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Autore: Megan204    16/08/2014    2 recensioni
C'è un'altra donna nella vita di Quattro.
Non occupa il posto di Tris, né quello di Evelyn.
Un posto tutto per lei.
Quella lei, che forse l'ha salvato, prima di Tris.
Una donna che comunque vada, gli sarà sempre accanto.
La stessa donna che manda il cervello fuori uso ad Eric.
La stessa donna, che con un po' di impegno controlla i due uomini più testardi della fazione.
La stessa donna che diventa amica di Tris, creando un duo micidiale.
La stessa donna che è sostenuta da Shauna e Zeke.
La stessa donna che fa da sorella a Marlene e da amica ad Uriah e Lynn.
La stessa donna che aiuta Tori a nascondere segreti.
Una donna, che legherà tutti con un unico filo.
Una donna, che donna non è, di nome Hayley.
Spoiler Insurgent, Allegiant. Storia riscritta partendo da Divergent, con (qualcosa) di diverso.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tris, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mia madre mi guarda con i suoi occhi scuri pieni d’orgoglio mentre mi pettina i capelli, per poi legarmeli esattamente come li porta lei. Mi piace assomigliarle in qualcosa.
Ecco, da grande vorrei essere esattamente come lei, una mamma perfetta per i suoi figli.
Tobias ci guarda seduto sul pavimento, con la testa appoggiata al braccio.
La mamma gli sorride dolcemente, continuando ad accarezzarmi i capelli e lasciandomi un bacio sulla guancia.
Allarga leggermente le braccia e Tobias si avvicina, guadagnandosi un sorriso e subito dopo un bacio della mamma.
Stiamo così alcuni secondi, quando un rumore proveniente dalla porta ci fa sobbalzare.
È tornato papà.
La mamma ci fa un cenno indicandoci il piano di sopra, così scendiamo dalle sue ginocchia e andiamo nelle nostre camere. In corridoio papà sembra nervoso e risponde al nostro saluto con un cenno infastidito della mano.
Guardo Tobias negli occhi, mentre lui mi afferra la mano trascinandomi su per le scale.
Mi lancia uno sguardo d’apprensione prima di lasciarmi nella mia stanza e andarsene nella sua.
Di sotto sento il tono dei miei genitori alzarsi parola dopo parola, sino a quando non sento i passi della mamma percorrere frettolosamente le scale, seguiti da passi più pesanti, quelli di papà.
Non appena la mamma raggiunge il pianerottolo, sento uno schiocco seguito da un gemito.
Il primo schiaffo andato a segno, come ogni volta.
E ce ne sarà un altro, e ancora un altro.
Come ogni volta.
La porta della camera dei miei si chiude, come a nascondere le deboli urla di mamma.
Ma come al solito, sento tutto, anche troppo.
Mi accoccolo in un angolo tappandomi le orecchie con le mani, passerà anche stavolta.
Sento la porta aprirsi e vedo mio fratello spuntare con sguardo preoccupato. Appena mi nota si precipita accanto a me e mi avvolge in un abbraccio, sussurrandomi che andrà tutto bene.
Continua ad accarezzarmi, fino a quando non sente un urlo più forte, accompagnato dai singhiozzi.
A quel punto scatta, dirigendosi verso la camera.
«No Tobias…» sussurro, ma non serve. Mi alzo e lo seguo, giusto in tempo per notarlo aggrappato alla gamba di papà, cercando di spostarlo.
Ma come può un bambino di cinque anni allontanare un uomo?
La luce negli occhi di papà cambia, staccandosi da mamma e afferrando Tobias per un braccio.
«No Marcus..» la mamma tenta di alzarsi dal letto, ma crolla, in preda ai dolori lancinanti allo stomaco, forse per i troppi pugni.
Raggiungo in tempo la camera di mio fratello, per vedere mio fratello rannicchiato e mio padre che si sfila la cintura, ripetendo la solita frase:
«È per il tuo bene Tobias. »
No, non può farlo.
Mi infilo tra di loro ad occhi chiusi e sento distintamente sul polso il caldo del cuoio provocato dal colpo e il freddo del metallo della fibbia.
L’ultima cosa che vedo, sono gli occhi di mio padre infuocati.
Poi il buio.
E poi, mi ritrovo a sedici anni, nella sala della Cerimonia della Scelta, accanto a mio padre e a mio fratello. Io e Tobias non parliamo, ma ci siamo promessi una cosa, al funerale della mamma: sempre insieme.
Resteremo negli Abneganti, cercando di dimenticarci Marcus e tutto il resto.
In preda al nervoso mi accarezzo il polso, dove c’è un piccolo segno rosso, derivato dall’altro ieri sera. Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
Mamma, sarai fiera di noi.
L’elenco questa volta andrà al contrario, quando questa Candida finirà il suo odioso monologo.
Sento solo pochi nomi, perché non sono esattamente dell’umore adatto.
«Eaton Tobias. »
Mio fratello si dirige a testa alta verso le coppe.
Prende in mano il pugnale e guarda nostro padre.
E il suo sangue cade sui carboni.
La sala incomincia a girare vorticosamente.
Ha scelto gli Intrepidi.
Lancia uno sguardo di sfida a mio padre e poi mi guarda.
La sua espressione cambia.
È stupito.
Si è dimenticato di me.
Mi ha lasciata sola e sembra accorgersene solo ora.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
«Eaton Hayley. »
Mi alzo e mi accorgo di tremare.
Mi dirigo verso le coppe e le osservo.
Impugno il pugnale e mi volto verso Tobias.
È terrorizzato, pensa di avermi perso.
Guardo Marcus e un ghigno mi sale alle labbra, mentre la lama entra in profondità.
E il mio sangue cade sui carboni, proprio come mio fratello. Sempre insieme no?


