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Autore: willow11    16/08/2014    6 recensioni
Cosciente del suo "dono", Santana torna ad Hogwarts per imparare a controllare i suoi poteri.
La storia è il seguito di OBLIVIATE ed è ambientata durante il sesto libro della saga di Harry Potter, saranno presenti i personaggi principali della saga.
Santana/Hermione
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Obliviate'
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obliviate 2.10


-Pronto?-
-Si… E tu?-

Santana annuì e prese in mano la propria bacchetta -credo di si…-
Harry allora chiuse gli occhi.

Santana fece un respiro profondo e si guardò attorno. Si era esercitata per settimane e anche se non l’aveva ancora effettivamente testato su nessuno poteva dire di sentirsi pronta.

Si erano dati appuntamento sotto la grande quercia, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

-Ok Harry concentrati su qualcosa… e perfavore tieni lontano tu-sai-chi-
Il ragazzo annuì e pensò alla prima cosa che gli venne in mente: Ginny Weasley.

Santana interruppe l’incanto protego, che ormai padroneggiava senza problemi, e si concentrò su Harry. Infatti, affinchè l’incanto obscuro funzionasse, doveva prima visualizzare un qualsiasi pensiero nitidamente per poterlo oscurare.
Alla latina venne da sorridere vedendo a cosa stava pensando il ragazzo.
-Davvero Potter? Te la fai con Ginny Weasley?-
Il ragazzo arrossì.
-Ok, ok scusa… Rimani concentrato però…- si scusò la latina cercando di visualizzare sempre meglio la mente di Harry.

Dopo qualche minuto la latina agitò la propria bacchetta -obscuro…-
Del fumo scuro fuoriuscì dalla bacchetta andando ad avvolgere la testa di Harry.
Improvvisamente tutti i pensieri e le emozioni di Harry si fecero sfocate e pesanti.
Santana mise giù la bacchetta.

Il ragazzo aprì gli occhi e guardò Santana -allora?-

La mora temporeggiò a dare la risposta ma appena il fumo scomparve le emozioni tornarono nitide.
Santana sbuffò.

-Non ci sei riuscita?- Chiese sorpreso lui.
Santana scosse la testa –è un incantesimo molto difficile Potter…-

Il ragazzo annuì paziente e si alzò da terra –ok, tranquilla ci riuscirai… Adesso vado, ho l’allenamento di quidditch-
Santana delusa guardò il ragazzo e suoi pensieri allontanarsi da lei.

Quando posò la bacchetta nella manica della mantella si accorse di essersi portata anche quella di Brittany.
Così la prese e la guardò.
Vite, 13 pollici e mezzo con crine di unicorno, particolarmente flessibile
-forse se…- disse fra sé e sé.
Così senza rifletterci a lungo si alzò da terra e si concentrò sui pensieri ormai lontani di Harry e vi puntò contro la bacchetta di Brittany.
-Obscuro-

Una nube di un nero scuro raggiunse Harry e lo colpì in pieno.

Il ragazzo, ancora stordito, si girò verso Santana toccandosi la testa.

L’ispanica sorrise.
C’era riuscita.



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-Sei sicuro che questo sia un buon piano?- Disse Santana guardando l’ampolla di Felix Felicis.
-Ne hai uno migliore?- Replicò Harry.
Santana scrollò le spalle e gli passò l’ampolla –non berla tutta, potrebbe tornarci utile-
Il ragazzo afferrò la Felix e senza ulteriori indugi ne bevve un paio di sorsi.
Santana lo guardò curiosa –come ti senti?-
Harry tentò invano di trovare le parole per quello strano stato di euforia che gli stava invadendo il corpo.

Santana lo fissò a lungo, in quel momento avrebbe voluto mettere in moto il suo dono e capire cosa il Grifondoro stesse provando.
Ma ovviamente non era più possibile.

-Arriva qualcuno!- disse il ragazzo passandole il mantello dell’invisibilità.
Santana si mise il mantello e scomparve.
Non era saggio farsi trovare nella casa comune dei Grifondoro, e inoltre né Hermione né Ron sapevano che anche lei era stata coinvolta nel piano.

