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Autore: Lord Gyber    18/08/2014    3 recensioni
Citazione del personaggio: Il buio. Il buio ed il silenzio sono la prima cosa che ricordo....Il mio corpo. Il mio corpo aveva perso ogni genere di umanità.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passai un anno dentro quel laboratorio. Durante questo lungo periodo di tempo morirono molte altre chimere: 34, 89, 13 e 44, mi dispiacque soprattutto per lui perché avevamo avuto il tempo per parlare e conoscerci meglio durante i test. Ma se da una parte soffrivo dall'altra ero felice, perché il mio rapporto con 20 cresceva di giorno in giorno. Pensammo più e più volte di scappare da quel luogo e di sposarci, anche se tutti e due sapevamo che non era possibile. Ma si sa, il fato opera in modo imperscrutabile.

Quel giorno non fui svegliato dalla dolce voce della mia amata, ma da una sensazione di asfissia. Quando riaprì gli occhi vidi che dai buchi per l'aria stavano entrando nuvoloni di fumo. All'inizio non ne capì la causa, poi, oltre la coltre di fumo, vidi immense torri di fuoco. L'intero edificio era stato incendiato. Corsi verso 20 e la svegliai a strattoni.

- 20 presto svegliati! -

- Perché? Cosa sta succedendo? - disse mentre si grattava gli occhi con gli zoccoli.

Non ci volle molto che anche lei capisse che se non ce ne fossimo andati da li saremmo diventati degli spezzatini. Mi portai davanti alla porta e cercai di buttarla giù a spallate. Ci provai una volta, non funzionò. Riprovai. Due. Tre. Quattro volte, non voleva cedere. Cominciai a prenderla a pugni, ma niente. Ormai pensavo che non ce l'avremmo fatta, ma in fondo sono sempre stato un pessimista. Infatti non passò molto che davanti alla nostra cella passò 77: tipetto simpatico, una fusione far un diamond dog ed un volatile. Quando ci vide ci corse incontro.

- Siete ancora nella vostra cella! Aspettate vi libero io. -

Per aprire la porta vi era bisogno di una chiave magnetica, che solo le guardie avevano. Fui sorpreso quando 77 ne tirò fuori una e ci aprì la via d'uscita. Andai verso di lui, mettendo il braccio destro sul naso per evitare di inalare troppo fumo.

- Si può sapere cosa è successo? -

- Una chimera..coff coff...ha sfondato il quadrante elettrico ed ha dato fuoco a tutta la baracca... - Riprese fiato – hanno fatto uscire i prigionieri del primo piano e loro ne hanno approfittato...coff coff...hanno attaccato le guardie e le hanno uccise per rubarli le chiavi magnetiche...ci stiamo dirigendo all'uscita che si trova in cima, fareste meglio a venire con noi. - e ricominciò a correre.

Finalmente. La possibilità che avevamo di andarcene era arrivata. E non ce la saremmo fatta sfuggire. Cominciammo a percorrere le varie rampe di scale, ci volle molte dato che l'edificio aveva venti piani. Durante la corsa sempre più chimere si univano a noi, ma la cosa che mi lasciò sorpreso fu la loro solidarietà. Se uno cadeva un altro lo portava in spalla, se uno finiva sotto le macerie un gruppetto era pronto a tirarlo fuori da guai. Anche se non si conoscevano non avrebbero permesso che qualcuno soffrisse ancora quelle tremende torture. La corsa non fu priva di ostacoli. Succedeva che qualche struttura cadeva, ma non era difficile da scansare. La parte peggiore erano le guardie...intendo per loro, mica per noi. Fui costretto a mettermi davanti a 20 affinché lei non vedesse. Quando gruppo di guardie cercava di fermarci i primi della nostra fila gli saltavano addosso. C'è che fu dilaniato, chi perse degli arti o chi fu sbranato dalla loro rabbia.