Mi sveglio di colpo.
L’ho sognato di nuovo, un’altra volta.
Scatto a sedere col respiro corto, passandomi una mano tra i capelli.
Sono sudata e confusa.
Ho bisogno di Tobias.
Mi alzo dal letto e con la maglietta che ho addosso esco dalla stanza. I piedi nudi contro il pavimento di roccia freddo non servono a calmarmi.
Non mi fermo nemmeno a controllare se c’è qualcuno, ho paura di cadere.
Dei rumori però mi costringono a interrompere il tragitto. Mi nascondo dietro l’angolo quando sento una risata disgustosa provenire da una porta.
«Quando ci rivediamo? » chiede una voce incredibilmente acuta appartenente sicuramente a quella categoria di Intrepide che odio.
«Non lo so, muoviti ora. »Una voce fredda, acida e tagliente.
Mi guardo intorno e capisco tutto.
Mi sporgo leggermente e ciò che vedo mi da la conferma che cercavo.
Una ragazza biondo platino si sta aggiustando la camicetta in corridoio, coi capelli scompigliati, guardando una porta da dove spunta Eric senza maglietta, appoggiato allo stipite.
Sento davvero di non potermi reggere in piedi, così mi lascio scivolare lungo la parete. Vedo le ginocchia tremare e cedere. Non è la prima volta che vedo Eric con Samantha e se soltanto fossi una ragazza normale sentirei qualcosa lacerarsi dentro e inizierei a piangere.
Ma io non sono una ragazza qualsiasi.
Sono ghiaccio e non piango mai, grazie a dio. È come se avessi un muro che impedisce alle lacrime di scendere, ne ho versate troppe da bambina.
Vedo Samantha accarezzare il petto di Eric e andarsene muovendo i fianchi.
Potrei sinceramente vomitare, non trovo un aggettivo simpatico per descriverla.
Non appena sento la serratura scattare, mi alzo lentamente e con tutta la forza che posso avere continuo verso la camera di Quattro.
Ho la chiave per entrare quindi apro delicatamente la porta e un debole fascio di luce illumina la stanza, svegliando Quattro.
Penso riconosca la mia figura stagliata contro luce perché dice:
«Ley, cosa c’è’?» Ha la classica voce da sonno impastata, così rispondo semplicemente:
«Il solito incubo.»
Lo vedo fare spazio nel letto, facendomi cenno di avvicinarmi. Mi scappa un sorriso quando ripenso a quante volte l’abbiamo fatto da piccoli.
Mi sdraio accanto a lui mentre mi copre col lenzuolo, lasciandomi un bacio tra i capelli, esattamente come la mamma.
«Questa è casa Hayley. Lui non c’è più. » sussurra.
Lo so, io sono un’Intrepida, mentre Marcus è soltanto un ricordo.
Ho perso mia madre.
Ma ho anche perso mio padre, molto tempo prima.

