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Autore: SereNere_46    18/08/2014    0 recensioni
A differenza degli altri studenti che frequentano la scuola delle Belle Arti a Londra, Kate non è entrata con i soldi di papà, ma con una borsa di studio, e di questo ne è molto fiera. Ama suo fratello e i suoi amici, ama cantare e odia con tutto il cuore chi le mente.
Poi un ragazzo, i loro sogni, bugie apparentemente perdonate, l'amore troppo forte. Ma basterà il loro amore a tenerli uniti?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando avevo deciso di aiutare Louis in tutto e per tutto con la sua famiglia, forse non avevo calcolato le conseguenze più o meno 
catastrofiche della mia scelta. Lottie mi chiamava praticamente ogni sera, continuava a ripetere che non si fidava troppo di quello che le raccontava Louis,
che tra l'altro non aveva ancora chiarito con sua madre, e questo lo faceva stare malissimo. 
In certi momenti non sapevo proprio cosa fare, spesso voleva rimanere da solo e il suo cellulare era sempre spento. Cosi, come sempre quando i dubbi avevano
la meglio sulle certezze e i miei problemi non trovavano soluzioni, chiamai l'unica persona in grado di chiarirmi le idee. 
-Ciao nonna - 
-Fiore mio, come stai? - 
-Bene.. tu? - 
-Non mentirmi, io sto come stanno le vecchie signore.. -  dall'ultima volta che l'avevo sentita non potei non notare che il tono della sua voce era 
calato e sembrava più.. stanca. 
-Non sono io che sto male.. Louis, vorrei aiutarlo, ma a volte sembra isolarsi. - 
-Ah, tesoro mio, devi stargli vicino, ma senza esagerare, tu vuoi aiutarlo? -
-Certo che lo voglio.. - 
-Lui ti ama? - 
-S-si.. - 
-Allora basterà la tua presenza a dargli forza - 
-Come lo sai? - 
-Aaah, fiore mio, tuo nonno quando era molto giovane aveva un amico, sai una di quelle amicizie che sono destinate a durare tutta la vita, poco dopo che
ci fummo sposati lui morì in un incidente, non sapevo più che fare, tuo nonno iniziò a bere e isolarsi. Io me ne stavo sempre zitta, ma sempre vicino a lui, 
lo guardavo bere, lo guardavo piangere, lo guardavo distruggersi, ma stavo li.. - fece una pausa e prese un respiro. Poi continuò - Un giorno, quasi due mesi 
dopo la morte di Tommy, cosi si chiamava il suo amico, gettò la bottiglia mi guardò e mi disse : Non sei ancora stanca di stare qui a guardarmi bere? - 
-E tu? Che cosa hai risposto? - chiesi. 
-Non risposi, lo guardai, mi sedetti al suo fianco e lo abbracciai, quel giorno pianse più che in tutta la sua vita, ma quell'abbraccio lo salvò - 
-Grazie nonna, davvero. Ti voglio bene - 
-Anch'io fiore mio.. a presto. - 
Riagganciai il telefono e tornai in salone dov'erano gli altri, mi sedetti vicino a Louis che, caso strano, aveva deciso di passare la serata con noi, 
restando comunque nel suo inquietante silenzio. -Era di nuovo Lottie? - chiese. 
-No, ero al telefono con la nonna .. - risposi. 
-Ah, bè comunque ho minacciato mia sorella per farla smettere di chiamarti, spero mi abbia ascoltato. - 
-Lou, non mi da fastidio.. - 
Annuì. Sapeva bene che non mi esaltava l'idea di parlare con sua sorella ogni santa sera, ma non giel'avrei mai fatto pesare. 
Tirai un cuscino in faccia a mio fratello. - Mi da più fastidio chi russa mentre vediamo un film. - dissi rifilandogli un'occhiataccia. 
-Ha ragione Zayn.. - rise Sam. 
-Che c'è, vi coalizzate voi due? - domandò traumatizzato. 
-Ovvio, due ragazze contro tre ragazzi.. - rispose Sam. 
Louis dopo aver letto l'ennesimo messaggio di quella serata si alzò sbuffando e usci fuori nel portico, lo seguii dopo qualche secondo. 
Guardava la strada senza interesse, onestamente avevo il timore che potesse urlarmi contro. Rimasi in silenzio vicino a lui, appoggiata alla ringhiera di 
ferro, aspettando che dicesse qualcosa. 
-Devo tornare a casa.. - disse. Il sangue nelle mie vene si gelò all'istante.
-Per quanto...per quanto tempo? - chiesi cercando di non apparire preoccupata. 
-Un paio di giorni.. devo risolvere le cose una volta per tutte - gli occhi gli brillavano di un azzurro intenso, a contrasto con quella notte più scura del solito. 
Il tempo sembrava accompagnare ogni situazione della nostra storia.  
