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Autore: BabyLolita    16/08/2014    4 recensioni
Sophie e Kentin sono amici da sempre. Lei però si è accorta di essere innamorata di lui e decide di confessarglielo l'ultimo giorno di scuola. Ma i due, a causa del padre di lui, dovranno separarsi. Sophie vacillerà e non saprà più se dichiararsi o meno, fino a quando non prenderà una decisione definitiva, proprio quando lui sta per sparire davanti ai suoi occhi.
Preso dal capitolo 3:
Così dicendo mi sfila l’elastico dai capelli, che ricadono dolcemente alle mie spalle. Se lo infila al polso e poi mi passa una mano dietro la nuca accarezzandomi dolcemente. Poi mi percorre con la stessa mano tutta la schiena facendomi venire i brividi. Con l’altra mi stringe a lui mentre il suo respiro scalda le mie labbra. Sta per baciarmi ancora. E dio solo sa quanto desidero questo bacio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kentin, Nathaniel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Camminiamo svelti perché entrambi vogliamo sistemare definitivamente la questione per lasciarcela alle spalle. Il calore della mano di Kentin mi fa sentire protetta e al sicuro mentre la scuola si fa sempre più vicina. È quasi l’orario d’uscita quando arriviamo davanti al cancello della scuola ed il mio corpo si paralizza. Mi fermo improvvisamente e Kentin si volta nella mia direzione osservandomi. Lo guardo spaventata e poi abbasso lo sguardo stringendo la sua mano e sfregando i piedi per terra. Lui si avvicina a me e sento la sua mano accarezzare la mia guancia alzando il mio volto in modo tale da incrociare il suo sguardo. I suoi occhi magnetici mi attirano come una calamita mentre gli trasmetto emozioni contrastanti.
-   Non vuoi? – mi chiede, timoroso di ottenere una risposta negativa.
-   Io…ho solo paura –
-   Sophie…a questo punto non hai più niente da temere. Io so la verità, tu sai la verità. Anche se di punto in bianco ci raccontassero altre cose, so che non sarebbero altro che bugie –
-   È che…sei stato così distante per troppo tempo. Vederti con…lei mi ha spezzato il cuore ed ora ho paura che, tornando li, tu te ne infischi di quello che è successo e decidi di tornare comunque da lei. Sono successe così tante cose spiacevoli che ho il terrore che si ripresentino. Ho paura di perderti ancora, ho paura che questo sia solo un sogno che poi volge inevitabilmente in un incubo senza fine. Non voglio. Non voglio perderti ancora. Vorrei fuggire dove nessuno ci conosce portandoti con me. Vorrei andare su un’isola deserta così saresti…costretto a stare con me –
Inizio a piangere. Di punto in bianco, è come se sentissi tutta la positività che ho acquisito svanire in un attimo. Sento la sicurezza scivolare via come se sapessi che questo momento sia solo un abbaglio di felicità poiché, una volta rientrati a scuola, lui tornerà ad essere un estraneo per me lasciandomi sola ancora una volta. La mano di Kentin lascia la mia ma il suo corpo si avvicina abbastanza da avvolgermi ancora una volta, facendomi sperare che il tempo si fermi.
-   Sophie ora calmati. Non è necessario essere così pessimisti. Ti prometto che non ti lascerò mai più da sola. Ti prometto che se avrai dei dubbi su qualcosa ti darò retta. Ti prometto che sarò un uomo migliore, l’uomo che ho giurato di essere ma che non sono riuscito a diventare. Ho sempre voluto te. Te e solo te, ma sono stato troppo accecato dall’odio verso il delegato per dimostrartelo. Sono stato uno stupido e non potrò mai perdonarmelo. Ma ora sei qui, tra le mie braccia, e nessuno potrà mai più impedirmi di stringerti come sto facendo ora. Nessuno potrà mai più separarci perché io lotterò ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della mia vita per tenerti stretta a me qualunque cosa accada. Io ti amo Sophie. Amo te da sempre. Non c’è mai stata nessun altra nel mio cuore e mai ci sarà. Quindi sta tranquilla. Non c’è bisogno di fuggire perché io non me ne andrò. Io non sceglierò nessun altra se non te. Perciò smettila di piangere. Odio vederti piangere. –
Calore, amore, sicurezza. Cos’altro potrebbero trasmettermi queste parole? Nemmeno in un vocabolario potrei trovare un termine che descriva la gioia immensa che sto provando in questo momento. Come ho fatto a dubitare di lui? Mi sento una stupida. Non credevo che amare qualcuno portasse con se un bagaglio così ricco di emozioni e sentimenti. Ma ora che lo so mi sento un po’ più grande ed adulta perché ho capito che amare Kentin per me è la cosa più importante di questo mondo. Lui è la cosa più importante. Ed io lo sono per lui. Ciò che provo, ciò che proviamo, non potrà più essere scalfito. Ci sono stati alti e bassi e certe cose avrei voluto non viverle, ma so che ora non saremo qui se tutte le cose accadute non fossero successe. Stringo Kentin fra le mie braccia ed il suo abbraccio si fa più serrato facendo scivolare via l’ultima traccia di insicurezza che ho in corpo. Noi resteremo insieme perché ci amiamo. Mi allontano da lui e lui mi asciuga l’ultima lacrima. So che questa sarà l’ultima volta che piango per via di sentimenti negativi poiché, dai oggi, la strada sarà tutta in discesa.
