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Autore: xziamsvoices    18/08/2014    29 recensioni
Mi chiamo Kimberly, Kimberly Collins.
Ho diciassette anni, vivo a Londra con mio fratello Jason e mia madre.
Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno e non sono la classica ragazzina timida e impacciata.
La mia reputazione non è delle migliori nella mia scuola; vengo definita molto spesso una ragazza facile anche se la verità è tutt'altra.... Nonostante questo non ho ancora incontrato un ragazzo a cui non importa ciò che la gente dice su di me.
Kimberly vuole essere amata ma indossa sempre la maschera da "Cattiva ragazza".
Troverà il ragazzo giusto per lei?
Riuscirà a smettere di pensare ai demoni del suo passato?
(...)
Sobbalzai dalla sedia, tirando una ginocchiata a Niall.
-Cazzo, che male!- Urlò, contorcendosi dal dolore.
-Scusa, scusa davvero! Non volevo, mi dispiace!- Sussurrai mortificata, agitandomi.
-Ovunque ci sei tu ci sono problemi, Kimberly!-
Eccola la voce di Jason; pronta a ferirmi, a farmi sentire un mostro più di quanto non mi sentissi già.
(...)
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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'New friend, Prudence.'
Chapter seven.

-Mi scusi, sa dirmi dov'è la stanza di Jason Collins?- Chiesi, una volta arrivata all'ospedale, ad una dottoressa.

Controllò delle cartelle e, dopo vari minuti d'attesa, mi rispose dolcemente.

-Stanza 39. Secondo piano.- La ringraziai e feci le scale correndo.

Mi ritrovai in un piccolo corridoio con delle sedie poste accanto ad un muro. Era la stanza d'attesa.

-Tesoro!- Mia madre mi abbracciò, singhiozzando.

Mi irrigidii di fronte a quel contatto e, facendo uno sforzo immane, ricambiai la stretta.

-Come sta? Lo posso vedere? Che gli è successo?!- Sparai a raffica quelle domande, dovevo sapere.
Sospirò e, sedendosi, mi fece cenno di raggiungerla.

-La dottoressa ha detto che ha sbattuto la testa e si è rotto due costole. L'hanno operato d'urgenza ed ora sta dormendo. Hanno trovato delle traccie di anfetamine nel suo sangue...- Si asciugò il mascara colato e forzò un sorriso.

Una lacrima scivolò dai miei occhi ed io non seppi fermarla. Non dovevo piangere, non davanti a mia madre. Jason, mio fratello, aveva fatto un incidente mentre io ero a farmi un piercing.

'Se fossi rimasta a scuola e fossi tornata a casa con lui, tutto questo non sarebbe successo.' Mi diedi la colpa, come sempre.

Jason era tutto ciò di cui avevo bisogno per andare avanti, non mi importava del suo comportamento.

-Chi sono i familiari di Jason?- Un dottore con una mascherina sul volto uscì da una porta bianca e si avvicinò a noi.

Alzai la mano e, chiedendo il permesso a mia madre, mi diressi verso di lui.

-Signorina, stia attenta. Il ragazzo si è appena svegliato e non deve fare sforzi fisici.- Annuii ed entrai, richiudendomi la porta alle spalle.

Mio fratello era al centro della stanza, ricoperto di tubi collegati a dei macchinari, che mi fissava insistentemente.

-Ehi...- Riuscii a mormorare, dopo essermi appoggiata al bordo del letto.

-Come stai?- Mi domandò, issandosi sui gomiti.

'Non sono io quella che ha rischiato di morire.' Riflettei, mentalmente.

-Sto bene. Tu, piuttosto?- Gli tesi una mano, ricevendo la sua stretta subito dopo.

-Oh, mi mancano due costole ma sto bene- Fece una risatina che terminò in un colpo di tosse.

Il suo corpo non era ancora nel massimo della sua forma eppure, nonostante ciò, volevo delle risposte. Volevo sapere cosa gli stava succedendo.

-Perchè ti droghi, Jason?- Arrivai dritta al punto, abbassando lo sguardo. Sgranò gli occhi, non si aspettava certo una domanda del genere.

-Io, beh... Non è facile da spiegare.- Inarcai un sopracciglio, per farlo continuare.

-In realtà non c'è un perchè. Mi manca tanto papà, mamma è infelice e ti ferisco ogni giorno. Sono un coglione, Kim.- Solo in quel momento capii quanto Jason fosse fragile e protettivo.

-Non sarò mai felice senza te. Sei la persona che amo di più al mondo.- Lo abbracciai, stando attenta a non fargli male.

Si dice che ogni persona abbia un posto nel mondo ed il mio, era tra le sue braccia. Me ne fregavo se era una frase da fidanzati, lui era molto di più. Era mio fratello.

-Cambierò, te lo prometto.- Mi asciugò le lacrime e mi diede un bacio sulla fronte, un gesto quasi paterno.

L'orario di visita terminò e, uscendo da sola dall'edificio, mi scontrai con qualcuno.

-Che sbadata che sono! Scusa.- Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi color verde acqua mi sorrise timidamente. Era bellissima.

Il suo corpo era pieno di tatuaggi e un trucco marcato risaltava i suoi tratti. Per un momento, l'invidia si fece
spazio nella mia mente.

-Tranquilla. Mi chiamo Kimberly.- Le porsi la mano che, prontamente, afferrò.

-Io sono Prudence Halliwell, piacere.- Le chiesi se anche lei avesse qualche familiare all'ospedale e, da quel discorso, iniziammo a chiacchierare.