-Lou, voglio venire con te.. - 
-No.. io..io non voglio che loro possano ferirti.. - 
-Guardami .. - gli posai delicatamente le mani sulle guance - non lo faranno, o se lo faranno non mi importa, io ti amo, e voglio stare con te in ogni momento, 
anche mentre affronti la tua famiglia.. - 
-Tu, tu sei fantastica. - era il primo sorriso sincero che gli vedevo dopo giorni. 
-No sono Kate, chi sarebbe questa fantastica? - 
-Idiota! - 
-Io non so... - mi zittì nell'unico modo che sapeva a cui non mi sarei ribellata, baciandomi. E state pur certi che non accennai neanche mezza protesta. 
Mi sedetti sulla ringhiera e allacciai le gambe al bacino di Louis. 
-Io dico che prima o poi la nonnetta qui davanti chiama la polizia.. - disse. 
-Io dico che la nonnina deve farsi i cazzi suoi, e trovarsi un nonnetto con cui scopare.. - scoppiò a ridere, e rise anche il mio cuore. 
-Passi troppo tempo con Harry.. - 
-Lo so, ma abitiamo insieme, cosa posso farci..  - 
Rimanemmo fuori a "parlare", a volte anche a parlare, fino a notte fonda, le stelle, le nuvole, il vento freddo accompagnava, baci, parole, carezze e sguardi. 
-Lou, sono le tre di mattina, che ne dici se andassimo a dormire? - 
-Sono d'accordo.. - 
Prima di raggiungere Louis in camera mi fermai in cucina a prendere del thè freddo. -Kate! - per fortuna non urlai, ma saltai ugualmente come un petardo il 31 dicembre.
-Ariaaa! Dio mi è preso un colpo. - 
-Scusa.. -
-Tesoro, perchè sei in cucina alle tre della mattina con solo un lenzuolo addosso? - 
Aria mi guardò con un sorrisino imbarazzato, era abbastanza buio, ma avrei giurato su qualsiasi cosa che le sue guance erano diventate rosso sangue. 
-Emm.. - 
-Non dire altro.. tu e il riccio ci date dentro.. - 
-Sempre delicata.. - 
-Io vado a letto.. non sciuparmelo troppo.. - 
La sentii ridere mentre mi allontanavo, finalmente si era liberata dai suoi incubi e la sua convinzione sulla relazione segreta tra me ed Harry era sparita.
Quando dicevo che Louis era la tenerezza in persona, io non scherzavo, era steso sul letto a pancia in giù, e senza maglietta, intendiamoci, con il viso paffuto 
di un bimbo di dieci anni appoggiato al cuscino. Dopo essermi spogliata anch'io, mi sdraiai sopra di lui. 
-Amore non sei proprio una piuma.. - la voce persa nel cuscino. 
-Spostami allora.. - voce maliziosa e baci sul collo, la pelle d'oca e la sua debole resistenza al mio tocco. Appoggiai le labbra sul suo lobo sinistro, sussurrando un 'Ti amo'.
Sorrise. Pensavo fosse uno di quei sorrisi teneri, ma poco dopo ero bloccata sotto di lui. Ora era lui a lasciarmi un scia infinita di baci sul collo, 
la pelle bruciava sotto le sue labbra, mentre brividi di eccitazione mi conquistavano. 
-Posso raccontare anche questo a tua sorella? - chiesi mentre la bocca di Louis scendeva giù lungo la gola. 
-Ti riattaccherebbe in faccia.. - sussultai.
-Allora credo proprio che lo farò .. - sorrideva sulla mia pelle e faceva sorridere anche me. 
Mi baciava i tatuaggi, e i fianchi e le gambe. E più continuava e più mi convincevo che non esisteva altra persona al mondo che avrei potuto amare cosi tanto, 
l'unica persona che mi avrebbe amata cosi, in quelle notti strane, tristi. E non c'era altra persona al mondo che io avrei voluto amare. 



-Quando partite? - ci chiese Liam mentre camminavamo verso l'Accademia. 
-Domani mattina.. - rispose Louis. 
-Lou, tua madre sa che lei viene con te? - gli domandò invece Niall. 
-No, non lo sa.. - risposi io del tutto tranquilla, se Louis non voleva dirglielo tanto meglio, mi serei goduta l'effetto sorpresa. 
Il biondo scosse la testa. -La farai incazzare parecchio.. - 
-E' quello che voglio fare, sono stanco di sentirmi dire ogni giorno che sono un fallito e che sarò solo quello che vogliono loro..  - 
Mi strinse più forte la mano. Ogni volta che si toccava l'argomento diventava nervoso, ma non dava la colpa a nessuno se si cadeva nel discorso, 
voleva il parere di ogni persona che teneva a lui in proposito, si fidava degli altri. 
-Ragazzi, io vado ad esercitarmi un po', ci vediamo dopo.. - lasciai un fugace bacio a Louis e mi avviai verso la sala prove.
