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Autore: Miakuzz    15/08/2014    2 recensioni
"Perché mi hai marchiata con il tuo odore?"
Sul suo volto comparve il solito sorrisetto candido ma nei suoi occhi potei leggere per un attimo sorpresa, come se non si aspettasse quella domanda.
"Dovresti ringraziarmi, tu sei nuova in questa cittadina e gli altri gruppi avrebbero potuto prenderti di mira. Con il mio odore addosso gli altri ci penseranno due volte prima di aggredirti"
Rimasi un attimo delusa da quelle parole, chissà io cosa mi aspettavo, magari che fosse interessato a me? Quanto sei stupida Faith.
"Ah allora grazie"
"Figurati piccoletta " Mi disse lui prima di scompigliarmi i capelli per poi tornarsene nel suo branco.
Rimasi per alcuni minuti lì a guardarlo ridere e scherzare quando venni raggiunta da Adrian.
"Gliel'hai chiesto?"
Mi domando circondandomi da dietro con le braccia e cullandomi dolcemente.
"Si, in poche parole l'ha fatto perché gli facevo pena non c'è altro sotto"
Mi girai e lo abbracciai affondando il volto sul suo petto, avevo bisogno di sentirmi protetta.
"Sei sicura che non ci sia niente sotto?-Mi sussurrò all'orecchio- No perché dal modo in cui ci sta guardando viene da credere il contrario"
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel pomeriggio ero intenta a leggere un libro in veranda comodamente seduta sul nuovo dondolo color crema  cullata solo dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. Dopo quello che era accaduto ieri l'idea di tornare in centro mi spaventava, non perchè fossi intimorita da quella testa di cazzo castana, sia mai, avevo solo paura di non riuscire a controllarmi e passare per l'omicida di turno , perchè ero sicura che se Adrian non mi avesse bloccato a quest'ora quello lì giaceva in una bara.
Adrian era passato quella mattina per invitarmi a fare un giro ma io avevo rifiutato chiudendogli letteralmente la porta in faccia,avevo paura, paura che mi guardasse di nuovo negli occhi facendomi cambiare idea come era accaduto ieri o che i miei genitori potessero di nuovo comportassi in quel modo strano; ero fermamente decisa  che non gli avrei più parlato fin che non ne avrei capito di più sul suo conto.  La testa mi girava per tutti quei pensieri che mi impedivano persino di leggere una riga del libro ma la voce squillante di mia madre mi ridestò dalle mie riflessioni.
"Fay tesoro devi farmi un favore, vieni subito qui."
Dal tono si capiva che non ammetteva repliche; sbuffai infastidita, posizionai il segna libro, e la raggiunsi in cucina a passo lento. Quando mi trovai nel campo visivo di mia madre questa mi consegnò dei fogli compilati per poi tornarsene ai fornelli.
"Cosa dovrei farci con questi?" Chiesi cercando spiegazioni.
"Sono i fogli d'iscrizione per la Rondley School, ho bisogno che tu li consegni altrimenti dopodomani non potrai andare a scuola."
Non è che ci tenessi tanto ad andare a scuola,soprattutto in questa strana città, ma ormai ero all'ultimo anno tanto valeva togliersi anche quel peso,  l'idea di tornare però in centro solo per consegnare dei fogli non era molto allettante.
"Perchè proprio io!" Sbuffai nuovamente come una bambina capricciosa.
" Fay non fare storie. Papà è andato a sistemare lo studio e io sto preparando una torta quindi datti una mossa, anche perchè la segreteria dovrebbe chiudere tra quaranta minuti." Fece lei guardando l'orologio.
Mio padre era un pediatra e aveva deciso di aprire uno studio qui a Rondley e questo era uno dei motivi del nostro trasferimento, gli altri, beh avevamo bisogno di cambiare aria, io più di tutti.
"Allora ti decidi ad andare o vuoi rimanere qui imbambolata?" Mi ridestai dai ricordi che si stavano facendo strada nella mia mente e mi decisi a muovermi.
"Ma pure tu non potevi avvertirmi prima- le urlai mentre mi cambiavo velocemente- in quaranta minuti neanche ci arrivo in centro e poi dove sta la Rondley School?"
"Chiedi ad Adrian." Il tono di mia madre divenne più dolce e sul suo volto si dipinse  un sorriso ebete mentre pensava sicuramente a quel biondino.
"No, mi arrangio." E detto ciò uscii di casa.
Aspettai per una decina di minuti l'autobus e quando questo arrivò chiesi indicazioni all'autista su dove si trovasse la scuola scoprendo che questa si trovava al capolinea; sbuffando mi sedetti all'ultimo posto e mi portai le cuffie all'orecchie sperando solo che il viaggio che mi attendeva fosse breve e senza brutti incontri.


