Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Fragolina84    19/08/2014    1 recensioni
Sequel di Un raggio di luce per l'umanità
Driven to tears, spinto alle lacrime.
Loki è tornato e vuole vendetta. Gli Avengers e soprattutto Tony saranno spinti alle lacrime dalla rabbia del semidio di Asgard che si abbatterà su ciò che hanno di più caro al mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I love Avengers'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
É in questo capitolo che si spiega il titolo.
Qui Tony sarà "spinto alle lacrime"...
il perchè lo scoprirete leggendo, quindi vi auguro
buona lettura e ringrazio chiunque stia seguendo questa storia.

 

«È… viva, Tony!» esclamò Thor.
Non poteva essere. Non con tutto quel sangue sparso sul tappeto. Non con quel pallore sul viso. Allungò una mano, meravigliandosi di quanto gli tremasse. Le sfiorò la guancia ed era calda. Era ancora viva.
«Il polso è debolissimo però. Non so…»
«Cosa non sai? Se sopravvivrà?»
Thor si girò verso di lui.
«Su Asgard possiamo guarirla. Credo che ormai sia l’unico modo per salvarla. L’unica cosa di cui non sono certo è che sopravviva al Bifröst».
«Non abbiamo scelta» disse Tony. Quel desolante momento di aridità provato prima era stato spazzato via, sostituito dalla sua solita, incrollabile determinazione.
Con estrema delicatezza prese sua moglie fra le braccia. Nel movimento la ferita riprese a sanguinare, macchiandogli l’armatura.
Uscirono dalla casa, mentre in lontananza si sentivano già le sirene dell’ambulanza.
«Resto io qui. Tu va’».
Thor reclinò il capo all’indietro, alzando lo sguardo verso il cielo ora libero dalle nubi.
«Heimdall! Apri il Bifröst» chiamò.
Heimdall era il guardiano del Ponte del Bifröst che da secoli vigilava sul passaggio degli dei, gettando lo sguardo sui nove regni e proteggendo Asgard.
«Reggila forte. Potresti sentirti un po’ scombussolato quando arriverai, ma passerà in fretta. Le nostre guaritrici penseranno a lei».
«Grazie, Thor» disse Tony.
Improvvisamente fu investito da un fascio di luce che sfolgorava di tutti i colori dell’arcobaleno. Il Bifröst era aperto. Si sentì sollevare e schizzò verso l’alto ad una velocità che non aveva mai sperimentato. Intorno a sé vedeva stelle e costellazioni e capì di stare viaggiando nello spazio.
Chinò il capo su Victoria.
«Presto sarà tutto finito, piccola. Resisti».
Senza rendersene praticamente conto si ritrovò su Asgard e barcollò, stordito da quel viaggio strano e velocissimo. Si ritrovò in una camera circolare le cui pareti smisero lentamente di vorticare mentre le osservava. Davanti a lui, su una pedana rialzata, un colosso d’uomo con un’armatura dorata e un elmo dotato di corna stava estraendo uno spadone da un foro ai suoi piedi.
«Benvenuto su Asgard» disse, scrutandolo con dei luminosissimi occhi dorati. «Io sono Heimdall, il guardiano dei mondi».
Tony fece un cenno con il capo, ancora troppo intontito per rispondere.
Una giovane donna si fece avanti: era una splendida mora, capelli ondulati sciolti sulle spalle e occhi scuri. Aveva l’aspetto e il portamento di una guerriera e, considerato anche che indossava un’armatura simile a quella di Thor, probabilmente lo era davvero.
«Io sono Sif. Thor mi ha avvisata che sareste arrivati» disse. Si avvicinò e posò una mano sulla fronte di Victoria. «Dobbiamo fare in fretta. Vieni con me».
Uscirono da quella strana stanza. Quando i suoi occhi si furono abituati alla luce, Tony non poté fare a meno di guardarsi intorno. Si trovavano su un ponte fatto di un materiale sconosciuto che scintillava dei colori dell’arcobaleno e che correva per chilometri sospeso sul mare, verso una grande struttura vagamente triangolare, formata da guglie e torri, che aveva tutta l’aria di un palazzo reale.