-Kateee! - mi seguì Liam. -Posso sentirti suonare qualcosa? - mi chiese. 
-Vengo anch'io.. non posso andare in aula con Lou.. - si aggiunse Niall. 
-Va bene ragazzi, basta che non fate casino.. - mimarono la figura di due angioletti, e mi seguirono. 
Si sedettero davanti al pianoforte, gli occhi di due bambini curiosi che sentivano quella melodia per la prima volta, come accadeva da anni ormai, 
le mie dita si muovevano morbide e meccaniche sui tasti, producendo la musica di un artista che amavo. 
Era come se quella musica entrasse dentro di me, e prendesse possesso delle mie mani, chiudevo gli occhi immaginando lo spartito, e con lui 
la storia di quella sinfonia. Suonando quel pezzo immaginavo il mare, il mare d'inverno, il vento freddo che penetra nelle ossa gelando anche il cuore
più caldo, la sabbia si alza portata su dal vento, il mare blu scuro, le onde irose che si abbattono con violenza sulla riva, il cielo plumbeo incorniciava 
quell'immagine. E' strano, di solito la gente ama il mare quando c'è il sole, quando si può sguazzare nell'acqua calda e divertirsi, 
io no, io amavo guardare il mare, osservare le onde infrangersi sugli scogli e sulla riva con tutta la rabbia che teneva nascosta sui fondali. 
Smisi di suonare e aprii gli occhi, Liam e Niall avevano le lacrime agli occhi e si scambiavano teneramente un bacio. Sorrisi. 
-Mi sto pentendo di non averti mai sentito suonare.. - disse Liam. 
-Non ho mai dato la possibilità a nessuno di farlo.. - risposi. 
-Perchè? - chiese Niall. - Sei fantastica - aggiunse. 
-Non lo so, ho paura di sbagliare se so che qualcuno a cui tengo mi sta guardando.. - 
-Bhe.. noi ti stavamo guardando e non hai sbagliato.. - continuò il biondo. 
-No voi due ve la stavate allegramente pomiciando mentre io suonavo.. - 
-Dettagli amica.. dettagli.. - guardai brutalmente Liam. 

I ragazzi se ne andarono dopo aver sentito un altro pezzo, io continuai a provare tutta la mattina per l'esame. Non ero in pensiero, nè avevo alcun tipo di pressione
addosso, sapevo bene quali fossero le mie capacità e cosa avrei dovuto eseguire. 
Nei primi anni di accademia il signor White mi aveva insegnato tutto, a rimanere tranquilla, e ad avere voce ferma, e mani ferme sopra i tasti giusti, 
mi aveva insegnato la sicurezza, e la calma. 
Presa da un momento di malinconia, presi le mie cose, e uscii. Presi un taxi e andai fino al cimitero dove era seppellito il mio professore, c'era una donna in ginocchio 
sulla sua lapide, sua moglie. 
-Signora White.. - sussurrai. 
La donna si voltò e non appena mi riconobbe mi sorrise. - Katee, quanto tempo! - 
-Già.. è passato tanto tempo.. -
-Come stai? - 
-Io sto bene, ma le lezioni all'Accademia non sono più le stesse senza suo marito.. - 
-Oh, lo so tesoro, a prendere il suo posto è stato quel caprone di nostro nipote.. - 
-Coosa? Quello è vostro nipote? - 
-Già, ha solo una cosa in mente : donne. Sta buttando al vento tutti gli insegnamenti di suo zio. - 
Rimasi scioccata da quelle parole, era ancora peggio di quel che pensassi. Come poteva un persona cosi frivola e approfittatrice essere nipote di un uomo cosi 
buono, e disponibile e onesto. 
-Come mai sei qui figliola? - mi chiese. 
-Mentre provavo oggi, ho sentito la nostalgia del mio professore.. mi mancano i suoi saggi consigli.. - risposi. 
-Ti capisco, ma sappi che mio marito ci teneva molto a te, ti ha insegnato tutto quello che sapeva.. una volta, tre anni fa, mi disse che finalmente nel suo corso c'era una 
ragazza che meritava di sedere in quell'aula, mi disse che sarebbe diventata forte e che un giorno sarebbe diventata qualcuno di importante per il mondo. -  
Ero senza parole, io forte? Forse ero diventata più sicura di me dopo la storia con Giulian e la mia quasi depressione, ma addirittura mi riteneva forte, 
e degna delle sue lezioni. 
Mi asciugai una lacrima, tirai su col naso. - Forse su una cosa sbagliava, io non sono poi cosi forte.. - 
La donna scosse la testa - Nel corso degli anni ho scoperto tante cose su mio marito, e una di queste è che lui non sbagliava mai - 
Mi sorrise, mi accarezzò la guancia e se ne andò. Doveva essere molto fiera di essere la moglie di un uomo cosi saggio, cosi giusto. Non volevo deluderla, ma in quel 
momento non mi sentivo sicura, anzi, mi sentivo fragile e per quanto rassicurassi Louis, avevo paura di incontrare la sua famiglia, e se realmente mi avessero 
ferito cosi tanto da farmi male, ma male sul serio. 