-L’hai già bevuta?- Chiese Hermione avvicinandosi a lui.
Harry sorrise con gli occhi spalancati.
-E come ti senti?- Chiese curioso Ron.
-Straordinario…-



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-Avremmo dovuto seguire il piano- disse la testa di Santana che fluttuava sul nulla.
-Non so spiegarti ma sento che devo andare dal mio amico Hagrid, lo sento e basta, ha senso eh? Che ne pensi eh? Ha senso?- rispose velocemente Harry con il sorriso sulle labbra.

I due ormai avevano superato le mura del castello e si stavano dirigendo verso la capanna di Hagrid passando dalla serra.

-Amico fattelo dire, sembri proprio fatto…- replicò Santana.
-Fatto? Fatto in che senso? Fatto come dopo una burrobirra? O fatto come eccitato? A questo proposito tu ed Hermione quando stavate insieme che facevate? Cose tipo…-
Harry non riuscì a finire la frase che Santana gli tappò la bocca con le mani portandolo dietro un pilastro.
Il ragazzo guardò Santana senza capire ma questa, senza aprire bocca, gli fece cenno di guardare dritto davanti a loro.
Harry si sporse leggermente e vide il professor Lumacorno intento a rovistare all’interno della serra di erbologia.
Senza aggiunse altro Santana gli fece un cenno con la testa e indossò il cappuccio per poi scomparire nel nulla.

Harry annuì e si avvicinò al professore.



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Ormai erano passate almeno tre ore dall’incontro con Lumacorno, il professore infatti, non riuscendo a dissuadere Harry dall’allontanarsi dal castello, si era offerto di accompagnarlo da Hagrid. Era quasi il crepuscolo e non poteva di certo permettere che un alunno minorenne girovagasse da solo fuori da Hogwarts.
Santana, dal canto suo, aveva seguito tutto da sotto il mantello dell’invisibilità.
L’idea di Harry di usare il mantello era stata semplicemente geniale.
Tuttavia, pur percependo tutti gli stati emotivi dell’uomo, non era ancora arrivata a nessun risultato soddisfacente.
Silente le aveva spiegato che per persuadere qualcuno non esisteva alcun tipo di formula, e che l’unico modo, era entrare in stretto contatto mentale con la persona, e cercare di fargli cambiare idea.

Come sempre a detta di Silente era tutto semplicissimo.

 
-Puff…- disse Lumacorno finendo di raccontare la storia del proprio pesciolino.

-E’ molto strano no?- Commentò Hagrid evidentemente alticcio.

-Lo è vero… ma questa è la vita, suppongo… Tu vai avanti e poi puff…- aggiunse Lumacorno.

-Puff- disse Hagrid prima di addormentarsi.

-Puff- aggiunse Harry a bassa voce.

“Puff” pensò Santana che aveva assistito a quella conversazione al limite del normale.



-Fu una studentessa a regalarmi Frances- disse il professore come se volesse aggiungere dell’altro.
A quel punto Santana si ridestò concentrandosi sull’uomo, poteva sentire dispiacere e rimorso quasi da sentirsi in colpa.

-...un pomeriggio di primavera scoprì una boccia sulla mia scrivania con pochi centimetri di acqua cristallina dentro, sulla superficie galleggiava un petalo di fiori, mentre lo guardavo affondò, poco prima di toccare il fondo si trasformò… in un pesciolino… una magia stupefacente, meravigliosa da contemplare- disse ancora Lumacorno, adesso indeciso se continuare con il racconto o no.

Santana si concentrò su di lui, doveva continuare, sentiva che era necessario per il loro scopo.
Così chiuse gli occhi provando a fargli cambiare idea.

-Il petalo proveniva da un giglio, tua madre- aggiunse l’insegnante.

Santana riprese a respirare e sorrise.
Intanto Harry non aveva smesso un attimo di fissare l’uomo.

-Il giorno in cui scesi di sotto in cui la boccia era vuota, fu il giorno in cui tua madre… Io lo so perché sei qui, ma non posso aiutarti, mi rovinerebbe-

Santana deglutì a vuoto cercando di non farsi sentire. Lumacorno era sincero, poteva percepire il suo dolore nel raccontare quella storia, ma non era abbastanza. Così chiuse nuovamente gli occhi e si concentrò ancora su di lui.