Finalmente arrivammo all'ultimo piano....ma non c'era nessuna uscita. No. Non potevamo aver faticato così tanto per niente. Cominciammo a guardarci intorno con la speranza di trovare la via di fuga.

- Lassù! -

Una chimera indicò con la zampa una botola attaccata sul soffitto. Il mio cuore riprese a battere. Altre due chimere, molto massicce, avevano afferrato la botola e l'avevano sradicata per fare in modo che anche quelli più grandi potessero passare. Dal buco si poté sentire odore di aria pura. Ci apprestammo ad uscire quando una voce ci bloccò.

- Dove pensate di andare!?! -

Il professore era davanti a noi, ansimava ed aveva una ferita sanguinante che gli percorreva l'occhio sinistra.

- Non vi permetto di andarvene! Io sono il vostro padrone e dovete obbedire a me! Se necessario morirete se io lo desidero! Tornate qui! -

A quel punto avevo perso qualsivoglia controllo. Vidi per terra un pezzo di vetro, probabilmente di qualche cella, e lo raccolsi. Mi avvicinai al professore.

- 100, vedo che almeno tu hai ancora un po' di buon senso. Ora.. -

Lo solleva dal terreno prendendolo per la gola e lo sbattei con violenza contro una parete. Gli feci sputare molto sangue.

- Cosa stai facendo!?! Come ti permetti...-

Utilizzai il vetro a mo di pugnale e gli trapassai lo stomaco. Lui cominciò a guardarmi con una faccia incredula. Non mi limati ad infilzarlo. Spinsi ancora di più, finché non vidi la punta della mia arma di fortuna che gli usciva dalla schiena. Una pozza di sangue aveva bagnato il pavimento. Lo afferrai anche con l'altra mano al fianco e lo alzai in aria. Mi diressi verso la ringhiera della scala e puntai lo sguardo sulle imponenti fiamme che avanzavano. Lui aveva capito cosa volevo fare.

- TI PREGO!!! Abbi pietà! -

Il mio odio crebbe ancora di più.

- Meriti tanta pietà quanto quella che hai riservato a tutti noi! BRUCIA ALL'INFERNO BASTARDO!!! -

E così lo lanciai nel vuoto, mentre la sua sagoma e le sue urla svanivano nelle fiamme. Sentì grida di felicità provenire dal gruppo, ma non durarono molto dato che la struttura sarebbe da li a poco collassata. Uscimmo dalla botola e ci ritrovammo in un bosco. All'ora il laboratorio si trovava in una specie di bunker. Ingegnoso. Non ebbi troppo tempo per rifletterci perché cominciai a correre all'impazzata, accompagnato da 20, all'interno della vegetazione, mentre gli altri si disperdevano nei dintorni. Corremmo per un centinaio di metri fino a quando sentimmo il boato di un'esplosione. Quella specie di manicomio era saltato in aria, se qualcuno vi era rimasto dentro probabilmente era morto.

 

Io e 20 percorremmo due km, arrivando ad una piccola pianura pianeggiante. Ci accasciamo al suolo stremati, sia per la corsa sia per la forte scarica di adrenalina. Mentre ero sdraiato il mio sguardo cadde sul cielo. Era pieno di stella e la luna sovrastava tutto. Era bellissimo. Anche 20 aveva portato il suo sguardo a quella miriade di stelle osservandone tutta la bellezza.

- Dopo tanto tempo. – copiose lacrime scendevano dai suoi splendidi occhi – Dopo tanto tempo siamo liberi. -

Mi avvicinai a lei e la strinsi forte fra le braccia.

- Te l'avevo promesso dopotutto. -

Ci scambiammo un bacio, mentre lentamente ci addormentavamo protetti dalla luce del satellite.

 

Quella mattina mi ero alzato presto ed ero andato in avanscoperta nel bosco in cerca di qualcosa da mangiare, ma tutto ciò che riuscì a trovare furono foglie, foglie e ancora foglie.

