerò da te il prima possibile!”
Singhiozzavi: avevi paura di quello che sarebbe potuto accadere nel frattempo.
“Sta tranquilla, e fidati di me: nulla potrà separarci”
E non hai avuto altra scelta se non credergli, speranzosa.

L’hai vista uscire dalla finestra, mentre cercava di mantenersi in equilibrio sulla scopa nonostante vari ingombri.
“Andromeda, non te ne andare, ti scongiuro! Non potrei sopportarlo…”
“Fidati di me, Narcissa. Fidati di me…”
“Mi fido di te, Andromeda. Ma non posso lasciare che tu te ne vada, che sparisca dalla mia vita…”
“Stai calma, Cissy. Ci rivedremo il prima possibile!”
Singhiozzavi: sapevi che quella separazione sarebbe stata definitiva, se lei in quel momento fosse andata via.
“Sta tranquilla, e fidati di me: nulla potrà separarci”
E non hai avuto altra scelta se non crederle, speranzosa.



Quelle due conversazioni pressoché identiche, svoltesi una a distanza di pochi mesi dall’altra, le tornarono in mente.
Andromeda le aveva mentito.
Aveva distrutto le sue aspettative, le sue speranze, e del legame profondo che le aveva tenute insieme per tutti quegli anni non era rimasto nulla.
E se anche Lucius avesse infranto le sue numerose promesse? Come poteva fidarsi di lui, dopo l’esperienza che aveva avuto? Come poteva offrirgli il proprio cuore, le cui ferite si stavano rimarginando, e immolarlo ad ulteriori coltellate, ad ulteriori dolori?  Narcissa non voleva di mettere in gioco se stessa nell’ affare incerto e potenzialmente pericoloso che è l’amore.
Questo pensava, accoccolata su stessa in quella enorme vasca da bagno.
I brividi di paura che l’avevano colta appena qualche minuto prima andavano calmandosi, mentre il profumo del suo bagnoschiuma la rilassava e rassicurava.
D’un tratto però Narcissa scoppiò a ridere.
Nonostante ci avesse pensato in tutti quei mesi, per un attimo si era scordata che in quella vasca aveva fatto l’amore con Lucius per la prima volta. E le parve di riavere accanto a sé il quindicenne Lucius Malfoy, bello come un dio, ma arrogante come solo un uomo sa essere, che la guardava con desiderio e bramosia.
Il cuore le si strinse, mentre la mente le faceva notare quanto il bisogno di Lui la stesse consumando.
Si strinse in un abbraccio solitario, persa in quell’enorme vasca, in quella immensa paura, in quell’incontenibile desiderio… in quell’invincibile sonno che ebbe di nuovo la meglio su di lei.



