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Autore: Antonio2000    18/08/2014    0 recensioni
Ispirato a nessuna storia totalmente inventata da me. Parla di una ragazza che cambia vita andando a frequentare l'Università a Verona. S'innamorerà del ragazzo sbagliato ma poi il suo vicino la incanta. Lei non sa cosa l'aspetta dopo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente gli mandai un messaggio a Chicca dicendoli che passavo il week-end e il lunedì da lei. Appena arrivai vidi che Luca non c’era. Dopo che la lezione era iniziata da venticinque minuti lui arrivò e si dovette sedere all’ultima fila. Quando entrò gli sorrisi e lui mi ricambiò con un altro sorriso. Mi ricordai che sua sorella mi aveva detto che era uscito con un’altra ragazza e che io l’avevo visto castano. Per me erano due le soluzioni o mentiva Luca o sua sorella, però perché mentirmi.  Alla fine della lezione gli dissi a Luca che per il week-end e il lunedì non c’ero perché andavo  a trovare a Chicca.
Il sabato mattina partì alle 8:45 per Milano e arrivai alle 10:00. Alla stazione trovai Chicca ad aspettarmi. Arrivati a casa lì raccontai quando quell’idiota mi tagliò la strada e mi chiese scusa inutilmente. Lei si mise a ridere e mi disse << Ma ti ha chiesto scusa! >>, io gli dissi << A Samantha Eldera  non tagliano mai la strada, hai capito! >> Chicca si mise a ridere di nuovo e poco dopo la seguì anch’io.  Arrivammo a casa e proposi di preparare io il pranzo, feci un pranzo buonissimo, insalata e mozzarella.
Onestamente mi seccavo cucinare.
Dopo pranzo dormimmo e decidemmo che a dicembre saremmo scesi assieme a Messina e gli dissi:- Sai cosa mi  manca di Messina, il mare. Lei mi rispose << Anche a me>>.  La sera uscimmo, sapete Milano è bellissima di sera. Andammo a ballare e a prenderci dei cocktail. Incontrammo ha un nostro vecchio amico Alessio e ci disse che lavorava a Milano come autista. Io gli risposi <>.  Tornammo alle 04:00, cosa stranissima per noi. Ci svegliammo alle 13:00 e ovviamente pranzammo.
Il pomeriggio ci guardammo un film “Buongiorno papà” e dopo questo film un altro “La mia fedele compagna”.  Verso le 18:20 ci mettemmo a studiare io come al solito studiavo economia e Chicca studiava fotografia.  La sera mangiammo una pizza in pizzeria e dopo ci prendemmo un cocktail. Verso le 23:20 tornammo a casa, ci facemmo la doccia e Chicca mi chiese:- Ti va bene, se domani andiamo alla Kiko e un po’ in giro per Milano? Io gli risposi <>
Ci svegliammo verso le 09:00. Andammo in negozi di moda italiana bellissima, alla Kiko e dopo Chicca mi portò a visitare il Duomo di Milano. Dopo pranzo lei dovette andare all’Università e mi chiese << Samy, puoi pulire casa? >> Non ho avuto il tempo di rispondergli che lei chiudette la porta.
A proposito, Luca chissà cosa starà facendo? Gli mandai un messaggio con scritto: “Che fai ?” Lui mi rispose dopo dieci minuti e c’era scritto: “Ti sto chiamando”. Appena finì di leggere quel messaggio squillò il telefono ed era Luca.  Parlammo per tre ore di seguito. Alla fine chiudemmo perché Chicca era tornata.  Appena entrata dalla porta gli dissi:- Senti non ti ho pulito casa, perché ho parlato con Luca, a quelle parole Chicca si mise a ridere e mi dissi:- Ma tutta scema è questa!
Ci sedemmo sul divano a chiacchierare e gli racconti tutto quello che era successo da quando lei era tornata a Milano.
Dopo gli dissi:- Io non lo so o mi sta mettendo Luca o sua sorella, Chicca mi rispose:- Secondo me, sua sorella, ma come si chiama? Gli risposi:- Caterina.  Dopo dieci minuti mi chiese:- E di cognome? Aiello. Gli devo chiedere l’amicizia su facebook e scoprire qualcosa devo indagare. Io gli risposi sorridente:- Certo, hai anche la reflex puoi fare le foto compromettenti e lei  << Al computer?!>>, io gli dissi << Vabbè. >>
Dopo mi preparai per tornare a Verona, sistemai la valigia, mi feci la doccia e avevo il treno alle 18:30.  Mi accompagnò Chicca, ci salutammo.  Il viaggio durò quattro ore stressanti. Arrivai a Verona alle 22:45 e a mio grande stupore c’era Luca ad aspettarmi.  Entrai nell’auto e gli chiesi:- Come facevi a sapere che il treno arrivava a quest’ora lui mi rispose:- Semplice, tu mi hai detto che tornavi lunedì o guardato gli orari dei treni e ho indovinato.  Io gli risposi:- Grazie. Lui:- Non c’è di che. Mi accompagnò a casa e si offrì di salirmi la valigia io da educata gli dissi:- Vuoi entrare? Lui rispose:- No no, tranquilla. Ciao. Mi diede un bacio nella guancia, rimasi a bocca aperta chiusi la porta e mi sdraiai sul divano e mi addormentai.
