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Autore: zinzuleddha    18/08/2014    3 recensioni
Una lacrima scivolò sul suo pallido viso- era la fine.
"Non ci prenderanno mai vivi" esclamò a denti stretti, ripetendolo tante volte quante le lacrime che in quel momento solcavano il suo viso; riuscivo quasi a sentire il rumore quando, cadendo sullo sterzo, finivano in mille pezzi, esattamente come lo stava finendo la mia speranza.
"Mi dispiace di averti messo in tutto questo" ammise, cercando con tutta la forza del mondo di trattenere i singhiozzi.
E l'avevo visto sotto innumerevoli aspetti, ma questo mi era decisamente sconosciuto.
"Ti amo" si lasciò sfuggire.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque mesi trascorsero da quel giorno, mille cose erano cambiate.
Tutti quelli che erano divenuti miei amici incontrarono fini tragiche. Mikey era stato ritrovato senza vita in un bosco, nessuno sa cosa accadde quella sera mentre Bert, non riuscendo a rinunciare al suo orgoglio e accettare il fatto di aver pianificare male un colpo, finì per beccarsi una pallottola in piena faccia.
Centinaia di vite sulla coscienza che, dopo una dura pratica, imparai ad ignorare ma, non riuscii comunque a scacciare quella sensazione di vuoto che, oramai, aveva preso il sopravvento.
Abbandonai definitivamente la scuola, facendomi così odiare da mia madre che, fortunatamente, era via e lo sarebbe stata per altri undici giorni, giusto il tempo necessario per mettere in atto gli ultimi due grandi colpi, questa volta in Spagna. Avremmo vendicato i nostri amici.
E mi trovavo quella mattina seduto in una panchina del parco, a riflettere sulla mia vita.
Due colpi e quell'inferno sarebbe definitamente terminato, ognuno avrebbe preso la propria strada, la mia vita sarebbe divenuta nuovamente normale.. o almeno, così speravo. Faticavo a credere che la mia vita sarebbe tornata normale dopo tutto ciò che avevo fatto.
Oramai in città mi ero guadagnato la reputazione del cattivo ragazzo, nessuno osava avvicinarsi a me, si limitavano tutti a lanciarmi occhiatacce e, ciò non mi dispiaceva affatto.
Venni distratto da una presenza al mio fianco, alzai lo sguardo, Gerard.
Mi porse un pacchetto, ma mi rifiutai d'accettarlo, voltando lo sguardo.
"Ho saputo che qualche giorno fa hai compiuto gli anni" fece una pausa, poggiando il pacchetto sulle mie gambe, per poi rimettersi seduto.
Osservai per un attimo il pacchetto, era leggerissimo.
"Perchè non me l'hai detto?" continuò, sospirando e abbassando lo sguardo.
"Tua madre mi ha detto che non hai voluto festeggiare e che, negli ultimi giorni, ti comporti in modo strano" Alzò nuovamente lo sguardo, fissandomi dritto negli occhi, "Frank, stai bene?" sospirò.
Quelle parole mi fecero contorcere lo stomaco, annuii, non avevo voglia di dargli delle spiegazioni, non avrebbe capito.
"Quando te l'ha detto?" Gli chiesi sorpreso, cercando di deviare il discorso.
"Quella sera che hai dimenticato il cellulare a casa mia ha telefonato e, non volevo si preoccupasse, perciò ho risposto io, dicendole che stavi bene. Non te l'ha detto?" Scossi la testa, era da molto tempo che non mi telefonava, probabilmente era troppo impegnata con il suo nuovo ragazzo.
"Allora, che aspetti? Non lo apri?" mi rivolse un sorriso sghembo, scossi la testa, stava forse cercando di farsi perdonare l'ultima litigata in cui mi aveva spaccato una bottiglia in testa?
"Mi dispiace, ma non posso accettarlo" affermai, alzandomi e facendo finire il pacchetto per terra.
"Fanculo" urlò alle mie spalle, lanciando il pacchetto contro l'albero difronte la panchina. Non risposi, avevo imparato ad ignorarlo.
Oramai non parlavamo più nemmeno, semplicemente non ne avevamo più bisogno, bastava uno sguardo e ci capivamo al volo.
Salì in macchina, gettando, prima di allacciare la cintura, la valigia nei sedili posteriori. Gerard fece lo stesso, prima di partire verso l'aeroporto, dove, una volta arrivati a destinazione, avremmo dato inizio al grande colpo.
Come prima cosa dovevamo far fuori degli uomini che, per facilitare le cose, Gerard si era fatto amici e, dopo essersi guadagnato la loro fiducia, si era guadagnato un posto d'onore alla grande cena tra ''colleghi'', nella quale avrei fatto irruzione facendo fuori tutti, tranne Gerard, ovviamente.
Dopo di che, sarebbe stata l'ora di mettere in atto l'ultimo grande piano che si sarebbe svolto al Casinò di Mr. Jordison.
Essendo la prima volta che viaggiavo, all'aeroporto fece tutto Gerard e presto ci ritrovammo a bordo dell'aereo.
Terrorizzato all'idea di volare, chiusi gli occhi, cadendo dopo pochi minuti in un sonno profondo.