A fianco del ponte c’era una specie di barca. Era sospesa a qualche metro dal ribollire delle onde e sulla poppa erano applicate delle specie di ali che gli ricordarono quelle che il mito posizionava sulle caviglie di Mercurio, il messaggero degli dei.
Sif lo accompagnò alla barca, aiutandolo a salire a bordo. Tony sedette sul lato di babordo, appoggiando Victoria sulle proprie gambe. La testa le ciondolava all’indietro e lui la sorresse teneramente. Sif diede un ordine secco al timoniere e la barca si mosse velocemente in direzione del palazzo.
«Dunque Loki non è morto» disse la donna.
Tony scosse la testa. «No, è ancora vivo. Ma non lo sarà per molto» mormorò.
«Mi dispiace per ciò che ha fatto alla tua donna».
«Sarebbe bastato questo per ucciderlo. Ma ha preso mia figlia e pagherà un conto salato, te lo garantisco».
«Fa’ attenzione a non sottovalutarlo » replicò lei, mentre quello strano mezzo di trasporto entrava in città e saliva di quota. «Loki è un avversario pericoloso».
«Mai quanto un uomo che ha quasi perso tutto».
La barca si fermò accanto ad una balconata e Sif si alzò in piedi. Tony la seguì, trasportando senza sforzo Victoria, cercando di ridurre i sobbalzi e gli scossoni per evitare di aggravare le sue già precarie condizioni.
Sif lo accompagnò fino ad una porta chiusa su cui bussò. Aprì una donna di mezza età, vestita di una toga azzurrina, i capelli raccolti in un’elaborata acconciatura.
«Vi stavamo aspettando» disse, guardando Tony e Victoria fra le sue braccia. «Venite, presto» aggiunse, scostandosi dalla porta per lasciarla passare.
La donna ordinò a Tony di adagiare Victoria su una lastra luminosa e le sistemò le braccia lungo i fianchi. Comparvero altre donne, tutte vestite allo stesso modo, che circondarono Victoria.
Quella che li aveva accolti e che sembrava la gran sacerdotessa del clan passò le mani con i palmi aperti ad una spanna dal corpo di Victoria, con gli occhi chiusi. Tony non aveva idea di cosa stesse facendo, ma rimase in silenzio. Thor lo aveva mandato lì e si fidava ciecamente di lui, sicché non avrebbe interferito. Tolse l’armatura e attese.
La sacerdotessa – o quel che era, non si era nemmeno presentata – sollevò le mani e sopra il corpo di Victoria apparve una specie di radiografia in 3D. Tony vide il cuore di Victoria pulsare lentamente e notò quanto vicino al muscolo cardiaco fosse affondato il colpo di Loki. Pochi millimetri più in basso e l’avrebbe uccisa sul colpo.
Poi il suo sguardo fu attirato da qualcos’altro, qualcosa di talmente minuscolo che avrebbe potuto passare inosservato, ma non ai suoi occhi. Victoria era incinta.
Probabilmente nemmeno lo sapeva – quel piccolo girino non doveva avere più di tre settimane – ma la testa e il corpo si intuivano già chiaramente.
La donna notò la direzione del suo sguardo e scosse la testa. «Mi spiace, ma per lui non possiamo più fare nulla» mormorò.
Tony accusò il colpo. Lui e Victoria sarebbero dovuti diventare genitori di nuovo e invece Loki aveva distrutto quella piccola vita. La lista dei peccati di Loki grondava sangue e si allungava sempre più: Tony non vedeva l’ora di ergersi a giudice e carnefice. Strinse i pugni e ricacciò indietro le lacrime. Non poteva permettersi di cedere ora, doveva rimanere concentrato su ciò che doveva fare: ritrovare Elizabeth. Poi avrebbe preteso giustizia.
«La ferita è grave e la donna è molto debole» disse la guaritrice, rivolgendosi a lui senza voltarsi.
«Potete guarirla?» chiese Tony.
Non ricevette risposta, ma il cerchio di donne si strinse attorno a Victoria, celandola del tutto ai suoi occhi. In quella specie di immagine olografica sospesa vide che, sotto l’effetto della magia delle sacerdotesse, la ferita si stava richiudendo.
