Nuovi problemi (prima
parte)
- Cos’avete da ridere?
Ron era entrato in dormitorio
e aveva trovato Harry e Ginny che ridevano.
- Niente, buonanotte
fratellino. – disse la ragazza uscendo.
Ron lanciò uno sguardo
interrogativo alla porta che si era appena richiusa dietro a Ginny e cominciò a
infilarsi il pigiama.
- Allora? – chiese Harry
accennando al piano inferiore.
- Abbiamo risolto, le ho
chiesto scusa e le ho spiegato tutto. –
- Tutto?
- Beh non tutto tutto, ma non
le ho proprio mentito, ho solo omesso alcuni particolari più o meno
irrilevanti. Piuttosto, cosa voleva Ginny? Prima sembrava, non so, agitata.
D’accordo, Ron aveva detto
che in qualche modo approvava la relazione sua e di Ginny, ma dirgli che la
ragazza l’aveva preso da parte per dirgli…
- Harry?
- Scusa Ron. Ginny, ma
niente, voleva solo dirmi una cosa sui provini di sabato.
- Sì certo e Merlino non era
un mago.
- Ok, ok, ma sarebbe una cosa
ehm, privata.
Harry non sapeva più che
pesci prendere, non avrebbe mai potuto dire a Ron la verità, ma non vedeva
altre alternative.
- Non ti arrabbiare –
aggiunse.
Stranamente Ron rispose:
- Ok, non dirmelo. Se è una
cosa tra voi.
Che sarà mai, pensò tra se e
se. Si mise a letto, ma si addormentò molto più tardi non riuscendo a smettere
di pensare a cosa Ginny avesse detto a Harry e si ripromise di cercare di scoprire
la verità.
Appena Ginny chiuse la porta
del dormitorio maschile si ritrovò di fronte Amy.
- Ginny.
- Ehi Amy. Volevo dirti una
cosa prima, ma poi me ne sono dimenticata. Non so se l’hai notato ma ero un po’
nervosa.
Amy sorrise annuendo.
- Beh volevo dirti che con
quello che è successo mi sono dimenticata di chiedere a Harry di Ron, del loro
strano comportamento in Sala Comune.
- Non ti preoccupare Ginny,
abbiamo risolto. Ron si è appena scusato e mi ha spiegato tutto.
- Ron si è scusato?! Mio
fratello?! Proprio quel Ron?
- Sì proprio lui. A volte sa
essere molto, non so che aggettivo usare, carino forse. Va bè hai capito che
voglio dire. Te invece come mai ti sei trascinata dietro Harry nel dormitorio?
- Gliel’ho detto.
- Gliel’hai detto? Cosa gli…
- la domanda gli morì in bocca, aveva capito cosa Ginny aveva confidato a
Harry. – E lui?
- Beh è stato un po’
imbarazzante all’inizio, poi però Harry è stato carinissimo come sempre.
- Allora è deciso, quando lo
farete?
- Amy! – fece Ginny fingendo
uno sguardo scandalizzato. – Credo che succederà, prima o poi. Quando ci sarà
l’occasione e sarà il momento giusto.
- Bene, ora sono proprio
contenta per voi. Adesso scusa ma vado su da Hermione. Le ho detto che le avrei
spiegato tutto. Era un po’ confusa stasera perché ancora non sa della sfuriata
di Ron o di te e Harry e non riusciva a capire perché eravamo tutti così
strani.
- Ci credo, povera Hermione,
avrà pensato che fossimo tutti matti. Spiegagli da parte mia anche la faccenda
di me e Harry.
- D’accordo. A domani, Ginny.
- ’Notte Amy.
- Hermione? Sei sveglia?
Domanda piuttosto stupida
visto che la luce era accesa e la ragazza stava leggendo.
- Certo che sono sveglia. Ti
stavo aspettando. Che cosa voleva Ron? E cosa avevate tutti stasera? – chiese
chiudendo il libro.
Amy raccontò a Hermione della
discussione con Ron, delle scuse che il ragazzo le aveva fatto e della
decisione di Ginny.
- E tutto questo sarebbe
successo oggi?
- Ieri sera e oggi mentre eri
ad Aritmanzia e in biblioteca. – precisò Amy.
- Forse dovrei smettere di
studiare così tanto.
- Non riesco a crederci! Cosa
sentono le mie orecchie?
- E dai, volevo solo dire
che, beh guarda, non sto con voi per poco più di un pomeriggio e guarda che
succede.
- Giusto, è stata sicuramente
la tua assenza a farci agire così. . scherzò Amy.
Le ragazze andarono a letto
tranquille, contente che tutto si fosse risolto per il meglio, ma non sapevano
che i guai non erano ancora cominciati.
Tic, tic.
Un debole raggio di sole
spuntava timido tra le tende della finestra, illuminando il bicchiere posato
sul comodino di Amy.
Tic, tic.
Il rumore si faceva sempre
più insistente e fastidioso.
Tic, tic.
Amy aprì stancamente gli
occhi voltandosi verso la finestra, li richiuse e tirò una ciabatta alla sagoma
della ragazza rannicchiata nel letto alla sua destra.