Se provavo a catturare qualche animaletto questo sgusciava via e scappava. Fu proprio durante la mia ricerca che trovai qualcosa di altrettanto prezioso come il cibo. Ritornai alla radura dove 20 stava ancora dormendo. Era adorabile. Ma ciononostante cominciai a punzecchiarla col dito sulla guancia per svegliarla.

- Ciao 100. Perché mi hai svegliata. - chiese fra uno sbadiglio e l'altro.

- Ti voglio mostrare qualcosa. -

Le feci percorrere il sentiero che avevo seguito quel giorno. Quando oramai eravamo a poca distanza dalla sorpresa misi le mani sui suoi occhi affinché non vedesse niente.

- Che stai facendo? -

- Deve essere una sorpresa. -

Eravamo arrivati. L'emozione di sapere cosa ne pensava mi stava facendo tremare.

- SORPRESA!!! -

Gli levai le mani e allora la vide. Era una piccola casetta in legno, possedeva due piani ed era anche parecchio ampia.

- Lo trovata stamane, ho controllato, è completamente disabitata. -

Quello che dicevo era supportato dal fatto che alcune parti del legno erano marcite, ma niente che un po' di olio di gomito avrebbe potuto rimediare.

- Ti faccio vedere l'interno. -

La spinsi dentro la casa. Tolsi le tende, ormai lacerate, dalle finestre e feci entrare la luce solare. L'interno era parecchio polveroso e vi era una grande quantità di ragnatele. Vi erano ancora alcuni mobili: un comodino, un cassettone, anche una piastra per cucinare e molte altre cosa. La portai dentro una stanza.

- E questa è la nostra camera. -

Era parecchio grande ed entrava parecchia luce dato che era provvista di due finestre. Vi era anche un bel lettone matrimoniale, certo il materasso ed i cuscini erano sporchi, ma una bella lavata gli avrebbe fatti tornare agli antichi splendori.

Mentre io ero orgoglioso della mia scoperta, notai che 20 non aveva ancora accennato una sillaba. Pensai che l'abitazione non le piacesse.

- Che..che c'è non ti piace? -

- Se mi piace- aveva un tono di voce alquanto serio – se mi piace...-

Temevo che sarebbe esplosa da un momento all'altro.

- IO LA ADORO!!! -

Urlò per poi saltarmi in braccio, facendomi cadere di schiena, e dandomi un bacio.

- E' la cosa più bella che tu potessi fare per me. -

Era felice e ciò rendeva felice anche me.

- Bene, ora rimbocchiamoci le maniche. La nostra casa dovrà essere uno splendore. -

Passammo il resto della giornata a pulire e spolverare, per fortuna riuscimmo a trovare alcuni stracci e dei detersivi, si vede che quelli che avevano lasciato questa casa erano molto smemorati. Togliemmo la polvere, le ragnatele e lavammo tende, materassi, cuscini e coperte. Ci volle tutta la giornata, ma ne valse la pena. Quella sera io e la mia metà ci sdraiammo sul letto e ci coprimmo ben bene con la coperta. Mi persi nei suoi occhi cerulei, non era mai stata così serafica. Ma prima di dormire c'era una cosa che le volevo comunicare.

- Mi sono dimenticato di dirti una cosa. -

- Cosa tesoro? -

- Vedi, mentre stavo esplorando, ho scoperto che non troppo distante da qui vi è un piccolo paesino. Si dovrebbe chiamare...Pory...ehm, no...Tony...neanche...oh, sì Ponyville. -

- E con questo? -

- Dico che dovremmo essere prudenti. Se ci scoprissero potremmo essere perseguitati ed io non voglio che questo accada, e poi...-

Mi mise lo zoccolo sulle labbra.

- Sei sempre il solito tragicone. Andrà tutto bene. -

Le sue parole mi rincuorarono molto.

- Hai ragione. -

Le diedi il bacio della buonanotte.

- Sogni d'oro 20. -

- Anche a te 100. -

E ci addormentammo.

  
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