***


Siccome Max mi adora, cosa strana per un Intrepido, ho avuto il lusso di assistere a tutti gli addestramenti dei trasfazione.
E credo anche di aver fatto bene, ieri mio fratello ha dato il meglio di sé.
Prima ha spiegato come sparare e quando gli ho visti in azione il mio primo pensiero è stato: buona fortuna.
Molti sembra abbiano in mano un fiorellino, dannazione è una maledettissima pistola!
Peter, credo si chiami così, sembra averlo capito, d'altronde Quattro gliel'ha puntata in fronte. Devo proprio essere la sua babysitter.
Ho osservato Tris il più possibile e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. Ci ha messo un po’ ad apprendere la tecnica, ma nei suoi occhi brillava una luce strana, come se provasse una sensazione di potenza. Quella ragazza mi sta decisamente simpatica. Mi assomiglia, anche se spero per lei non in tutto.
Nel pomeriggio Quattro ha spiegato come combattere.
E poi ha avuto la brillante idea.
Mentre passeggiava, si è fermato accanto a Tris, le ha detto qualcosa e poi le ha appoggiato una mano sul ventre.
In quel momento credo di non essermi ribaltata per miracolo. Ho spalancato gli occhi e ho tossito piuttosto rumorosamente.
Cosa diavolo stai facendo idiota?
Se ci fosse Eric… al solo pensiero rido.
E mi sono guadagnata un’occhiataccia da Quattro.
Ricambiata a pieno, prima di buttare gli occhi su Tris.
Era arrossita.
Ohoh.

Sta di fatto che oggi, ci sono i primi combattimenti.
Eric sembra un bambino al parco giochi, idiota.
Si diverte a vedere dei ragazzini che si fanno male?
Idiota, di nuovo.
Guardo la lavagna, Tris fortunatamente non combatterà.
Non so cosa aspettarmi da Quattro nel caso in cui la vedesse a terra.
Christina, l’altra trasfazione che mi sta simpatica, è contro un carro armato umano. Buona fortuna.
Quattro mi guarda scettico, per lui non dovrei stare qui.
Evito il suo sguardo, per concentrarmi sull’incontro.
I due ragazzi guardano Quattro, come ad aspettarsi la fine dell’incontro.
«Pensate che sia un passatempo? Volete fare una pausa per una pennichella? Combattete!» Tuona Eric. Vedo scintille nei suoi occhi, qua si mette male.
I ragazzi ribattono inutilmente e quando Quattro fa notare che possono arrendersi, Eric riprende parola.
«Secondo le vecchie regole. In base alle nuove, nessuno si arrende.»
Cosa?! Spalanco gli occhi e non riesco a concentrarmi sugli ultimi scambi di battute tra di loro.
Sta cambiando qualcosa.
I vertici, la società.
Ci vogliono addestrare come soldati spietati, non come uomini.
La mia mente incomincia a lavorare in modo frenetico, quando sento un rumore, che indica che un corpo è caduto.
Infatti il biondino è svenuto.
Eric, sei un idiota, non mi stancherò mai di pensarlo.
Quattro, con un cipiglio decisamente arrabbiato afferra il ragazzo per portarlo in infermeria. Mi lancia uno sguardo preoccupato.
Okay ho capito, devo fare la babysitter ad Eric, dato che è da folli lasciarlo solo in questi casi.
Mi alzo dal tavolo e mi guardo intorno, più vigile di prima.
Tris sembra pensarla come me, da come guarda la porta ed Eric.
Quando i nostri sguardi si incrociano sorrido leggermente e torno a concentrarmi sul Capofazione.
Osservo ogni sua espressione durante l’incontro e più sangue esce dalla faccia di Christina, più lui sembra felice.
Che schifo.
L’aria nel polmoni mi si ghiaccia quando sento le parole di Christina.
«Ferma, mi… mi arrendo. »
Vedo il cambio d’espressione di Eric e sono terrorizzata.
Sto per parlare quando Eric replica e ci conduce tutti fuori.
Ho ufficialmente paura per quella trasfazione.

