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Autore: FiammaBlu    13/08/2014    2 recensioni
Ho scritto questo romanzo molto tempo fa, si può dire sia stato il primo lavoro serio in cui mi sono cimentata. Ve lo propongo e spero vi divertirete anche voi a seguire i tre fratelli protagonisti della storia nelle loro avventure che li porteranno a crescere e a prendere in mano le redini della famiglia.
L'ambientazione è fantasy, inventata, ma segue le regole di D&D.
Sono 30 capitoli.
Il boia, che stava per tirare la leva della botola, si fermò guardandola. Sanie salì sulla piattaforma seguita da due soldati della Guardia Reale del Sultano. Indossava uno stupefacente abito bianco, quasi trasparente, che poco lasciava all'immaginazione. I capelli ricci e lunghi erano sciolti in una nuvola sulla schiena e indossava un paio di sandali bassi e ricamati.
Artiglio Rosso osservò ogni suo passo, la bramava e ammirava con lo sguardo e sorrideva della sua audacia. Sanie lo raggiunse, si asciugò le lacrime che scorrevano incessanti, lo fissò qualche istante, gli circondò il collo con le braccia sensuali e lo baciò profondamente.

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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. I Pretendenti


- Pensi che si sia accorta di qualcosa? - chiese apprensiva Erika al marito, osservando preoccupata dalla finestra le decine di carrozze e cavalli che sostavano davanti all'ingresso della Villa estiva. La scusa ufficiale per la festa era il ritorno dei loro tre figli ma, in verità, Fabris aveva pensato ad un'unione per la figlia maggiore e aveva invitato moltissimi pretendenti, alcuni l'avevano già conosciuta, altri erano venuti solo per interesse: il Conte Hianick era molto potente e un matrimonio con la figlia avrebbe apportato notevoli cambiamenti a qualunque famiglia. Fabris sapeva tutto ciò, per questo avrebbe visionato attentamente ogni pretendente. Non avevano detto niente a Celia, che si sarebbe sicuramente rifiutata di partecipare a una farsa simile.

- Spero di no - sospirò Fabris tirando le tende di velluto blu - E poi se si fosse resa conto di qualcosa sicuramente ce lo avrebbe fatto notare. Adesso sono troppo occupati a organizzare il viaggio imminente - aggiunse con un sorriso, prendendo la moglie sotto braccio.

- Non oso pensare a una sua reazione durante la festa se dovesse sospettare qualcosa - confidò Erika lisciandosi la gonna di morbidissima seta dorata.

- Adesso non è più una bambina, reagirà di conseguenza quando si vedrà circondata da bei ragazzi - osservò Fabris con un sorriso - Sarà meglio non farci attendere, la sala sarà già gremita di ospiti - aggiunse e accompagnò dolcemente la moglie verso le scale.

Il marmo bianco rifletteva le tenui luci delle torce appese e una strana atmosfera di attesa serpeggiava per la sala. Gli invitati erano tutti ansiosi di rivedere i tre giovani, di sapere come erano cambiati in quegli anni. La maggior parte delle persone era presente anche alla festa per la benedizione di Klod e quindi tutti gli amici d'infanzia dei tre bambini adesso erano tutti ragazzi. Molti di loro avevano preferito seguire le orme dei genitori e proseguire i loro mestieri, altri, come Klod, Celia e Kathe, avevano scelto strade un po' più difficili e indipendenti. Decine di famiglie erano riunite nella grande sala magnificamente addobbata.

Mahatma, dietro suggerimento della Contessa aveva posizionato molte piante in vaso che facevano contrasto con le bianchissime pareti. I lampadari di cristallo erano stati accesi e centinaia di candele inondavano la sala e gli abiti con la loro caldissima luce. Rossi, verdi brillanti, gialli accesi, azzurri, porpora riempivano gli occhi e attraversavano la stanza come un fiume accompagnati da una miriade di luccichii di pietre e metalli. Le feste come questa erano attese da tutti, facevano incontrare le famiglie e gli amici, gli amanti e i fidanzati, i politici e i mercanti maghi e chierici. Fabris e Erika sostarono qualche istante all'inizio della scalinata per ammirare la tavolozza di colori che riempiva la sala.

