Cap.
2- “Questo
non c’era nelle prove!”
Il
tempo passò più veloce del
previsto. Emma non aveva avuto molta voce in capitolo riguardo ai piani
per il
suo matrimonio, sua madre aveva insistito per occuparsi di tutto. Dal
canto
suo, Emma pensava che l’intera faccenda fosse ridicola:
insomma, così tanto
lavoro per un giorno solo? Evidentemente sua madre non condivideva
affatto questo
pensiero, perché trottava avanti e indietro in uno stato di
perenne eccitazione,
assicurandosi che per il giorno del matrimonio ogni cosa fosse
perfetta.
“Cioè,
ha passato due ore
parlando solo delle rose!” sbottò esasperata Emma
ad un divertito Killian, un
pomeriggio mentre poltrivano entrambi sul divano del salotto
“Ed ha invitato
l’intera città! Non sto scherzando,
purtroppo.”
Killian rise di cuore,
accarezzandole la schiena in un tentativo di conforto. Dopotutto, anche
a lui
tutte questa faccenda del matrimonio principesco sembrava una pazzia,
ma per la
sua Swan, questo ed altro!
“Per
di più, il vestito è,
beh bellissimo, ma… enorme! Potresti infilarci
più di una persona all’interno!”
Killian, girandosi verso di
lei e scoccandole un’ occhiata divertita, replicò
con un ghigno “Io non ho
nulla in contrario, Swan, almeno finchè l’unico
che ha il permesso di entrarci
con te sono io, tesoro”.
Lei rise, alzando gli occhi
al cielo. Anche se si stavano avvicinando al grande passo, sarebbe
sempre
rimasto il solito vecchio Uncino.
Ma lei aveva imparato a stare
al suo gioco. “Non
c’è problema, pirata”
disse infatti
in tono seducente, facendo salire pian piano la mano lungo la sua
gamba, e
compiacendosi del la scintilla che subito si accese negli occhi di lui.
Sempre
ridendo, Emma si
appoggiò allo schienale divano e sospirò
“Sono solo preoccupata che a mia madre
possa venire un infarto da un momento all’altro. Non mi piace
vederla così
stressata”
Killian si posizionò meglio,
alzando la schiena dal divano per guardarla negli occhi, e sorrise
“A lei va di
farlo, lasciala divertire, tesoro”
“Lo so, lo so, ma a volte
penso che avrei dovuto seguire il mio primo istinto. Una cerimonia
semplice per
pochi intimi: noi, Henry, i
miei
genitori. Avremmo pronunciato i voti in una piccola stanza illuminata
da
candele, non in una chiesa grande come uno stadio. Avrei indossato un
vestito
semplice, classico ma moderno, uno per il quale non sia necessario un
intero
esercito per farmelo indossare”
Spiazzato da quello slancio
di sincerità, Killian la guardò serio
“Emma, ma… sei sicura di tutto questo?
L’organizzazione
del nostro matrimonio, intendo. E’ davvero quello che
vuoi?”
“Certo, ma è principalmente
per mamma e papà. A me non importa più di tanto.
Mi conosci, sono un tipo
pratico, non ho bisogno di una cerimonia in pompa magna, ma se li fa
felici,
perché no? Non hanno avuto l’occasione di fare
molte cose per me, almeno questo
posso lasciarglielo fare.”
Lui prese la sua mano fra le
sue e la baciò “Hai davvero un cuore
d’oro, amore” sorrise “Tuttavia, io non
voglio che tu rinunci a qualcosa che avresti desiderato fare, tesoro.
Se quello
che mi hai appena descritto è il tuo matrimonio ideale,
allora è così che voglio
che io e te ci sposiamo.”
Lei scosse la testa, pur
commossa da quelle parole “non varrebbe la pena di dare un
dolore ai miei
genitori.”
“Pensi che vederti sposata
secondo i tuoi desideri li ferirebbe?”
Non rispose.
“Emma, sei davvero felice di
sposarti assecondando i desideri di tua madre? E lei è a
conoscenza che i suoi
desideri non coincidono con i tuoi?”
“Sì,
io sono felice. Mamma è
felice. Va tutto benissimo.” Disse con un grande sospiro.
“Uff, ne ho
abbastanza di parlare del matrimonio”. Si
accoccolò fra le braccia del suo uomo,
avvicinando il proprio viso al suo e giocando con il suo orecchio
“ Ti viene in
mente qualche altra… attività
alla
quale potrebbero dedicarsi due fidanzati per passare il
tempo?”