La Rondley School era un edificio enorme di un bel rosso acceso, con uno spazioso cortile alberato. Percorsi la poca strada che mi separava dalla fermata alla scuola per poi addentrarmi in quell'enorme edificio dal numero infinito di corridoi alla ricerca della segreteria che riuscii a trovare poco dopo, fortunatamente.
"Desidera?" Mi chiese la vecchia che stazionava dietro al bancone; aveva lunghi capelli bianci tenuti indietro da una crocchia, il volto rugoso e indossava degli occhiali dalle piccole lenti.
"Sono venuta qui per consegnare i fogli d'ammissione" Risposi atona mentre la segretaria mi guardava con un sopracciglio alzato.
" Le schede di ammissione sono state consegnate mesi fa" Disse con fare saccente.
" Beh io mi sono appena trasferita e.."
"Aspetta, tu sei Faith Wilson?" Annuii sbrigativa, in quel momento volevo solo tornarmene a casa.
"Mi avevano avvertito della tua iscrizione in ritardo" Disse afferrando i fogli e dandogli una veloce occhiata per poi congedarmi con un gesto della mano. 
Non aspettai altro e senza tante cerimonie girai i tacchi per addentrarmi nuovamente in quell'intricato labirinto. Se c' era una cosa che odiavo di me quella era sicuramente il mio scarso senso dell'orientamento: era da un quarto d'ora che camminavo in tondo ritrovandomi sempre nello stesso punto, in più mancava poco alle sei e se non mi sbrigavo la segretaria mi avrebbe chiuso dentro. Il panico si faceva strada in me mentre correvo a destra e a  sinistra come un animale in gabbia sempre più convita che avrei passato la notte lì quando addentratami nell'ennesimo corridoio notai una figura appoggiata agli armadietti. Da quello che riuscivo a vedere, essendo la figura in ombra, si doveva trattare di un ragazzo su per giù della mia età poco più alto di me che ,a giudicare dal suo volto inchiodato al pavimento, non aveva ancora notato la mia presenza. Qualcosa dentro mi diceva di non avvicinarmi ma la mia testa continuava a ripetere fatti accompagnare all'entrata e tornatene a casa! Decisi allora  di seguire la mia testa e mi avvicinai rimanendo però vigile, pronta a scappare in caso di pericolo.
Più mi avvicinavo e più particolari potevo notare in lui: la pelle era bianca, più che bianca sembrava quasi trasparente e ciò metteva ancor più in risalto il giaccheto di pelle e i jeans neri,  capelli scuri e lunghi gli coprivano il volto.
"Hey scusa mi potresti ind.." Non riuscii a finire la frase poiche rimasi troppo colpita dai suoi occhi viola, il volto tanto trasparente da metterli in risalto come due pietre preziose.
Lasciai che il mio volto vagasse sul suo corpo perfetto fino ad essere attirato da un pugnale conficcato appena sotto lo sterno, a quella visione indietreggiai bocchieggiando, aveva un pugnale conficcato nel corpo eppure non sanguinava e non sembrava neanche farci caso, chi era quel tizio o meglio cos'era?
Il ragazzo mi guardò  con una faccia sorpresa poi su suo volto si dipinse un ghigno e una potente forza, come una violenta raffica di vento, mi scaraventò di schiena contro gli armadietti tenendomi stretta senza lasciarmi possibiltà di movimento  mentre il suo volto si faceva più vicino, sempre più vicino poi... il buio.
Non era buio come quello che crea la notte o quello che si trova in una stanza con la luce spenta, era un buio nero come la pece che non  mi permetteva di vedere niente, mi sentivo incorporea come se io facessi parte di quel buio e non avessi un corpo , mi sentive  come se la mia mente si fosse spenta lasciando però accesa la coscenza che qualcosa stava succedendo; tutto ciò durò un attimo, un batter di ciglia, e quando potei nuovamente sentire il peso del mio corpo e vedere la luce mi accorsi di non trovarmi più a scuola: davanti a me c'era una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro che sanguinava dal naso, gli occhi azzurri fissi su di me come a volermi incenerire.
Che cosa avevo fatto per essere guardata in quel modo?
Solo allora notai di avere la mano alzata a pugno sporca di sangue e che ero stata accerchiata da un gruppo consistente di ragazze dagli abiti attillati e scuri che mi fissavano minacciose. Non sapevo come ero finita lì ne perchè avessi attaccato quella ragazza che neanche conoscevo il mio unico pensiero era "corri" , peccato quelle ragazze non sembrava volessero accontentarmi.
"Come hai osato infangare il nome della nostra gilda e picchiarne un componente."
La ragazza che aveva parlato era molto più alta di me, la pelle chiara, i capelli biondi che le ricadevano liberi sulle spalle, gli occhi azzurri puntati su di me appesantiti da chili di trucco.