- Magnifico -  disse solo Erika osservando compiaciuta le meravigliose piante che Mahatma aveva sistemato con arte in punti strategici della sala e gli sguardi invidiosi delle altre dame. Il marmo bianco brillava nella sua magnificenza facendo risaltare ancor più i colori vivaci degli abiti e dei gioielli.

- Andiamo, mia cara - disse Fabris, elegantissimo in nero e argento - I nostri tre figli vorranno fare un'entrata trionfale, quindi possiamo anche precederli - osservò prendendo la mano della moglie. La coppia iniziò a scendere e la voce di Mahatma annunciò la loro presenza. In un movimento fluido e unico, tutti i presenti si voltarono verso la scala in un fruscio di vesti e uno stridere di metallo, facendo un lieve inchino.

Fabris e Erika scesero e vennero immediatamente inghiottiti dalla folla di parenti, amici e conoscenti, vocianti e invadenti. Le presentazioni e i saluti li occuparono per più di un'ora ma Mahatma aveva già iniziato a far passare i giovani in livrea con i vassoi colmi di leccornie e sfavillanti calici traboccanti di ottimo vino rosso e bianco. Furono aperte tutte le vetrate che si affacciavano sul cortile interno debitamente illuminato dai lampioni di Mahatma e corredato delle onnipresenti fontane e panchine di legno. Gli invitati gustarono gli antipasti sotto le chiome dei grandi alberi del cortile: decine di tavoli si piegavano sotto il peso dei vassoi stracarichi di stuzzichini salati e dolci. Un profumo penetrante aleggiava per il giardino e al centro un palco di legno accoglieva una piccola orchestra formata da un violino, un flauto e un'arpa che accompagnavano un'esile ragazza dalla bellissima voce. Le note si diffondevano melodiche e struggenti fra le foglie e le fontane, fra i capelli delle dame e gli abiti preziosi allietando il cuore e l'anima.

- Avanti, Celia, sbrigati! - gridò Klod da dietro la porta bussando ripetutamente ma senza risposta. Era impaziente di vedere chi aveva risposto all'invito di suo padre. La musica già riempiva i corridoi e il profumo delle pietanze solleticava le narici. Per lui era stato facile scegliere l'abito ma sapeva che per le donne era tutt'altro discorso. Camicia bianca e corpetto azzurro su un paio di pantaloni di velluto blu separati da una cintura di cuoio che si accoppiava perfettamente con gli stivali al ginocchio e i bracciali ai polsi. Da dietro la porta giunsero grida di diniego e un pianto improvviso, poi la porta si aprì e una giovane cameriera uscì di corsa seguita da altre tre, tutte in lacrime. Klod osservò tutto con un mesto sorriso sulle labbra. La porta si richiuse ma dopo pochi minuti Celia uscì dalla camera in un completo elegantissimo da Cavaliere. Indossava una camicia di seta con corpetto e un paio di pantaloni sempre di seta, tutti di tre diverse tonalità di blu. I lunghi capelli acconciati in una treccia alla quale erano state applicate delle perle bianche e grosse come chicchi d'uva. Klod la guardò con occhio critico, poi trovandosi soddisfatto porse il braccio alla sorella con un sorriso.

- Adesso andiamo dall'altra sorella sperando che sia pronta - disse il giovane guerriero incamminandosi con una certa fretta verso la camera di Kathe.

- Speriamo che anche lei non sia in blu - osservò Celia posando lo sguardo sull'abbigliamento del fratello. Klod raggiunse la porta e bussò.

