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Autore: angelofdeath94    19/08/2014    0 recensioni
Sophie Flynn, all'apparenza una sedicenne qualsiasi, si trasferisce in una tranquilla cittadina nei pressi di Firenze per seguire i genitori a seguito di un lutto doloroso. Il cuore della ragazza pare freddo e inaccessibile, ma non tutto è come sembra. Durante la sua prima serata in città conosce dei personaggi misteriosi e affascinanti, che nascondono terribili segreti, eppure non sono i soli. Da quella sera tutto cambierà... Da quel momento Sophie sarà costretta a scegliere tra cuore e ragione, tra amore e dovere. Le tenebre e la luce si scontreranno in una grande guerra che per troppo tempo è rimasta repressa.
Spero di avervi interessati almeno un po'. Questa è la prima storia che pubblico, quindi abbiate pietà di me... comunque spero che qualcuno commenti.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 3: Tuffo nel passato
SOPHIE
Mi svegliai al suono della sveglia e vidi l’antico libro  lasciatomi in eredità dalla nonna. Da quando era morta l’avevo sempre tenuto con me, certa che mi avrebbe protetta e aiutata a capire chi fossi veramente. Ricordavo bene la prima volta che la nonna mi aveva svelato il segreto sulla mia vera natura.
Ero solo una bambina terrorizzata da terribili incubi, quando lei mi aveva presa per mano e portata nel bosco. La nonna era l’unica in grado di tranquillizzarmi dopo quei sogni spaventosi.
«Non devi avere paura, mia piccola Sophie. La magia fa parte di te, non devi combatterla.», mi aveva detto accarezzandomi dolcemente il viso. 
Poco dopo mi aveva mostrato quel grosso libro e promesso che alla sua morte sarebbe stato mio, come accadeva da generazioni a tutte le donne di famiglia. La nonna apparteneva ad un’antica tribù indiana ed era una sciamana. Quando mi condusse nel bosco arrivammo nel bel mezzo di una grande radura. Non avevo idea di cosa mi sarebbe successo. L’anziana donna prese una ciotola e vi frantumo alcune erbe profumate e vi unì l’acqua di un ruscello, poi mi fece bere quel composto leggermente amaro. La nonna disegnò un cerchio sul terreno umido e m i invitò ad accomodarmi al centro di esso, in seguito accese alcune candele e si sedette a gambe incrociate ripetendo una strana formula nella lingua degli Spiriti. Chiusi gli occhi e poco dopo avvertii il verso di alcuni corvi che si erano disposti intorno al mio corpo. Restai immobile per non spaventarli, sapevo che non si trattava di semplici animali, ma di Spiriti guida giunti per aiutarmi. Nel frattempo la nonna continuava a invocare gli Spiriti dei nostri antenati, senza preoccuparsi di ciò che mi stava accadendo. Ad un tratto avvertii il mio corpo farsi più leggero, come se non facessi più parte di esso. In effetti riuscivo ad osservare me stessa dall’esterno e notai che i corvi avevano formato un pentacolo all’interno del cerchio. Mi sentivo come in un sogno e temevo di essere in preda a delle allucinazioni. Mi allontanai dalla radura, seguendo una voce misteriosa. Non sapevo come mai, ma qualcosa dentro di me mi diceva che era la cosa giusta da fare. Mi arrampicai in cima ad una rupe e fu lì che lo vidi, il ragazzo che mi chiamava. Il giovane aveva dei lunghi capelli neri legati in una coda e aveva molti tatuaggi. Quello che però attirò maggiormente la mia attenzione fu quello che aveva sulla schiena, dove era raffigurata una grossa aquila.
«Ciao, Sophie! Non immagini quanto ho aspettato questo momento. Sapevo che prima o poi saresti venuta a cercarmi. Sono Aquila Bianca, il tuo Spirito guida, e ti aiuterò a non avere più quei brutti sogni, ma sappi che questo non risolverà il problema per sempre. Un giorno dovrai realizzare il tuo Destino e non potrai più opporti. Per bloccare i tuoi poteri dovrai indossare questo amuleto.», fece il ragazzo indiano porgendomi un totem a forma d’aquila, «La grande aquila ti proteggerà dagli Spiriti maligni. Non dovrai fare altro che invocarmi e, mi raccomando, non dovrai dire a nessuno della mia esistenza.»
Aquila Bianca fece una breve pausa, mentre mi legava al collo il totem. La sua presenza era rassicurante e accanto a lui non avevo paura. Era come se lo conoscessi da sempre.
«Non ricorderai niente di questo incontro ne di chi sei veramente fino a quando non sarà il momento giusto, ma in fondo al cuore saprai che un grande Destino ti attende e non sarai mai sola.». Con quelle parole lo Spirito si congedò, lasciandomi in mezzo alla radura. La nonna aveva smesso di pregare e stava riprendendo le forze accanto ad una quercia. Ripresi possesso del mio corpo inconsapevolmente e appena aprii gli occhi scordai il motivo della mia presenza nella foresta. Avevo dei ricordi confusi di quel giorno, quasi si fosse trattato di un sogno.
Improvvisamente tornai al presente e istintivamente toccai l’amuleto indiano, che mi aveva dato la forza di andare avanti per tutti quegli anni e mi aveva permesso di crescere come una bambina normale, anche se di normale non avevo proprio nulla. Aquila Bianca aveva detto la verità, era arrivato il giorno in cui tutto sarebbe cambiato e avrei realizzato il mio Destino. Non sapevo bene quando sarebbe successo, ma esattamente dieci anni dopo quell’incontro avevo ricordato chi ero e cosa fossi in grado di fare. Se solo avessi saputo prima avrei potuto evitare di mettere in pericolo la mia famiglia e le persone che amavo, era quello il mio più grande rimpianto. Ero arrivata troppo tardi e non me lo perdonerò mai.
*i passi in corsivo sono dei flashback.
 
   
 
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