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Autore: Stellyna_P    15/09/2008    2 recensioni
Layla è una normale ragazza di diciassette anni. Ha un fratello gemello disastroso, un padre che le ha appena comunicato che va a letto con la segretaria, un ragazzo che la tradisce con la ex e per finire in bellezza è stressata a causa di uno stupido ballo studentesco.
E’ per tutto questo che una notte di fine maggio esprime un desiderio che cambierà il corso del suo destino: Avere una vita perfetta.
Ed è così che la mattina dopo si sveglia completamente diversa. E’ un vero schianto, la sua famiglia è unita e il suo ragazzo sembra amarla incondizionatamente.
Inoltre ha un angelo custode che sembra volerla aiutare sempre.
Un angelo di nome Angelica che solo lei può vedere e che in poco tempo diverrà la sua migliore amica.
Ma se per lei la vita ha preso tutta una svolta diversa le cose rimangono uguali per Christian; Un ragazzo che ormai aspetta solo di precipitare nell’oblio totale.
E fra pianti, smarrimenti, sorrisi e parole dette a metà Layla scoprirà cos’è il vero amore: Quello che ti fa battere il cuore e che ti fa fare cose estremamente stupide come voler donare la propria vita per qualcun altro.
Il vero amore.
--
Infine c'è quell'amore malsano fra Clizia e James, un amore fatto di strani sguardi e da tanta, tanta paura.
Lei che nasconde un segreto di cui si vergogna e lui che cerca di vedere il meglio in ogni persona.
Una storia raccontata fra le pagine di un diario da un angelo
Perché l'amore a volte è un'arma micidiale. Non sai mai se ne uscirai vittorioso.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV Capitolo

IV Capitolo

Fragile.

Se avessi dovuto descrivere lei con una sola parola avrei usato quella: Fragile.

Era la bambina che fingeva di essere adulta.

Che piangeva con la testa abbassata silenziosamente.

Che non parlava mai ad alta voce.

Quella bambina che aspettava segretamente la sua morte.

 

 

La strada che ogni mattina percorrevo per andare a scuola era sempre affollata, mi aveva sempre colpita quel’andare e vieni di persone.

Amavo la confusione, Maria diceva sempre che non sarei mai sopravissuta in un’isola deserta. Non avevo la forza di vivere senza che qualcuno stesse accanto a me, potevo benissimo dire che ero un parassita.

Per vivere dovevo dipendere da qualcuno e non era una cosa di cui ne andavo fiera.

I ragazzi che mi passavano accanto mi guardavano e mi scrutavano affascinati.

Non mi era mai capitato, non ero una di quelle bellezze che catturano a prima vista.

Ero anonima e questa importanza mi piaceva, mi esaltava.

-E’ logico. Adesso ti senti importante, no?- mi domandò Angelica leggendo nella mente mentre continuo a camminare con la testa abbassata accanto a Jesse.

“Adesso mi sento bella” la corressi mentalmente.

Lei sbuffò e scosse la testa.

-Tutti gli umani sono belli, ognuno di voi ha una caratteristica che vi contraddistingue.- Mi rispose ad alta voce, tanto nessuno l’avrebbe sentita

Si, come no. Si vede che non sei umana.  Non sai come gira il mondo da queste parti. Non esiste più la bellezza interiore adesso se non hai almeno un faccino da rivista non vai da nessuna parte.” Mi lamentai sempre mentalmente, ormai ci avevo preso l’abitudine.

-Ehy ma ci sei?- la voce di Jesse mi distrasse dalla discussione privata fra me e Angelica.

-Oh si, scusa Jesse.- mi scusai mentre Christian rideva sotto i baffi.

Maleducato.

-Siamo arrivati a scuola.-constatò mio fratello.

Io annuì, iniziando a scorgere il muretto in cui di solito io, Maria e Emily riposavamo prima delle lezioni.

-Io vado a dopo.- salutai i due ragazzi con la mano correndo verso Maria che avevo appena adocchiato.

Non sentì nemmeno la risposta dei due.

-Aspetta, aspetta, dove stai andando?- Angelica, provava a stare al mio passo, sentivo il rumore del tacco che sbatteva contro il pavimento.

-Vado da Maria, no?- risposi.

-No, no, senti… vita perfetta è ugual…-

Si, ok me lo dirai dopo. Eccola l’ho vista.”

-Ma, oh e va bene fai come vuoi tu.-

Picchiettai la schiena di Maria, non si era ancora accorta di me. Quando si girò l’abbracciai di slancio. Lei si staccò subito.

-Ma cosa vuoi?- il tono di voce di Maria era tagliente, un tono con cui noi ci rivolgevamo a Clizia.

-Io, io… volevo solo salutarti.- deglutì.

