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Autore: Beatrix Bonnie    15/08/2014    1 recensioni
-Seguito de L'orologio d'oro-
I tempi spensierati sono finiti: con il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato, Mairead, Edmund e Laughlin, insieme ai loro amici del FIE, dovranno affrontare il crescente clima di razzismo dell'Irlanda magica, tra ansie per gli esami finali, nuovi caos a scuola e un Presidente della Magia che conquista sempre più potere. Per Edmund non sarà un'impresa facile, soprattutto visto che il ragazzo sarà anche impegnato nella ricerca di un leggendario manufatto magico di grande potenza, che potrà salvarlo dalla maledizione impostagli da Sigmund McFarren. Ma dove lo porterà la sua ricerca? E questo oggetto esiste davvero o sono solo farneticazioni di un vecchio?
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 6
Donne di potere






Edmund afferrò accigliato l'orario di Mairead e lo confrontò con il suo. «Perché cavolo io ho lezione a qualsiasi ora del giorno e della notte e tu nei hai così poche?» domandò con uno sbuffo.
Mairead gli lanciò un'occhiata di sbieco, mentre si versava un bicchiere di succo d'arancia. Il lunedì mattina era sempre traumatico, ma una buona colazione aiutava ad affrontare positivamente la giornata. O, almeno, ad affrontarla con lo stomaco pieno.
«Avrai un sacco di tempo in più per preparare la Disputatio!» continuò a brontolare Edmund.
Mairead gli strappò l'orario dalle mani e se lo rimise in borsa. «Non è colpa mia se tu hai scelto nove materie avanzate e io solo sei. E comunque avrò gli allenamenti di Quidditch come capitana, se vuoi fare cambio.»
«No, grazie.» Edmund non ci pensò su nemmeno un secondo: meglio studiare Filosofia della Magia senza interruzione per mesi piuttosto che passare un solo minuto a cavallo di una scopa a pigliarsi Bolidi in faccia.
«Ecco, bravo.» Mairead immaginò che se il suo amico fosse stato capitano, probabilmente li avrebbero battuti anche una squadra di lumache carnivore a cavallo di Scopalinde. «Ho già fissato per questo fine settimana le selezioni» gli rivelò, anche se era certa che non gliene fregasse proprio un tubo.
«Ecco un altro scansafatiche» borbottò infatti Edmund, quando vide Laughlin e Dominique avvicinarsi al loro tavolo. «E tu quante materie hai scelto? Tre?» domandò rivolto al loro amico.
«Sei» rispose Laughlin, sedendosi di fronte a lui.
«Credo che avremo ben altro di cui preoccuparci» intervenne Dominique, prima che Edmund ricominciasse con quella lamentela a proposito delle materie a scelta.
«Perché?» si informò Mairead, mentre la ragazzo prendeva posto di fronte a lei.
Dominique le mise sotto il naso un articolo del Corriere del Mago, cui si era abbonato. «Pare che Donna O'Marsy sia finalmente andata in pensione» spiegò ai suoi amici.
«La vice-capo del Dipartimento dell'Istruzione?» si informò Edmund, che ricordava la strega vecchietta che li aveva interrogati nella P.R.O.B.A.T.I.O. l'anno scorso.
«Proprio lei» asserì Dominique. «E indovinate chi l'ha sostituita?»
Mairead, che nel frattempo aveva dato un'occhiata veloce all'articolo di giornale, sollevò lo sguardo sugli amici, allucinata. «Daireen Cumhacht» annunciò.
«La Cumhacht?» le fece eco Edmund. «Ma non era entrata a far parte dell'EIF?»
Mairead si strinse nelle spalle. «Così girava voce... era sparita dalla circolazione dopo che mio padre l'aveva lasciata.»
«A che gioco sta giocando McPride?» sussurrò Laughlin, scuro in volto. Sembrava un'altra persona, senza quel suo sorrisetto sicuro di sé e l'aria spensierata.