Lui ghignò e la coinvolse in
un bacio molto poco casto
“Mi conosci,
Swan, sono un uomo pieno di idee” le sussurrò poi
sulle labbra, prima di
sentirla ridere e avventurarsi a baciarle il collo.
Il
giorno dell’evento l’intera
Storybrooke attendeva per le strade che la sposa e il suo seguito
facessero la
loro processione lungo la
via che
portava alla chiesa. La felicità della gente era palpabile,
tutti erano accorsi
ad acclamare la loro salvatrice.
David
camminava lentamente e
con ritmo cadenzato, scortando Emma, che era letteralmente attaccata al
suo
braccio. Mary Margaret camminava dall’altro lato della
figlia, facendo fuori un
pacchetto di fazzoletti dopo l’altro e singhiozzando di gioia
ad ogni passo.
Emma sorrideva, ma raramente si concedeva di alzare lo sguardo dal
pavimento di
fronte a sè. Era davvero tutto… troppo per lei.
Salutava e ringraziava tutti
con gentilezza, certo, ma tutto quello che voleva davvero era arrivare
sana e
salva e il più in fretta possibile fra le braccia del suo
sposo.
Finalmente
arrivarono alla
chiesa: l’atrio era interamente addobbato per
l’occasione, e all’interno la
aspettavano i testimoni dello sposo e i nani, tutti impettiti e
sull’attenti a
formare una specie di semicerchio con le loro balestre e asce. Emma non
poté
che sogghignare a tale dimostrazione di disciplina.
Appena
dentro, in fondo alla
chiesa, c’era Robin, con Regina al suo braccio. Al suo
passaggio, l’arciere si
chinò verso di le e le fece l’occhiolino, Regina
addirittura si staccò da lui
per baciarle la guancia.
“Goditi il tuo lieto fine” le
disse.
Emma sorrise e annuì
velocemente, dopo di che la sposa, suo padre e sua madre fecero il loro
ingresso ufficiale e cominciarono il cammino lungo la navata. Il
chiacchiericcio che fino ad un minuto prima riempiva la chiesa si
spense di
colpo, ma nonostante il silenzio assordante era evidente che la chiesa
fosse
piena. Mentre camminava, Emma riconobbe la maggior parte delle persone
presenti: il Dr Whale seduto vicino a Ruby e Granny, Marco con il
piccolo
August, e molti altri residenti di Storybrooke che avevano ritenuto
fosse
giusto intervenire all’evento, se non altro come segno di
gratitudine verso la
Salvatrice. Ovviamente nelle prime file vide Henry, che le rivolse un
sorriso
radioso, seduto vicino a suo nonno, Mr Gold, e Belle, che si stava
asciugando
le lacrime di commozione.
Forse perché all’agitazione
si aggiungeva il fatto che riusciva a mala pena respirare nel corsetto
del suo
vestito principesco, e a parer suo vi erano fin troppe cianfrusaglie
luccicanti
attaccate che tintinnavano ad ogni suo passo.
E
finalmente, alla fine di tutto,
c’era Killian.
L’aveva notato nel momento
esatto in cui aveva messo piede sul tappeto rosso della navata: i suoi
profondi
occhi blu, lucidi d’amore, non l’avevano mai
lasciata. Si sentì come stordita
dal realizzare una piccola, semplice formalità: finalmente
si sarebbero
appartenuti l’un l’altra, ufficialmente.
Arrivati
a pochi passi dallo
sposo, suo padre le lasciò un tenero bacio sulla guancia e,
come da tradizione,
pose la mano della figlia su quella di Killian. Lui, dal canto suo, non
fu meno
formale: fece un piccolo inchino a ciascuno dei suoi genitori, come un
muto
ringraziamento, prima di prendere la sua sposa sotto braccio e far
girare entrambi
verso l’altare, dove Archie presiedeva la cerimonia.
Killian fece l’occhiolino all’improvvisato
prete, e lui annuì di rimando, con un sorrisetto: a Emma non
sfuggì questo
scambio di intesa, ma sinceramente non riusciva a capirne il motivo,
presa
dalla magia del momento.
Lui si limitò a sorriderle,
quel sorriso che l’aveva fatta innamorare più a
più volte, e lei si accigliò
leggermente quando
lui la prese, un
braccio attorno alla sua vita e l’altro sulla sua mano e,
voltatosi, cominciò a
condurla a passi veloci dalla parte opposta all’altare.
Fine Capitolo 2
ps: le recensioni fanno sempre piacere, anche piccine picciò ^^