***

La confusione che caratterizzava ogni giornata a Diagon Alley andava sempre scemando con l’avvicinarsi della sera, e quel giorno non fece eccezione: con sua somma gioia, Narcissa individuò facilmente la chioma bionda di Lucius fra la rada folla.
Accelerò il passo per raggiungere l’uomo, e quando lo fece richiamò a gran voce la sua attenzione: “Malfoy! Aspetta un secondo..”
Il giovane udì la sua voce e si voltò.
“Black” la salutò con voce secca e astiosa. Evidentemente le sue parole di qualche sera prima gli bruciavano ancora.
Narcissa tuttavia gli sorrise, per niente turbata.
“Posso parlarti un attimo? E’ una cosa importante”
Lucius sembrò trovare incoraggiante quel sorriso e quelle parole,  e fu con ritrovata gentilezza che le porse il braccio, invitandola a camminare a braccetto con lui.
Senza potersi trattenere, le stampo un bacio sulla guancia, accarezzandole il collo con una mano.
Narcissa non si ritirò a quelle effusioni, stringendolo a sua volta e aspirando il suo profumo.
D’un tratto, però, si scostò: “Siamo in pubblico, non mi piace dare spettacolo. Per favore, possiamo sederci e parlare con calma?” gli chiese di nuovo.
Sembrava diventata improvvisamente impaziente.
Lucius si staccò a malincuore da lei.
“Come vuoi, Narcissa” acconsentì, e con un cenno della mano la invitò a fargli strada.
Entrarono nel primo locale d’un certo calibro che riuscirono a trovare; era una di quelle sale da thè dall’aria antica, così curata e raffinata che sarebbe potuta passare per una salotto privato.
Cissy e Lucius sorrisero istantaneamente quando si ritrovarono dentro.
“Mi hai costretto a passare intere giornate chiusi qua dentro, quando eravamo ragazzi” le ricordò lui ridacchiando. “Mi trascinavi in questo posto ogni volta che uscivamo insieme”
Anche Narcissa rise, sentendosi all’improvviso molto più a suo agio in quel luogo familiare. Per un secondo, ebbe l’impressione che nulla fosse davvero cambiato, come se la tristezza e il tempo passato non fossero davvero esistiti.
Quella sensazione di pace e tranquillità durò poco; quando Lucius iniziò a fissarla, ansioso di sentire cosa aveva da dire, sì sentì a disagio e in soggezione.
Prese un profondo respiro, e poi gli disse: “So che ti sembrerà ridicolo trovarci qui a parlare, e forse ti sembrerà ancora più assurdo quello che ho da dirti, vista la nostra discussione dell’altra sera, ma..”
“Cissy” la interruppe subito Malfoy. “Non c’è bisogno di dire altro. Ho capito: hai riflettuto su quello che ti ho detto e ti sei resa conto che avevo ragione. Vuoi che parli con tuo padre per il nostro matrimonio, vero?”
Lucius, che non perdeva mai il suo tono tronfio, in quel momento sembrava scoppiare di soddisfazione e compiacimento ancor più del solito.
Cissy scosse piano la testa, con lo sguardo di chi è profondamente dispiaciuto di dover smentire. “No, Lucius.. non si tratta di questo. Io… non ho cambiato idea. Non ti sposerò”
Fu come vedere una maschera crollare.
E subito dopo la delusione, una rabbia feroce percorse il volto dell’uomo.
Strattonò il tovagliolo che aveva poggiato sulle gambe, gettandolo con un gesto di stizza sulla tavola, e fece per alzarsi.
Narcissa lo bloccò. “Ti prego, ascoltami. Ti farà piacere quello che ti proporrò, vedrai”
Gli prese una mano, stretta a pugno per la rabbia, e gliela baciò con dolcezza.
Suo malgrado, Lucius cedette e riprese con calma il suo posto.
“Sei tornato più impulsivo di quanto non ricordassi…” gli disse Narcissa trattenendo una risata. “Un tempo non avresti mai perso il controllo per così poco!”
“La gente cambia” le rispose immediatamente Lucius. “Tu nei sei l’esempio. Sei diversa dalla Narcissa che eri quando sono partito. Lei non mi avrebbe mai fatto questo, lei non avrebbe mandato all’aria tutto per un insensato capriccio, lei si sarebbe…”
“Basta!” lo zittì la Black. “Sei sparito per anni, cosa pretendevi... di tornare qui e trovarmi pronta ad accoglierti a braccia aperte?”
“Sinceramente si!”
“Non è così che funzionano le cose, e io non posso farci niente” ribatté Narcissa con tono di voce incrinato.
Bevve qualche sorso del suo thè, si asciugò le labbra col tovagliolo e si appoggiò contro lo schienale dell’elegante sedia su cui era adagiata.
Quando riaprì bocca, la sua voce era più ferma. “Come stavo dicendo poco fa’, ho una proposta da farti”
Lucius le fece uno stanco cenno col capo, segno che la ascoltava.
“Mio padre ha fatto un patto con la famiglia di Stephen. Io sono legata a lui da un contratto pre – matrimoniale. Anche volendo, ti rendi conto che non sarebbe facile annullare tutto...”
“Io non esiterei a provare, anche a costo di mettermi in ridicolo. E questo tu lo sai!”
“Ascoltami, ti prego. Andrò dritta al nocciolo della questione, e sarò sincera: non mi fido di te. Anzi, non mi fido di nessuno. Ma finché sto con una persona di cui non m’importa nulla, che differenza fa fidarsi o meno?”