-Sa perché sono sopravvissuto professore?- Disse Harry sorprendendo anche la latina -la notte in cui ebbi questa? Grazie a mia madre… Perché lei ha sacrificato se stessa, perché si è rifiutata di farsi da parte, perché il suo amore era più potente di Voldemort-

Alle parole di Harry a Santana sfuggì una lacrima. Non poteva leggere più nella sua mente, ma senza dubbio quel racconto gli stava costando tanto, non lo conosceva bene, ma sapeva che Harry non era il tipo da sbandierare il suo passato. In quel momento realizzò che aveva davanti la persona più coraggiosa che avesse mai conosciuto; doveva aiutarlo, insieme ce l’avrebbero fatta.

Così, mentre Harry continuava a persuadere l’uomo, lei si concentrò ancora di più.

Piano piano sentì i pensieri da prima contratti del professore, ammorbidirsi e diventare più fluidi.


-Ti prego Harry non giudicarmi per questo… Tu non hai idea di lui com’era persino allora- disse infine l'uomo cedendogli il ricordo.



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-Ero in biblioteca l’altra sera, nel reparto proibito e… ho letto una cosa alquanto strana riguardo una rara magia… Si chiama, se ho ben capito… un Horcrux-
-Come hai detto scusa?- Chiese il professor Lumacorno completamente esterrefatto.
-Horcrux… Mi sono imbattuto nel termine leggendo e non l’ho capito a pieno- ripetè tranquillo il ragazzo dai capelli corvini.

-Non so cosa tu abbia letto Tom ma questa è una magia molto oscura, molto oscura-

-Perciò adesso sono da lei- incalzò il ragazzo.
L'uomo sospirò come se non avesse scelta -un Horcrux è un oggetto in cui qualcuno ha nascosto parte della sua anima-
-Ma non capisco come funziona, Signore?-
-Uno divide la sua anima e ne nasconde parte in un oggetto, così facendo sei protetto se venissi aggredito e il tuo corpo distrutto.

-protetto!- Ripetè interessato Tom.
-Si, la parte della tua anima continua a vivere, in poche parole non puoi morire-
-E come si divide la tua anima, Signore?-
-Credo che tu conosca già la risposta Tom-
-Omicidio- rispose il ragazzo con un aria inquietantemente interessata.
-Già, uccidere fa a brandelli l’anima, è una violazione della natura-
-Si può dividere l’anima una sola volta? Per esempio sette?-
-Sette? Per la barba di Merlino Tom, non è abbastanza orrendo pensare di uccidere una sola persona… Strappare l’anima in sette pezzi… Sono tutte ipotesi Tom, tutta accademia…-
-Certo, Signore… Sarà il nostro segreto- disse alla fine il ragazzo con aria soddisfatta.


Le tre teste fuoriuscirono dal pensatoio.
Santana ancora scombussolata per il viaggio appena fatto nei ricordi di Lumacorno, guardò Silente cercando delle risposte immediate.

-Professore vuol dire che c’è riuscito a creare un Horcrux?- Chiese subito Harry.
-O si certo che c’è riuscito… e non una volta- disse l’uomo ancora scosso.
-Che sono esattamente?- Chiese l’ispanica volendo vederci più chiaro.

Silente si avvicinò alla propria scrivania –potrebbero essere qualsiasi cosa… Un oggetto di uso comune…- disse mentre apriva il cassetto –un anello per esempio… O un libro-
Harry riconobbe subito l’oggetto che l’uomo aveva tra le mani –il diario di Tom Riddle-
-E’ un Horcrux… Quattro anni fa quando salvasti la vita di Ginny Weasley mi riportasti questo… Capì che era un diverso tipo di magia, molto oscura, molto potente…-

Santana ascoltò il racconto di Silente con attenzione, era sorpresa di scoprire quante informazioni avesse accumulato su colui-che-non-deve-essere-nominato grazie ad Harry Potter, il bambino sopravvissuto.
Si ricordava perfettamente cosa era successo quattro anni prima: la camera dei segreti era stata aperta.
Lei era al quarto anno e insieme a Quinn avevano fatto degli approfondimenti sulla camera dei segreti. Forse era proprio in biblioteca che aveva notato Hermione per la prima, quella ragazzina di dodici anni prendeva sempre i libri che avevano appena consultato loro.
Ai tempi lo trovò curioso, adesso capiva il perché.

