Battle 3 - Di Hogwarts, Mutilati e Smistamento
Annuisci, alzando quasi controvoglia
lo sguardo sul panorama
estivo. Siete partiti presto, la sera prima, ed avete viaggiato tutta
la notte
con il treno. Oramai manca poco, siete arrivati in mattinata alla
stazione di
Hogsmande, e delle carrozze trainate da cavalli scheletrici vi stanno
trasportando fino al castello.
Però non te la senti, ti
è già passata la voglia di vivere
questa nuova grande avventura. Ti è bastato
l’incontro con la folla di maghi
del giorno prima, e poi il subbuglio alla stazione per farti cambiare
idea…
infatti è come se tutte queste persone si aspettassero
qualcosa da te, qualcosa
che evidentemente non puoi dar loro. Dunque sbadigli, rigirandoti la
bacchetta
d’unicorno tra le dita, mentre Miu continua a parlarti in
sottofondo.
“Harry, ma mi stai
ascoltato!?”
“Mhm? Si si, ti ascolto.
Anche io amo il pollo fritto. Lo
amo alla follia. Lo amo tanto. Si si.”
Generalmente non perderesti occasione
per ascoltarla,
bevendoti ogni sua parola come un assetato nel deserto, ma questa
mattina… non
ne puoi più neanche di lei. Sarà per il poco
riposo, oppure per la tensione
accumulata, fatto sta che sei incredibilmente di cattivo umore.
Quando le carrozze superano i
cancelli che delimita il parco
della scuola, i tuoi occhi incrociano per la prima volta il profilo del
castello. Non che prima non l’avessi visto, ma hai preferito
ignorare l’enorme
ammasso di calce e pietre, risalenti al medioevo, per concentrarci su
qualcosa
di meglio. Come le nuvole dalla forma strana. Tuttavia ora non puoi
più
ignorare il monumento alla magia, che da solo ha istruito e plasmato
intere
generazioni di maghi fin dall’alba dei tempi. E forse nemmeno
vuoi ignorarlo,
perché qualcosa nelle grandi torri solitarie, e nelle
piccole finestre dalla
forma insolita, ti ricorda casa. Una casa che però non vedi
da molto e che
quasi avevi dimenticato.
Facendo vagare la tua attenzione
sull’edificio, finisci per
notare la folla che attornia l’ingresso principale. Il tuo
sguardo si rabbuia
mentre un gemito sconsolato prorompe dalla tua bocca.
Ne hai già abbastanza.
“Non sono qui tutti per
te…”
Le parole di Miu, che ti accorgi solo
ora aver smesso di
parlare, ti arrivano fredde e dure alle orecchie.
“Harry James Potter, non
sei così importante come credi.
Tutte quelle persone, o almeno la maggior parte, sono li per il nonno.
Sono
anni che non viene in questo paese e la sua leggenda lo precede, quindi
sicuramente molti sono li per lui.”
Il suo sguardo evita il tuo, ma
nonostante il fastidio che
non riesce a reprimere, intuisci il suo tentativo di tirarti su di
morale.
Sorridi, allunghi la mano verso
quella di lei, stringendola
per un attimo.
“Grazie”
Il ghiaccio dei suoi occhi inizia a
sciogliersi davanti al
fuoco del tuo sorriso, ma non le è data
possibilità di replicare, che le
carrozze infine si fermano proprio davanti ai gradini
d’ingresso.
Vorresti che quel contatto tra di voi
durasse un’eternità,
ma quando arrivi a rifletterci su sei già sceso dal mezzo, e
ti trovi a fissare
il comitato di benvenuto.
Le cose che ti saltano subito
all’occhio sono il gigante
grande e grosso, con una cespugliosa barba nera, che si asciuga le
lacrime con
un grande fazzoletto a pallini, la folla festante di ragazzi con i
capelli
rossi, e l’uomo che al centro del corteo ti guarda con quella
sua lunga barba
bianca, e gli occhiali a mezzaluna. Una lacrima scivola lentamente
lungo il suo
viso, mentre l’anziano mago si fa avanti, stringendoti in un
abbraccio davvero
inopportuno.
