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Autore: Kaito Dark    13/08/2014    1 recensioni
Esiste un mondo al di là del tempo, un mondo dove le ere si mischiano ed un filo sottilissimo separa realtà e finzione. Una leggenda all'inizio dei tempi preannunciò la nascita di un figlio del cielo che avrebbe riportato l'equilibrio tra demoni ed angeli con l'aiuto di 8 rondini. La leggenda ora è realtà ma in cielo non tutti vogliono che questa frattura tra i due mondi venga riparata.
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come nuovo re mi imposi un obbiettivo: avrei fatto in modo che umani, angeli e demoni potessero andare d’accordo all’interno del mio regno. All’inizio fu molto difficile, nessuno accettava un re con sangue demoniaco, figuriamoci far vivere dei veri e propri demoni in mezzo a loro.

 

Cambiò tutto quando avevo 20 anni; un giorno un locandiere venne a palazzo lamentandosi di un viaggiatore che, da quando era giunto alla sua locanda, non aveva fatto altro che causare problemi; inizialmente non diedi molta importanza alla cosa ma in meno di due giorni anche un fabbro e un mercante vennero a lamentarsi dello stesso viaggiatore:

“ Ho capito, interverrò al più presto.”

“ La ringraziamo, re Solomon.”.

In quegli anni ero riuscito a farmi accettare dal mio popolo e non volevo che nulla rovinasse questo rapporto; mi recai alla locanda di persona e mi feci indicare la stanza in cui alloggiava questo ragazzo tanto problematico; appena entrai, vidi un giovane intento a riparare una lunga falce con la lama spezzata: aveva dei lunghi capelli neri, due occhi che sembravano rubini e indossava degli abiti bianchi molto logori:

“ Niente! Non riesco a ripararla! Maledizione!”

“ Non si è accorto che sono entrato… deve essere preziosa per lui quella falce.”

“ Ti serve una mano con quella?”.

Il ragazzo, udendo improvvisamente la mia voce, sobbalzò:

“ Chi sei?! Cosa vuoi da me?!”.

Senza badare alle sue domande, entrai nella stanza e afferrai la falce che stava tentando di riparare:

“ Posso aggiusta…”

“ Non la toccare!”.

Prima ancora di accorgermene, venni scaraventato contro una delle pareti da un pugno di quel ragazzo; se ci ripenso, sento ancora il dolore:

“ Non osare mai più toccare la mia Sogi Haru!”

“ Bel cazzotto, shinigami.” ( per chi non lo sapesse, gli shinigami sono coloro che portano gli spiriti dei morti nell’aldilà)

“ Come fai a saperlo?!”

“ Una falce con un nome proprio, degli occhi color rubino, una forza di molto superiore al normale, era abbastanza ovvio.”

“ Chi sei e cosa vuoi da me?”

“ Io sono Solomon, sovrano di questo regno; ero venuto qui per dirti di non dar fastidio al mio popolo ma, ora che ho visto che sei in difficoltà, voglio aiutarti.”

“ E come?”

“ Prima che mi colpissi stavo cercando di dirtelo: posso aggiustare la tua falce.”

“ Questo è impossibile. Sogi Haru è stata forgiata unendo il potere della luce e dell’oscurità e solo usando quei poteri può essere riparata.”.

In quel momento mi decisi a mostrargli le ali che avevo nascosto fino a quel momento:

“ Che cosa sei tu?”

“ Chi può dirlo; sono un umano in un corpo mezzo angelico e mezzo demoniaco; decidi tu come chiamarmi. Il vantaggio è che…”

Afferrai la falce del giovane e in un istante essa tornò come nuova:

“ In me risiedono sia i poteri angelici che quelli demoniaci.”.

Lo shinigami riprese la sua arma e la osservò attentamente:

“ Incredibile, è come nuova!”

“ Questa è la prima volta che il mio sangue misto mi torna utile…”

“ Qual’è il tuo nome, shinigami?”

“ Io sono Ukyo e non sono più uno shinigami.”

“ Perché? Cos’è successo?”

“ Ho disobbedito alle regole degli shinigami salvando l’anima di un bambino che era destinata all’Inferno; per questo ho perso il mio incarico e i miei poteri si sono ridotti drasticamente; ora che Sogi Haru è stata aggiustata, dovrei pensare a cosa fare per il resto della mia vita ma non idea di cosa fare o di dove andare.”

“ Allora rimani qui e vivi nel mio regno.”

“ Cosa?! Sei forse impazzito?! Non posso vivere tra gli umani!”

“ Perché no? Non mi pare che tu abbia cattive intenzioni e, se smetterai di non dare fastidio ad altre persone, sono certo che nessuno avrà da ridire.”

“ Ti, anzi, la ringrazio, re Solomon; la prego, mi accetti come suo famiglio.”

“ Se vuoi essere un mio famiglio, per me va bene, ma non darmi del lei o mi farai sentire vecchio.”

“ D’accordo, Solomon.”.

Da quel giorno nel regno le cose cambiarono: a poco a poco la diffidenza tra demoni e umani iniziò ad affievolirsi e creature di ogni genere vennero a vivere nel mio regno; ben presto anche alcuni Nephilim e addirittura qualche angelo si unirono al mio popolo; in mezzo a tutte quella gioia incontrai anche Naima, la prima donna che io abbia mai amato, colei che sarebbe diventata la mia regina.

 

Fu proprio quando credevo che quella prosperità sarebbe durata in eterno che avvenne la catastrofe.