-E l’anello?- Chiese ancora Harry interrompendo il filo dei pensieri di Santana.
Usando il libro, Silente spostò verso di loro un piccolo anello nero facendolo strisciare sulla scrivania –era della madre di Voldemort…-
Santana smise di ascoltare e guardò il piccolo oggetto sulla scrivania di Silente e sentì ancora quel sibilo.

-Ma se si riuscissero a trovare tutti, se si distruggessero tutti gli Horcrux?- Chiese il ragazzo.
-Si distruggerebbe Voldemort- rispose con enfasi il preside.
-Si ma come trovarli? Potrebbero essere dovunque…- replicò Harry.
-E’ vero ma la magia molto oscura…-

Harry allora allungò la mano per prendere l’anello.
Santana seguì con attenzione il movimento.
Appena il dito di Harry sfiorò l’anello il sibilo aumentò per un attimo.

Santana sbarrò gli occhi e guardò Silente.
Cosa era successo?
Perché quel rumore era aumentato?

Il preside guardò prima il ragazzo e poi Santana come se le volesse dare delle risposte di cui neanche lui ne era certo.

-lascia tracce…- concluse l’ispanica non smettendo per un attimo di fissare il professor Silente.



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-Vengo con voi-
-Non esiste!- Replicò Santana mentre si sistemava le bacchette nelle maniche della larga felpa che si era appena infilata.
Aveva deciso che voleva stare comoda.

-E pensi che ti lascerei andare da sola? A cercare un pezzo dell’anima di tu-sai-chi?-
-shhh!- L’ammonì Santana.
-E poi Silente me lo deve…- replicò ancora realizzando solo alla fine di averlo detto realmente.

Santana si girò verso di lei e la fissò interrogativa.

Quinn sbuffò consapevole di non poterle più mentire –Silente mi ha chiesto di tornare ad Hogwarts per te, per starti vicina, perché non aveva idea di quanto potente saresti diventata... Ha detto che gli servivo qui per tenerti ancorata a terra…-

La latina incredula si sedette sul letto.

-Mi dispiace di non avertelo detto prima, ma ti saresti arrabbiata- disse Quinn sedendosi accanto a lei -in realtà sono molto contenta di essere tornata, tutti i piani che avevo fatto l’anno scorso comprendevano la mia migliore amica, quindi non potevo sperare di meglio…- aggiunse tranquilla.

A quel punto Santana si girò verso di lei.
Quinn non riusciva a capire la sua tranquillità, era convinta che l’avrebbe picchiata o trasformata in un piccolo insetto da schiacciare con la punta di una scarpa.

Alla fine Santana sorrise–sei la migliore delle migliori amiche che si possa mai desiderare- disse, prima di abbracciarla.

Quinn ricambiò la stretta lasciandosi cullare dalla sua migliore amica.

-Vengo con te-
-No Quinn-
-San potrei esservi d’aiuto-
-Lo so, ma mi servi qui!-

La bionda alzò un sopracciglio senza capire.

-Malfoy sta architettando qualcosa, tu-sai-chi gli ha ordinato di uccidere Silente, ma non so come… Devi tenerlo sott’occhio-
-Ma Silente verrà con voi…-
-Si ma quando torneremo potremmo essere feriti o…-
-Smettila, starete benissimo- Disse seria Quinn interrompendola.
-E poi c’è Hermione…- aggiunse Santana –non mi va che rimanga nel castello da sola, senza alcun tipo di protezione-

-D’accordo Santana, come vuoi tu…-

L’ispanica sorrise soddisfatta -grazie-

-Solo, cerca di stare attenta ok…- Aggiunse Quinn con tono materno.

L’ispanica annuì.
Stava decisamente più serena al pensiero che Quinn fosse rimasta ad Hogwarts.

Adesso le mancava solo una cosa da fare, e sarebbe potuta partire tranquilla.



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-Devi stare tranquillo, vedrai che la professoressa… chiuderà un occhio- disse Hermione scendendo dalla torre dei Grifondoro.
-Tu crede? Babbanologia è tutta scritta- Chiese Finn un po’ preoccupato.
-Tu credi…- Lo corresse Hermione –e comunque abbiamo ancora una settimana prima dei tuoi MAGO… Una settimana di studio intenso della lingua inglese…-
-Grazie Hermione, il tuo aiutare me è veramente buono-

Hermione alzò gli occhi e fece per rispondere al ragazzo, ma le parole le morirono in gola appena vide Santana a pochi metri da lei.