Loro erano persone aristocratiche, abituate ad un certo stile di vita, io ero una ragazza cresciuta dalla propria nonna in una casa di campagna, non che nella vita 
mi fosse mai mancato qualcosa, ma io mi sentivo comunque diversa da loro. 
Louis mi chiedeva dove fossi in un SMS. Gli risposi dov'ero e venne a prendermi con Liam e Niall. 
-Ma voi due non avete niente da fare stamattina? - chiesi. 
-Si, portarti a fare shopping.. - mi rispose Niall. 
I miei occhi divennero due cuoricini, quelli di Louis invece erano già preoccupati per quanti giri avrebbe dovuto fare per il centro commerciale. Fare shopping con una ragazza
e due ragazzi gay era una specie di condanna a morte per tutto il pomeriggio. 
Raggiungemmo il centro di Londra ed entrammo in qualsiasi negozio che attirasse la nostra attenzione. Mentre eravamo al centro commerciale e i ragazzi provavano magliette 
di ogni tipo e Louis continuava a chiedere a che ora saremmo tornati a casa, girovagai un po' per il reparto donne, mentre esaminavo gli abiti, i miei occhi ne trovarono 
uno di cui si innamorarono immediatamente e perdutamente, era un vestito elegante tutto viola, da sera, con un corpetto dalla scollatura a cuore tempestato di paillettes, 
e dalla vita partiva una morbida gonna semi-ampia. Era il vestito più bello che avessi mai visto. 
Non guardai il prezzo, prima di distruggere tutte le mie speranze di comprarlo, volevo togliermi la soddisfazione di provarlo. Presi la mia taglia e andai in camerino. 
Diedi le spalle allo specchio, aprii le due invisibili zip ai lati e infilai il vestito. Le zip si richiudevano perfettamente e il vestito aderiva perfettamente al mio corpo. 
Aprii la tendina e mi voltai. Era perfetto. Cadeva perfetto sui miei fianchi ed era uno dei pochi vestiti che mi risaltava anche il seno. 
-S..Sei..Stupenda. - scoppiai a ridere, Louis era dietro di me a bocca aperta. 
-Ricordami perchè sono gay? - chiese Niall a Liam. 
-Perchè ami me stupido.. - gli rispose. 
-Giusto... - 
Mi guardai un'ultima volta, poi vidi il prezzo sul cartellino, quasi mi veniva da piangere, non avrei mai speso una cifra cosi abnorme per un abito, nè tanto meno 
avrei tolto cosi tanti soldi ai miei genitori. 
Sospirai e tornai in camerino a togliermi il vestito. Quando i ragazzi mi videro tornare da loro senza l'abito iniziarono a chiedere 'Perchè,perchè?' Dissi loro che il vestito era 
molto bello, ma che indossato non era altrettanto bello. Puntualmente iniziarono le proteste, ma non gli diedi troppo peso. 
Continuammo i nostri giri, Liam acquistò una sciarpa a dir poco orribile, Louis un paio di magliette, invece Niall dopo quella sciarpa decise che avrebbe smesso di fare 
shopping per un po. 
La serata non fu come le altre, Niall e Louis tornarono al loro appartamento, e io dai ragazzi. Saremmo stati via solo un paio di giorni, ma ovviamente nessuno di 
noi due aveva preparato uno straccio di borsa. 
-Sei sicura di quello che fai? - mi chiese Zayn mentre sparecchiavamo la tavola dopo la cena. 
-Sinceramente? No.. ma so che devo farlo, è anche colpa mia se hanno litigato, ha bisogno di me.. - 
-Sai che non è colpa tua, questa storia va avanti tra di loro da anni ormai.. -
-Zayn prova a metterti nei miei panni, cosa faresti? Lasceresti che Sam affrontasse i suoi problemi da sola? - 
-Non farmi questa domanda.. - 
-Che succede Zayn? - 
-Ultimamente non andiamo molto d'accordo.. - 
-Ma è appena venuta ad abitare da noi - 
-Appunto.. da quando è qui litighiamo molto di più.. forse ho agito troppo d'impulso e ho affrettato le cose.. non so.. - sembrava distrutto. 
Mi sentivo in colpa, ero stata concentrata cosi tanto sui miei problemi e su quelli di Lou, che avevo completamente ignorato mio fratello. Che stupida. 
Misi l'ultimo piatto nella lavastoviglie e corsi ad abbracciare Zayn. 