Non lo conosci, non l’hai
mai visto, ma anche così intuisci
che debba essere un pezzo grosso, se non altro per l’enorme
carico magico che
avverti all’interno del suo corpo.
“Ehm ehm”
A schiarirsi la gola, togliendoti da
quel momento di
profondo imbarazzo, è l’anziano Super Uomo, che da
dietro di te, fissa tutti i
maghi con sguardo arcigno.
“Albus. Se non è
troppo disturbo vorrei chiederti di
lasciare in pace MIO figlio, e di farci entrare. Siamo stanchi per il
viaggio e
vorremmo riposare in qualcosa che somigli, anche solo vagamente, ad un
letto.”
Non lo avevi mai sentito
così. Freddo, duro, irascibile.
Esattamente le stesse emozioni che stai provando tu ora. È
evidente che
crescendo ed istruendoti l’uomo ti ha passato molto
più delle semplici tecniche
di combattimento. Un po’ di lui fa parte di te. Stranamente
la cosa non ti
dispiace.
Davanti alle parole di Ayato Furinji
il mondo si ferma. I
ragazzi smettono di ciarlare felici, il gigante smette di piangere
alzando lo
sguardo prima sorpreso, poi furioso, e l’anziano mago, che
fino a quel momento
ti ha stretto a se, ti rilascia facendo qualche passo indietro
Per un momento regna un silenzio
assoluto, mentre tutti
attendono la risposta del Supremo Pezzo Grosso.
“Come desideri Ayato, vi
faccio strada”
Pallemosce. Un inutile palle mosce.
Ti saresti aspettato una
replica aspra, un certo dissenso, magari anche un avvertimento e
perché no il
lancio di qualche incantesimo, ma voltarsi ed andare via è
completamente… da
palle mosce.
Quando il mago si volta, tenendoti
comunque strettamente per
una spalla, iniziate a risalire verso il salone d’ingresso.
Da una parte i
maghi, dall’altra gli artisti marziali che ti hanno seguito
in questo viaggio.
L’aria continua ad essere tesa tra i due gruppi, ma le parole
del preside
arrivano cordiali e gentili mentre ti guida all’interno della
scuola.
“Harry, non sai quanto sia
felice di vederti. Estremamente,
estremamente felice. Ammetto che all’inizio, dopo
l’attentato di Voldemort,
avevo immaginato il peggio. Che tu fossi stato ucciso, o rapito da uno
dei
seguaci dell’Oscuro Signore per chissà quale
motivo, ma non ho mai smesso di
cercarti, ho speso tempo e denaro per rivederti, pregando Merlino che
tu fossi
incolume ed in salute. Questa mia ultima richiesta sembra essere stata
esaudita, non mi sarei mai aspettato che tornassi
così… scultoreo nella tua
terra natia. È evidente che avete lavorato a lungo e sodo
con il vecchio
Furinji e spero che prima o poi avremo modo di scoprire cosa hai
appreso in
tutti questi anni. Fino ad allora lascia che ti presenti la scuola che
ha
accolto i tuoi genitori prima di te, ed è stato una casa per
loro. Bentornato ad
Hogwarts ragazzo!”
Ad un gesto plateale del preside, gli
enormi portoni si
aprono rivelando un ingresso in marmo bianco, illuminato da vetrate
colorate e
fiaccole. Su due lati della sala si diramano scale, per salire e
scendere agli
altri livelli del castello, mentre sulla destra una porta, non
dissimile da
quella che avete appena varcato, sembra accogliervi per la colazione.
Una volta superato
l’ingresso, ed entrati in Sala Grande, la
sorpresa è tanta. I ragazzi con i capelli rossi, insieme a
qualche altro
studente che prima non avevi notato, riprendono a ciarlare solari,
iniziando a
sedersi ad un lungo tavolo posto di trasverso alla sala, mentre tu
rimani
sbigottito dall’opulenza della stessa. Grandi arazzi
colorati, piatti e posate
che speri siano solo placcati in oro, ed il soffitto… un
soffitto come non ne
avevi mai visto, perché non avevi mai visto cosa
è in grado di fare la magia.
Il muro, che avresti immaginato fosse in marmo come il resto della
sala, è in
realtà un’enorme volta trasparente, nella quale si
riflette il placido cielo
estivo in tutto il suo splendore.