Anche Edmund si incupì. «Non lo so, ma non è nulla di buono.»
Proprio in quel momento, il professor Cumhacht si alzò dal tavolo dei professori per dirigersi verso la sua aula. Al suo passaggio gli studenti, anche quelli del primo anno, abbassavano lo sguardo e si zittivano, forse per via della sua faccia arcigna, forse per il mantello viola che ondeggiava alle spalle, facendolo assomigliare ad un malefico vampiro.
Edmund lo seguì con lo sguardo finché non uscì dalla Sala Mor. «Devo andare da lui» mormorò alla fine, rivolto agli amici.
«Perché?» si allarmò Mairead, temendo che il ragazzo potesse fare qualcosa di stupido e impulsivo. Com'era nella sua natura, d'altronde.
Edmund si concesse un mezzo sorriso. «Perché ho messo Trasfigurazione Avanzata tra le materie a scelta» fu la sua spiegazione. «E il mio affollatissimo orario non mi lascia scampo.»
Afferrando al volo un frutto, si alzò dal tavolo per dirigersi verso l'aula di Trasfigurazione. Si immaginava che il corso non sarebbe stato particolarmente frequentato, ma certo non si aspettava di trovare solo due persone in aula: Iulius McEwan e Sergey Baloski, i dictatores rispettivamente dei Raloi e dei Nagard.
«Ciao, Edmund» lo salutò Iulius, suo compagno di stanza. «Sarà dura copiare durante le verifiche, eh?» fu il suo commento, accennando all'elevatissimo numero di alunni.
«Già...» Edmund si sedette al suo fianco, a finire gli ultimi morsi di mela.
«Non vi consiglio di copiare in nessun caso» tuonò una voce alle loro spalle, che li fece trasalire. Il professor Cumhacht entrò in classe con uno svolazzo del mantello. «Non si mangia nella mia aula.»
Edmund fece scivolare velocemente la mela sul sottobanco, senza farsi ripetere l'osservazione dal docente; non era proprio il caso di mettere alla prova la pazienza di Cumhacht. Sempre ammesso che ne avesse, di pazienza.
Il professore si posizionò dietro la cattedra e prese a squadrarli. «Molto bene.» Fissò lo sguardo su ognuno di loro, come se volesse soppesarli. «Come immagino sappiate, non accetto nessuno nella mia classe di Trasfigurazione Avanzata che non abbia preso almeno S nella P.R.O.B.A.T.I.O. Ma mi pare che abbiate tutti e tre i requisiti necessari.»
Edmund era quasi certo di essere stato l'unico, l'anno precedente, ad aver preso il voto più alto (ME, che stava per mirandum est) nell'esame di Trasfigurazione.
Il professor Cumhacht si alzò dalla cattedra. «Devo però avvertirvi. Se qualcuno di voi è qui perché l'anno scorso, durante la chiacchieratina attitudinale con il proprio direttore, ha scoperto che la mia materia è requisito indispensabile per la carriera che si è scelto, può anche andarsene.»
Nessuno si mosse. Se anche Iulius o Sergey avessero scelto Trasfigurazione per via della loro carriera, non lo diedero a vedere. Quanto a Edmund, l'aveva messa in piano di studi perché, nonostante il professor Cumhacht, restava la sua materia preferita.
«Molto bene» ripeté il professore e, quantomeno, sembrava soddisfatto. «Mettiamo subito in chiaro che in questo corso vi farò sputare sangue.»
Edmund immaginò che Cumhacht si divertisse particolarmente a terrorizzarli. Trasfigurazione era una materia complicata, ma non impossibile.
Il professore si avvicinò di qualche passo ai banchi dove erano seduti. «Ma vi darò un potere che è al di sopra di ogni altro.» Li guardò negli occhi uno per uno. «Quello di rendere voi stessi degli artisti e il mondo la vostra tela.»