-   Grazie – dico sorridendogli.
Lui mi guarda intenerito e fa cenno di si con la testa mentre sfoggia uno dei suoi più bei sorrisi che mi riprometto di fargli sfoggiare ogni giorno da ora in poi. Le sue dita tornano ad incrociare le mie mentre ci giriamo verso l’entrata della scuola dove, mentre la campanella sancisce la fine delle lezioni, sappiamo che affronteremo la questione una volta per tutte.
Saliamo i gradini ed entriamo a scuola. Tutti gli alunni stanno uscendo dalla scuola mentre noi viaggiamo controcorrente alla ricerca di due persone, anche se una sola di esse è l’artefice di tutto quanto. Non appena raggiungiamo la classe di Kentin stringo forte la sua mano e lui mi lancia un’occhiata rassicurativa ed mi sento rinvigorita, ancora una volta, grazie a lui. Ci avviciniamo alla porta e vediamo Ambra fare l’oca con Lee e Charlotte e decisi ci avviciniamo a loro. Le prime a scorgerci sono le due viperette che impietrite osservano me e Kentin avvicinarsi. È un attimo ed Ambra si volta verso di noi, astiosa poiché qualcuno ha interrotto il suo momento di gloria mentre si vantava di chissà che cosa. I suoi occhi si sgranano non appena mi vedono e si infuriano quando notano la mia mano intrecciata a quella di Kentin. La sua voce stridula opprime l’aria della stanza:
-   Che diavolo stai facendo razza di schifosa?! Quello è il MIO ragazzo! –
Sto per dirgliene quattro quando Kentin mi fa cenno di lasciare la cosa a lui.
-   Sta zitta. Ora basta. Ne ho le scatole piene di te e delle tue amichette. Ambra, io non ho mai provato niente per te. Sei stata solo un ripiego poiché non avevo più Sophie. Io amo lei, ho sempre amato lei. Probabilmente se non avessimo scoperto quello che era il tu0 piano o, per meglio dire, il piano di tuo fratello ora starei ancora viaggiando in un limbo di sofferenze poiché non potevo avere Sophie. Ma ora le cose sono cambiate e la verità è uscita a galla. Tu e quello schifoso di tuo fratello non siete altro che la feccia dell’umanità con i vostri piani subdoli mirati esclusivamente per ottenere i vostri interessi. Mi fate schifo, mi avete sempre fatto schifo. Ma ora non ho più motivo di nascondere tutto questo ribrezzo e posso tirarlo fuori, liberandomi da uno dei pesi che da mesi mi opprimeva. Sparisci Ambra, sparisci per sempre dalla mia vista –
-   Tu non puoi farmi questo! – strilla incredula – i piani di Nath non sono mai falliti! Com’è possibile che questa volta sia andato tutto all’aria –
-   Sta zitta – intervengo io – STA ZITTA! – urlo – tu e quell’odioso di tuo fratello avete architettato tutto questo fregandovene di quello che io e Kentin provavamo! Siete dei mostri! La differenza tra questo e chissà quale altro piano ha architettato tuo fratello è che questo comprendeva me e Kentin e si, per un po’ ha funzionato, ma non puoi tenere lontane due calamite che si attraggono, non puoi tenere separate due persone destinate a stare assieme! Voi…siete stati solo un ostacolo sul nostro cammino, un ostacolo che ci ha permesso di capire quanto siamo indispensabili l’uno per l’altra. Forse, in un certo senso, bisognerebbe quasi ringraziarvi, ma fate talmente schifo che un ringraziamento non ve lo meriterete nemmeno tra mezzo milione di anni. –
Lascio la mano di Kentin ed osservo Ambra che mi guarda incredula e spaventata mentre mi avvicino a lei. La guardo indietreggiare di qualche passo fino a quando non sbatte al banco. Si volta spaventata per vedere cosa la blocca ma, quando si volta nuovamente nella mia direzione, i nostri volti sono faccia a faccia.