Vedendo che lui stava per ribattere di nuovo, lo anticipò. “Non interrompermi, per favore. Il patto non può essere rotto, e io non voglio farlo. Ma.. dopotutto non ci sarebbe nulla di male a continuare a frequentarci, no? Siamo purosangue, queste cose capitano nel nostro mondo.. e d’altra parte io e Fawley non stiamo insieme per amore..”
Contrariamente alle aspettative di Narcissa, Malfoy scoppiò in una risata piena.
“Mi stai chiedendo di essere il tuo amante, Narcissa?” le domandò con un’espressione di puro divertimento stampata in viso.
La donna arrossì. “Io.. io non la metterei in questi termini”
L’uomo si sporse sul tavolo, e i loro visi arrivarono a meno di pochi centimetri di distanza.
“E sentiamo… come la metteresti allora?” le domando con voce roca, senza perdere quel pizzico di sarcasmo tuttavia.
Narcissa gli prese una mano fra le sue, disegnandoli linee immaginarie sul palmo.
“Io la metterei come due persone che.. si amano, e che vogliono stare insieme. Non mi sembra ci sia nulla di strano”
“Sono d’accordo. Ed è proprio per questo che esiste il matrimonio, Cissy”
Narcissa lo fulminò con lo sguardo. “Ti ho detto di no, punto e basta. Fidati se ti dico che è meglio così”
Lucius assunse un’espressione contrita.
“Bene” le disse dopo qualche minuto di silenzio. “E’ questo che vuoi? E così sia. Tu sposerai Fawley, io mi sceglierò un’altra donna e… ci frequenteremo” era evidente che lui trovava tutto una battuta molto divertente, ma Narcissa lo assecondò.
“Perfetto. Siamo giunti a un accordo mi sembra!” gli disse, sforzandosi di sembrare di buon umore. Ma dentro di lei, quell’idea sembrava diventare sempre più stupida.
Lucius fece una smorfia che era di dolore puro. “E’ tardi, io devo andare. Non so cosa ti ho fatto di male, Narcissa, dico davvero. Ma qualunque cosa sia, ti chiedo scusa”
Narcissa iniziò a scuotere la testa. “Lucius, non devi scusarti di nulla. Non è colpa tua, davvero, sono io che..”
Lucius fu colto dall’ennesimo cambiò d’umore quel giorno, e di nuovo assunse un’aria divertita. “Avanti, Narcissa, non prendiamoci in giro. Queste rassicurazioni non sono altro che patetici cliché sociali, e io vorrei evitare quest’ulteriore umiliazione. Credimi, mi basta sapere che io, Lucius Malfoy, sono stato letteralmente scaricato”
Rise, ma una risata amara, addolorata, incredula, incerta.
Narcissa non capiva come una risata potesse sembrare tanto dubbiosa, ma quella di Lucius lo era. E lei si sentiva per riflesso amareggiata, addolorata, incredula, incerta.
“Mi basta sapere” ripeté Malfoy dopo qualche istante, “che sono stato così stupido da lasciare che qualcuno potesse colpirmi, seppure metaforicamente. E mi basta sapere, per sentirmi del tutto ridicolo, che nonostante tutto io combatterò per non perderti, Narcissa Black”
La donna rimase immobile.
Lucius era davanti a lei, e la guardava con quello sguardo profondo e dolce che aveva sognato per tutti quei mesi. Quello sguardo che riservava a lei e a lei soltanto, facendola sentire ogni volta come se lei stessa lo stesse ispirando, quasi fosse una musa.
“Ci vediamo” le disse lui d’un tratto. Le diede le spalle, con fare leggermente teatrale, e uscì dal locale.
Lei rimase ferma, con lo sguardo vitreo.
E per la prima volta si odiò, e odiò il suo essere Black.
Odiò il suo essere caparbia e capricciosa, odiò quei dubbi che si erano insinuati dentro di lei, allontanandola da Malfoy.
Odiò la sua incapacità di alzarsi da quel tavolino, rincorrere Lucius e chiedergli scusa, chiedergli di sposarla.
Odiò la sua certezza che fidarsi di lui sarebbe stata una follia.
Odiò sua sorella Andromeda, per aver fatto nascere dentro di lei quella convinzione.
Odiò il suo sapersi controllare.
Odiò la sua capacità di rimanere perfettamente immobile, gelida, apparentemente imperturbabile, mentre interiormente urlava.
Ma adorò il pensiero che Lucius l’amasse così tanto da combattere per lei, e sotto diversi punti di vista anche contro di lei, pur di riaverla indietro.
E tutto il suo essere fu animato da un’unica speranza: che lui sarebbe stato così bravo, o avrebbe giocato così sporco, da costringerla a sposarlo.


 *ANGOLO AUTRICE*
Goodmorning EFP! (Per quanto inutile, ci tenevo a dare un piccolo tributo all'eccezionale e grandissimo Robin Williams, così ho parafrasato "Goodmorning vietnam")
E' passato un po' dall'ultimo aggiornamento, ma solo in alcuni fortunati casi riesco ad avere internet dal computer (a mare non c'è la connessione ovviamente), quindi rieccomi.
Confesso che da questo capitolo in poi comincio ad apprezzare di più quello che ho scritto, forse perché la storia si sta "accendendo" . Spero che non si tratti solo di un'illusione e che per voi lettori sia lo stesso ahaha!
So che la proposta di Narcissa potrebbe sembrare un po' troppo.. maliziosa, diciamo, per i suoi standard, ma a dispetto di quanto pensi Lucius, il suo scopo primario è di trovare una scusa per non perdere Malfoy (seppure in maniera ufficiosa).
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo proprio:)
A presto,
Prongsina




 
  
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