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Autore: percabeth2000    18/08/2014    2 recensioni
Tiene una mia ciocca tra le dita rigirandosela un po’ tra l’indice e il medio, lo osservo e noto che è pensieroso e che si è imbambolato sui miei capelli.
-Will? – lo chiamo.
Sembra riprendersi ma questo non fa altro che portare la sua attenzione su di me e ciò mi rende un po’ a disagio. Perché continui a guardarmi? Cos’ho?
- Sei bellissima – mi sussurra.
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Mentre sul pavimento inizia a formarsi un mucchio di cenere penso che è questo a cui si riferiva Jason, questa è la cosa che stava degenerando, questa è la cosa per cui mia mamma voleva avere il tempo per proteggermi … Non abbiamo più tempo.
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Te ne sei andata, siamo stati sopraffatti. Già me ne sono andata come un coniglio, gli ho lasciati soli e cosa più disonorevole , per un momento ho anche pensato di non tornare.
Lucilla mi osserva e forse dalla mia espressione intuisce i miei pensieri.
- Non intendevo quello Michelle,mi sono espressa male tu non … - la blocco afferrandogli le mani.
- No Lucinda. Hai ragione, rimedierò, te lo prometto – le dico per poi entrare nella sala da pranzo lasciandola sola.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Allora so che non pubblico da un pò e spero solo che possiate perdonarmi.
Questo capitolo è un pò più lungo degli altri ma non volevo spezzarlo in due così ... E' uscito questo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
percabeth2000

p.s. una piccola anticipazione sul prossimo capitolo : un personaggio tornerà in scena in una maniera un pò ... Dolorosa?
Buona lettura.




Per tutto il tragitto che percorro verso la mia camera la mia mente è un turbino di confusione e incredulità.
Per la prima volta ho visto Airina nel giorno dell’attacco eppure lei dice che è mia madre, che mi ha protetto e che ha progettato per me gloria e potere, quindi lei già mi conosceva.
Però se mi conosceva, e mi ha protetta, perché fare tutto questo? Perché imprigionare mia mamma e uccidere i miei amici? Per lei è forse questa la definizione di protezione? Isolarmi dalle persone che amo?
Come la prima volta, arrivate alla camera le due vampire mi spingono dentro e chiudono la porta.
Sento i loro passi allontanarsi e farsi sempre più attutiti mentre nella mia testa sembra in corso un uragano.
E’ forse per questo che stamattina non mi ha fatto mangiare? Perché ho chiamato Rebecca “mamma”? Era forse gelosa?
Non penso che Airina mi abbia mentito, non questa volta, credo davvero che mi veda come la sua bambina.
Infondo pensandoci bene … Mi ha costretto a venire al castello ma poi non mi ha ne torturato ne ucciso, vuole uccidere e fare schiavi i licantropi ma non ha attaccato il branco, mi ha ricattato per andare da lei, forse non voleva che mi facessi male?
Anche imprigionare i nostri aiutanti sembra un gesto fatto per me. Ogni altra maligna gli avrebbe torturati e uccisi per il puro gusto di vederli soffrire, o comunque gli avrebbe usati come schiavi e non gli avrebbe lasciati così “liberi” . Se mi odiasse davvero mi avrebbe rinchiuso in una lurida prigione e invece mi ha tenuto in camera, chiusa a chiave ma pur sempre in un ambiente famigliare, in cui forse sperava che mi sarei sentita a mio agio.
Non riesco a capire però … Sembra voglia giustiziare mia mamma eppure se volesse proteggermi non lo farebbe. Così come , se volesse proteggermi, potrebbe fare a meno di voler la distruzione del branco anche se in fondo, non credo sappia dei miei sentimenti per Will.
Chissà cosa le è successo per farle odiare così tanto i licantropi e soprattutto, chissà cosa le è successo per farle credere che io sia sua figlia.
Rimpiango di aver dormito tutto il pomeriggio. Ho la mente stanca e confusa ma il mio corpo è troppo riposato per lasciarsi cullare dal buio.
Devo smetterla di pensare ad Airina però o i miei pensieri si ingarbuglieranno talmente tanto da portarmi alla pazzia. Magari sono già pazza e ancora non me ne sono accorta.
Se sono pazza allora c’è una sola persona che può salvarmi. Will. Mi sono imposta di lasciarlo in un angolino della mente in modo da tenerlo al sicuro ma ora non c’è niente da cui devo proteggerlo. Sono sola.
Dall’abbaino entra la luce candida della luna però le stelle non si riescono a vedere, coperte dalle nuvole scure e gigantesche.
Chiudo gli occhi e mi concentro su Will, cerco di visualizzare i suoi capelli neri e morbidi, la curvatura sorridente delle labbra, cerco di riportare alla mente la sua voce e poi focalizzo quei due splendidi e misteriosi occhi scuri.
Quei due occhi che mi hanno conquistata, rapita e incantata ancora prima che io avessi il tempo di rendermene conto, quei due occhi così dolci e comprensivi.
Will mi capisce, mi ha sempre capita, chissà come c’è riuscito e nonostante tutto mi è stato a fianco.
E con l’immagine di Will nella testa scivolo piano nel sonno.
 