-Bella battuta. Adesso vai via non sono dell’umore adatto per litigare con te.- disse aspra. Mi morsi la lingua per non tentar di chiederle cosa avesse.

-E poi guarda ci sono il tuo ragazzo e la tua amica che stanno venendo qui.-

Mi girai per vedere di cosa stava parlando Maria. Dal portone principale potevo vedere le figure di Clizia e James.

Quando vidi lui senti un colpo al cuore doloroso.

Era bello come sempre, i capelli castani scompigliati dal vento, gli occhi dello stesso medesimo colore, grandi e profondi.

Occhi in cui mi ero rispecchiata tante volte e in cui avevo pregato di affondare. Le spalle grandi e forte erano il frutto di tutti i suoi allenamenti di basket.

Sorrise nella mia direzione rivelando una perfetta fila di denti perlacei.

Sospirai.

Clizia al suo fianco mi salutò con la mano piccola e perfettamente curata.

-Ecco, vai da loro e non rompere.- Avevo completamente dimenticato che Maria era accanto a me.

-Maria aspetta.- sussurrai, lei si voltò senza ascoltarmi. Quelle spalle rivolte facevano male, davvero male.

-Una vita perfetta comprende amici perfetti. Maria non lo è, non almeno per i tuoi standard-

Angelica sempre vicina a me, mi guardava, la voce leggera e concisa  di chi nella vita non ha mai sbagliato.

Clizia nel frattempo si era avvicinata a me.

-Layla come va?- la voce di lei ovviamente era melodiosa.

-Oh, perfettamente.- risposi ironica.

-Sono contenta.-

Cercai di sorridere ma non ci riuscii.

Improvvisamente sentì due mani grandi posarsi sopra i miei occhi.

-Chi sono?- mi sussurrò James ad un orecchio con voce maliziosa. Non riuscì a trattenere un brivido.

-Mmm…. Uno stupido.- risposi togliendo le sue mani dalle mie palpebre e girandomi per guardarlo da vicino.

Lui mi sorrise posando le sue labbra sulle mie e lì finalmente il mio cervello andò in blackout. Non capivo niente, non volevo  capire niente sentivo solo la sua lingua che lentamente esplorava la mia bocca.

Baciarlo era la cosa più facile del mondo.

Ci staccammo solo quando, pochi secondi dopo, la campanella della prima ora suonò.

Mi sistemò una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio e si allontanò da me, quella improvvisa distanza mi uccise.

-Ci vediamo alla fine dell’ora va bene?- mi domandò mentre apriva galantemente la porta dell’edificio a me e a Clizia che accanto a me non aveva più fiatato.

Qualcuno mi passo accanto velocemente, la mia pelle sfiorò delicatamente quella lattea del ragazzo accanto a me, lui si voltò e io incontrai i suoi occhi: Christian.

Mi voltai subito.

-Oh si Jamie, a dopo.-  dissi di colpo cercando di mimetizzare il balbettio e il battito furioso del mio cuore.

Cazzo, che mi stava succedendo?

 

-E impossibile indurre una tesi scent….-

La professoressa di biologia continuava a ciarlare di qualcosa che sinceramente non riuscivo a capire, distinguevo già a fatica le parole figuriamoci se riuscivo a seguire un’ intero discorso.

Il mio banco era sempre stato l’ultimo a desta, vicino alla finestra così da poter vedere il parco che di solito a quell’ora era desolato.

-Dovresti ascoltare. Ne va della tua istruzione.- Angelica sempre accanto a me da brava angelo custode.

“Non mi interessa.”

-Hai troppi pensieri in testa. Hai qualche domanda da rivolgermi?.- mi domandò sedendosi nella sedia, ancora stentavo a credere che nessuno si accorgesse di tutto il rumore che stava facendo.

Nessuna” e non stavo mentendo, non volevo essere aiutata da nessuno.

-Sei cocciuta ragazza.-

“Se lo dici tu.”

-Fatti aiutare-

“Non ne ho bisogno, ho sempre fatto di testa mia non mi servono gli aiuti di uno stupido angelo.”

Penso che Angelica si sia arrabbiata perché non rispose più anzi mi guardò ferita e girò la testa dall’altra parte dell’aula.

Sospirai.

“Scusami”

Angelica non rispose.

“Non fare la permalosa, sbaglio o è una vostra qualità quella di perdonare tutti?”

 Angelica scoccò la lingua e mi guardò torva.

“Ok, ok. Scusami ma quando sono agitata perdo le staffe.”

-Mmm.-

“E vabbè hai vinto, sono arrabbiata perché Emily e Maria non mi parlano, sono la migliore amica di Clizia e so che anche se James è il mio ragazzo qualcosa si è rotto in me e io non mi fido… anche se so che qui è tutto perfetto. Ecco non è perfetto, non mi sento bene! sbottai sempre mentalmente. Il mio discorso era senza senso, per lo più era uno sfogo.

