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Autore: oceansunrise    18/08/2014    1 recensioni
Era bellissima nonostante io odiassi le ragazze che fumavano, e lei stringeva una sigaretta sottile tra le labbra.
Era bellissima nonostante fosse cosi piccola, cosi minuta.
Era bellissima perchè aveva l'aria di una che è stata distrutta mille volte e si è sempre aggiustata da sola.
Era bellissima perchè fissava il vuoto, lo fissava come se fosse l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi.
E quel giorno la salvai.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter two - Under the white paint.

 
Since you've gone I been lost without a trace
I dream at night I can only see your face
I look around but it's you I can't replace
I feel so cold and I long for your embrace.
{Every Breath You Take - Police.}





Nove minuti e quarantadue.

Avevo contato secondo per secondo il tempo che avevo messo per arrivare a scuola quella mattina e avevo osservato che ogni giorno il tempo diminuiva, non era solo una mia impressione.
Non sapevo se fosse una cosa positiva perchè andando più veloce bruciavo più calorie o se fosse negativo perchè mi dava l'impressione di non aver fatto abbastanza e il pomeriggio mi costringevo a correre mezz'ora in più.
O a saltare il pranzo.
 
Decisi che avevo tempo per una sigaretta di consolazione prima che arrivasse Meg.
Di consolazione da cosa poi? Dalla vita, mi sa. O dall'essere me. Mi consolavo dall'essere me. Figo.

Riordinai tutti i pensieri, pensai al mare mi sa, e al sangue, quello me lo ricordo. Pensai all'asfalto sulla strada, e alle strisce bianche. Pensai un sacco alle dita che scorrono veloci sui tasti, alle mie, era un po' che non lo facevano. Pensai a papà poi, a mamma no. Poi pensai al ragazzo di ieri alla stazione, decisi che sarebbe stato un pensiero sotto gli altri, nascosto, come le strisce di asfalto coperte dalla vernice bianca. Decisi che sarebbe stato il mio segreto, il mio rifugio, le mie mani nella tasche di quella giacca calda troppo grande e sulle labbra la voglia di correre a cercarlo e baciarlo, baciarlo fino ad averne abbastanza.
Poi, mentre spegnevo la sigaretta consumata solo a metà, mi chiesi se ne avrei mai avuto abbastanza.

Quella mattina feci una cosa che non facevo da tempo, che non avevo mai fatto forse. Pensai a me, pensai a me come a una cosa che conoscevo, anche se sapevo perfettamente di non conoscermi. Mi stupii di aver faticato a mantenere l'autocontrollo il giorno prima, mi stupii come se io mi conoscessi, come se sapessi di avere autocontrollo.
Ma la verità è che io di me non sapevo niente, un bel niente. Non capivo perchè facevo quello che facevo, perchè ridevo, perchè parlavo in quel modo, usavo quel tono di voce. Facevo tutto in automatico, non riuscivo a controllare niente di me. A volte mi svegliavo e pensavo 'oggi lo faccio vedere sul serio come sono, sarò triste, tutto il tempo, se mi verrà da piangere piangerò, se mi verrà da piegarmi in due e vomitare giuro, giuro su Dio che lo faccio' e invece poi era tutto da capo, come se non riuscissi a controllarlo, a controllarmi.
E in quei momenti avevo paura di essermi trasformata in mia madre.
Poi scuotevo la testa, o piangevo un po', chiamavo Justin e facevo l'amore fino a mischiare anche le ossa. Poi mentre lui dormiva lo guardavo, gli facevo mille fotografie e gli chiedevo scusa, scusa con la mente, con i baci, scusa per non amarlo.
Poi correvo in cucina, preparavo del the, o del latte caldo, bevevo tutto d'un sorso per scottarmi lo stomaco e poi correre a vomitare. E mi sentivo più pulita, più vuota e soddisfatta, e appagata.

Quei pochi minuti prima che arrivasse Meg mi parvero ore, tanto avevo pensato. Ero persino riuscita a farmi venire il mal di testa.
Quando la vidi fare capolino dalla strada nascosi il pacchetto di Diana molto in fondo alla borsa e mi appoggiai al muro come se non la stessi aspettando.