Quando mi sveglio la luce del sole mi suggerisce che siamo ancora nel primo mattino, forse le otto o giù di lì, mi alzo e mi vado a fare una doccia.
I pensieri di ieri sera sono ancora tutti lì ma cerco di tenere a bada l’uragano in un angolino e di concentrarmi invece su qualcos’altro. Ecco, prima di tutto dovrei piantarla di andare a letto vestita con i vestiti della giornata, perché non mettere invece un bel pigiama?
Il getto caldo mi fa solleticare la pelle e quando passo la faccia sotto l’acqua mi sento così bene che anche i pensieri sembrano calmarsi  tutto d’un tratto.
Una volta uscita da sotto l’acqua mi asciugo e mi vesto con dei jeans e una maglia nera.
Quando esco dal bagno noto una busta bianca. Avvicinandomi e raccogliendola noto che non è una busta ma  un biglietto che con ogni probabilità hanno fatto scivolare sotto la porta. Sopra, in bella calligrafia, c’è scritto:
 
Mia cara, sono solita non fare colazione e perciò non ne ho pensata una per te, mi scuso, avrei dovuto pensarci.
Fatti trovare pronta per le dieci, Katerina e Melinda verranno a prenderti, ho un regalo per te.
A.
 
Appena finito di leggere tutti i pensieri che ero riuscita a tenere sotto controllo si avventano su di me come un colpo di frusta.
Che significa che ha un regalo per me? Cosa potrebbe essere? Che significa per lei regalo?
Non so come comportarmi, soprattutto dopo quello che è successo ieri sera. Mi impongo di calmarmi.
Continuerò a fare la combattente e  cercherò di scoprire qualche informazione sui suoi piani magari in modo da poter escogitare un piano per sventarli .
Non passa molto tempo , ho forse l’agitazione non me ne fa rendere conto, prima che Katerina e Melinda mi vengano a bussare .Come sempre nessuno dice niente e si limitano ad eseguire il loro compito stando in silenzio.
Mi accorgo che non stiamo andando in una sala o in una camera e neanche alle prigioni anzi, ci stiamo dirigendo fuori dal castello.
L’aria fuori fresca e pungente dell’aroma dei primi fiori mi rincuora e mi ricordo il vero motivo per cui sono qua, il diritto per cui stiamo combattendo. Perché ogni uomo o donna o bambino o animale ha diritto alla libertà.
Non riesco a capire dove stiamo andando e soprattutto quale regalo potrebbe esserci qui fuori per me ma Katerina e Melinda mi scortano con passo sicuro e ben presto anch’io mi rendo conto che la nostra meta sono le scuderie.
Ho sempre amato le scuderie anche se amavo di più andare nei campi a giocare con i cavalli liberi.
In sei anni ho visto le scuderie solo quando facevo lezione e qualche volta, per salutare il popolo , mamma mi permetteva di montare a cavallo mentre lei restava sulla carrozza.
Le ho sempre adorate. Dalla prima volta in cui le ho viste con il legno chiaro ovunque e con quel profumo di paglia e di campo, quel tepore dato dagli sbuffi caldi di stalloni e giumente, quell’ accoglienza che solo gli animali riescono a trasmetterti.
Il portone che conduce all’interno è leggermente socchiuso e mentre lo scostano per entrare  la luce si riversa nel corridoio che separa le due fila di box piene di bellissimi cavalli e essi nitriscono felici della bella giornata e irritati dalla presenza delle due vampire.
Airina è difficile da non notare con quei capelli così scuri. Ho sempre amato il nero, è sempre stato il mio colore preferito e l’oscurità o la notte non mi hanno fatto mai paura come agli altri bambini ma nella lucentezza della sua cascata corvina e nella sua intensità c’è qualcosa di snaturato, qualcosa di sbagliato.
Quando si accorge della mia presenza Airina non fa cenno di alcun nervosismo, nessuna rabbia , niente.
Sembra che quello che mi ha detto ieri sera sia scomparso, mai accaduto, e per un attimo sono indotta a pensarci anch’io : possibile che mi sia immaginata tutto?
Gli occhi verdi sono sorridenti quasi e assolutamente calmi, quasi volessero cullarmi o rassicurarmi … Oh, no, cercano di convincermi.
Lei vuole che io dimentichi o che in qualche modo il ricordo di ieri si offuschi .