-Sono la sorella e migliore amica peggiore di questa terra, ma so che le cose tra voi due si risolveranno.. - 
-Dici? E poi non sei proprio la peggiore di niente.. -
-Certo che si risolveranno, o ucciderò entrambi.. Zayn non ho mai visto un ragazzo guardare la sua fidanzata come tu guardi Sam, prima che ce la presentassi 
ti sei assicurato che l'amassi davvero, e so che lei prova le stesse cose.. - 
-Sbagli quando dici che sei la peggiore sorella della terra, sei insopportabile, ma ti voglio bene. - 
L'ultima volta che mio fratello aveva pianto sulla mia spalla aveva 16 anni e il proprietario della sua giostra preferita al luna park di Bradfoord gli aveva negato di 
salire perchè era troppo grande. 
Ma questa volta era diverso, ci stava male davvero. Era un periodo assurdo, tutti stavano male, tutti avevano problemi. Presto ne saremmo usciti pazzi. 
-Ti voglio bene anch'io... dov'è Sam? - chiesi. 
-Dai suoi.. ha detto che voleva pensare - 
-Ora tu vai a lavarti quel bel visino che hai, ti imbratti di gel come solo tu sai fare e vai da lei a risolvere questa situazione. - 
-Grazie Kate! - sorrisi felice di essere stata utile a qualcosa. 
Mentre Zayn si preparava e andava da lei, io tenni Sam occupata al telefono, anche lei ci stava male, mi disse che non avrebbe lasciato Zayn, ma che forse non 
era ancora pronta a viverci insieme. Riattaccò quando sua madre l'avvisò che c'era Zayn alla porta. Mi urlò uno 'stronza' che probabilmente udirono 
tutti i vicini, ma fui contenta di quell'insulto gratuito. 
-A quanto pare siamo solo io e te in questa casa! - mi buttai al fianco di Liam sul divano. 
-Harry torna tra poco.. ma comunque si siamo solo io e te.. - 
-Liam.. - 
-Si? -
-Qual è il tuo problema? - 
-Fai la psicologa adesso? - 
-Mi ci sto abituando.. - 
-Va bene.. Sono preoccupato per te. -
-Per me?! - 
-Niall ha parlato con i suoi genitori, ha detto che i suoi zii non hanno alcuna intenzione di lasciar tornare Louis qui, ho paura che tu non possa tornare, sai quanto ho 
bisogno di te.. - 
-Liam, io non so cosa accadrà domani, non so cosa penseranno di me i suoi genitori, ma io mi sono sempre fatta in quattro per tutti voi, e non ho intenzione di 
fermarmi adesso, io non ti lascio.. - 
-So che sei forte, fagli vedere chi siete insieme! - 
-Tu intanto non sciupargli troppo il cugino, butta quella sciarpa e non diventare troppo famoso. - 
-Non butterò mai via quella sciarpa, è meravigliosa! - 
-Si, per un randagio affamato è perfetta! - 
In quella casa esisteva solo un modo per vendicarti velocemente, e anche se diventava un po' monotono il solletico risultava sempre il metodo più efficace, 
non mi lasciò tregua, piangevo per le troppe risate, e non riuscivo nè a fermarlo, nè tanto meno a smettere di ridere. 
Si bloccò quando sentimmo sbattere la porta d'ingresso. 
-Per cosa ti stai vendicando esattamente? - chiese Harry. 
-Ha detto che la mia sciarpa nuova è perfetta per un randagio affamato! - rispose Liam. 
-Sei cattiva Kate! - 
-Ma prima guarda almeno la sciarpa - ringhiai. 
Quando l'aveva comprata al negozio l'avevo fotografata per chiedere consiglio a Sam, per questo passai, con molta fatica, il telefono a Harry per mostragli la sciarpa. 
-Amico.. questi quadri, questi colori, tu sai che ti voglio bene ma.. è FANTASTICA! - i due esultarono come se avessero vinto una partita di calcio alla playstation, 
scossi la testa arresa, solo a Harry sarebbe potuta piacere, quel ragazzo aveva gusti davvero strani. 
-Visto? Non sono pazzo.- mi disse Liam. 
-Liam, è dei gusti di Harry Styles che stiamo parlando.. - gli feci un cenno per ricordagli che quando l'anno precedente volevamo comprare un divano nuovo
lui era stato l'unico ad optare per un divano in pelle nera tempestato di macchie bianche e rosse. Un pugno in un occhio in pratica. 
-A me piacciono i gusti di Harry - disse. 
-Davvero? - 
-Ogni tanto.. - 
-Scusate se sono qui e vi sento.. - intervenne Harry. 
-Tranquillo, non dai fastidio - disse Liam. 
Scoppiai a ridere come idiota impossessata dal diavolo che ha un attacco di ridarella acuta, il tono con cui Liam aveva pronunciato la frase e la smorfia di Harry erano 
un cabaret che si commentava da solo. 
Non sapevo cosa sarebbe successo l'indomani, era un enigma, una sfida, come la mia vita, un'eterna sfida, giocavo a dadi con la sorte. 




-Puoi ancora ripensarci.. - disse Louis. 
-E me lo dici dopo due ore di viaggio? - risi. 