“Questa Harry, è
la Sala Grande, per ora ci sono solo due
tavoli, uno per voi ragazzi ed un altro per noi adulti, ma durante
l’anno
ospita quattro tavolate che si riempiono ad ogni pasto di tantissime
leccornie,
come avrai presto modo dii vedere. In genere il corpo studentesco si
riunisce
qui per i pasti, e per eventi importanti come festività
è simili, ma ci sarà
modo di parlare di questo più tardi! Raggiungi i tuoi nuovi
compagni, ed inizia
ad abbuffarti sono sicuro che avrai fame!”
Senza attendere oltre, prendi per
mano Miu e ti avvicini
alla tavolata, scegliendo i primi due posti liberi che ti capitano a
tiro. I
membri dell’alleanza Shinpaku fanno la stessa cosa, finendo
però dal lato
opposto rispetto a voi. E così vi ritrovate a fissare i
piatti vuoti, mentre
gli adulti si avviano verso la tavolata a loro destinata, ed i sussurri
si
moltiplicano nella tua direzione.
Miu sta soppesando un calice
d’oro ornato di rubini con un
sorriso predatorio sul viso, tu invece cerchi di ignorare le occhiate
che ti
vengono rivolte. Con scarso successo diresti, soprattutto vista e
considerata
la ragazza che ora ti porge la mano in segno di saluto. È
seduta proprio di
fronte a te, tra una bionda svampita ed una rossa focosa.
Lei è castana, con capelli
cespugliosi ed occhi dello stesso
colore dei capelli. Eppure non è quello che attira
maggiormente la tua
attenzione. Infatti il sorriso sul suo volto, è rovinato
dalle orribili cicatrici
che ne deturpano la pelle altrimenti immacolata. Tutto il lato destro
del suo
viso è irrimediabilmente rovinato, la pelle sembra essere
caduta, fatta
ricrescere e costretta a saldarsi sulle ossa senza carne a
sorreggerla… e come
se questo non bastasse, non è solo il viso, ma tutto il lato
destro del suo
corpo a pendere floscio e senza vita. Dalla manica della giacca noti un
moncherino, abilmente coperto da un pezzo di tessuto. Le manca la mano
destra,
per questo ti porge la sinistra.
Non puoi reprimere un senso di
disagio, che sei sicuro lei
abbia notato. Il sorriso sul suo viso scema mentre lentamente ritrae la
mano.
Hai appena fatto la figura dell’idiota insensibile. Ottimo
lavoro Harry.
In ogni caso la ragazza non sembra
demordere, infatti
sebbene sia meno allegra di qualche minuto fa, inizia a parlare come se
nulla
fosse successo, probabilmente avvezza a comportamenti di questo tipo da
sconosciuti come te.
“Ciao Harry, io sono
Hermione Granger e loro sono Luna
Lovegood e Ginny Weasley. Siamo tuoi coetanei, più o meno, e
siamo qui per aiutarti
con le ripetizioni intensive prima dell’anno scolastico. Se
avessi bisogno di
qualcosa, qualunque cosa non esitare a chiedere, va bene?”
Il sorriso sul suo viso è
sincero, eppure non riesci a
guardarla. Troppo è il disagio che provi davanti a quelle
cicatrici, indi per
cui sposti la tua attenzione sulle due ragazze che ti ha presentato. La
rossa
ti guarda leggermente incollerita, la bionda ha solo una accenno di
sorriso
sulle labbra.
“Ehm.. si grazie, sono
felice di poter conoscere qualche
persona che mi sarà amica. Ecco, io poco fa non volevo
apparire villano, è solo
che non… ehm… non mi aspettavo che…
ehm… deve aver fatto male… immagino.”
Complimenti Signor Potter, ha appena
vinto il premio idiota
del mese, messo in palio dal Mensile –Anche
se avessi le palle non te le farei comunque vedere –
La tua voce pensiero ti redarguisce,
mentre abbassi lo
sguardo sul tuo piatto, ora misteriosamente pieno. Il cicaleccio che ti
circondava inizia a farsi più intenso mentre arrossisci per
la vergogna ed il
disagio. Con la mano cerchi Miu, per chiederle aiuto, ma non fai in
tempo a
trovarla che due dita ti vengono poggiate sotto il mento costringendoti
a
tornare a guardare le ragazze. Ad alzarti il viso è stata
Luna, la ragazza
bionda, con lo sguardo svampito, che ancora ti sorride cordiale.