La minuscola creatura nel ventre di sua moglie si trasformò in una sfera luminosa che uscì dal suo corpo. Rimase sospesa sopra di lei per qualche istante poi si spostò verso Tony che tese la mano, sfiorandola. Sentì un piccolo cuore battere freneticamente e una morsa di commozione gli stritolò il petto. Era un maschio, lo avvertì nel profondo del proprio essere.
Poi la sfera si mosse e, mentre lui osservava, volò fuori dalla finestra, dove si dissolse. Minuscoli granelli luminosi restarono in sospensione per qualche istante, poi volarono via e lui li osservò fermarsi tra le stelle che in quel cielo alieno erano visibili anche di giorno.
Addio… piccolo mio.
Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e riportò l’attenzione su quanto accadeva nella stanza. Il processo di guarigione durò qualche minuto poi le donne si allontanarono dal corpo supino di sua moglie.
Tony si precipitò al suo fianco, prendendole la mano e accarezzandole la fronte. Attraverso la camicetta squarciata, vide la pelle perfettamente rimarginata, senza alcun segno dell’orrenda ferita che gliel’aveva quasi portata via.
«Grazie» mormorò Tony rivoltò al cerchio di donne che aveva salvato la vita di Victoria.
Chinarono appena il capo tutte insieme, accettando silenziosamente i suoi ringraziamenti.
Sif si avvicinò: «Perché non si sveglia?» domandò. Era abituata a ben altri esiti dopo gli interventi delle guaritrici, ma la gran sacerdotessa si affrettò a tranquillizzare entrambi.
«Ha perso molto sangue e non è abituata alla nostra magia. Ci vorrà tempo prima che possa svegliarsi. Ma sta bene, credetemi».
Tony prese in braccio Victoria e seguì Sif lungo quegli immensi corridoi. La guerriera lo introdusse in una grande stanza le cui finestre affacciavano sulle montagne che circondavano Asgard. Depose Victoria su un enorme letto – sembra che in quel mondo tutto fosse gigantesco – e le scostò i capelli dal viso. La sua espressione non era più sofferente e sembrava che stesse semplicemente dormendo, cosa che probabilmente era vera.
Un’ancella si presentò con un catino e una pezzuola e fece per spogliare Victoria e lavarla dal sangue che si era seccato sulla sua pelle, ma Tony la fermò.
«Lo faccio io. La prego» mormorò e fu lasciato solo.
La spogliò, gettando sul pavimento gli abiti strappati e insanguinati; bagnò la pezzuola nel catino e cominciò a lavarle il corpo.
Quando l’ebbe ripulita, il suo corpo fu di nuovo perfetto e bellissimo come era sempre stato. Non c’era traccia della ferita, nemmeno una cicatrice a ricordarne la posizione.
La vestì con gli abiti che erano stati preparati nella stanza e la adagiò sul letto. Aveva appena finito quando udì bussare.
«Avanti» disse e Sif entrò.
«Ci sono notizie da parte di Thor» disse la donna e quando ebbe la sua attenzione proseguì. «Loki ha lasciato un messaggio per te e gli altri Avengers. È tempo che tu torni sulla terra».
Tony si voltò verso Victoria: «Non voglio lasciarla, e tuttavia devo farlo. Mi sento dilaniare perché sono costretto a scegliere tra lei ed Elizabeth e il cuore è lacerato dentro di me. So che devo andare, so che devo trovare Lizzy al più presto; e tuttavia voglio che mi trovi qui quando si sveglierà».
Sif gli strinse la spalla: «Possiamo tenerla in stato d’incoscienza finché non tornerai. Non sarà un problema e non le recherà alcun danno».
Tony acconsentì e si chinò su Victoria.
«Vado a riprendere nostra figlia. Poi tornerò a prenderti». La baciò sulle labbra. «Ti amo» sussurrò.
Poi si raddrizzò, indossò l’armatura e uscì, seguendo Sif. La guerriera lo riaccompagnò da Heimdall che aprì il Bifröst per lui. Tony li ringraziò entrambi per l’aiuto, raccomandò a Sif di badare a Victoria e sparì.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Fragolina84