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Autore: gatta1290    14/08/2014    1 recensioni
una ragazza che vive una vita isolata nella classe del liceo che frequenta. un giorno però accade una cosa imprevista, entra un nuovo alunno nella classe e questo tende ad isolarsi. lei cercherà di fare amicizia con lui e scoprirà una cosa imprevedibile... -Capitolo 7 modificato-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finirono le lezioni.
Thomas mi chiese di passare il pomeriggio a casa sua, anche se credo che in realtà avesse in mente altri programmi.
Infatti non andammo a casa sua, ma in ospedale da Giusy.
“volevo provare una cosa.. forse riesco a tirarla fuori” – disse mentre facevamo le scale.
Arrivammo nella stanza.
mi misi vicino alla finestra così potevo sorvegliare bene la porta.
Lui gli prese la mano, chiuse gli occhi e si concentrò, fino a che cadde a peso morto sulla sedia che si era preparato.

Ero di nuovo qui dentro, ma stavolta le cose sembravano diverse.
Le porte erano aumentate. Ok mi serviva il mio istinto per capire dove fosse.
Camminai non so quanto dentro la sua anima, ma ogni passo che facevo sentivo qualcosa che mi seguiva.
Mi trovai davanti a una parete.
“di qui nessuno passa, e se passa deve pagare pegno”
“lo sai chi hai di fronte. Sono tornato”
“ah si. quel demone che vuole fare il capo. Che delusione. Poi per cosa? Per un’anima che lui ha gentilmente offerto alle tenebre per condirla per bene”
“ti conviene ascoltarmi, o le conseguenze saranno terribili”
“noi siamo stufi di voi, demoni. Ci usate solo per condirvi le anime e poi nemmeno un grazie!”
“nessuno dei miei fratelli credo siano così gentili”
“ora è giunto il momento che anche noi ci prendiamo qualcosa”
“lascia stare quell’anima! È mia”
“ha ha e allora vai a prenderla demone..”
Mi si aprì un varco davanti a me, che stesse prendendomi in giro?
Provai ad andare dentro e la trovai.
“Giusy. Giusy”
“ancora tu? Lasciami stare!”
“sono venuto per salvarti”
“e perché? Sto bene qui”
“le tenebre ti hanno fatto il lavaggio del cervello..”
“oppure non stai parlando con la persona che credi” – disse una voce dall’oltretomba
“maledetti..”
“sei simpatico demone. Forse te la potremmo dare, o forse no!”
Presi e me ne andai in cerca.
Odiavo essere preso in giro.
Dopo un po’ la ritrovai.
Era stesa a terra.
“la stiamo ripulendo. Fra poco non esisterà più”
“prima dovrai passare sulla mia anima”
D’un tratto l’alone nero mi circondò, presi i tratti della mia vera forma.
Occhi scarlatti, denti appuntiti, corna che spuntavano dai cappelli e un vestito nero che gli contornava la figura.
“dovrai passare sulla mia anima, quella del demone Lazaros!”
Avanzai.
“io ti ho evocato, e posso rimandarti”
Apparse un cerchio sotto i miei piedi, per poi formarsi dentro una stella. Al centro il mio simbolo, una luna rovesciata.
“ma prima.. facciamo tornare i ricordi”
“non lo farai?” – dissero spaventate
“si”
Allungai la mano verso il corpo di Giusy.
“lo sai vero che è contro ogni principio?”
“penso che sia l’unico modo per farti fare il bravo animale. Tu ne hai altri?”
“fai una cosa contro senso! Le sai le conseguenze?”
“le conosco. A meno che tu non mi dia di spontanea volontà i suoi ricordi..”
“questo no!”
“bene. Allora dopo questo sparirai e farai rapporto”
“no. Va bene faccio quello che vuoi”
Dopo aver detto questo spuntò una fiamma bianca che volò nel suo corpo originale.
“ti odio demone. Adesso con i suoi ricordi positivi per me sarà uno strazio!”
“era questo il piano..”
La fiamma bianca rientrò nel corpo e sprigionò tutti i ricordi.
Piano piano che prendeva coscienza le tenebre urlavano. Per loro era difficile sopportare una cosa del genere.
“se non vuoi farti troppo del male rientra nel tuo creatore. Sarà meglio per te”
Le tenebre non se lo fecero dire due volte, entrarono come nebbia nel mio corpo, dando poi fine alla mia forma originale insieme al mio simbolo.
Giusy si svegliò e gli andai vicino.
“è tutto finito. Sei libera. Ora svegliati”
Ripresi conoscenza.

Giusy finalmente aprì gli occhi, i dottori non credevano a quello che stava succedendo.
Si era svegliata da quel coma.
I medici chiamarono i suoi genitori. Io provai a chiamare mio padre ma fù lui più veloce.
Mi disse di tornare a casa subito perché aveva bisogno di parlarmi.
  
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