-Non ti va mai bene niente, eri tu quella che volevi una vita perfetta, adesso che il tuo desiderio si è avverato ti lamenti? Non pensi di pretendere troppo? C’è chi questa possibilità non la può avere.-

Abbassai gli occhi, quasi in colpa. Angelica sbagliava a parlarmi così. Io non mi stavo lamentando. Stavo solo costatando che la mia vita non era poi cambiata molto.

-State attenti ragazzi.- urlò l’insegnante, alzai di scatto gli occhi e fissai la cattedra. La discussione fra me e Angelica finì in quel momento.

 

 

-Allora ci vediamo domani?-

Avevo deciso di non tornare a casa con Jesse, il motivo era per lo più un capriccio. Ma non volevo ammettere a me stessa che stare con Christian mi metteva in agitazione. Non avevo nessun motivo per pensare a lui, io avevo un ragazzo splendido e meraviglioso che in quella realtà mi amava incondizionatamente.

-Si Clizia a domani.- le sorrisi e lei ricambiò il mio saluto. Gli occhi verdi luminosi luccicavano, si girò lentamente con fare aggraziato. Aveva un corpo così minuto, una folata d’aria sarebbe stata in grado di spezzarla.

La vidi sparire dietro la porta di casa

 

 

Dal diario di un angelo.

.

 

Avvolte vorresti che il mondo sapesse quanto tu soffri, quanto tu vali, vorresti urlare che non sei sola una goccia in un mare d’acqua.

Ma per tutti sembri invisibile, sei avvolta in un mantello di ipocrisia e indossi una maschera di finta gioia.

Ed è quella maschera che tutti amano, quella maschera che piano piano inizi ad apprezzare più di te stessa.

E da lì è tutta una discesa in un baratro nero, inizi a disprezzare quel corpo che non è perfetto, che ti fa apparire anonima.

Troppo anonima, il viso che non è mai come lo vorresti e ogni tua piccola imperfezione è qualcosa di orribile, che la notte ti fa piangere.

La speranza ch lentamente svanisce come una nuvola di vapore così come i chili che diminuiscono dalla bilancia.

Il cuore che batte forte ogni volta che qualcuno cerca di leggere dentro i tuoi occhi vacui, troppo innocenti.

Piangere in silenzio, mentre tutti ti guardano male, mentre il mondo continua a girare e tu rimani ferma, distesa al suolo, mentre aspetti che qualcuno ti dia una mano e che ti faccia alzare. Magari dicendoti che sei perfetta.

Eppure non è così. Sei sola.

Una lotta continua contro il mondo e contro di te e quel corpo che odi.

Ritorni a casa, sei esausta, il stomaco brontola e tu provi una gioia perversa.

Ti senti bene, hai la coscienza apposto.

Sorridi allegra a tua mamma, con gli occhi verdi che brillano, nascondendo quella patina di dolore che ti porti dietro come un macigno al cuore.

Ti siedi a tavolo, mangi contro la tua volontà e poi subito in bagno.

Vomiti anima e corpo, mentre senti quel sapore acido che scivola via dalle tue labbra.

Chiusa in una stanza dove la lotta contro il mondo continua.

Il buio che persevera ancora dentro di te, il corpo che vacilla mentre ti aggrappi al muro e la speranza che va via e tu rimani lì, impiantata a terra, le mani tremanti e la voglia di tornare indietro.

Di non sbagliare di nuovo, di poter tornare a mangiare i gelati con le amiche ma sai che impossibile.

Ormai quella è la tua vita.

Una vita di rimpianti.

Rimetti di nuovo.

Chiudi la porta del bagno uscendo, ricomponi la tua maschera da normale ragazza.

E’così che il mondo ti vuole: Perfetta e così sarai.

 

 

Seraaaaaaa….

Ecco a voi il quarto capitolo. Devo dire che è stato abbastanza travagliato >.<…. Fino alla fine volevo cancellare l’ultima parte; Un po’ perché non mi piaceva e un po’ perché non so se ho dato un’idea giusta su quello che volevo dire ma ormai è fatta è.é

Comunque da questo capitolo si aggiungerà oltre alla storia fra Laila e Christian anche quella fra Clizia e James che verrà raccontata da una seconda persona. L’angelo di Clizia… sottoforma di diario.

Diciamo che quest’ultima copia sarà un po’ più sofferta tra la prima…

Comunque da oggi è finita la pacchia… primo giorno di scuola… Ho anche rivisto la mia meravigliosa professoressa di latino. Una specie di Hitler u.ù!

 

Grazie davvero alle 13 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti e alle 5 che hanno commentato… scusate se non vi rispondo ma devo scappare.

Un bacioooo!

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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