-   Un ultima cosa… -
Dico afferrandole la mano e togliendole l’anello a forza.
-   Per colpa di questo stupidissimo gioiello le mie paranoie hanno preso il sopravvento ed ora, sarà grazie a lui che tutto avrà fine! –
Getto l’anello fuori dalla finestra liberandomi da un fardello enorme. Ambra scivola a terra sconvolta mentre Kentin riafferra nuovamente la mia mano sorridendomi. Usciamo dall’aula a testa alta dirigendoci in sala delegati. C’è un ultimo aspetto di questa faccenda da sistemare.
Non appena arriviamo davanti a quella porta dannatamente familiare ci fermiamo entrambi guardandoci un ultima volta. Stiamo per entrare quando una voce interrompe il momento:
-   Credo proprio che qui ci sarà da divertirsi –
Mi volto verso Castiel non appena lo sento.
-   Che ci fai qui? – gli chiedo poi.
-   Vi ho visti passare spediti verso la classe di Kentin. Immagino che finalmente abbiate chiarito la situazione e sapevo che sareste venuti qui e che ci sarebbe stato da ridere. Di sicuro non voglio perdermi lo spettacolo –
-   Certo che tu stai sempre tra i piedi – risponde Kentin scherzosamente.
-   E  lo sarò fino a quando ci sarà anche questa qui – risponde indicandomi – ci si diverte troppo stando in sua compagnia –
Sorrido divertita prima di tornare alla serietà.
-   Vogliamo andare? – mi chiede Kentin sicuro della risposta.
-   Mi chiedo per quale motivo non siamo ancora entrati – replico sorridendo.
Mando un’occhiata a Castiel e lui mi fa cenno come per dire “dopo di voi”, mando un ultimo sorriso anche a lui e varco la soglia per affrontare l’ultimo ostacolo di questo percorso.
Entriamo svelti, uno dopo l’altro e richiudiamo la porta alle nostre spalle. Nathaniel ci da le spalle e mi sembra quasi non far caso a noi ma, quando si volta, mi sorprendo di non vederlo sorpreso. Il suo sguardo si accende di ira e disgusto, sa perché siamo li.
-   Posso aiutarvi? – ci chiede cercando di evitare il discorso.
-   Finiscila – risponde Kentin sul punto di scatenare la rissa del secolo.
-   Già, sapevo che sareste arrivati. E così siete riusciti a scoprire tutto, non che ne dubitassi visto che avevo vuotato il sacco. Ma sapete, sono fatto così, alla fine ho un cuore d’oro –
-   Valla a raccontare a qualcun altro – ringhio io – un cuore d’oro dici? Tu hai tutt’altro che quello puoi contarci! Non ti senti un rifiuto tu, che ti spacci per quello buono e gentile, mentre in realtà non sei altro che un meschino calcolatore?! –
-   Quanto la fai lunga Sophie – risponde gelandomi con lo sguardo – infondo, non te la sei sempre passata male con me no? –
Lo guardo mandare uno sguardo di superiorità e sfida a Kentin che, immediatamente, stringe la mia mano. Mi morsico il labbro cercando un modo per sedare la situazione.