L’indomani fu lui a darmi la sveglia con un messaggio con scritto  “Buongiorno e tanti cuoricini in fila”.  Mi lavai e decisi di invitarlo a fare colazione al bar. Lui si presentò con cinque minuti di ritardo però è stato lo stesso una colazione romantica. Lui per farsi perdonare del ritardo banale mi portò una rosa rossa. Dopo la lezione mi invitò a mangiare in un ristorante  io accettai volentieri.  Entrammo a ristorante e il tavolo era prenotato a nome di Aiello, il suo, mi spostò la sedia indietro e mi fece sedere.  Gli dissi:- Luca ti posso dire una cosa? Lui mi disse:- Dimmi. Io:- Ti devo confessare che quando tu non sei venuto a prendermi e all’Università non c’eri ero andata dal tua sorella e mi aveva detto che tu eri uscito con un’altra ragazza, dimmi una cosa  vero? Luca: No, non è vero.  Io mi dissi che sicuramente stava mettendo. Tornai a casa e mi misi a pulire. Feci una di quelle pulizie profonde altro che Swifer.  Verso le 20:00 mi misi a cucinare mi feci soltanto una cotoletta fritta e un po’ di insalata.  Dopo mi guardai un film d’amore e mi dissi:- Mai più film romantici, Samantha mai più.
Mercoledì mattina ero libera e decisi di fare una passeggiata per Verona e dopo andare al parco.  Mentre ero in strada vedevo che c’era una macchina che mi seguiva io affrettai il passo e poi mi accorsi che era Luca. Mi diceva di salire in auto. Appena salito mi diede un bacio nella guancia e mi disse:- Ciao Samy ti porto a fare picnic, ci stai? Io non ho avuto nemmeno il tempo per rispondergli che mi disse:- Certo che ci stai.  Mi portò fuori Verona in un bellissimo prato verde. Scese dall’auto, mi aprì la portiera e mi fece scendere. Prese dal cofano posteriore un cestino con sopra la tovaglia.  Dal cestino uscì tutti i miei cibi preferiti e gli dissi: <> Lui rispose <> e si mise a ridere. Invece io mi feci dei perplessi chi erano questi informatori non è che era Chiara?
Dopo pranzo ci sdraiammo nel prato a parlare, a contemplare il cielo e a guardarci. Passò un’ora e decidemmo di fare una passeggiata per il campo, mentre camminavamo e parlavamo lui raccoglieva fiori. Alla fine me lì diede erano bellissimi, nel vero senso della parola. Verso le 18:00 decidemmo di tornare a casa.  Mentre guidava  mi disse << Vuoi venire a cenare a casa mia?>> Io gli risposi << Si, certamente >>. Dopo un’ora e mezza arrivammo a casa sua. Abitava in Via Cappello vicino all’Arena di Verona. Salimmo a casa e mi fece vedere casa sua era davvero bella, era arredata benissimo ed era molto colorata con dei colori sgargianti.  Lui iniziò a cucinare e dopo dieci minuti gli chiesi:- Ma cosa stai cucinando per questo profumino? Lui mi rispose cotoletta e insalata e pensai di nuovo insalata, non c’è la facevo più.  Dopo cena decidemmo di uscire e andare a ballare. Io non ero ubriaca lui si terribilmente sbronzo. Dovetti guidare io e quando arrivammo a casa mia lo feci salire e lo sdraiai sul divano.  Gli stavo togliendo la camicia e mi dice << Ferma che stai facendo?>> Io gli risposi << Ti sto togliendo la camicia perché è bagnata>> e lui mi disse << No, io ho una ragazza >>.   A quelle parole gli tolsi la camicia e glielo lasciata a terra e me ne andai nella mia stanza.  E pensavo che non poteva essere che lui aveva un’altra ragazza. Me l’aveva confessato, e poi si sa che quando si è ubriachi si dice la verità, quindi tutte quelle smancerie era soltanto per farmi credere che lui non aveva ragazza. Aveva ragione sua sorella quella sera era uscito con questa Rachele.
Mi addormentai. Il giorno dopo mi svegliai e Luca già se n’era andato. Nel tavolino c’era un biglietto con scritto “Scusa per ieri sera, dopo ti chiamo. Luca”.
Io invece non lo volevo sentire per niente, se in quel momento l’avessi avuto davanti gli avessi dato un pugno.
   
 
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