- Eccomi! - esclamò una voce ovattata dall'interno piena d'eccitazione. La porta si spalancò improvvisamente e Kathe fece la sua comparsa. Aveva scelto un magnifico abito rosso che metteva in risalto la sua pelle chiara e i suoi capelli biondissimi erano acconciati sulla testa in una cascata dorata di fiori e gemme. La profonda scollatura bordata d'oro mostrava più di quello che nascondeva ma con molta discrezione e l'ampia gonna si allargava in morbide pieghe fino al pavimento. L'unico gioiello era rappresentato da un girocollo di perle che le illuminava il volto.

Kathe era raggiante e passò al vaglio il fratello approvando l'insieme ma il sorriso le morì sulle labbra quando vide l'abito di sua sorella.

- Celia! Ma ti sembra un abito adatto a una festa?! - domandò stupita e arrabbiata Kathe - Stasera ci saranno molte personalità e anche moltissimi ragazzi e tu vuoi presentarti in pantaloni? - la giovane maga premette i pugni sui fianchi allargando i gomiti. Celia e Klod fecero un passo indietro intimoriti - Sarai anche la sorella maggiore ma in quanto a femminilità sei una frana! - disse, prese per mano la sorella e la trascinò fino in camera sua.

- E adesso cerchiamo qualcosa di adatto per questa sera, che non saranno certo dei pantaloni! E via quella treccia! - disse decisa Kathe con sguardo furente - Klod! - chiamò dopo un attimo senza staccare gli occhi dalla sorella - Vai a chiamare le ragazze per aiutare Celia! - il suo tono non ammetteva repliche così Klod si rassegnò a scendere e si diresse verso gli appartamenti delle dame di compagnia di sua madre.

- Ma Kathe, cos'ha che non va il mio abito? - chiese Celia meravigliata del comportamento di sua sorella.

- Come? E me lo domandi? - chiese esasperata Kathe con gli occhi che le uscivano dalle orbite - Ti rendi conto che sei una ragazza nel fiore degli anni? Ti devi vestire di conseguenza! Mi sento una scema a spiegarti queste cose! Com'è possibile che non ti sia rimasto un briciolo di femminilità? L'hai lasciata tutta in quel cavolo di Monastero? - gridò disperata Kathe sotto lo sguardo incredulo della sorella. Kathe quel pomeriggio aveva letto i nomi degli invitati e un sospetto si era insinuato nella sua mente diventando sempre più una certezza via via che aveva continuato a leggere. Erano state invitate sì tutte le famiglie ma soprattutto i loro figli maschi e questo significava una sola cosa: suo padre aveva intenzione di trovare un marito a una di loro e lei aveva il sospetto di non essere il bersaglio. E ora si rendeva conto del perché suo padre e sua madre avessero tenuto nascosto il vero fine delle festa: Celia non l’avrebbe mai accettato. Ma adesso ci avrebbe pensato lei. Attimi di tensione corsero fra le due, poi Celia iniziò a spogliarsi sbuffando e Kathe tirò un sospiro di sollievo. Forse c'era una speranza... Kathe le sciolse la treccia, le perle caddero a terra in un tintinnio e i capelli si allargarono sulla schiena. Le dame entrarono evitando di guardare Celia e Kathe comprese che anche loro dovevano aver lottato con sua sorella per farle indossare un abito più adatto, senza risultato.

- Raccogliete le perle, mia sorella ha deciso che stasera indosserà un abito, come dire, da donna - concluse dopo una breve pausa e un sorriso le illuminò la faccia mentre apriva l'armadio e l'occhio le cadeva su un vestito bellissimo. Le dame collaborarono soddisfatte e gioirono nel vedere la scelta di Kathe.

