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Autore: smelly13    14/08/2014    2 recensioni
“Non posso credere che sto entrando in un negozio del genere” disse un’incredula Emma Swan “mi sto davvero sposando…”
Uno sguardo sul matrimonio della nostra Emma, sceriffo di Storybrooke e Principessa della Foresta Incantata.
[One-Shot in 3 capitoli]
La storia non è mia, l'ho tradotta, adattata alla lingua italiana e pubblicata qui con il permesso dell'autore. Link della storia originale all'interno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2- “Questo non c’era nelle prove!”

 

Il tempo passò più veloce del previsto. Emma non aveva avuto molta voce in capitolo riguardo ai piani per il suo matrimonio, sua madre aveva insistito per occuparsi di tutto. Dal canto suo, Emma pensava che l’intera faccenda fosse ridicola: insomma, così tanto lavoro per un giorno solo? Evidentemente sua madre non condivideva affatto questo pensiero, perché trottava avanti e indietro in uno stato di perenne eccitazione, assicurandosi che per il giorno del matrimonio ogni cosa fosse perfetta.

“Cioè, ha passato due ore parlando solo delle rose!” sbottò esasperata Emma ad un divertito Killian, un pomeriggio mentre poltrivano entrambi sul divano del salotto “Ed ha invitato l’intera città! Non sto scherzando, purtroppo.”
Killian rise di cuore, accarezzandole la schiena in un tentativo di conforto. Dopotutto, anche a lui tutte questa faccenda del matrimonio principesco sembrava una pazzia, ma per la sua Swan, questo ed altro!

“Per di più, il vestito è, beh bellissimo, ma… enorme! Potresti infilarci più di una persona all’interno!”
Killian, girandosi verso di lei e scoccandole un’ occhiata divertita, replicò con un ghigno “Io non ho nulla in contrario, Swan, almeno finchè l’unico che ha il permesso di entrarci con te sono io, tesoro”.
Lei rise, alzando gli occhi al cielo. Anche se si stavano avvicinando al grande passo, sarebbe sempre rimasto il solito vecchio Uncino.
Ma lei aveva imparato a stare al suo gioco. “Non c’è problema, pirata” disse infatti in tono seducente, facendo salire pian piano la mano lungo la sua gamba, e compiacendosi del la scintilla che subito si accese negli occhi di lui.

 

Sempre ridendo, Emma si appoggiò allo schienale divano e sospirò “Sono solo preoccupata che a mia madre possa venire un infarto da un momento all’altro. Non mi piace vederla così stressata”
Killian si posizionò meglio, alzando la schiena dal divano per guardarla negli occhi, e sorrise “A lei va di farlo, lasciala divertire, tesoro”
“Lo so, lo so, ma a volte penso che avrei dovuto seguire il mio primo istinto. Una cerimonia semplice per pochi intimi: noi, Henry,  i miei genitori. Avremmo pronunciato i voti in una piccola stanza illuminata da candele, non in una chiesa grande come uno stadio. Avrei indossato un vestito semplice, classico ma moderno, uno per il quale non sia necessario un intero esercito per farmelo indossare”
Spiazzato da quello slancio di sincerità, Killian la guardò serio “Emma, ma… sei sicura di tutto questo? L’organizzazione del nostro matrimonio, intendo. E’ davvero quello che vuoi?”
“Certo, ma è principalmente per mamma e papà. A me non importa più di tanto. Mi conosci, sono un tipo pratico, non ho bisogno di una cerimonia in pompa magna, ma se li fa felici, perché no? Non hanno avuto l’occasione di fare molte cose per me, almeno questo posso lasciarglielo fare.”
Lui prese la sua mano fra le sue e la baciò “Hai davvero un cuore d’oro, amore” sorrise “Tuttavia, io non voglio che tu rinunci a qualcosa che avresti desiderato fare, tesoro. Se quello che mi hai appena descritto è il tuo matrimonio ideale, allora è così che voglio che io e te ci sposiamo.”
Lei scosse la testa, pur commossa da quelle parole “non varrebbe la pena di dare un dolore ai miei genitori.”
“Pensi che vederti sposata secondo i tuoi desideri li ferirebbe?”
Non rispose.
“Emma, sei davvero felice di sposarti assecondando i desideri di tua madre? E lei è a conoscenza che i suoi desideri non coincidono con i tuoi?”

“Sì, io sono felice. Mamma è felice. Va tutto benissimo.” Disse con un grande sospiro. “Uff, ne ho abbastanza di parlare del matrimonio”. Si accoccolò fra le braccia del suo uomo, avvicinando il proprio viso al suo e giocando con il suo orecchio “ Ti viene in mente qualche altra… attività alla quale potrebbero dedicarsi due fidanzati per passare il tempo?”
Lui ghignò e la coinvolse in un bacio molto poco casto “Mi conosci, Swan, sono un uomo pieno di idee” le sussurrò poi sulle labbra, prima di sentirla ridere e avventurarsi a baciarle il collo.