Eravamo partiti molto presto, per arrivare a Doncaster da Londra ci volevano più di tre ore, non riuscii nemmeno a salutare mio fratello, che la sera prima tornò molto
tardi e decise di non svegliarmi. 
Ero in ansia, realmente me la stavo proprio facendo sotto dalla paura, ma non lo davo a vedere oppure Louis sarebbe subito tornato indietro. Dopo un paio d'ore di viaggio 
si fermo nel parcheggio di un bed&breakfast.
-Perchè ti sei fermato? - chiesi. 
-Devo darti una cosa, non sapevo quando farlo, quindi lo farò adesso.. -
Lo guardai scendere dall'auto con un grosso punto interrogativo stampato in faccia, che fosse impazzito in due ore? Plausibile, ma poco probabile.
Rientrò in macchina con un sorriso stupido sul viso e mi consegnò una scatola bianca con un fiocco azzurro sopra. Staccai il fiocco e glielo appiccicai in testa. 
-Ti dona, cosi sembri tenero. - 
-Stronza! - 
Quando tirai via il coperchio della scatola quasi mi venne un colpo, mi mancò il respiro per qualche attimo. -Non l'hai fatto - dissi scioccata. 
-Invece l'ho fatto - disse. 
-Tu.. tu sei pazzo. Tutti quei soldi, e poi.. -
-Kate Kate Kate. Taci adesso. Non importa dei soldi, e si sono pazzo di te, e quel vestito ti stava troppo bene per lasciarlo in quel negozio. - 
Accarezzavo il tessuto viola chiaro del vestito incredula, era meraviglioso, e Lou aveva trovato il momento più appropriato per darmelo. Ero senza parole.
-Lou io.. - 
-Kate Malik senza parole.. Non mi crederanno mai quando lo racconterò. - Risi. Ovviamente l'avrebbe pagata per quella battuta stupida, ma ero troppo felice, e aveva reso 
la ragione di quel viaggio ancor più forte e convincente. 
-Davvero non so che dire Lou, è meraviglioso.. - 
-Baciami e basta. - Il sorriso che si disegnò sulle sue sue labbra era probabilmente il più bello che gli avessi mai visto in tutti quei mesi. Non so per quanti secondi, o minuti 
le nostre labbra rimasero incollate, ma era cosi che doveva essere, e non pensavo solo alle nostre bocche, ma a noi stessi, noi dovevamo restare insieme, 
noi dovevamo sopravvivere alla vita insieme. 
-Lou.. - 
-Ecco la perla filosofica, la sento arrivare.. - lo guardai totalmente scioccata per qualche attimo. - Vaffanculo Tomlinson, ti va bene come perla? - sbottai. 
Louis scoppiò a ridere fino quasi alle lacrime, io lo guardavo fingendo stupore, ma dentro di me il cuore eseguiva salti mortali, per quanto fosse bello vederlo ridere. 
-Ok, scusa, continua.. - 
-No, adesso taci, e guidi. Nel frattempo coccolo il vestito.. - 
Riprendemmo il viaggio, ma quello strano e cupo silenzio che c'era stato nella prima ora e mezza sembrava essersi preso una pausa, scherzavamo come due mesi prima, 
come se tutto quel grosso casino con la sua famiglia non fosse mai accaduto, e quanto avrei voluto che fosse stato cosi. 
Avevo ancora paura, non potevo negarlo, ma Louis mi aveva dimostrato che aveva apprezzato la mia vicinanza e che fossi partita con lui. 
-Potresti metterlo questa sera.. - disse. 
-Cosa? -
-Il vestito, idiota. - 
-Quale vestito? - 
-Kate mi prendi in giro? -
-Si - 
-Ti odio - 
-Ti amo tanto anche io. - sorrisi. 


Quando si tiene molto ad una persona, per questa si farebbe qualsiasi cosa, anche andare contro i propri principi e contro le proprie paure, anche se ciò che io 
provavo contro lo sfarzo di abitazioni e abitanti era più una forte, forte, forte insopportazione. 
Per i sognatori come lo ero stata io sin da piccola essere scavalcati sempre da altri con meno talento di te solo per i loro soldi ti porta ad odiare qualsiasi cosa
riguardi quel mondo. 
La prima ad accoglierci in quella villa enorme fu Lottie. Quasi non mi fece scendere dalla macchina che già mi era addosso, soffocandomi in un abbraccio, 
dovevo riconoscerglielo poteva essere un po' pesante e spesso esagerava nel preoccuparsi di qualsiasi cosa, ma era una bella persona, come suo fratello d'altronde. 
-Dioo, sei ancora più bella di quando ti ho visto l'ultima volta.. -
-Tesoro la prima e l'unica volta che ci siamo viste è stato tipo una settimana fa .. - dissi. 
-Giusto.. mah, sei comunque splendida. - sorrise. 
-Grazie - sorrisi di rimando.  