Un giorno come un altro, mentre camminavo per le vie della capitale, improvvisamente una gigantesca nube bianca oscurò il sole; osservandola meglio mi accorsi che quella che credevo fosse nuvola in realtà era un immenso stormo di colombe:

“ Non mi piace ciò che sta accadendo.”

Una di loro scese in picchiata arrivandomi davanti ed immediatamente riconobbi la sua energia spirituale:

“ Cosa vuoi dal mio popolo, Uriel?”

“ Vedo che il piccolo mezzosangue si ricorda di me.”.

Quella carogna assunse il suo vero aspetto e con la sua solita aria di disgusto mi parlò:

“ Ciò che voglio è semplice: far sparire te, i demoni e coloro che sotto il tuo vessillo si sono schierati dalla loro parte.”

“ Il mio popolo non ha fatto nulla di male, lascialo stare!”

“ I demoni sono il simbolo del male, devono essere eliminati!”

Prima ancora che potessi ribattere, tutte le colombe scesero in picchiata e, assumendo il loro aspetto angelico, iniziarono a mietere vittime:

“ Fermatevi!”

“ Non si fermeranno se io non glielo ordino.”

“ Maledetto Uriel, ferma l’attacco!”

“ Solo se verrai con me senza fare storie.”

“ Se rifiuto, ci saranno molte vittime sia tra gli angeli che tra il mio popolo.”

“ Accetto.”.

In un istante gli angeli si radunarono intorno a me e mi bloccarono, facendomi svenire; quando rinvenni, ero in una gabbia molto simile a quella in cui avevo vissuto i primi anni della mia vita; Uriel era davanti a me che mi fissava con disgusto:

“ Dove mi hai portato?”

“ Sei ad Anjerika, la prigione riservata ai peccatori.”

“ Che brutto posto.”

“ Abituatici perché ci passerai l’eternità.”

“ Hai deciso di non uccidermi?”

“ La morte non è abbastanza per un abominio come te.”

“ Ho passato in una gabbia 13 anni della mia vita, ormai ci sono abituato.”

“ Allora vediamo cosa ne pensi di questa notizia: mentre parliamo, i miei angeli hanno ripreso l’attacco alla tua città e stanno distruggendo tutto.”

Quella notizia mi scosse:

“ Sadica carogna, avevamo un accordo!!!”

“ Non faccio accordi con i mostri come te.”

“ Maledetto! Fammi uscire!”.

In preda alla collera iniziai a dare spallate contro le sbarre della gabbia:

“ Dimenati pure quanto vuoi, queste sbarre sono impossibili da rompere.”

“ Ti ucciderò! Ti ucciderò, Uriel, è una promessa!”.

 

Fu in quel momento che una voce rimbombò nella mia testa:

“ Sembra che tu sia messo male, Solomon.”

“ Chi sei?!”

“ Forse l’unica persona che odia Uriel più di te.”

“ Cosa vuoi da me?”

“ Darti il potere per uscire da lì”

“ E cosa vuole il boss dei demoni in cambio?”

“ Solo la testa di Uriel.”

“ Con vero piacere!”

“ Allora ecco il mio potere, Solomon, il potere di Lucifero!”

“ Ora assisti alla morte dei tuoi cari, Solomon!”

“ Ora pagherai per tutto, Uriel! Suprema falce della morte, spezza il sigillo che ti blocca e libera tutta la tua forza, manifestati in tutta la sua potenza, Jigoku no Ryoshu.” ( Signore dell’Inferno)

Tra le mie mani apparve una gigantesca falce con la lama nera il il manico fatto d’argento:

“ Ti sei spinto fino a questo punto!?”

Con un singolo colpo di quella falce, sbriciolai le sbarre della gabbia e mi aprii una via di fuga.

In un istante tornai alla capitale:

“ Fermate l’attacco!”.

A causa dei rumori della battaglia nessuno udì la mia voce:

“ Cosa devo fare?! Devo fermare questa guerra!”

“ Usa l’abilità che risiede in te dalla nascita.”

“ Di cosa parli, Lucifero?!”

“ Del potere che dalla nascita dimora dormiente dentro di te.”

“ Non capisco… non capisco! Basta lottare… Basta… Basta! Fermatevi!!!”.

Gridai quelle parole con tutta la forza che avevo in gola ed in un istante il silenzio divenne sovrano; tutti i presenti, nessuno escluso, si erano bloccati al suono della mia voce quasi come se una forza misteriosa avesse impedito loro di fare altrimenti; sia io che Uriel, che nel frattempo mi aveva raggiunto, rimanemmo sbalorditi da quella scena:

“ Angeli, ritirata!!!”.

In un istante tutti i soldati di quella carogna scomparvero nel nulla portando con se i corpi dei loro compagni caduti.

 

Il conteggio dei morti fu di 25392 demoni e 1023902 umani; tra questi ultimi era inclusa anche la mia amata Naima. Dopo che i funerali vennero celebrati, inoltre, gli uomini diedero la colpa ai demoni per l’attacco degli angeli e li costrinsero ad abbandonare il regno; posto davanti ad una scelta, decisi di seguire i demoni:

 

“ Un re che non ascolta il proprio popolo verrà spodestato prima ancora di comandare ma un regno che non ascolta il proprio re è destinato a cadere prima ancora di nascere. Addio.”.

 

Giunti in un posto sicuro, anche molti dei demoni mi abbandonarono:

“ Cosa facciamo ora, Solomon?”

“ Solomon è morto, Belias, è morto assieme al suo regno e ai suoi sforzi; d’ora in avanti chiamatemi soltanto Dark.”

  
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