Klod attendeva disperato fuori dalla porta ormai sicuro che tutte le ragazze della festa si sarebbero trovate altri compagni per quella sera, e tutto a causa delle sue sorelle! Adesso avrebbe potuto trovarsi fra le braccia di una bellissima dama dalla profonda scollatura e dal corpetto di seta. Percorse un tratto di corridoio fino a trovarsi davanti ad una finestra che dava sul giardino. Da lassù poteva osservare senza essere visto e vide i suoi genitori al centro del giardino circondati da molti invitati e tutti ascoltavano la voce della ragazzina che cantava come un usignolo. Così era sua la voce che aveva sentito fino ad allora. Veramente notevole. Non era molto alta e mani esili dalle lunghe dita sporgevano dai polsini del vestito. Era un abito semplice con una gonna non troppo ampia e una scollatura quadrata di un verde intenso. I capelli neri e ricci le arrivavano alle spalle e uno splendido smeraldo le pendeva al collo. Dalle sue labbra sensuali uscivano le parole dolcissime di una ballata famosa. A questo secondo esame fu certo che non era tanto giovane come si era aspettato a prima vista, o forse si era lasciato ingannare dalla pelle chiara e delicata. Comunque la prima cosa che avrebbe fatto una volta sceso sarebbe stato guardarle gli occhi, chissà di che colore erano.

Si voltò di scatto sentendo dei passi dietro di lui. Spalancò gli occhi per la sorpresa e muovendosi lentamente si spostò fino al centro del corridoio. Le torce illuminavano perfettamente una figura che avanzava verso di lui a capo basso. Celia alzò il volto e guardò titubante il fratello.

- Non credo che riuscirò a stare in questo coso per tutta la sera - proferì Celia allargando con le mani l'abito. Un sorriso bellissimo le cambiò il volto.

- Sei magnifica - disse solo Klod rimirando la sorella. Non l'aveva mai vista vestita con abiti femminili ma solo in armatura e pantaloni facendola somigliare così a un uomo e nascondendo le sue forme. Ma adesso quella semplice tunica bianca e oro rivelava un tesoro. Era senza maniche e di seta. La vita era molto alta, sotto il seno, messo in risalto dalla scollatura a cuore. La gonna lunga fin quasi al pavimento era formata da molti strati di morbidissima seta bianca che si muovevano fluidamente ad ogni suo passo e lasciavano intravedere le gambe dalla pelle chiara. Ma la cosa più bella erano i capelli. Lasciati sciolti e trattenuti solo da una coroncina di brillanti si allargavano in una cascata dorata e le ricadevano in avanti con una morbidezza infinita. Erano lunghissimi, fino alla vita ma lui non se ne era mai accorto, forse perché li portava sempre legati.

- Credo che stasera tu non andrai da nessuna parte - disse serio Klod incrociando le braccia sul petto e osservando le trasparenze della seta. Celia alzò lo sguardo e i suoi occhi azzurri brillarono allegri.

- Cosa c'è che non va? - disse una voce da dietro. Kathe avanzò nel corridoio, l'abito che frusciava debolmente.

- E' indecente - disse semplicemente Klod allargando le gambe deciso.

- No, è donna - rispose Kathe osservando il risultato delle sue fatiche.

- Non può scendere così - insisté convinto Klod, continuando a guardare Celia.

- Certo che può, l'abito è bellissimo - disse Kathe con noncuranza avanzando verso Klod.

- Scusate, voi due state parlando come se io non ci fossi! - esclamò Celia - A me il bianco non piace, mi fa sembrare una mucca e odio queste scarpe strette e non sono affatto capace di camminare fra la gente mezza nuda! Sembrerò un palo! - disse Celia allargando le braccia, sul petto brillava il medaglione dell'Ordine.

- Sarai bellissima e perfetta. Smetti di lagnarti e andiamo a far vedere a tutti chi sono i fratelli Hianick! - disse Kathe con voce dura prendendo il fratello per un braccio e trascinandolo verso le scale - Allora sorella, vuoi scendere tutta sola? - domandò Kathe indicando con gli occhi l'altro braccio del fratello. Celia ebbe un attimo di indecisione poi ricordandosi che era molto tardi e che non ci sarebbe stato tempo per cambiarsi di nuovo decise che avrebbe cercato luoghi riparati e avrebbe evitato di ballare. Alzò le gonne e corse verso Klod e Kathe.