Un po' teatrale, pensò Edmund. Però aveva ragione. Il ragazzo osservò la sua bacchetta di abete, appoggiata sul banco, e si immaginò di poter dipingere qualsiasi cosa volesse. Fu in quel momento che realizzò di voler fare la Disputatio in Trasfigurazione. Forse il professor Cumhacht era un po' pieno di sé e certamente molto esigente, ma quella era la sua materia preferita e Edmund sapeva di essere all'altezza del compito richiesto. Voglio fare qualcosa di grandioso, si ripromise e un sorriso spontaneo gli salì sulle labbra.
Lasciò passare tutta la lezione, ma non ascoltò molto, preso com'era dall'agitazione di dover chiedere al professor Cumhacht la sua disponibilità. Continuava a distrarsi, a rimuginare su che tema avrebbe potuto sviluppare e su come il professore avrebbe reagito alla sua richiesta. Arrivò persino a chiedersi se fosse il caso di domandarglielo proprio quel giorno, visto che sua sorella Daireen era appena ricomparsa e si era meritata una promozione improvvisa a Vicedirettrice del Dipartimento dell'Istruzione. Lui lo sapeva che Daireen era sospettata di far parte dell'EIF? E se sì, la appoggiava? Ed era contento che fosse ricomparsa e condivideva la sua nomina?
Ok, ora basta, si disse Edmund, cercando di concentrarsi nuovamente sulla lezione. Alla fine glielo chiedo.
Attese che finisse l'ora e che i suoi due compagni uscissero dall'aula, per accostarsi alla cattedra. «Professore?»
L'uomo alzò a malapena gli occhi dal foglio che stava leggendo. «Sì, McPride?»
«È Burke» replicò in automatico Edmund.
Cumhacht alzò lo sguardo su di lui con aria interrogativa.
«Preferisco Burke, se non le dispiace» spiegò il ragazzo, come se volesse sfidarlo a dire il contrario.
L'uomo fece un cenno del capo. «Come vuoi. Cosa volevi chiedermi?»
Edmund prese un grande respiro. «Volevo sapere se fosse possibile fare la Disputatio con lei, in Trasfigurazione.»
Il professor Cumhacht sorrise, ma non fu proprio un bello spettacolo. «Sono molto selettivo nella scelta degli studenti che possono fare la Disputatio con me» annunciò. «Ma credo che tu abbia le carte in regola per farcela, Edmund.»
Il ragazzo si concesse un respiro, senza essersi nemmeno accorto che aveva trattenuto il fiato. «Grazie, signore.»
«Non sarà una passeggiata, lo sai, vero?» lo avvertì il professore. «Ti spremerò fino all'ultima goccia.»
Edmund sorrise. Era tempo di mostrare a Cumhacht che reggeva bene la pressione. «Credo che ne ricaverà un buon succo, signore» ironizzò soddisfatto.

Mairead fece un giro in volo del campo, per riprendere un po' di confidenza con la sua Nimbus, visto che era qualche mese che non la usava. Le selezioni per la squadra dei Raloi avevano attirato un nugolo di curiosi, sparsi qua e là sulle tribune; ma solo quando Mairead individuò una ragazza dai capelli rossi, con la divisa blu dei Llapac, si decise a scendere in picchiata.
«Ehi, Moira!» esclamò allegra, saltando giù dalla scopa a un metro da terra. «Sei venuta a spiare la concorrenza?»
«Ciao, Mairead» borbottò la ragazza di rimando. «In realtà devo sostituire Iulius McEwan per la sorveglianza alle selezioni.»
«Altri impegni da dictator, eh?»
«Già.» Moira teneva sul le gambe il libro di Incantesimi: evidentemente era intenzionata a sfruttare le selezioni per portarsi avanti con lo studio. «Lo so che è una carica prestigiosa, ma a volte preferirei che la professoressa Blath avesse scelto di promuovere Trimble invece che me.»
Mairead le mise una mano sulla spalla. «Sono sicura che te la caverai benissimo» la rincuorò. «E poi, guarda il lato positivo: puoi togliere punti alle altre case.»
«Potrei cominciare già subito» fu lo strano commento di Moira.