- Ahi! – disse Hermione
debolmente.
- Un gufo, di Fred. – le
disse Amy sbadigliando e portandosi il cuscino sopra la testa per cercare di non
sentire l’animale che stava beccando il vetro della finestra. Al nome Fred,
Hermione sembrava essersi completamente svegliata; in un attimo aprì la
finestra e prese la lettera legata alle zampe del gufo. La lesse tutta d’un
fiato e, non appena ebbe finito, corse dalla parte opposta della stanza, aprì
la borsa dei libri e tirò fuori piuma, inchiostro e pergamena su cui scrisse:
Caro Fred,
anche io non vedo l’ora di vederti. Venerdì sera alle
7, nella Stanza delle Necessità.
Con affetto,
Hermione.
- Amy? – chiamò.
- Amy! – ripeté più forte.
- Che c’è? – borbottò Amy
soffocando uno sbadiglio, riemergendo da sotto il cuscino.
- Era una lettera di Fred. –
fece Hermione sedendosi ai piedi del letto di Amy.
- Lo so, ho riconosciuto il
gufo. Sono io che te l’ho detto svegliandoti.
- Ah, già, è vero.
- Già, ed è sabato mattina e
sono appena le 7. Quindi se non è questione di vita o di morte vorrei
continuare a dormire, grazie. – sentenziò Amy.
- Ma è importante! – protestò
Hermione. – Fred ha detto che verrà sabato prossimo. E ci sono un paio di cose
di cui vorrei parlarti.
- Va bene, va bene. – rispose
Amy con un tono tra lo scocciato e il curioso. Sebbene fosse seccata per essere
stata svegliata così presto non riuscì a trattenere un sorriso, impaziente di
sapere cosa l’amica volesse dirle.
Si vestirono, attraversarono
- Ok, Hermione. Sono tutta
orecchie, dimmi pure. Che diceva la lettera?
- Fred, viene a trovarmi
venerdì sera. Userà un passaggio segreto che da Hogsmeade porta al settimo
piano. Ci vediamo alle 7 nella Stanza delle Necessità.
- Beh è fantastico. Un solo
problema Hermione. Se qualcuno o proprio Ron, dovesse vedervi?
- Staremo attenti. Nessuno
dovrebbe vederci se restiamo sempre nella Stanza delle Necessità.
- Io continuo a pensare che
la cosa migliore sia dirglielo. Se dovesse scoprirlo da solo credo proprio che
si arrabbierebbe perché gliel’avete tenuto nascosto. Se invece glielo dici
credo che non si arrabbierà più di tanto, ma che sarà solo dispiaciuto perché
beh lo sai…
- Lo so? Cosa so?
- Beh che piaci a Ron.
- Cosa? Di nuovo con questa
storia?
- Dai Hermione, non fare la
finta tonta. Te l’ho già detto altre volte che secondo me lui è cotto di te.
- Io non credo proprio. Da
cosa lo capiresti poi?
- Da come si comporta, da
come ti guarda.
- Assolutamente no. Se
parliamo di strani comportamenti, beh è Ron, lo sai com’è fatto e se parliamo
di sguardi allora sei tu a piacergli. Forse non ci hai fatto caso, ma ogni
volta che entri in una stanza, ogni volta che ti vede comincia a guardarti e
passa almeno un minuto a fissarti.
Amy non riusciva a credere
alle parole di Hermione, come le venivano certe idee?
- Se lo dici tu. – disse in
tono poco convincente. – Comunque penso che ti stia proprio sbagliando.
Tuttavia, mentre diceva
questo, Amy si sentiva strana ripensando alle parole di Hermione. Se la ragazza
avesse avuto ragione? In un certo senso si sarebbe sentita, come dire,
lusingata. Dopotutto Ron era piuttosto carino, era stato Prefetto ed era il
portiere della squadra di Quidditch di Grifondoro; insomma era sicuramente un
ragazzo interessante.
- Probabilmente non sapremo
mai chi ha ragione. Il problema comunque non si pone: io sto con Fred e mi
piace davvero tanto e nemmeno a te piace Ron giusto?
Amy non rispose, ancora
immersa nei suoi pensieri.
- No! Ti piace? – chiese
incredula Hermione, interpretando forse in modo corretto il silenzio
dell’amica.
- Cosa!? Ma certo che no, che
vai pensando? – rispose Amy in modo piuttosto convincente.
Anche se nella testa le si
affollavano mille pensieri decise di allontanare tutte le domande e i dubbi che
le nascevano, almeno per il momento.
- Allora? Perchè non glielo
dici, a Ron intendo, di te e Fred? – continuò Amy riprendendo il discorso
precedente, volendo cambiare argomento.
- Sai, sinceramente non lo so
nemmeno io con precisione. Ho paura che si arrabbi e non voglio rovinare il
nostro rapporto, ci tengo troppo alla nostra amicizia. - Credo sia meglio evitare, almeno per il
momento. – concluse Hermione addentando una fetta di pane tostato.
Amy sorseggiò il suo caffé
pensierosa e stava per ribattere alle parole di Hermione quando tre persone
entrarono in Sala Grande e si avvicinarono a loro.