. . .

La voce squillante dell'Hostess mi fece sobbalzare, ci stava comunicando che eravamo atterrati. Una mezz'oretta dopo eravamo già fuori dall'aeroporto.
Gerard si diresse verso una macchina rossa, per poi estrarre delle chiavi dalla valigia e aprirla.
"Me l'hanno lasciata quegli uomini" mi informò, mettendo a moto. Contro ogni mia aspettativa non accadde nulla, perciò mi decisi ad entrare.
"Ho procurato delle pistole e tutto il necessario, sono già in hotel e, in più, ho già provveduto a far disattivare tutte le telecamere del locale e dei dintorni. Mi presenterò in ritardo alla cena, in modo da poterti accompagnare al locale. Alle nove e trenta fa irruzione e fa fuori tutti. Porta una pistola e dei guanti anche per me, ovviamente ti aiuterò, non potrei mai starmene con le mani in mano" fece una pausa, grattandosi il naso "Infine usciremo dall'uscita posteriore, parcheggeremo l'auto dietro il locale. Ho fatto innestare una bomba nell'auto, la innescheremo in una campagna nei dintorni, in modo da eliminare definitivamente tutte le prove che potrebbero incriminarci. Quei bastardi ci avevo infilato una cimice"
Annuii stupefatto. Mi chiesi come faceva a conoscere così tante persone disposte ad aiutarci.
Arrivati all'Hotel ci preparammo e, prima del previsto, si fecero le nove e un quarto. Mi si raggelò il sangue non appena mi trovai difronte al ristorante e, mi raggelò ancora di più non appena Gerard sparì tra i tavoli.
Osservai l'orologio, segnava le nove e venticinque, era arrivato il momento di entrare nuovamente in azione.
Feci irruzione nel locale, iniziando a sparare a chiunque incontrassi sulla mia strada e, restai terribilmente sorpreso non appena tutti gli uomini seduti al tavolo estrassero delle pistole dalla giacca.
Cominciai a sparare all'impazzata, ne feci fuori tredici su quindici quando un urlo mi fece perdere un battito. Mi voltai, Gerard era a terra, in un lago di sangue. Mi affrettai a far fuori gli ultimi due tizi, facendo a pezzi la faccia dell'uomo che aveva sparato contro Gerard, come se averlo ucciso non mi bastasse.
Mi precipitai verso lui, notai che, fortunatamente, era stato colpito alla spalla.
"Corri" bisbiglio, il suo respiro pesante mi mandava in panico.
"Andiamo insieme o non ci andiamo per niente" gli dissi estremamente serio, poggiandogli le mani sul viso e facendolo voltare verso di me. Mi rivolse un sorriso, poi lo trascinai fino alla macchina.
"Ti porto all'ospedale, non mi importa" dissi nel panico, se l'avrei portato in ospedale saremmo finiti, o meglio, sarei finito, nella merda, ma non m'importava, sarebbe stato comunque meglio che vederlo morire dissanguato.
"No" mi urlò, la sua voce, adesso terribilmente roca, mi fece rabbrividire, "Portami a casa, non ho bisogno di un dottore, mi aiuterai tu" disse poi, sistemandosi sul sedile. Annuii, sfrecciando sulla strada di casa.
"L'auto, Frank. Dobbiamo innescare la bomba" Annuii nuovamente, "Gira a destra" mi disse, indicandomi la stradella di campagna nella quale avremmo dovuto far esplodere l'auto.
Lo aiutai a scendere, infilandomi poi, come mi aveva raccomandato, sotto l'auto e premendo il bottone rosso.
Lo trascinai di corsa il più lontano possibile, ebbi una stretta al cuore non appena si lamentò, notai solo allora di avergli fatto pestare la testa contro innumerevoli sassi.
Stremato, lo aiutai a mettersi in piedi, "Fingiti ubriaco e, nascondi la ferita con questa" gli raccomandai, porgendogli una sciarpa, annuì e, dopo quelli che sembrarono anni, arrivammo alla camera.
Lo aiutai ad adagiarsi sul letto, entrando poi nel panico. Cosa avrei dovuto fare adesso? Ero solo un ragazzo, non un dottore.
Ero un ragazzo, non un eroe, non ero capace di compiere i miracoli.
Mi mangiucchiai le unghie in cerca di una risposta, "Ci sono dei medicinali nel mobiletto del bagno, prendili tutti e, prendi anche la forbicetta" Annuii, facendo come mi disse.
"Bene, prendi una pillola dal pacchetto blu e, prendimi un bicchiere d'acqua. Dopo disinfettami la ferita e estrai il proiettile con la forbice"
Annuii, affrettandomi a prendergli dell'acqua. Inghiottì la pillola, indicandomi poi la bottiglia di disinfettante adesso sul letto.