- Sai Erika, la tua Villa è più bella ogni volta che torno - disse una dama rivolta alla Contessa - Ma i tuoi figli? Dopotutto siamo qui per loro, no? -

- Sai come sono i ragazzi - rispose Erika con calma senza lasciar trasparire neppure una briciola della tensione che l'attanagliava. Dove erano quei tre birbanti? Perché tardavano così? Era sicuramente colpa di Kathe! Con lo sguardo cercò il marito attorniato da un gruppo di uomini e ragazzi riccamente vestiti, forse alcuni dei pretendenti. Poi, come sempre più spesso negli ultimi minuti, spostò gli occhi sulla scalinata e finalmente la vide occupata dai suoi tre figli.

- Arrivano i miei figli - disse semplicemente Erika e si diresse verso la scalinata. La voce di Mahatma li annunciò e scesero lentamente la scala godendosi il momento. Cugini, amici e conoscenti li raggiunsero sommergendoli di domande e abbracci. In quell'istante tutti i bambini che diciassette anni prima circondavano l'Alto Chierico nel Parco occupavano ora il centro della sala e Fabris e Erika si guardarono con orgoglio. Era passato molto tempo da allora e molte cose erano cambiate ma erano stati ripagati. I saluti, le strette di mano, gli abbracci perdurarono fino a che Fabris annunciò che le danze erano aperte. Celia si voltò e vide che la piattaforma di legno dell'orchestra era stata spostata all'interno e i musici avevo iniziato una melodia dolcissima. Dopo qualche attimo la voce ricca della cantante si aggiunse alle note, rendendo completa la musica.

Fabris e Erika raggiunsero il centro della sala e iniziarono a ballare. Klod si avvicinò alla zia Anty, sorella di suo padre, si inchinò e le porse il braccio con un sorriso accattivante accompagnandola al centro e iniziando a ballare. Kathe fu invitata dal cugino Karl, figlio dello zio Tib, fratello di sua madre, e Celia raccolse il braccio del cugino Duk, figlio di zia Anty. Alle quattro coppie se ne aggiunsero presto moltissime altre e sulle note della voce della cantante si mischiarono ricordi e risa, racconti e confessioni, dichiarazioni ad amanti dietro a cespugli profumatissimi.

- Chissà se Celia si è insospettita - disse Kathe a Klod durante uno dei rari balli che riuscivano a fare insieme.

- Insospettita di cosa? - chiese il fratello ingenuamente.

- Ma come? Non vedi la quantità eccessiva di ragazzi che popolano questa festa? A te sembra normale? - fece osservare Kathe gettando lo sguardo verso Celia e il fornito gruppo di ragazzi che la circondavano.

- Effettivamente hai ragione - concordò Klod - Come mai sembra che tu ne sappia qualcosa? - chiese dopo un attimo il giovane riportando lo sguardo sulla sorella.

- Ieri pomeriggio ho letto per caso gli inviti e mi sono resa conto che qualcosa non andava, infatti in ognuno veniva invitato il primogenito maschio - rivelò Kathe sussurrando e continuando a osservare Celia.

- Per caso? - domandò curioso Klod alzando un sopracciglio. Effettivamente stasera c'era un'ottima rappresentanza della nobiltà di Torap e dintorni, suo padre aveva scelto bene. Stasera Celia era radiosa e avrebbe spezzato molti cuori, e forse si sarebbe spezzato il suo, chi lo sa. Ma Klod aveva alcuni dubbi in merito.