-   Quel che è stato è stato – rispondo – e non si può dire che tu non sia stato gentile a volte ma non è questo il punto. Il punto è che tutto il resto, tutto ciò che stava dietro alla maschera di gentilezza ha portato a questo. Tu, in realtà, non hai mai fatto nulla di buono per nessun altro se non per te stesso. Quello che sei in realtà è una persona meschina che non ha alcun interesse al di fuori del proprio benessere e questo tuo modo di essere ha sempre funzionato fino ad adesso. Fino a quando non siamo subentrati noi. Noi che siamo stati tue pedine per un po’, ma non abbastanza. Noi che ti abbiamo scoperto e che abbiamo capito chi sei in realtà –
-   Sta zitta tu frigida che non sei altro. I tuoi modi mi hanno stufato. Tutta questa storia mi ha stufato. Voi ed i vostri complessi….siete patetici. Mi ero stufato. Ecco tutto. L’unico motivo per cui il mio piano ha fallito è perché io mi ero stufato di giocare. Mi ero stufato di te Sophie, che non sei altro che una bambina capricciosa che sogna l’amore vero che esiste solo nelle favole. Svegliati ragazzina, il mondo è fatto di persone come me, non di principi azzurri su cavalli bianchi. Il tuo mondo candido non esiste è solo una tua mera illusione. La verità è che il mondo è un posto sporco che cade a pezzi fatto di soldi, sesso e chi più ne ha più ne metta. Tutti gli esseri umani sono calcolatori che pensano solo al proprio bene. Tutti sono--- -
Il suo fiume di veleno viene interrotto da un pugno di Kentin che scatta non appena vede i miei occhi sbarrati difronte a quelle parole. Sento le mani di Castiel afferrarmi le spalle per tranquillizzarmi. Lo osservo per un secondo ed i suoi occhi mi calmano impedendomi di vedere la rissa in corso. Castiel mi volta nella sua direzione facendomi dare le spalle al trambusto dietro di me e, mentre mi passa a fianco per raggiungere Kentin, si limita a sussurrarmi un “non guardare”.
Una parte di me è tentata di voltarsi ma sono ancora scossa a quelle parole. Non voglio sapere quello che sta succedendo anche se i suoi sono fin troppo evidenti. Quando tutto si placa sento le braccia di Kentin avvolgermi. Osservo le sue mani. Le nocche delle sue dita sono rosse e a tratti coperte di tagli. Le porto sulle mie labbra baciandogliele.
-   Non era necessario arrivare a tanto – sussurro.
-   Probabilmente no. Ma dovevo vendicarti. Dovevo fare in modo che capisse che non dovrà più farti del male, ne a gesti ne a parole, e che si è messo contro la persona sbagliata –
-   Le persone sbagliate – interviene Castiel raggiungendoci.Osservo i suoi capelli scompigliati ed il suo viso soddisfatto. Mi avvicino a lui pizzicandogli la guancia proprio sotto un taglietto sotto l’occhio.
-   Stai sanguinando – gli dico poi.
-   Non sono quello messo peggio –
Risponde facendomi cenno di guardare Nathaniel. Mi volto nella sua direzione e lo vedo meno ridotto male di quello che pensavo. Ha un occhio nero e la camicia strappata ma, a parte qualche ammaccatura, sembra non avere nulla di che. Il delegato mi osserva mentre si rialza.
-   Pensavo che lo avevate ridotto peggio – rispondo forse un po’ delusa.
-   Come hai detto tu, non era necessario – interviene Kentin afferrandomi la mano.
-   Era sufficiente dargli una lezione, e direi che l’ha avuta –
-   Non finisce qui – ci interrompe Nathaniel.
-   Oh si invece – rispondo io.
-   È finita eccome – ripetono Kentin e Castiel.
Usciamo dall’aula a testa alta, consapevoli che ci beccheremo una sospensione, ma felici che tutto il resto è sistemato.
Mentre camminiamo per strada la gente fissa i ragazzi in modo strano. Sono tutti scompigliati e a tratti graffiati e, soprattutto Kentin, pare parecchio imbarazzato dalla cosa. Castiel ci invita a casa sua e, mentre loro due si sistemano le ferite in bagno, io esploro la camera del mio migliore amico scoprendo ogni sfacettature che ancora non conoscevo di lui. Mentre osservo le pareti nere della stanza noto i vestiti buttati a terra alla rinfusa e numerosi spartiti gettati a casaccio sul letto accanto ad una chitarra elettrica ancora attaccata ad un amplificatore acceso. Mi avvicino di soppiatto, come per paura che mi vedesse, consapevole del suo amore verso quella chitarra. Mi siedo sul letto ed osservo i fogli. Sono testi di canzoni che non ho mai sentito e, a giudicare dalle tracce di cancellatura sul foglio, deduco siano sue produzioni. Le osservo divertita fino a quando una presenza alle mie spalle mi fa venire i brividi:
-   Chi ti ha dato il permesso di entrare qui? –
-   …il signore? –
Rispondo voltandomi ed osservando Castiel con le braccia incrociate.