Dopo averlo aiutato a cacciarsi la camicia, cominciai a gettarne sulla ferita, restai di stucco non appena quasi urlò, contorcendosi e tappandosi la bocca con il cuscino che, precedentemente, aveva sotto la testa.
"Muoviti" mi incitò, indicandomi la forbicetta, Annuii, facendomi coraggio.
Cominciarono a tremarmi terribilmente le mani mentre l'avvicinavo alla ferita, avrebbe sicuramente fatto male e, nonostante tutto ciò che mi aveva fatto e il rancore che provavo nei suoi confronti, non volevo fargli del male.
"Dai, sbrigati, Frank. Estrai il proiettile con la forbice" Annuii, avvicinandomi alla sua spalla e infilando lentamente la forbice nella ferita. Riuscii, dopo svariati tentativi, ad afferrare il proiettile e, dopo un lungo respiro, lo estrassi. Non appena lo estrassi gettai la forbicetta piena di sangue sul pavimento, mi si contorse lo stomaco, ero sul punto di vomitare nuovamente.
"Frank" poggiandomi una mano sul viso, mi distolse dai miei pensi, voltai lo sguardo, notai che aveva scostato il cuscino e che adesso era appoggiato contro la lettiera, "Calmati, non è successo niente. E' solo un po' di sangue, mi è successo altre volte. Adesso, però, aiutami a disinfettarmi nuovamente" disse, non si era mai rivolto a me con quel tono di voce, sembrava quasi avesse dei sentimenti.
Invidiavo, ovviamente in senso buono, Gerard per questo. Lui era forte, non gli importava realmente di nulla, non aveva ne cuore, ne sentimenti e, di conseguenza, nemmeno una coscienza, perciò viveva felice.
Afferrai nuovamente il disinfettante, avvicinandomi alla sua spalla, osservando poi attentamente la ferita.
Si contorse dal dolore, mordendosi violentemente il labbro inferiore per cercare di non urlare, sembrava fare ancora più male della prima volta.
Mi alzai dal letto, andando a cercare qualcosa con cui fasciarlo; la prima cosa che mi venne fra le mani fu la mia maglietta preferita. Non ci pensai due volte, comincia a strapparla, in modo da ricavarne delle strisce, per poi precipitarmi nuovamente sul letto. Mi distesi, cercando di fasciarlo al meglio.. non ero molto bravo con queste cose.
Dopo ben dieci minuti, portai a termine la fasciatura, rivolgendogli uno sguardo, mi resi conto solo allora di essere praticamente sdraiato su di lui. Feci per alzarmi, ma mi fu impedito, visto che mi poggio una mano sulla schiena, o meglio, quasi sul sedere, spingendomi verso se.
Osservo poi la fasciatura, prima di aprire nuovamente bocca, "Frank.." fece una pausa, osservandola nuovamente "Ma, quella, non era la tua maglietta preferita?" Chiusi gli occhi, eravamo così terribilmente vicini.
La sua fronte contro la mia, i nostri petti l'uno contro l'altro, si alzavano e si abbassavano contemporaneamente, il suo respiro pesante sulle mie labbra.
Annuii, tirando un lungo respiro. Si inumidì poi le labbra, quasi sfiorando le mie con la lingua, per poi gettare la testa all'indietro, ridendo.
"Frank" ruppe l'imbarazzante silenzio che era venuto a crearsi, poggiandomi una mano sul petto, "E' tardi, vai a cambiarti, non abbiamo tempo"
Annuii nuovamente, alzandomi dal letto e, scosso da tutto ciò che nell'arco di due ore era avvenuto, mi cambiai, poggiandomi poi al muro, fino a farmi scivolare a terra, come mi era d'abitudine fare, riflettendo nuovamente in quel giorno, sulla mia vita e ciò che avrei voluto fare.




- Ladies and Germs, sono tornata! :)
Avrei dovuto pubblicare questo capitolo ieri ma non sono stata a casa, perciò, eccolo oggi.. :)
La storia sta volgendo al termine e, che dire, spero con tutto il cuore che vi stia piacendo. Ho già in mente il sequel che, però, sarà narrato sotto il punto di vista di Gerard.
Chiedo perdono per gli eventuali errori :)
Vi invito, come sempre, a lasciare una recensione; se avete domande, non avete capito qualcosa della storia o avete notato qualche errore, non esitate a scrivermi!
Potete contattarmi anche su twitter, vi ricordo nuovamente che sono @sussumella -

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sto cercando, ogni volta, di fare del mio meglio.
 
A presto
- Danny x <3 
 

   
 
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