Mairead capì a cosa si riferisse solo quando si voltò verso il punto che l'amica le aveva indicato: degli aspiranti giocatori si erano riversati in campo e avevano cominciato a spintonarsi per chissà quale motivo. «Stupidi e bellicosi Raloi» commentò Mairead, scuotendo la testa. «Vado ad assolvere il mio compito, prima che tu inizi ad assolvere il tuo!»
Rimontò in sella alla scopa e planò verso il gruppo di ragazzini, inchiodando a pochi centimetri dai due che stavano facendo a botte. «VA BENE!» gridò e i due si fermarono immediatamente. Uno era un tizio grande e grosso che doveva essere al terzo, l'altro era un certo Bowe, la nuova fiamma di Era McKonnit, che era stato convinto dalla sua ragazza a fare il provino come Cercatore. A detta di Era, non doveva essere malaccio, ma Mairead non aveva intenzione di mostrarsi molle con le nuove reclute. Li squadrò con tutta la gravità di cui era capace. «Non mi interessa sapere di chi è la colpa, ma tu – indicò il tizio grosso – e tu – indicò Bowe – siete fuori dalle selezioni.»
«Ma...!» provò a protestare Bowe.
«Niente ma!» Il tono di Mairead non ammetteva repliche. «Non mi servono teste calde rissose, ma dei giocatori capaci di fare lavoro di squadra. Per cui, siete fuori.»
I due tizi brontolarono per un po', ma alla fine si allontanarono tra il silenzio generale. Solo Era ebbe l'ardire di avvicinarsi a Mairead e contestare la sua decisione. «Non è stata una mossa saggia» le sussurrò in modo da non farsi sentire dagli altri aspiranti giocatori. «Hai perso i due migliori candidati.»
«È probabile» ammise Mairead. «Ma non posso permettere che accadano cose del genere.»
Era ebbe il buongusto di non continuare la sua recriminazione, ma per tutto il resto del tempo se ne restò muta e scontrosa.
Mentre i concorrenti facevano un giro del campo in volo, Lily si avvicinò a Mairead e le sussurrò all'orecchio: «L'anno prossimo, quanto tu non ci sarai più e Era sarà la capitana, farà vedere i sorci verdi a tutta la squadra.»
Mairead osservò la Battitrice imbronciata. «Buona fortuna!»
«Ti odio» rispose Lily, con uno sbuffo. Per l'occasione si era truccata con dell'ombretto verde smeraldo.
«Bel trucco» commentò Mairead ma prima che Lily potesse rispondere, lei era già schizzata via a cavallo della sua scopa.
Le selezioni per trovare il nuovo Cercatore furono difficili ed estenuanti. Ad un certo punto, perfino, Mairead rimpianse di aver cacciato via Bowe, perché avrebbe potuto fare qualcosa di meglio di quelli che erano rimasti. Anche perché di peggio sarebbe stata dura.
Alla fine il Boccino fu preso da una ragazzina del terzo anno, Lasair Secula che, come non evitò di farle notare Era, aveva vinto solo perché il Boccino le si era infilato in una manica della divisa.
La scelta per il nuovo Cacciatore di Ala sembrava invece promettere molto bene. Addirittura quattro aspiranti giocatori riuscirono a centrare sei anelli su dieci tiri, ma forse era accaduto perché il loro portiere, Mark Thein, non era proprio un fuoriclasse.
«Ma no, dai...» tentò di consolarla Lily, quando notò la disperazione della sua Capitana. «Mark mi sembra migliorato dall'anno scorso. Forse quest'estate si è allenato.»
«Non avremo mai speranza di vincere quest'anno» commentò invece Mairead.
Le sue terribili parole si rivelarono quasi una profezia, quando i primi due candidati tentarono la mischia: il primo non riuscì nemmeno a partire al fischio, il secondo si staccò dalla formazione troppo presto perché aveva paura di schiantarsi. E non appena Mairead vide il terzo avvicinarsi fu certa che lei sarebbe stata ricordata come la peggior Capitana di tutta la storia dei Raloi.