Alcuni incantesimi si compiono attraverso il contatto visivo e anche se non penso che questo sia un vero e proprio incantesimo distolgo per un secondo lo sguardo fingendo di osservare il cavallo che sta alla mia destra.
- Ti ho detto che ti avrei dato un regalo no? – mi chiede invitandomi a raggiungerla.
Inizio a camminare verso di lei ma sembra che qualcosa sia cambiato, non sento più la presenza delle due vampire. Quando mi volto per controllare noto che effettivamente le due vampire non ci sono più.
- Le ho lasciate andare, mi sembravano solo un di troppo non credi? Per quanto i vampiri possano essere utili sono sempre inferiori – mi spiega.
Non credo che avrebbe voluto dire quella frase, penso si sia trattenuta dal dire : sono sempre schiavi.
Airina continua a sorridere ma questa volta non è rivolta verso di me ma verso il box che le sta di fronte e che è posizionato sul lato sinistro del corridoio.
Ricordo che quel box dovrebbe essere vuoto così come altri che ora sono invece riempiti da cavalli. Forse dopo l’attacco altri stregoni e altre maligne sono venute qui a cavallo o forse gli hanno solo presi in più per rinsaldare la cavalleria in battaglia e aggiungere membri alle file.
- Ti presento Buria , cavalla libera delle terre oltre le colline – dice Airina.
Quello che vedo è probabilmente uno degli spettacoli più meravigliosi a cui sono mai stata sottoposta.
Nel box con il collo curvato orgogliosamente sta una bellissima cavalla. Non è alta come un frisone ma possiede due grandi zampe ricoperte di un fitto ma per niente rude pelo, la criniera le ricade dolcemente in riccioli su un lato del collo muscoloso e i due occhi sono grandi ma hanno un espressione palesemente contrariata.
- Se è una cavalla libera allora perché l’avete rinchiusa qui? – chiedo parlando davvero con qualcuno per la prima volta in questa mattina.
Airina non sembra offesa dalla domanda e sembra volersi avvicinare alla cavalla ma questa fa scattare la testa in avanti cercando di morderle il polso.
- Vedi? La libertà non si può intrappolare però può essere addomesticata quanto basta da diventare gentile verso un solo individuo e penso che voi due andrete d’accordo – mi risponde.
- Non ho provveduto a nuovi finimenti ma penso che tu possa adeguarti a quelli che già sono presenti – fa presente in modo educato ma frettoloso. Con mia grandissima sorpresa mi saluta e se ne va raccomandandomi solo di essere in orario per il pranzo.
E così questo è il mio regalo. Forse uno dei più bei regali che io abbia mai ricevuto, forse uno dei più brutti.
Non capisco Airina, e questo mi fa paura.
Lei dice che io e Buria andremo d’accordo, chissà se è vero … Da quello che ricordo sulle lezioni di lingue Buria significa tempesta.
Provo ad avvicinare una mano verso il muso della cavalla e lei fa scattare i denti. Riesco a spostare la mano in fretta e dopo averlo fatto rifaccio esattamente lo stesso gesto e lei risponde esattamente allo stesso modo.
Direi che il suo nome gli si addice ma ancora non conosce quanto io possa diventare testarda.
Avvicino la mano per la terza volta e questa volta sbuffando irritata si avvicina tanto da appoggiare  tutto il muso lungo le sbarre di ferro, gli occhi mandano saette.
- Tranquilla , non sono una di loro, ti libererei ma penso che tu possa diventare la mia migliore amica. Sai ci assomigliamo tanto , soprattutto ora, nemmeno io sono qua esattamente per mio volere – le dico avvicinando cautamente la mano.
Lentamente mi avvicino sempre di più e alla fine riesco a toccarla. Il pelo folto e corto del muso ricorda un po’ il velluto ed è semplicemente un piacere stare ad accarezzarlo.
Buria sembra essersi tranquillizzata e c’è una luce nei suoi occhi, un qualcosa che assomiglia molto alla comprensione, deve aver capito sul serio ciò che gli ho detto.
Appena sono più sicura entro nel box e mi metto a strigliarla e a pulirla per bene, il manto nero si fa sempre più lucido così come anche la criniera e la coda.  Poco dopo è già ora di pranzo.
Mi incammino verso il castello godendomi il più possibile l’aria fresca e tutto ciò che mi circonda.