- Beh, non proprio per caso - confessò Kathe sorridendo - Volevo sapere chi sarebbe venuto, tutto qui -

- Tutto qui? Hai sbirciato volutamente fra le carte di nostro padre e dici tutto qui? - disse Klod con una smorfia stringendo forte la sorella e facendola ruotare più volte in un complicato passo di danza. La musica fluì melodica e dolce lungo pareti e pavimenti, fra tendaggi e foglie, spegnendosi lentamente. Kathe e Klod si diressero verso la sorella che sembrava in difficoltà. Entrambi sapevano che Celia non era affatto abituata agli affari di cuore e non era in grado di destreggiarsi abilmente per sottrarsi alle grinfie degli insistenti pretendenti. Klod osservò i giovani che la circondavano e uno in particolar modo attirò la sua attenzione. Per quanto ricordava doveva essere Amarin, figlio della marchesa Lothieren, che stava proprio per appoggiare la sua mano schifosa sulla schiena di sua sorella. Klod allungò il passo e in pochi secondi raggiunse il gruppetto insinuando il suo braccio nella curva avvolta dalla seta bianca suscitando un piccolo scompiglio. Tutti i ragazzi fecero involontariamente un passo indietro e Celia si voltò stupita alzando il viso per guardare il fratello negli occhi. Klod invece continuò a tenere lo sguardo su Amarin che prontamente aveva ritirato il braccio.

- Allora, signori, mia sorella vi allieta? - iniziò il giovane mentre giungeva anche Kathe - O vi annoia? - aggiunse con un sorriso accattivante. Celia fece una smorfia per niente femminile e si sottrasse al suo abbraccio protettivo.

- Celia non potrebbe mai annoiarci - rispose Amarin dall'alto del suo metro e ottanta - Questa sera è radiosa -

- Vedo - disse freddamente Klod senza staccare gli occhi da quelli di Amarin.

- Sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo incontrati - continuò Amarin - E non sembrava che avesse i capelli così lunghi - disse protendendo una mano verso le chiome dorate che si riversavano in avanti. Questa volta Celia fu più svelta di Klod e facendo un lieve spostamento quasi invisibile evitò che le dita di Amarin toccassero i suoi capelli. Klod invece afferrò saldamente il polso del giovane ardito bloccandolo a mezz'aria.

- Tieni le mani a posto - consigliò notando che anche Celia non aveva apprezzato il gesto. Per un attimo tutti i componenti del gruppo avvertirono la tensione crescente, poi Amarin abbassò il braccio e si voltò verso gli altri amici radunati intorno indignato.

- Eppure credevo che questa festa fosse per trovare un marito a Celia - disse candidamente Amarin con una punta di asprezza. Vide i volti dei compagni cambiare improvvisamente dopo aver forse guardato Klod Hianick, così si girò e vide il bel viso di Celia impassibile e freddo come il ghiaccio, bellissimo in quella sua staticità. Il pallore della pelle gareggiava con il bianco della seta. Un dubbio si insinuò in lui, probabilmente Celia era all'oscuro dello scopo della festa e raccogliendo tutto il suo coraggio spostò gli occhi su Klod. Anche se era più giovane di lui era un valido avversario, preparato e motivato. Gli occhi castani di Klod incrociarono furenti quelli grigi di Amarin.

Kathe osservò tutto da dietro le spalle del fratello e decise di tentare una soluzione. Mise il dito indice sotto la collana e tirò decisa. Con uno scenico gridolino di sorpresa abbastanza acuto perché quelli intorno udissero ma non troppo alto da allarmare la sala, le perle caddero sul pavimento di marmo in un magico tintinnare sparpagliandosi rapidamente. La trovata ebbe l'effetto desiderato, tutti i giovani intorno a Celia si chinarono per raccogliere le perle, compresi Klod e Amarin. A volte gli uomini restavano prigionieri della semplice cavalleria. Kathe spostò lo sguardo sulla sorella che aveva raccolto le gonne morbide e si stava dirigendo verso suo padre e sua madre. Con eleganza ogni giovane porse le perle a Kathe ottenendo un caldo sorriso di ringraziamento che avrebbe sciolto un pezzo di ghiaccio. Così Kathe in un attimo conquistò quei giovani distraendoli da progetti bellicosi. Perfino Amarin mostrò di gradire il piccolo disastro sorridendo amabilmente all'indirizzo di Kathe.

- Veramente provvidenziale, mia cara Kathe - disse Amarin lasciando cadere tre perle nella manina minuscola e affusolata.