“Sei stato un cafone poco
fa, lo sai?”
“Eh?”
“Luna!”
Tu sei scioccato, Hermione un
po’ sorpresa, ma la cosa non
sembra turbare per nulla la piccola con la collana di tappi, che ancora
tiene
le sue dita sul tuo viso.
“Sei per caso stato baciato
da un DimenaPorci? Sono parenti
alla lontana dei Dissennatori, e tra gli effetti del loro bacio
c’è un alto
tasso di cafonaggine, ed una fervente attrazione sessuale verso le
maniglie.
Hai mai provato un brivido di piacere ogni volta che apri la porta,
oppure hai
sentito qualcosa farsi più duro ogni volta che un maniglione
antipanico ti
avvince con la sua lussuria?”
Strabuzzi gli occhi, vai per parlare,
ma… non ce la fai.
Sebbene tu sia convinto che ti sta prendendo in giro, non puoi non
ridere,
ridere come non ridevi da giorni, o anche di più. Alla fine
la ragazza torna a
sedersi con il sorriso un po’ più largo, mentre
quel senso di disagio, tensione
e irritazione abbandona completamente il tuo corpo.
“Una bella risata
è sempre la soluzione contro di
DimenaPorci, ora finalmente sembri un ragazzo normale. Puoi chiedere
scusa alla
mia amica Hermione prima di essere baciato di nuovo? Così
è pace fatta no?”
Ti asciughi le lacrime, tornando a
guardare il trio, e
scopri l’intero tavolo a fissarti sorridendo. Stranamente la
cosa ora non ti fa
molta impressione.
“Grazie e si, hai ragione.
Scusami Hermione, non succederà
di nuovo e spero potremo essere amici.”
Le porgi la mano, la sinistra, e lei
la stringe. L’unica che
non sembra molto contenta è Miu, che ha trovato Luna a
toccarti il viso, e ti
ha poi sentito ridere per una sua battuta. Speri sia gelosia quella che
vedi,
ma per quanto ne sai potrebbe pure essere mal di stomaco.
Sospirando un’ultima volta,
con ancora un largo sorriso sul
viso, inizia a mangiare la bizzarria di cibi sulla tavola. Alcuni sono
i tipici
cibi orientali, che non dovresti trovare in Inghilterra, altri invece
sono del
tutto nuovi non solo a te, ma anche ai tuoi compatrioti Giapponesi.
Man mano che la colazione prosegue,
iniziano le
presentazioni dei ragazzi seduti al tavolo. Sono quasi tutti Weasley,
cosa che
scopri grazie alle molte informazioni che ti fornisce Hermione, e li
puoi
facilmente distinguere dal mucchio grazie alla loro folta chioma color
carota,
decisamente inusuale per te che sei cresciuto dove il nero è
il colore
predominante. Tolta la miriade di fratelli, ci sono altri ragazzi di un
po’
tutte le case e gli anni, eccezion fatta per la casa di Serpeverde che
non ha
rappresentanti.
Il sistema di divisione in case ti
risulta sgradito e non
ancora ben chiaro. Perché creare divisioni interne nel corpo
studentesco,
anziché spingere verso valori di uguaglianza e fratellanza?
La risposta
dell’euforica Hermione è che la tradizione
è più importante della ragione ed
inoltre la competitività giova nel
quadro del rendimento scolastico.
Tutte balle secondo te, ma cada il
cielo se mai oserai
rispondere in malo modo alla ragazza. Hai già avuto una
partenza difficile con
lei, non merita altri attacchi da parte tua.
E così passa il tempo, il
sole si sposta in cielo nel suo
carro infuocato, ed il sonno inizia ben presto ad inondarti le membra.
Il breve
riposo in treno non è riuscito a compensare i tre giorni di
fatiche del
viaggio, e non vedi l’ora che vi congedino verso le vostre
stanze.