Appena entro nella sala da pranzo  sembra che non sia cambiato niente dalla cena di ieri sera: tutto pulito e ordinato, i vampiri sempre contro le pareti.
Airina siede composta a capotavola e io mi siedo dove ero seduta ieri.
Gli aiutanti portano altre deliziosi manicaretti e bibite gasate.
E’ tutto troppo silenzioso, ieri Airina continuava a parlare e a fare domande mentre oggi se ne sta in silenzio anche se mi sembra di intravedere un sorriso compiaciuto e felice dietro quella sua maschera di tranquillità e calma.
- Cosa farete con i branchi? Insomma, vi siete alleata con i vampiri lo farete anche con i licantropi? – chiedo fingendo indifferenza.
Grazie alla barriera che ho sempre avuto con gli altri fingere indifferenza è semplice per me, purtroppo è quasi naturale, mentre mentire mi richiede un po’ più d’impegno.
- O, li staneremo tutti , abbiamo già iniziato a farlo. Uccidiamo i più forti e rendiamo schiavi i più malleabili – mi risponde osservando il mio volto cercando probabilmente un rammarico e tristezza che non riuscirà a scorgere sotto la barriera di ghiaccio che ho elevato.
- E le donne e i bambini? –
- Loro li teniamo tutti, solitamente le donne non sono aggressive le uccidiamo solo se necessario – risponde – Perché? – chiede poi.
- Bè, sta sorgendo un nuovo regno no? Dovrò adeguarmi – rispondo io e noto che un bagliore si accende nei suoi occhi, un bagliore di orgoglio e felicità. Mi ha creduto.  – E poi mentre ero con il branco ho sentito dire che anni fa delle streghe gli hanno attaccati e una donna è morta per proteggere suo figlio -  dico riferendomi alla mamma di Will.
- E’ stato uno sbaglio. Vedi, progettiamo tutto questo da molto tempo- spiega aprendo le mani e facendo segno a tutto quello che ci circonda – Ma alcune streghe non hanno voluto ascoltarmi e piuttosto di controllare e seguire il branco l’hanno attaccato pensando di poterci ricavare degli schiavi. Alla fine è stato il loro sangue a scorrere –
Troy l’aveva detto, hanno staccato la testa a tutte.
E così la morte della mamma di Will è stata uno sbaglio … Un inutile spreco di vite fatto per puro appagamento personale. Disgustoso.
Continuiamo a mangiare in silenzio finché non arriva il dolce.
- E’ la tua preferita – dice Airina ancora prima che possa vedere di che cosa si tratta.
Quando uno dei nostri ormai vecchi aiutanti mi porge il piatto noto che è davvero la mia preferita. Sul piatto bianco immacolata sta deposta con grazia una bellissima fetta di torta al cioccolato con sopra un po’ di panna fresca.
Vorrei chiedere ad Airina spiegazioni. Conoscere la verità a volte è un pesante fardello ma non sapere le cose mi manda alla pazzia .
Proprio mentre sto per parlare però lei mi blocca senza volerlo dicendo : “ Ho un’altra sorpresa per te”
Appena abbiamo finito anche il dolce è la stessa Airina a scortarmi nel luogo in cui a quanto pare c’è la mia sorpresa. 
Imbocca i corridoi con una sicurezza quasi sovrannaturale e non esita mai neanche per un secondo sulla direzione da prendere, quando arriviamo in fondo ad un corridoio però penso che forse ha perso l’orientamento o che si è sbagliata.
Con dolcezza appoggia il palmo alla parete e poi inizia a sussurrare qualche parola che non riesco a capire.
Nella parete appare una porta di ferro nero dall’aria non proprio accogliente, Airina la spinge come fosse fatta di fogli di carta e poi prosegue nel corridoio buio aldilà .
Mentre camminiamo nel buio mi chiedo come una Maligna possa sapere di questo passaggio segreto, magari Airina un tempo ha vissuto qui quando era piccola o forse anche questo fa parte del loro progetto.
Dopo qualche minuto noto un bagliore in fondo seguito da uno strano odore, sembra quasi acqua mischiata con ferro e sale o forse è solo sudore ma non quel sudore dato dalla fatica , più il sudore dato dallo sforzo e dal dolore.
Quando finalmente riesco a scorgere cosa c’è nella stanza non posso far altro che stringere i pugni e mordermi la lingua per non mettermi ad urlare .

 
  
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