-Prue devo andare, ci vediamo domani a scuola!- Le diedi un bacio sulla guancia.

-Domani avrò un'amica con cui passare la giornata, grazie Kim!- Corse via con un sorriso sul volto.

Camila.

Sdraiata sul letto, in camera mia, ascoltavo le urla di mia madre.

-Camila! Esci subito da quella camera e vieni a conoscere il mio futuro marito!- Mi rassettai i vestiti e, sbuffando, mi diressi al piano inferiore.

-Piacere, Mark Tomlinson.- No. Non poteva essere.

'Io e Louis saremo fratellastri?!'

L'idea non era tanto brutta ma Mark Tomlinson non sarebbe mai stato mio padre. Mai e poi mai.

-Camila Smith.- Calcai il cognome, come a volergli ricordare che io e lui non avevamo nessun legame e mai lo
avremmo avuto.

Mia madre mi diede un bacio sulla fronte e, prendendo per mano l'uomo, uscì di casa.

Dopo aver preso il mio Samsung Galaxy S4, inviai un messaggio a Louis.
 
A: Louis.
Ehi, LouLou. Lo sapevi che mia madre si sposerà con tuo padre?
Ci divertiremo insieme ;)

 
Guardai l'orario sul display, segnava le 19.36. Scesi in cucina, intenzionata a prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti quando il mio cellulare lampeggiò.
 
Da: Louis.
Wow! Non ci posso credere, Cami! Ne faremo delle belle, sorellina.
Ti voglio bene, Lou. xx
Sorrisi e, aprendo il frigorifero, presi gli ingredienti per farmi un sandwich veloce.

-Mh, cosa potrei fare?- Pensai ad alta voce.

Nel lettore DVD era già inserito Titanic. Mi sedetti sul divano e, dopo un'ora e mezza di romanticismo, mi addormentai profondamente.

Prudence.

Il suono incessante della sveglia mi diede il buongiorno, per così dire.

Mi diressi in bagno, passando una mano tra i miei capelli biondi. Ero stravolta per i fatti successi la sera prima.

-Avanti bionda, manda giù.- Nick mi passò una pasticca di ecstasy accompagnata da un bicchiere di vodka.

-Ha paura, la bimba.- Michael, un ragazzo di ventiquattro anni, mi schernì.

Ma io dovevo dimostrare di essere forte e coraggiosa. Non sarei più stata la 'Dolce Prudence.', ero stanca di essere presa in giro. Di essere usata.

-Io non ho paura, cretino.- Ignorai la sua occhiata omicida e, dopo aver ingoiato la droga, bevvi l'alcolico.

La stanza iniziò a girare attorno a me, le luci stroboscopiche della discoteca mi accecarono e le mie gambe cedettero.

-Portiamola a casa, tanto la madre ha il turno notturno. Me l'ha detto lei.-
Quella frase fu l'ultima cosa che riuscii ad udire, prima di svenire.


I miei occhi verde acqua avevano una sfumatura rossa e delle occhiaie scure risaltavano sulla mia pelle dorata.

Avvertii lo sbattere della porta di casa; mia madre era tornata.

Presi una canotta bianca trasparente, dei leggins neri e le mie amate Air Max dello stesso colore. Siccome era autunno inoltrato, completai il tutto con una giacca di pelle e un cappellino rosso fuoco per proteggermi dal freddo.

Misi lo zaino su una spalla e scesi le scale, mantenendo la testa bassa.

-Buongiorno, tesoro. Tutto bene?- Annuii, facendo finta di aggiustarmi gli indumenti.

Non volevo darle altri dispiaceri; mio padre l'aveva tradita con una ragazza poco più grande di me e lei, per due anni, era caduta in una profonda depressione.
L'anno scorso conobbe Thomas, il suo attuale compagno, e tutto cambiò, per fortuna.

-Ti sei ubriacata! Puzzi di alcol!- Mi prese il mento tra le mani, puntando i suoi occhi nei miei.

-Ti sei anche drogata, mi fai schifo!- Cominciò ad imprecarmi contro ed io, trattenendo a stento le lacrime, mi incamminai verso la scuola.

Arrivai a destinazione e gettai la sigaretta che avevo tra le labbra, ormai finita.
Notai una chioma rossa, accanto a dei ragazzi. Era Kimberly.

-Ragazzi, lei è Prudence. Una ragazza che ho conosciuto ieri, viene da Parigi!- Annunciò, dopo avermi portato davanti a loro.

Il ragazzo riccio attirò la mia attenzione, aveva dei capelli color cioccolato che cadevano in una cascata di boccoli e, gli occhi erano di un verde intenso, sensuale.

-Sono Harry, piacere di conoscerti.- La sua voce roca mi penetrò nelle ossa ed un calore prese a bruciare nel mio basso ventre.

-Il piacere è tutto mio, credimi.- Mi leccai le labbra, udendo uno sbuffo fuoriuscire dalla bocca di una ragazza bionda.

-Io sono Camila, Prudence.- Pronunciò il mio nome con una smorfia sprezzante.

La voglia di metterle le mani addosso iniziò a farsi strada in me ma, fortunatamente, Kim intervenne.

-Vieni biondina, ti faccio vedere il resto della scuola.-

Saremmo diventate grandi amiche, io e lei, me lo sentivo.
 
Ragazze!
Scusate se ritardo tanto, ultimamente...
Come potete vedere, arriva un altro personaggio! Prudence... Che ne pensate di lei? Esprimetevi lettrici! ;)
Jason avrà davvero messo la testa a posto?
Fatemi sapere i vostri commenti, ci tengo!
Bacione.
-Chanty.
  
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