Dopo che ebbe salutato anche suo fratello e avergli sussurrato qualcosa che non riuscii a captare, tornò verso di me. - Perchè non mi hai detto che saresti venuta? 
Comunque alle valige penseranno Kevin e Sebastian, mia madre è in salotto - 
Aspettai che Louis mi raggiungesse e mi afferrasse la mano, ok forse ero un tantino agitata, in più Lottie gettava allegria da tutti i pori e parlava come se avesse 
un treno in corsa al posto delle corde vocali. 
-Andrà tutto bene.. - mi sussurrò Louis appoggiando dolcemente le labbra appena sopra l'orecchio. 
Quella casa era enorme, solo l'ingresso equivaleva a più o meno la metà del nostro appartamento a Londra, era raffinato, elegante e vecchio stile, i colori chiari, la luce che 
erntrava dalle finestre, sembrava di essere entrati in un castello. Alla fine di un ampio corridoio c'era il salone, anche questo molto grande e ben arredato, alle pareti 
tantissime foto appese e sui sopramobili c'erano molte cornici, il camino di mattoni dal colore rosa chiaro. Dovevo riconoscere che era meraviglioso. 
Da come l'aveva descritta Louis mi aspettavo che sua madre fosse una specie di befana, tranne per il porro enorme sul naso, si intende, e che a vederla esprimesse subito 
una certa antipatia, ma in realtà era tutto l'opposto, era una donna davvero molto bella, i capelli neri raccolti, truccata perfettamente e ben vestita. 
-Louis! - esclamò quando lo vide - finalmente tesoro mio - lo abbracciò e gli baciò le guance. Lou non sembrò molto entusiasta. - E questa graziosa ragazza è.. - 
-Eem, molto .. piacere, sono Kate Malik. - 
-La mia ragazza - disse Louis con un tono che non voleva repliche. Sorrisi, più per ciò che aveva detto Lou che per sua madre, ma faceva lo stesso. 
-AH, Louis non mi aveva detto che saresti venuta anche tu.. - 
-Sorpresa.. - continuò Lou. 
Il suo umore era decisamente cambiato da quando eravamo arrivati, gli si leggeva chiaramente negli occhi non aveva la minima voglia di essere li. 
Sua madre sviò del tutto il suo comportamento e cambiò discorso. - Mi dispiace che Mark non sia ancora rientrato, ma sarete stanchi per il viaggio, vorrete riposare un po' - disse. 
-Ottima idea.. dimmi solo quanti tuoi cari amici dovrò sopportare a cena.. - 
-Lou, non essere cosi sgarbato - lo ammonì. 
-Scusa.. - sembrò rendersi conto che forse era un atteggiamento un tantino esagerato. 
-Ci saranno solo un paio di amici di Mark comunque .. - 
-Va bene.. ci vediamo dopo.. - 
Mi afferrò la mano e uscimmo dal salone. In quell'abitazione mi sentivo una specie di gnomo zoppo, li tutto era cosi grande(?) i corridoi sembravano immensi, ogni stanza 
era almeno due stanze di casa mia, mi chiedevo come facessero a non perdersi. Dopo non so quanti corridoi e quante porte, Louis entrò in una stanza che era 
decisamente l'opposto delle altre.
Colorata di ogni colore possibile, non c'era niente di elegante e raffinato, libri sparsi ovunque, foto, e tanta altra roba. -Come mai questa stanza è cosi incasinata? - 
Gli rivolsi un sorrisetto scaltro e per la mia immensa gioia lo ricambiò. -Ho pagato tutti quanti gli inservienti che mia madre tiene segregati in questa casa per 
non toccare in alcun modo questa stanza, mi rappresenta, è l'esatto contrario di tutte le altre, è mia.- Si lasciò cadere sul materasso, e chiuse gli occhi. 
-L'adoro.- dissi. Sollevò leggermente il collo per guardarmi. - Sul serio? - chiese - non piace praticamente a nessuno, fa a cazzotti con tutto il resto - 
-Per questo mi piace, perchè è diversa, tu sei diverso - 
Battè due volte il palmo della mano sul materasso. Mi sdraiai accanto a lui tra le sue braccia. 
-Ho esagerato vero? - domandò fissando il soffitto. 
-Un po'.. - risposi vaga. 
-E che, odio quando al telefono mi insulta gratuitamente e senza limiti e poi quando torno qui mi abbraccia e mi bacia.. - 
-Lou forse c'è una cosa che devo dirti.. - 
-Cosa?-
-Io credo che tua madre ti abbia fatto tornare qui per.. per farti restare ecco, non credo che ti lascerà ripartire facilmente - 
-Chi te l'ha detto? -
-Niall ha parlato con i suoi e l'ha detto a Liam, lui me l'ha riferito perchè era preoccupato che non tornassi nemmeno io.. - 
-Non riuscirà a convincermi sta tranquilla, non mollerei tutto, e di certo non ti farei questo, ti amo troppo per permetterti di rimanere con me qui.. -
-Ma io non me ne andrei.. - 
-Perchè? Qui è un inferno.. - 
-Preferisco vivere in un inferno dove ci sei tu, piuttosto che in un paradiso senza di te.- 
Eravamo viso a viso, occhi contro occhi. - Io non ti merito - mi soffiò sulle labbra. Cancellai quella breve distanza che era rimasta tra noi. Dopo tutti quei mesi ero finalmente 
riuscita a regalargli tutta me stessa, ogni singolo dettaglio di me, ogni emozione, ogni sensazione gli appartenevano. Ero totalmente Sua. 