Perché siamo al Pozzo?
Okay Hayley ragiona.
Ma Eric mi anticipa, come sempre.
La sta facendo salire sulla ringhiera.
Oh mio dio no.
Sto per parlare, ma sarebbe peggio.
Non posso mettermi contro Eric.
Non stavolta.
Come dannazione farà a restare appesa cinque minuti con l’acqua che probabilmente la investirà?
Mi piazzo vicino ad Eric a braccia incrociate, abbastanza vicina alla ringhiera da riuscire a intervenire.
Non lascerò morire una trasfazione per colpa del cervello bacato di quell’idiota.
La presa le scivola un paio di volte, ma è abbastanza forte da restare appesa.
Un ragazzo massiccio informa Eric che i cinque minuti sono terminati.
«Eric dannazione basta! » sbotto irritata.
«Bene, puoi tornare su, Christina.» Dice con tono monocorde e annoiato. Lo uccido con le mie mani.
Il ragazzo si avvicina alla ringhiera ma Eric tuona:
«No, deve farlo da sola.»
«Al diavolo Eric. » Ringhio con un sussurro prima di avvicinarmi alla ringhiera, afferrare la trasfazione per i polsi ed issarla oltre la balaustra.
Tris le si avvicina afferrandola per il fianco, impedendo che cada faccia a terra. È sporca di sangue e trema.
Mi volto verso Eric e lo fulmino con lo sguardo.
E sembra funzionare, dato che fa un passo indietro.
Mi volto a guardare Tris, che mi ringrazia silenziosamente.
Ricambio la sua occhiata, in modo piuttosto apprensivo.
Lascio Christina alle sue attenzioni e mi dirigo spedita verso il corridoio che ha imboccato Eric.

***


«Spiegami cosa dannazione volevi fare! Devi addestrarli a essere Intrepidi, non ucciderli! » sbotto non appena sono abbastanza vicina a lui.
Lui si volta lentamente, aspettando qualche secondo per rispondermi, come a misurare le parole.
«Un vero Intrepido non si arrende mai. » Il suo tono mi irrita più di qualsiasi altra cosa, né rabbia, né rimorso, nulla.
«Ah menomale che due anni fa non era così, sennò non ci saresti uscito vivo da quel maledetto cerchio! » Il suo sguardo si indurisce, si sta arrabbiando «E ricordati che io non sono la trasfazione a cui devi inculcare in testa quest’idea contorta. Sei tu che devi usare il cervello! Anzi la prossima volta, per fare contenti i capi sai cosa puoi fare? Appendili tutti e vedi se qualcuno torna su volando, che ne so magari è un Divergente!» Il mio fiume di parole si blocca di colpo. Io non dovrei sapere queste cose. Cerco di calmarmi e prendere coscienza di quello che devo dire.
Altro che ghiaccio, mi sento un vulcano in eruzione.
«E tu come lo sai? Che cerchiamo i Divergenti.» Chiede, stavolta nella sua voce riesco ad avvertire un pizzico di tensione.
«Lo sanno tutti. E buona parte degli Intrepidi pensa che siete degli idioti a sottomettervi a una donna squinternata come Jeanine. Ti preferivo quando eri un Erudito fragile, ma almeno eri intelligente.»
Ho passato il limite anche stavolta.
Con un movimento fulmineo Eric mi afferra il polso.
Come in un sogno la sua faccia diventa quella di Marcus e la sua mano una cintura di cuoio stretta intorno al polso.
Prima che possa riprendere il controllo la mia mano aperta raggiunge con uno schiocco la guancia di Eric.
L’unica cosa che riesco a dire prima di andarmene è un secco:
«Non mi toccare. »
Sento il gelo dentro, che mi avvolge come una coperta.
Questi sono i momenti in cui mi sento ghiaccio.
I momenti in cui mi sento indistruttibile.

