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Autore: CanYouFixTheBroken    18/08/2014    1 recensioni
[...] Esitai per qualche secondo: Niall Horan mi stava porgendo la sua mano! Mi ripetevo “mantieni la calma, mantieni la calma”. Allora misi la borsa in spalla e nel momento in cui le nostre mani si sfiorarono sperai che il tempo non si fermasse per poter stare così più tempo possibile. CALDO CALDO CALDO CALDO!
Ci incamminammo per la macchina in silenzio e ci sedemmo in attesa degli altri.
-Adesso conoscerai meglio gli altri-
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

 
-Ele, Eleonora… Eleonorina, ehi, ehi, ehi, Ele, Nora, ELEONORINA!-
La voce di Lucia risuonava fastidiosa e ingombrante nelle mie orecchie. Per recuperare il sonno perso avevo dormito per tutto il viaggio di andata in aereo e quello era un modo “carino” di Lucia per svegliarmi poco prima che atterrassimo.
-Che vuoi?- risposi semplicemente per contenere il mio nervosismo: odiavo essere svegliata violentemente.
-Ah, ti sei svegliata! Dio mio, non sei contenta? Stiamo atterrando a Londra! Chi lo avrebbe mai immaginato? Di certo non io. Ho sempre desiderato venire a Londra, con te poi sarà tutto più bello! Sapevo che avresti chiamato me, alla fine, perché so che in fondo mi vuoi un gran bene come te ne voglio io…- “magnifico”, pensai, neanche il tempo di mettere piede a Londra che già avrei dovuto uscire dalla borsa un cioccolatino. Mentre continuava a blaterare cose che non capivo le porsi il cioccolatino al latte, come piaceva a lei. La reazione fu un po’ strana visto che lo vide, di colpo smise di parlare, lo afferrò furiosamente, se lo mise in bocca e cadde in uno stato di trance con una faccia che in un primo momento mi fece paura: mentre masticava teneva le labbra serrate, chiuse a mo’ di bacio e gli occhi fermissimi socchiusi verso un preciso punto.
-Ma che guardi?- le dissi cercando dalla stessa direzione in cui puntava lo sguardo vedendo solo, però, un vecchio panzone che ancora russava.
-Se una nuvola fosse verde, cadrebbe pioggia verde?-, ma che risposta era?! La guardai male e non le feci più domande fino a quando non tolse quell’espressione dalla faccia e quindi fino a quando non finì il cioccolatino, chissà cosa cavolo le passasse per la testa quando metteva quel dolcino in bocca.
 
Atterrato l’aereo, facemmo una breve colazione al bar dell’aeroporto e subito dopo prendemmo un taxi che ci avrebbe portati in albergo. Dal finestrino dell’automobile, con gli occhi ancora stanchi per il viaggio, intravedevo la città: era tutto così bello. Tutto circondato di colori familiari, i colori di Londra: mai accesissimi, calmi che ispirano serenità e voglia di fare, di vivere. Gente di tutti i tipi che camminava tra i marciapiedi, chi parlava al cellulare, chi con la borsetta griffata e le scarpe abbinate usciva dai negozi di tutte le marche, bambini che si divertivano a giocare con i cani sotto l’occhio dei genitori sorridenti… Chi vive a Londra e la città stessa hanno uno stile unico. “Beato chi vive qui” pensai, sicuramente questa non è la città in cui ci si annoia, no no neanche di inverno.
Arrivammo all’albergo in anticipo, la camera non era un granché, ma per due ragazzine andava più che bene, anche perché non è che mi importasse più di tanto considerando che quanto più avessi potuto sarei rimasta fuori, e poi i miei mi avevano dato il permesso di fare qualsiasi cosa a patto che avessi avuto sempre il cellulare a portata di mano, avessi sempre risposto alle chiamate e di tanto in tanto avessi mandato un messaggio. Londra per quella settimana sarebbe stata Mia, niente e nessuno mi avrebbe tolto il sorriso.
 
Dopo un risposino post-viaggio mi incamminai con Lucia per scendere nella hall, dopo aver avvertito i miei genitori che si trovavano nella stanza accanto. Già da sopra le scale notammo una confusione pazzesca fuori l’albergo. Tante ragazzine mie coetanee e non che urlavano come pazze. Cosa stava succedendo? Scendemmo le scale e mentre ci avvicinavamo alle ragazzine ricevetti qualche spintone. Anche Lucia ne ricevette qualcuno e per rispondere (secondo lei) in tono minaccioso, serrava un pugno con la mano e con la stessa espressione che aveva quando mangiava il cioccolatino girava immediatamente lo sguardo verso chi la spingeva. Io morivo dal ridere mentre le ragazze del posto non si accorgevano di nulla e sempre come pazze continuavano a correre e qualcuna addirittura a piangere. Quando finalmente vidi una più calma le chiesi il motivo della confusione e lei mi rispose:
-Come? Non lo sai? I One Direction albergheranno qui per due settimane intere!-
OK. STOP. COSA?! Stavo sicuramente sognando! Oppure quella mi aveva detto una cavolata.
-Ma mi prendi in giro?-
Non rispose. Vidi una ragazza urlare “One Direction”, quindi non c'erano dubbi!
 