La ragazzina avvampò.
Forse era per via del look casual e dei capelli legati, o per quel profumo di caffè, o semplicemente i suoi occhi scuri e infinitamente intensi, ma ogni volta che vedeva Santana smetteva di respirare.

L’ispanica dal canto suo non sembrava così indifferente.
Hermione non fece in tempo a notare che un leggero rossore stava dipingendo le gote scure di Santana, quando notò, con dispiacere, lo sguardo indurirsi e saettare da lei a Finn.
Era ovvio che era gelosa.

-Salve Madama Lopèz- disse lui ignaro di tutto.

Senza rispondere al saluto, Santana superò i due e continuando per la sua strada.
Hermione rimase di sasso.
Non pensava sarebbe arrivata fino a questo punto.

-Scusa, torno subito- disse tempestivamente al bulgaro.
Così si voltò e raggiunse Santana.


-Non ti hanno insegnato che è maleducazione non salutare- le intimò parandosi davanti.
La mora la guardò sorpresa e non rispose.

-Sei un’insegnante, dovresti almeno provarci a comportarti civilmente- disse seria anche se in cuor suo voleva semplicemente provocarla.

Santana la fissò ancora e, decisamente senza preavviso, le afferrò il volto tra le mani e la baciò.

Un bacio dolce ma al tempo stesso impetuoso, proprio come lei.    

Hermione non ebbe il tempo di rendersi conto di quel contatto che la latina si era già allontanata.

Così si guardò attorno rimanendo immobile per qualche secondo.

L’aveva baciata.
Santana Lopez, la sua Santana l’aveva baciata.
Di nuovo.



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-Come tua madre, immancabilmente gentile, una caratteristica che non si smette mai sottovalutare… O Santana eccoti- disse l’uomo notando che la latina era appena arrivata nella torre di astronomia.

Santana fece un cenno ad Harry ed avanzò verso il professor Silente.
-Noto con piacere che ti sei cambiata- disse l’uomo costatando che la mora era in felpa e jeans -Devo ammettere che stai molto meglio, quella mantella ti fa sembrare molto più grande di quanto tu non lo sia già…-
-E’ per risultare più credibile con i miei studenti professori- rispose lei provocando un sorriso anche nel volto di Harry.
-Ma certamente- rispose l’uomo.
Poi dopo qualche istante di silenzio, riprese a parlare.
-Il posto in cui andremo stasera è estremamente pericoloso…-

I due ragazzi guardarono il preside farsi sempre più serio mentre dava loro indicazioni.
Entrambi erano carichi e pronti all’azione.

Ma una cosa era certa, da quella missione sarebbe cambiato tutto.






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capitolo 10 andato, ne mancano altri 3...
mamma mia quante cose sono successe...
devo dire che non vedevo l'ora di arrivare a questa parte della storia, e spero davvero di tenervi con il fiato sospeso fino alla fine.
Allora che ne pensate?
Vi sta piacendo questa storia o qualcuno è rimasto deluso?
A quanto pare Santana non è solo in grado di leggere nel pensiero...
E che ne pensate dell'incanto obscuro? Secondo me non è neanche tanto strano che riesca a farlo con la bacchetta di Brittany e non con la sua...
E Quinn? Qualcuno l'aveva capito che non era li per soli scopi accademici?
E ancora... Hermione? vi è piaciuta la scena finale? :D

Ah, penso che l'abbiate notato, ma per sicurezza, i pensieri li sto mettendo tutti tra "virgolette" mi serve per distinguere dai dialoghi, anche se spesso sono anch'essi dei veri e propri dialoghi e, in corsivo, sono i ricordi, vari tipi di ricordi o flashback.

Detto ciò vi lascio la parola a voi, ringraziandovi come sempre per seguirmi in questa storia che al solito (per chi la trovasse per puro caso) vi ricordo essere il seguito di obliviate

Ci sentiamo al prossimo aggiornamento!
Buona continuazione di vacanza o buon rientro a lavoro!
A presto
Chiara





  
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