Non appena le tue palpebre iniziano a
diventare più
pesanti, il
venerando Silente si alza
dal suo scranno, dominando con il suo sorriso benevolo tutta la sala.
“Abbiamo mangiato, abbiamo
bevuto, ed è arrivato il momento
di riposare. Voglio solo dare qualche avviso ai nostri nuovi ospiti in
modo che
non facciano nulla di avventato. Per quanto riguarda i ragazzi, siete
stati
tutti ammessi ad Hogwarts in maniera eccezionale, i vostri maestri
garantiscono
per voi, ma questo non vi basterà per tenere il passo con
gli altri studenti
della scuola. Ecco perché da domani inizierete un corso
estivo intensivo,
gestito in collaborazione dai docenti e gli studenti più
promettenti, il nostro
obbiettivo è condensare in pochi mesi, anni di insegnamento,
dunque fate del
vostro meglio! A livello di sicurezza sappiate che
è vietato girovagare nel castello di notte,
così com’è vietato
addentrarsi nella
foresta proibita, oppure lanciare incantesimi nei corridoi. Mi sembra
sia
tutto, ma forse abbiamo tempo per un’ultima cosa. Minerva,
porta il cappello
per favore!”
L’anziana strega, sempre
rigida ed impettita, annuisce alle
parole di Dumbledore, facendo un gesto svolazzante con la bacchetta. In
pochi
secondi, dalle porte socchiuse, un consunto cappello, tutto toppe, fa
il suo
ingresso volando. Atterra infine sul palmo aperto della MacGrannit, che
lo
porge al preside.
“Grazie Minnie. Adesso i
vostri maestri vi chiameranno uno
alla volta, e verrete brevemente smistati. Ad Hogwarts la vostra casa
sarà un
po’ la vostra famiglia, i vostri successi le faranno vincere
punti, mentre le
infrazioni alle regole glieli faranno perdere. Ogni casa ha pregi e
difetti, ma
nessuna è migliore delle altre. Adesso iniziamo. Professor
Koejustu, prego sta
a lei.”
Il tuo maestro di Jujitsu si fa
avanti, iniziando a poggiare
il cappello in testa ai membri dell’alleanza Shinpaku. Uno ad
uno i tuoi amici
vengono smistati, ma per ora tutta la cerimonia è solo una
formalità. Non c’è
una reale divisione nel castello, non durante l’estate, indi
per cui non ti
interessa più di tanto dove finirai.
Come in un ordine prestabilito, tu
vieni infine lasciato per
ultimo. Prima di te sono stati smistati Nijima, che è finito
a Serpeverde nel
momento stesso in cui il cappello ha sfiorato il suo capo, e Miu, che
è invece
finita a Grifondoro. Potendo scegliere vorresti essere nella stessa
casa della
ragazza.
Quando il cappello ti viene poggiato
sulla testa, questo
cala leggermente fino a coprirti gli occhi, attutendo anche il brusio
che
giunge alle tue orecchie.
“Ah, signor Potter. Era
tanto che l’aspettavo, anni se non
ricordo male. Ed ora è finalmente dove dovrebbe essere. In
lei vedo molta
ambizione… c’è coraggio, forse troppo
coraggio, e nessuna voglia di rispettare
le regole… ma dove ti metto?”
Bisbigli lentamente il tuo desiderio
di restare con Miu, ed
il cappello ridacchia.
“Grifondoro è la
casa dei puri di cuore e c’è ben poco di
pure in te. Il tuo corpo ha assaggiato più sangue e scontri
rispetto a molti
altri in questo castello. Forse Serpeverde è la casa giusta
per te.”
Serpeverde, la casa in cui
è finito Nijima e che ti è stato
detto abbia anche ospitato Voldemort. Immagini come sarebbe la vita con
Nijima
come compagno di camera ed immediatamente sbianchi per la paura.
“No, no, nonono,
assolutamente no.”
“No?”
“No!”
“Serpeverde ti porterebbe
sulla via della grandezza… ma se
proprio insisti, allora sarà meglio…
GRIFONDORO!”
L’ultima parola viene urlata in modo che tutti possano sentirla. E poi è dolore, una luce incandescente, ed il buio a farti compagnia.
.................................................................................................................................................