- Provvidenziale? - Kathe sorrise dolcemente e porse il braccio ad Amarin che adesso non poteva rifiutare e si allontanò con lui verso il giardino. Gli altri giovani si dispersero con grazia e Klod osservò per un attimo ancora Kathe e Amarin che si allontanavano poi si diresse verso il terzetto al centro della Sala prevedendo una bufera.

- Almeno potevate dirmelo, mi sembra di essere abbastanza grande per decidere se voglio un marito oppure no! - stava dicendo Celia a sua madre. Erika guardò impotente Fabris poi prese la figlia sottobraccio.

- Effettivamente, mia cara, eravamo preoccupati ma tu sei sempre così indecisa che ci era sembrato carino darti l'occasione di poterti interessare a qualcuno e tuo padre ha invitato i migliori pretendenti - disse tentando di avere il tono più conciliante possibile.

- Davvero padre mi avreste data a uno di questi? - esclamò Celia spostando lo sguardo sul padre pensieroso e allargando un braccio che comprendeva tutta la sala. Fabris non aveva ancora detto una parola, se ne stava in piedi a braccia conserte e osservava la figlia accalorata.

- Veramente avreste permesso che uno di questi smidollati mi mettesse le mani addosso? - insisté Celia stringendo la seta delicata fra le dita contratte.

- Io credo che Celia abbia ragione - si intromise Klod inserendo la sua alta figura nel cerchio. Fabris spostò lo sguardo sul figlio ma invece che collera Klod vi lesse il dubbio che probabilmente aveva commesso un errore. Ovviamente non l'avrebbe mai ammesso ma per Celia poteva essere una via d'uscita.

- Noi volevamo solo che tu avessi la possibilità di scegliere - disse infine suo padre con voce profonda.

- Allora significa che non sono costretta a scegliere stasera! - esclamò Celia illuminandosi in volto.

- Questo non lo avremmo mai voluto, mia cara - aggiunse Erika stringendo le spalle della figlia - Stasera ti devi solo divertire e devi guardare e ascoltare - concluse con un sorriso d'intesa tornando al fianco del marito.

- Bene, ora mi sento meglio - sospirò Celia lasciando andare la seta del vestito - E poi io ho Klod, non lo sapevate? E' il nostro protettore e credo che sarà per causa sua se non troverò mai un marito. Mi tallona e scaccia i miei pretendenti! - Fabris e Erika guardarono il figlio che arrossì violentemente.

- Ma veramente io... - balbettò il giovane passandosi una mano fra i capelli. Celia scoppiò a ridere e la tensione svanì in un attimo.

- Avanti, mio Cavaliere protettore, dirigiamoci verso il banchetto, altrimenti non ci resterà niente - suggerì Celia poggiando una mano sul braccio del fratello. Klod strinse la mano della sorella e rapidamente la trascinò nella folla. Fabris e Erika si guardarono un attimo, sorrisero e il Conte invitò la moglie a ballare.

- E così era tutto organizzato - accusò Celia con sguardo truce continuando a camminare a fianco del fratello.

- Per la verità io non ne sapevo niente ma Kathe ha letto gli inviti e aveva intuito - ammise Klod varcando una vetrata e inspirando la fresca aria della notte carica di profumi e suoni.

- Ecco perché mi ha fatto indossare questo abito ridicolo! Lei sapeva! - esclamò Celia ad un tratto fermandosi accanto ad un tavolo carico di frutta candita, dolci, biscotti.

- Non sei ridicola, sei bellissima - affermò Klod fermandosi a sua volta e osservandola nel tenue alone delle torce. La luce dorata si adattava perfettamente al biancore della seta e della sua pelle fondendosi nell'oro dei suoi capelli simili a fili aurei.

- Grazie fratello ma per me è ancora presto per cose come l'amore o il matrimonio, devo fare moltissime altre cose prima di fermarmi - disse Celia addentando una ciambellina all'anice.

- Fermarti? Perché? - Klod afferrò una manciata di noccioline tostate nel miele e se le mise in bocca.

