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Autore: xitsgabs    14/08/2014    0 recensioni
{Quarta classificata al Contest: "Arsenico e altri rimedi" indetto da Liberty_Fede}
#01. Bellatrix odiava le nuove nascite nella famiglia Black. Non perché odiava già al principio i suoi cugini o le sue sorelle, ma perché la famiglia era così assurdamente fissata con il dare feste in onore del nascituro.
#02. Lei fissò lo sguardo di lui: la pelle pallida e i capelli neri, lo stesso colore dei suoi occhi, che però risultavano luminosi. Uno spiraglio di speranza che, in quel momento, era la benvenuta nel suo cuore.
#03. Sirius. Il suo Sirius, in Grifondoro. Il cugino amato, che Bellatrix aveva cresciuto con tanto amore, era stato smistato nella Casa composta da sole fecce.
#04. L’animale prese le sue sembianze umane. Sirius, gli occhi ancora luminosi e neri come ricordava, il viso sciupato dai dodici anni ad Azkaban. La bellezza mai persa.
#05. «Combatterai con me?» domandò la donna. In quel momento si trovava fra le braccia dell’innamorato che, assorto fra i suoi pensieri, perse qualche secondo a fare mente locale e capire cosa avesse chiesto lei.
#06. «Non devi farlo, Bella.» disse Sirius, la voce tranquilla e confortevole.

●RaccoltaFlashfics!Sirius/Bellatrix.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Bellatrix Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Per il tuo bene

Non era stato così difficile attirare il Bambino-Che-È-Sopravvissuto nel luogo dove si sarebbe tenuta la prima battaglia – forse anche l’unica, se Voldemort fosse riuscito nel suo intento. I Mangiamorte si erano aspettati di vedere solo il trio formato da Potter e dai suoi due amici per la pelle, invece si trovarono anche altri nuovi aggiunti nella combriccola, cosa che però non aveva causato il minimo scalpore.

Poi era entrato Sirius nella stanza, seguito dagli altri membri dell’Ordine della Fenice, e il cuore di Bellatrix perse un battito.

Era lì, a combattere. Ma a favore di chi? Dopo la loro ultima conversazione, non si erano più incrociati, eppure entrambi speravano di ritrovarsi a combattere dalla stessa parte. Sirius sperava nella bontà di Bellatrix, Bellatrix sperava nella crudeltà di Sirius. E invece, lei si scagliò contro Harry Potter. Come ovvio doveva essere, Sirius corse verso il figlioccio, facendogli da scudo umano e combattendo, al suo posto, contro la donna.

Era tutta una battaglia fatti di attacchi, contrattacchi, ripari. Nessuno dei due aveva ancora la meglio, erano in pura parità, prima che Bellatrix lanciasse un “Expelliarmus”. Sirius si ritrovò, quindi, senza la sua bacchetta. Quella della donna era puntata contro di lui che incatenò i suoi occhi a quelli di lei, tentando di trovare un impercettibile spettro dell’amore che avevano condiviso.

«Non devi farlo, Bella.» disse Sirius, la voce tranquilla e confortevole. Si avvicinava, a piccoli passi, alla figura della donna che amava con tutto se stesso, che teneva stretta la bacchetta fra le dita, puntata verso di lui.

Invece, Bellatrix, non si fece abbindolare dal calore incoraggiante degli occhi dell’uomo e mantenne lo sguardo, freddo e impassibile, sulla sua figura.

Scosse leggermente la testa, la tristezza nelle sue iridi scure in quel buio. La battaglia continuava attorno a loro, eppure tutte quelle grida di combattimento non giungevano alle orecchie di quelli che, una volta, furono due amanti. Solo l’urlo di Harry riuscì a disincantare Sirius, che volse lo sguardo verso di lui. Era preoccupato. Preoccupato per quella feccia, quell’essere indegno.

Bellatrix represse l’istinto di piangere, mentre muoveva la bacchetta. «Eri un uomo così nobile, tempo fa. Hai mandato tutto in rovina, per queste fecce! Non posso vederti così, Sirius. È per il tuo bene.» disse, il tono di scuse. La sua determinazione da guerriera tornò mentre scagliava l’Anatema Che Uccide proprio verso il petto dell’uomo.

Sorrise, cosciente di aver fatto la cosa giusta. L’aveva fatto per lui, in onore di ciò che un tempo era. Per il suo bene, ma Sirius non avrebbe mai capito. E rise.

 

Mentre cadeva nel vuoto, due suoni terribili raggiunsero le orecchie di Sirius Black. L’urlo disperato di quello che, per lui, era come un figlio, Harry, e il suono della risata della donna che più aveva amato in tutta la sua vita.

Perché sì, Bellatrix rideva. La risata folle contenente lo spettro di una bambina pura che mai più sarebbe tornata indietro; una risata che aveva, a suo tempo, amato e che adesso odiava come mai aveva fatto.

Ho sprecato tutta la mia breve vita ad amare la tua risata, Bellatrix. Sirius si aggrappò a quel suo ultimo pensiero, mentre il suo cuore cessava di battere sia per Bellatrix che per la vita.

  
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