***


Non so da quante ore sono seduta su questo maledetto cornicione, con le gambe che penzolano nel vuoto.
È buio ormai, quindi qualche ora.
L’altezza e l’aria fredda mi rilassano.
Quattro non è venuto a cercarmi, sa che sparisco sempre.
Appena questo pensiero prende forma sento dei passi dietro di me e Shauna si lascia cadere pesantemente al mio fianco, come se non fossimo su un tetto.
«È un caso che tu sia sparita da tre ore, che Eric abbia un minuscolo taglio sotto l’occhio dopo che siete rimasti soli e lui ha scambiato per un prosciutto una trasfazione appendendola? Senza contare il malumore cronico che si porta appresso da anni.» Chiede con tono divertito guardandomi di sottecchi.
«L’ho preso a schiaffi.» Rispondo secca, anche se il riassunto di Shauna ha quel qualcosa di comico, osservando il profilo articolato della città.
«Uhm, sei ancora intera vedo, Quattro non deve picchiarlo.» Shauna vede che non sorrido, così continua «Perché Ice? »
«Perché è un emerito idiota.» La mano scatta ad accarezzare il polso, dove mi ha afferrata, con un gesto automatico.
A Shauna non sfugge il mio gesto e sembra capire.
Lei sa cosa Marcus mi ha fatto. È quella figura che occuperebbe il posto di migliore amica, se fossimo sentimentaliste e Pacifiche.
Mi fido di lei, perché è una delle poche tra noi Intrepide che sa usare anche il cervello. Non mi vede come una fragile vittima ma come una che si è rialzata.
«A proposito di quello, sta per uscire un altro articolo, l’ho appena sgraffignato. La data fissata è tra qualche giorno, è incompleto. » Dice con tono abbastanza stanco, passandosi una mano sulla fronte.
«Parla di due trasfazione, i figli del braccio destro di Marcus, Andrew Prior. Il maschio è andato dagli Eruditi, lei è qua da noi. Accusano come al solito gli Abneganti di violenza e valori scadenti. »
Lei è qua da noi. La mia mente si focalizza su queste parole.
Tris.
Tris Prior.
Beatrice Prior.
La conosco perché sua mamma era amica della mia, anche se io e lei non abbiamo mai avuto contatti.
Me la ricordo al funerale, accanto a sua madre.
«Te la sei scelta bene Quattro, complimenti.» penso sarcastica.
«Non tutti gli Abneganti sono come Marcus, per fortuna. » Rispondo, meno gelida di prima.
Shauna vuole solo aiutarmi.
«Tu qua sei a casa lo sai? Non devi avere paura. Qua lui non tornerà. E nel caso raro lo facesse, sei la più brava a sparare dannazione! Userai una pistola. »Dice con un ghigno furbo, prima di scoppiare a ridere insieme.
Sono grata di avere una come Shauna accanto, continuerò a ripeterlo.
Non mi ha guardata come una bambina quando ho spiegato la mia scelta improvvisa.
Shauna non giudica così a caso.
E come lei, Zeke.
«C’è la torta, direi che hai un buon motivo per scendere.»
L’ennesima risata mi scoppia in gola, mentre salto sul tetto. Shauna mi avvolge un braccio intorno alle spalle e ridendo dice:
«E comunque io ho sempre sognato di schiaffeggiare Eric.»



Salve a quei pochi che ci sono!
Hayley non è stata così tranquilla in questo capitolo.
Ah nel caso non si fosse capito, pensa che Eric sia un idiota c:
A parte tutto, questo secondo capitolo mi lascia insoddisfatta.
Alla prossima, Megan.
  
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