 

Il giorno dell’evento l’intera Storybrooke attendeva per le strade che la sposa e il suo seguito facessero la loro processione lungo  la via che portava alla chiesa. La felicità della gente era palpabile, tutti erano accorsi ad acclamare la loro salvatrice.

David camminava lentamente e con ritmo cadenzato, scortando Emma, che era letteralmente attaccata al suo braccio. Mary Margaret camminava dall’altro lato della figlia, facendo fuori un pacchetto di fazzoletti dopo l’altro e singhiozzando di gioia ad ogni passo. Emma sorrideva, ma raramente si concedeva di alzare lo sguardo dal pavimento di fronte a sè. Era davvero tutto… troppo per lei. Salutava e ringraziava tutti con gentilezza, certo, ma tutto quello che voleva davvero era arrivare sana e salva e il più in fretta possibile fra le braccia del suo sposo.

 

Finalmente arrivarono alla chiesa: l’atrio era interamente addobbato per l’occasione, e all’interno la aspettavano i testimoni dello sposo e i nani, tutti impettiti e sull’attenti a formare una specie di semicerchio con le loro balestre e asce. Emma non poté che sogghignare a tale dimostrazione di disciplina.

Appena dentro, in fondo alla chiesa, c’era Robin, con Regina al suo braccio. Al suo passaggio, l’arciere si chinò verso di le e le fece l’occhiolino, Regina addirittura si staccò da lui per baciarle la guancia.
“Goditi il tuo lieto fine” le disse.
Emma sorrise e annuì velocemente, dopo di che la sposa, suo padre e sua madre fecero il loro ingresso ufficiale e cominciarono il cammino lungo la navata. Il chiacchiericcio che fino ad un minuto prima riempiva la chiesa si spense di colpo, ma nonostante il silenzio assordante era evidente che la chiesa fosse piena. Mentre camminava, Emma riconobbe la maggior parte delle persone presenti: il Dr Whale seduto vicino a Ruby e Granny, Marco con il piccolo August, e molti altri residenti di Storybrooke che avevano ritenuto fosse giusto intervenire all’evento, se non altro come segno di gratitudine verso la Salvatrice. Ovviamente nelle prime file vide Henry, che le rivolse un sorriso radioso, seduto vicino a suo nonno, Mr Gold, e Belle, che si stava asciugando le lacrime di commozione.

 Dai, si ritrovò a pensare Emma, magari non era così male tutto questo!

 La sposa continuava a mettere un piede davanti all’altro, ma la navata sembrava non finire mai.
Forse perché all’agitazione si aggiungeva il fatto che riusciva a mala pena respirare nel corsetto del suo vestito principesco, e a parer suo vi erano fin troppe cianfrusaglie luccicanti attaccate che tintinnavano ad ogni suo passo.

 Ok, magari no.

 Lanciò uno sguardo ai suoi genitori: sua madre era felice, suo padre non smise un attimo di sussurrarle che era bellissima, come una vera principessa, e lei finì quasi per crederci; al suo passaggio poteva infatti sentire i sospiri e i mormorii ammirati degli astanti.

 

E finalmente, alla fine di tutto, c’era Killian.
L’aveva notato nel momento esatto in cui aveva messo piede sul tappeto rosso della navata: i suoi profondi occhi blu, lucidi d’amore, non l’avevano mai lasciata. Si sentì come stordita dal realizzare una piccola, semplice formalità: finalmente si sarebbero appartenuti l’un l’altra, ufficialmente.

Arrivati a pochi passi dallo sposo, suo padre le lasciò un tenero bacio sulla guancia e, come da tradizione, pose la mano della figlia su quella di Killian. Lui, dal canto suo, non fu meno formale: fece un piccolo inchino a ciascuno dei suoi genitori, come un muto ringraziamento, prima di prendere la sua sposa sotto braccio e far girare entrambi verso l’altare, dove Archie presiedeva la cerimonia.
Killian fece l’occhiolino all’improvvisato prete, e lui annuì di rimando, con un sorrisetto: a Emma non sfuggì questo scambio di intesa, ma sinceramente non riusciva a capirne il motivo, presa dalla magia del momento. 

Improvvisamente sentì  Killian darle un leggero strattone, che la scosse dai suoi pensieri. Ok, pensò lei rivolgendogli un’occhiata interrogativa, questo non c’era nelle prove.
Lui si limitò a sorriderle, quel sorriso che l’aveva fatta innamorare più a più volte, e lei si accigliò leggermente  quando lui la prese, un braccio attorno alla sua vita e l’altro sulla sua mano e, voltatosi, cominciò a condurla a passi veloci dalla parte opposta all’altare.

Fine Capitolo 2

ps: le recensioni fanno sempre piacere, anche piccine picciò ^^

  
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