"Ciao." Affermò mezza addormentata mentre buttava la cartella nera vicino ai suoi piedi e si appoggiò sul muro di fianco a me.
Mi voltai a guardarla, era bellissima come ogni mattina, anche con gli occhi chiusi dal sonno e i capelli mezzi scompigliati. Era qualcosa di incredibile come quella piccoletta riuscisse a trasmetterti vitalità anche alle sette e mezzo del mattino.
Ci eravamo conosciute quando eravamo entrambe in una fase assurda di cambiamento, in quella fase dove al mattino non sai se vestirti tutta di rosa o tutta di nero. Fortunatamente alla fine abbiamo optato per il nero entrambe, ognuna a modo suo.
Io ero già un po' più avanti di lei, lei mi scriveva messaggi nei quali mi chiedeva aiuto perchè aveva incontrato il ragazzo che le piaceva al supermercato, o in posta, io ridevo e mettevo via il telefono senza neanche risponderle. Spesso sbuffavo, mi chiedevano chi fosse e io rispondevo che era una rompicoglioni.
E invece ora eccola qua la mia rompicoglioni, che senza di lei qua, io non ci sarei.

La guardai sbadigliare, chiudere gli occhi che sembravano ancora più appesantiti da tutta quella matita nera, e poi arricciare il naso in una smorfia e sorrisi. Era tutto quello che avevo, con Justin, e con papà.

"Cos'è? Non me lo dai un abbraccio stamattina?" le sorrisi, avevo proprio voglia di abbracciarla, era troppo che non lo facevo sul serio. Non sono una che ama le smancerie, non so se si è capito. Mi guardò stralunata e poi si piegò ad abbracciarmi goffamente.
Mi ero completamente dimenticata di sapere di Diana Rosse fino al midollo. Mi avrebbe uccisa se avesse potuto.
Si staccò di scatto da me e mi punse con i suoi occhi ghiacciati. "Hai fumato di nuovo." sibilò con quasi le lacrime agli occhi dal nervoso.

Era successo tutto cosi in fretta per essere cosi presto. Un attimo prima avrei voluto sprofondare in quel profumo appiccicoso e pungente che si ostinava a mettersi, poi sarebbe arrivato Juss con il suo profumo di Marlboro e menta, avrei avuto il mio tema alla prima ora e la giornata sarebbe filata più liscia del solito.

Invece tutti i miei piani, dopo quell'abbraccio che avrebbe dovuto mettermi a posto la giornata, si sgretolarono velocemente. Meg fece una sfuriata nel cortile della scuola, disse che non mi avrebbe più parlato e mi sequestrò il pacchetto di sigarette fresco di quella mattina, Justin arrivò poco dopo, mi cinse la vita con un braccio e quando seppe che non avevo mai smesso con quel 'vizio di merda' si arrabbiò quasi quanto lei. La campanella suonò proprio nel bel mezzo del suo rimprovero e io sgattaiolai a fare il mio tema, sperando che almeno quello sarebbe andato come Dio comandava.





Angolo Autrice;

Salve popolo di efp! *vede le balle di fieno che rotolano*
Allora ehm, io sono Al. Scrivo da quando ero alta poco più di un metro, non che ora io sia molto alta, e spero che quello che scrivo riesca ad emozionare voi tanto quanto lo fa con me. Molte persone non capiscono quello che scrivo, do per scontato molte cose e nei capitoli metto sempre una grande, grande parte di me,soprattutto nei pensieri contorti della protagonista. Per qualsiasi chiarimento basta scrivermi.

Una volta avevo facebook ma poi una mia compagna molto stupida ha deciso di tirare fuori foto del mio periodo da bimbaminchia e, quindi, per salvare la reputazione ho dovuto cancellarlo. Potete farmi una domanda su ask oppure contattarmi su twitter, trovate entrambi i link nella bio in teoria.
Spero davvero che i capitoli vi piacciano.
Un bacio,
A xx

Ps: Quasi dimenticavo, io immagino i personaggi cosi, voi siete liberi di immaginarli come volete:


 
 
Lennon.



Megan.

 

Gli altri li metterò quando appariranno nella storia.




 
  
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