In quei tre giorni Louis mi mostrò tutto ciò che era stato il suo mondo fino a quattro anni prima, tutti i luoghi che per lui avevano avuto un significato, tutti i posti nel giardino 
della sua villa dove si nascondeva quando non voleva essere trovato da bambino, ed alcuni erano davvero geniali dovevo ammetterlo, conobbi tutte le sue sorelle e Mark, il giorno 
che arrivammo, per la cena indossai il vestito che mi aveva regalato Louis, Lottie rimase a lungo senza parole, e le gemelle mi fecero i complimenti, gli amici di Mark 
mi tempestarono di domande sulla mia vita, Louis chiese più volte di smetterla, ma io risposi volentieri. In tutto questo, l'unica persona che continuava a respingermi 
era sua madre, Johanna mi riservava spesso delle fugaci e maligne occhiatacce, conversava raramente e quando lo faceva cambiava del tutto il discorso. 
Io e Louis saremmo ripartiti quel pomeriggio, io ero in giardino che lo aspettavo, probabilmente stava pagando i camerieri per non toccare la sua camera, era fissato. 
Mentre aspettavo seduta su una panchina di marmo, la Signora Tomlinson si sedette vicino a me, fissava il vuoto davanti a lei. 
-Posso rubarti un minuto cara? - chiese. 
-Certo.- 
-Tu ami molto mio figlio? - dritta al punto. bene. 
-Certo signora, non sarei qui se fosse il contrario - 
-Bene, allora sono sicura che riuscirai a convincerlo, perchè anche lui è molto preso da te.. - 
-Scusi convincerlo a fare cosa? - 
-A tornare a casa .. il posto di Louis è in questa casa.- 
-Devo essere sincera Signora Tomlinson, non credo che lo farò.. non so se l'ha notato, ma suo figlio ama davvero quello che fa, ama cantare, ama suonare, lei l'ha mai sentito 
suonare il piano, l'ha mai sentito cantare? Io si, ed è il motivo per cui sono qui, io lo amo davvero con tutta me stessa, e non distruggerò i suoi sogni. - 
-Allora lascialo! - 
-Cooosa?! - mi stava facendo impazzire. Sul serio. -Non lo farò mai. - 
-Perchè non capisci?! Kate tu sei una ragazza fantastica, non lo dico tanto per dire, lo sei davvero, e vedo come mio figlio ti guarda, come vi guardate, vi amate molto lo so, 
ma cantare, suonare, non sono cose che gli daranno qualcosa nella vita, la nostra azienda invece si, tutto questo gli darà un futuro! - 
-Ma lui odia tutto questo! - 
-Kate ti prego, io sono una donna buona, e amo i miei figli, non farmi arrivare a fare cose di cui entrambi potremmo pentirci? - 
-Mi sta minacciando? - ero totalmente fuori di me. Inaspettatamente vidi delle lacrime sul suo viso. 
-Kate, tu puoi fare e avere tanto nella vita, rendigli la scelta più facile, lascialo e lascia che torni da noi, ti prego, non voglio mettere in mezzo a questa storia i tuoi amici e tuo fratello -
-Cosa c'entrano loro adesso!? - 
-So perfettamente cosa fanno e dove lavorano, mi bastano poche chiamate - 
-Arriverebbe a tanto?! Davvero?! Solo per rovinare la vita di Louis più di quanto lei non abbia già fatto? - lei continuava a piangere e io ero sempre più sconvolta dalle sue parole.
-Non farmi arrivare a tanto ti prego. Sei una ragazza intelligente, rendigli la scelta più semplice. - si asciugò le lacrime con un fazzoletto e se ne andò. 


"rendigli la scelta più semplice' aveva detto. 





SPAZIO AUTRICE: Ciaoo bella gente! Come va l'estate? Dovete perdonarmi, la data di pubblicazione era prevista per una settimana e mezza fa, ma ho avuto dei problemi 
e ho dovuto posticipare. 
E' uno dei capitoli più lunghi che abbia scritto, ci sono molte scene e molti dettagli, come ogni storia d'amore non può sempre andare tutto bene purtroppo, ma forse tutto 
tornarà a posto, o forse no. No dico altro. Spero vi piaccia, e spero che me lo facciate sapere con un commento. Alla prossima! Hola. 
  
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