"I-io non so d-di cosa tu sti-stia parlando" Risposi balbettando; non ero il tipo che si faceva mettere i piedi in testa ma qualcosa mi metteva in guardia, mi urlava di scappare. La ragazza rise.
"Speri di cavartela così? Beh mi dispiace ma ora te la vedrai con me"
Mi sorrise perfida poi alzò una mano davanti a sè e qualcosa si strinse attorno alla mia gola strozzandomi, continuavo a toccarmi il collo cercando di liberarmi ma qualunque cosa mi stringesse  era invisibile e incorporea. La ragazza cominciò a sollevare la mano e come se la stretta reagisse a quel gesto mi sollevò per aria rendendomi ancora più difficile respirare.
"Forza Abby falla fuori e basta" Intervenne quella che dalla voce sembrava una ragazzina.
"Zitta Kelly fammi divertire" E detto ciò quella che doveva essere Abby chiuse la mano a pugno e lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, a quel gesto qualcosa colpì il mio petto con la stessa forza di un incudine lasciandomi senza fiato, l'impatto fu così violento che venni scaraventata per aria. 
Chiusi gli occhi spaventata prima di atterrare in quello che a primo impatto mi sembrava un albero:  le foglie mi solleticavano la pelle mentre i rami invece la graffiavavano e si impigliavano nei miei vestiti strappandoli;muovevo le mani intorno a me cercando di aggrapparmi a  qualunque cosa per evitare di cadere e rompermi le ossa riuscendo all'ultimo secondo ad aggraparmi a un ramo abbastanza robusto, non riuscii però a definirmi salva poichè  una qualcosa mi afferrò per il colletto della maglietta spingendomi con forza per terra provocandomi un urlo di dolore. Ogni centimetro della mia pelle pulsava, bruciava  come fuoco ma il mio istinto, forse quello di sopravvivenza, mi diceva di alzarmi prima che quelle ragazze mi raggiungessero purtroppo non fui abbastanza svelta: Abby mi raggiunse e con un movimento della mano mi ritrovai in ginocchio davanti a lei.
" La prossima volta prima di insultare un gilda pensaci due volte"
Mi sussurrò in un orecchio prima che un forte mal di testa mi facesse stramazzare al suolo e urlare di dolore:non si trattava di una violenta emicrania o cose del genere era come se il mio cervello si stesse spaccando in più pezzi. Lacrime mi bagnavano il viso mischiandosi  con il sangue che mi colava dal naso e dalla bocca e con  la terra umida mentre il mio corpo si muoveva convulsamente cercando in qualche modo di evitare quella sorte.
"Abby falla finita, se la uccidi con i tuoi poteri le 12 streghe ti puniranno."
A quelle parole il dolore scomparve lasciandomi cadere al suolo mentre il mio corpo continuava ad avere degli spasmi.
"Hai ragione Miriam- Disse Abby,ma dal suo tono capii che non era ancora finita - La sua sarà una morte accidentale."
E detto ciò mi afferrò per i capelli trascinandomi non so dove. Non riuscivo ad opporre resistenza, per quanto il mio istinto mi urlasse di farlo io non riuscivo a muovermi, ero stremata.
"Divertiti nel regno dei morti."
Quelle furono l'ultime parole che riuscii a sentire prima che il mio corpo cominciasse a ruzzolare; non riuscivo a distinguere dove mi trovassi sapevo solo di star rotolando, vedevo azzurro, poi verde, poi marrone ma più di questo non riuscivo ad identificare niente, sentivo la terra appiccicarsi al mio volto e coprire le mie ferite, sentivo i sassolini penetrarmi nella pelle, poi il vuoto.
L'aria mi entrava prepotentemente nei vestiti, mi fischiava nelle orecchie, animava i miei capelli che mi colpivano come fruste il volto, solo allora capii che stavo precipitando  e il mio unico pensiero era: sarebbe meglio guardare la terra avvicinarsi o il cielo allontanarsi.
Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quel senso di vuoto nello stomaco, non riuscivo a pensare a niente di concreto, eppure dicono che quando stai per morire dovresti essere invasa dai ricordi della tua vita, dovresti provare angoscia perchè non vorresti abbandonare tutti quelli che ami,  io in quel momento speravo solo di non provare dolore. Delle braccia forti mi strinsero e un forte odore di cannella invase le mie narici; non stavo più precipitando qualcuno mi stava portando via di lì, mi stava salvando. Aprii le palpebre alzando il volto ed incontrai gli occhi verde acqua di Adrian.
"Tu...cosa...io.."
"Riposati Fay, è tutto finito"  Mi sussurrò dolcemente; a quelle parole le mie palpebre divennero pesanti e l'ultima cosa che vidi furono delle grosse ali bianche.
  
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