-    Si dia il caso che sia ateo, quindi qui il signore non da permessi proprio a nessuno! Fuori di qui ranocchia! –
Le sue braccia mi alzano di peso caricandomi sulle sue spalle:
-   Mettimi giù! –
Mugugno scherzosamente divertita dal suo gesto.
-   Questa è tua –
dice poi posandomi difronte a Kentin che mi guarda divertito. Faccio un balzo verso di lui abbracciandolo e lui ricambia subito.
-   Grazie – risponde guardando Castiel.
-   Dovresti tenerla al guinzaglio – dice lui.
-   Non credo sia più necessario. Dubito fortemente che se ne andrà da me –
-   Quanta sicurezza che stiamo ostentando signorino. È questo che ti hanno insegnato alla scuola militare –
Lo guardo indispettita mentre lui mi sorride e avvicina il suo orecchio al mio.
-   Oh, beh, ci sono tante cose che ho imparato alla scuola militare, tanti libri che ho letto nel tempo libero. Libri moooooolto interessanti. –
Mi allontano sbigottita e lui scoppia a ridere pizzicandomi il naso.
-   Sto scherzano. Allora? Qualcun altro oltre a me ha fame qui? –
Inizio a saltellare urlando “si” e Castiel fa cenno di si con la testa. Mentre usciamo da casa sua noto una foto che ritrae Castiel da bambino con altre due ragazzine. La cosa mi sorprende subito poiché lui non me ne ha mai parlato. Mentre mangiamo e i ragazzi parlano tra loro io lo osservo curiosa. C’è qualcosa che non mi ha detto. E voglio sapere cos’è!  Quando ci salutiamo mi riprometto di chiedergli informazioni a riguardo il giorno seguente ma, per il momento, il mio pensiero principale è un altro. Kentin mi invita a passare la serata con lui e di certo non posso rifiutare. Non appena siamo soli in camera sua, mi regala quel fantastico anello che avrebbe dovuto regalarmi a natale. Scoppio a piangere mentre osservo lo splendido smeraldo verde incastonato proprio al centro. Kentin mi avvolge nel suo abbraccio migliore ed io mi lascio coccolare:
-   Sei di nuovo il mio ragazzo adesso? –
-   Da adesso e per sempre –
-   Mi ami? –
-   E tu? –
-   Te l’ho chiesto prima io! –
-   Si ma i veri gentiluomini danno la precedenza alle dame –
-   Ah si? E da quando saresti un gentiluomo? –
-   Da quando ho deciso di farti sentire ogni giorno la mia principessa –
-   Mi piace! –
-   Non avevo dubbi –
-   …non mi hai ancora detto che mi ami –
-   Nemmeno tu –
-   Dimmi che mi ami e farò altrettanto –
-   Sicura che non lo dirai solo per farmi contento? –
-   Sicurissima –
-   Allora ti amo –
-   Mmm….non ti vedo convinto –
La sua mano scivola sotto il mio collo, accarezzandomi e portando il mio viso a livello del suo. I suoi occhi seri mi fissano incessantemente:
-   Ti amo –
-   Ti amo anche io –
rispondo, sorridendo e baciandolo appassionatamente lasciando che questa notte diventi la più magica di sempre.



Commento dell'autrice: lo so, ho un ritardo abissale, e nemmeno le migliori scuse di questo mondo servirebbero! Ma nonstante tutto chiedo umilmente perdono! Spero che il capitolo sia stato interessante, oggi avevo tutto il giorno libero e mi sono messa a scrivere di getto sapendo che molti di voi aspettavano trepidanti questo capitolo! Avevo quasi intenzione di fare finire la storia adesso, tuttavia mi è venuta un altra idea che potrei inserire nella storia e quindi (spero che ne siate felici) la storia proseguirà ancora! Non so per quanto, magari anche solo per un capitolo, ma mi auguro comunque che la cosa vi faccia piacere! Grazie a tutti coloro che ancora seguono questo racconto e scusate per il ritardo! Lasciate una recensione se vi va =D CIAO A TUTTI E ALLA PROSSIMA =D
   
 
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