«Ciao.» Il tono con cui salutò l'aspirante giocatore fu funereo. Era il ragazzino magrino con gli occhialoni tondi che Era aveva preso in giro durante lo smistamento.
«C-c-ciao» balbettò quello.
«Come ti chiami?» intervenne Lily, cercando di risollevare il morale a tutti.
Il ragazzino si spinse gli occhiali sul naso con aria nervosa. «Fle-fle-fletcher Moon.»
«Ok, Fletcher» tagliò corto Mairead. «Sai come funziona una mischia?»
«Sì, io... – balbettò – ...sì.»
«Ottimo.» Mairead si mise a cavalcioni della sua Nimbus e si alzò da terra. «In sella alla scopa.»
Lily e Fletcher si affrettarono ad eseguire i suoi ordini. Al fischio d'inizio, i tre partirono perfettamente coordinati. Fletcher restò incollato alla sua Punta come se qualcuno gli avesse lanciato un Incantesimo di Adesione Permanente e, non appena le dita esperte di Mairead sfiorarono la Pluffa sospesa a mezz'aria, lui sciolse la formazione e si aprì di lato, per permettere agli altri giocatori di passare in mezzo a loro.
Mairead frenò la sua corsa e lanciò la palla a Fletcher, osservandolo con aria ammirata. Lui la afferrò al volo con una mano sola.
«Ehi, non sei niente male.»
«Gra-gra-grazie» balbettò. Tanto era bravo a cavallo di una scopa, tanto risultava impacciato nelle relazioni interpersonali.
«Chi ti ha insegnato a fare la Mischia così bene?» gli chiese Mairead.
«Mio zio Sean» mormorò con un filo di voce, come se stesse confessando un terribile delitto.
Lily lanciò un'occhiata perplessa a Mairead. «Sean... Troy?» indagò, scuotendo i suoi vaporosi capelli biondi.
Fletcher si limitò ad un cenno del capo.
Mairead ricambiò l'occhiata di Lily: il ragazzino con gli occhialoni tondi era nipote del campione di Quidditch della Nazionale Irlandese? «Buon sangue non mente» commentò con un mezzo sorriso. Poi si voltò verso Fletcher e gli fece segno di lanciarle la Pluffa. «Per correttezza devo far provare anche l'ultimo candidato, – gli rivelò – ma con ogni probabilità direi che il posto è tuo, Fletcher Moon.»









Benritrovati a tutti!
Ecco qui il nuovo capitolo. Anche sta volta non succede un gran che, lo ammetto, ma cominciano a delinearsi le trame della storia. Che piani avrà in mente McPride per Daireen Cumhacht?
Su cosa farà la disputatio Edmund?
Come se la caverà Fletcher Moon nella nuova squadra?
E Laughlin tornerà a sorridere spensierato? ...sì, ovvio. Cioè, Laughlin non può stare serio troppo a lungo! ;)

Comunque, ho un sacco di immagini da lasciarvi sbirciare!
Innanzitutto, QUI, QUI e QUI le carte di Magic del trio fatte da Good Old Charlie Brown.
Poi, alcuni disegni dell'evoluzione dei personaggi dal primo all'ultimo anno: QUI Edmund e QUI Laughlin.
È ora invece il turno dei fratelli Cumhacht: QUI la foto di Daireen, mentre QUI un vecchio disegno del professore, al quale ho dato una sistematina.
Infine, QUI l'immagine del capitolo: Melita McFarren (che non c'entra un tubo col capitolo, ma avevo voglia di disegnarla), Mairead in versione capitana e Moira dictator. Donne di potere! =)

Dopo queste note chilometriche, vi do appuntamento al 12 di settembre, con nuovi misteri per Edmund, un Faonteroy sempre più partigiano e un nuovo-vecchio personaggio a cui verrà dedicato un po' di spazio.
A presto!
Beatrix

   
 
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