Mi diedi un pizzicotto per controllare, ma niente, non stavo sognando. Oh Madonna. Chi lo avrebbe mai immaginato? In un primo momento rimasi confusa, poi mi girai verso Lucia che mi guardava come per dire “Oh cavolo! Sta succedendo a noi!”
Ritornai in me quando sentì le voci delle ragazzine che cominciarono ad urlare più forte. Poco dopo capì il motivo: fuori si stava fermando davanti il grande portone dell’entrata di vetro una limousine bianca. C’erano guardie che tenevano ragazzine da tutte le parti, a un certo punto hanno ordinato a tutte quelle che si trovavano all’interno dell’albergo di uscire all’esterno. Una guardia ha chiesto di uscire anche a me e Lucia ma con solennità un po’ ridicola e inappropriata dissi “noi soggiorniamo qui” quasi ne andassi fiera, comunque poco a poco il caos svanì. Allora intravidi una guardia aprire la portiera della macchina e dall’interno uscirono 5 persone, molto probabilmente si trattava di loro, cacchio! Mi alzavo in punta di piedi per guardare meglio ma la folla era troppa e l’unica cosa che riuscivo a distinguere erano le guardie che cercavano di fare passare coloro che erano usciti dalla limousine. Si avvicinavano alla porta e entrò la prima guardia seguita da un ragazzo, uno di loro. Rimasi impassibile alla vista dei favolosi ricci di Harry Styles. Era lui. Stavo per svenire: quello era Harry Styles. Sorrideva con il suo sorriso incorniciato da quelle fossette che avrebbero fatto sciogliere chiunque. Lo seguì con gli occhi fino a quando non si fermò per chiedere una cosa alla guardia più avanti. Harry era seguito da Louis Tomlinson. Louis ha uno stile che adoro, nelle foto porta sempre magliettine a righe, bretelline… ma certo che vederlo di presenza era tutta un’altra cosa. Anche lui sorrideva, mostrava i denti sgargianti colmi di felicità. Louis era seguito da una guardia che a sua volta era seguita da Zayn Malik che, mentre aggiustava i capelli, guardava verso i ragazzi che lo hanno preceduto con uno sguardo che aveva tutta l’aria di dire “I’m sexy and i know it”. Quanto erano belli? Ma non erano tutti, infatti subito dietro c’era Liam Payne, bellissimo e semplicissimo. Non potevo credere che ero a poco più di un metro di distanza dai One direction! WTF?! Chiesi a Lucia di darmi un pizzicotto per vedere ancora una volta se fosse un sogno… che non l’avessi mai fatto! Lucia mi sganciò una sberla in testa tanto forte da far rumore! L’ho guardata malissimo e con aria innocente accenna:
-Che vuoi? Sei stata tu a chiedermelo-
Sarà stato il dolore, ma mi sono distratta e senza che me ne rendessi conto un ragazzo aveva assistito a tutta la scena. Avevo gli occhi lucidi, quella botta mi aveva proprio fatto male, non riuscivo a distinguere molto, solo questa chioma biondissima che si avvicinava verso di me. Mentre continuavo a massaggiare la testa, capisco: si trattava di Niall, Niall Horan.
Stava venendo proprio verso di me! In un primo momento non avevo compreso la gravità della situazione e quando ad un certo punto l’ho visto a pochi centimetri da me, ho sbarrato gli occhi come a dire “e adesso?”.
Sentì a mala pena queste parole uscire dalle sue labbra:
-Emh… ho visto tutto e sentito il “botto” del colpo. Non dovreste fare certe cose tra amiche- dice con una faccia un po’ scioccata, poi aggiunge: -… tutto bene?-. Lo guardai due secondi e pensai: “ma parla con me? Che sta succedendo? La botta deve essere stata proprio forte!”. Allora lo guardo e mentre con una mano massaggio la testa, con l’altra decido di verificare se era “reale” e senza riflettere punzecchio il suo braccio con l’indice. Mentre mi guardava perplesso, io sbarro ancora una volta gli occhi: era lui ed era veramente così vicino. Mi giro, non è che parlasse con qualcuno che si trovava dietro di me? Impossibile, dietro c’era solo una donna occupatissima a parlare al telefono.
Adesso avrei dovuto rispondere, perciò chiudo e apro gli occhi, sistemo i capelli e balbetto:
-S…si. Tutto bene, grazie. Di solito non facciamo queste cose.- accennai un sorriso. Avevo il cuore in gola che batteva a mille. 
Lo guardai fisso negli occhi per tutto il tempo. Mi ci perdevo dentro per quanto erano profondi, quegli occhi azzurri come il cielo. Aveva un’espressione seria che si mutò in un sorriso subito dopo la mia risposta. Anche lui mi guardava fisso negli occhi. Fu l’attimo più lungo della mia vita, davvero, perché capivo che quello non era un semplice sguardo: mi sembrava di entrare dentro lui, di essere un tutt’uno, sensazioni indescrivibili. Era così bello, e io ce l’avevo davanti. Dentro me c’era tutto, fuori sentivo caldo, ero nervosa.
Un battito di ciglia per ritornare al mondo reale.
-Ok, allora…- fu interrotto lui da una guardia che lo chiamò per dirgli di andare in stanza. Si gira verso di me e conclude dicendo -… allora, ci vediamo presto!- e facendo segno di saluto con la mano si diresse verso gli altri ragazzi.
Ero allibita, senza parole e con un nodo in gola che non mi dava tregua. Era successo davvero tutto o lo avevo immaginato? No! Cavolo era stato tutto reale! Guardai Lucia che non aveva detto una parola, aveva gli occhi sbarrati fissi verso dove prima c’era Niall. Guardai ancora una volta verso dove era andato e noto una cosa strana: stava sussurrando qualcosa a Liam, mentre mi fissavano. Ero curiosa di sapere cosa si stessero dicendo, finché non vidi Niall correre ancora verso di me mentre con la mano destra cerca di uscire una cosa dalla tasta dei pantaloni.
 
Mi sforzo, ma non riesco a capire. Cosa era la cosa che aveva in mano? Perché correva ancora una volta verso di me? Doveva dirmi qualcosa?
 
 
  
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