- Perché, caro fratello, dovrei trovare un uomo che la pensa come me, abbia le mie stesse passioni e ideali, che voglia viaggiare e proteggere la gente. Io sarò un Chierico Cavaliere. Come sai quasi nessuno di noi ha moglie o marito o fidanzato a causa della vita che conduciamo e i pochi che si innamorano, o di altri membri degli Ordini o di gente comune, di solito non riescono a vivere un'unione che possa considerarsi tale. Inoltre l'uomo che troverò dovrà andare bene a nostro padre e apportare un vantaggio economico e politico alla famiglia - sospirò Celia con una nota di rammarico.

- Perché pensi che anche tu non riuscirai ad innamorarti? - domandò Klod dopo qualche attimo di silenzio.

- Non dico che non mi innamorerò, dico solo che soffrirò molto, e che probabilmente alla fine dovrò arrendermi a ciò che sceglierà nostro padre per me - precisò Celia incamminandosi verso il centro del giardino, la seta che frusciava delicatamente contro la pelle.

- Non potresti essere l'eccezione? Forse troverai davvero l'uomo adatto, chi lo sa, il destino a volte gioca brutti scherzi, o belle sorprese, a seconda di come lo si vuole vedere - il giovane guerriero si sedette su una panca di legno sotto uno dei lampioni di Mahatma.

- Non credo Klod. Trovare un uomo così sarebbe come chiedere alla luna di non sorgere. Pochissime donne riescono a trovare una vera intesa con il loro amante ed io, che non ho tempo neppure di cercarlo, come posso illudermi? - domandò mesta Celia sollevando i tristi occhi azzurri verso il volto scuro del fratello.

- Mi sembravi molto più coraggiosa - osservò Klod allungando le gambe. Per lui sarebbe stato tutto più semplice. Avrebbe sposato una donna importante per una robusta alleanza economica e probabilmente militare. Magari l'avrebbe amata o più semplicemente, come spesso avveniva, avrebbe avuto delle amanti.

- Qui il coraggio non c'entra. Il fatto è che non ho tempo da dedicare a sentimenti complicati come l'amore per un uomo - Celia distese il tessuto delle gonne, il tono della voce particolarmente malinconico.

- Katherin mi ha detto che l'amore e il tempo non legano. L'amore non guarda in faccia a nessuno. Quando arriva... arriva - disse semplicemente Klod tirando le labbra in un debole sorriso.

- Forse avete ragione. Per ora, comunque, non penso neppure lontanamente a instaurare un rapporto con un uomo. Mi dispiace per la mamma ma l'idea non mi sfiora, ancora - precisò Celia - Anche se, devo dire, stasera ci sono moltissimi splendidi esemplari! -

- Vuoi dire Amarin? - domandò incredulo Klod sollevandosi di scatto.

- Perché? Mi sembra a posto ed è anche molto carino - disse Celia stringendo delicatamente gli occhi.

- Ma davvero? Secondo me è solo un incapace! E poi non mi sembra adatto a te - disse Klod veemente con voce profonda.

- Caro fratello, ti rendi conto che se i miei futuri pretendenti dovranno passare quattro esami io resterò sola per sempre? - domandò Celia sorridendo apertamente. Klod le prese le mani, la sollevò dalla panca e la trascinò nella danza sull'onda delle note di una magnifica ballata.

- Non preoccuparti sorella, qualcuno riuscirà sicuramente a oltrepassare ogni mia opposizione, perché sarai tu che l'avrai scelto! - Klod eseguì perfettamente un complicato passo di danza e rientrò nella sala, subito molti sguardi si voltarono verso i due fratelli. Kathe e Amarin stavano ancora ballando vicini a Fabris e Erika. Klod si diresse verso di loro senza sbagliare neppure un passo, le sete di Celia svolazzavano dolcemente nei volteggi in una nuvola di bianco che si fondeva spesso all'azzurro dell'abito del fratello.


   
 
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