Angolo autrice: Salve a tutti, good fellows! Dopo qualche mese ritorno con un nuovo capitolo. Siamo sempre nella quarta stagione, verso la fine. Ci trasferiamo dalle terre calde di Approdo del Re ad un luogo invaso dal ghiaccio e da un freddo pugente, un freddo che pugnala i cuori dei Guardiani della Notte. Uno di loro, tuttavia, ha il cuore ferito per altri motivi...

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Caro diario,

...io non ci riesco. Non sono nemmeno in grado di chiamarti con il nome che tempo addietro ti avevo donato. Ogni volta che ci penso, una parte della mia anima mi abbandona.
Ma sono un Guardiano della Notte. Devo essere forte. Devo renderti onore.
Sai, credo proprio che in un momento come questo avresti iniziato a canzonarmi, ridendo del fatto che sono un sentimentale. Solo che questa volta è diverso, perché...perché tu non ci sei più.
Respiro. Comincio da capo.

Cara Ygritte,

ti regalo un'ultima pagina di questo stupido diario che con fatica nascondo da tempo agli altri. Sarebbero solo
capaci di prendermi per il culo.
Dunque...non so nemmeno da dove iniziare, la verità è che sono ancora troppo sconvolto, non ci voglio credere.
Ogni mattina, quando mi sveglio, cerco di convincermi che sia stato tutto un brutto sogno...ed ogni volta so di sbagliarmi.
La notte, quando chiudo gli occhi, rivivo i nostri ultimi momenti, in mezzo alla confusione, alla morte, alla disperazione; quei momenti in cui, nonostante fossimo circondati da persone, esistevamo solo noi due, l'uno di fronte all'altra.
Oppure ricordo del periodo con i Bruti, delle risate, di quegli sguardi di sfida che con dolcezza mi lanciavi, della caccia, delle menzogne che raccontavo a Mance e tu che ancora non conoscevi le mie intenzioni.
Reagisco male ogni volta, perdo il controllo. Mi sveglio, nel cuore della notte, ansimante, impotente. Da qualche tempo a questa parte ho finito le lacrime, tutto ciò che mi resta è il silenzio.
E la forma del tuo viso, quella non la scorderò mai. I tuoi capelli color del fuoco, la tua pelle pura come la neve, ognuna delle tue espressioni, anche quella più arrabbiata o triste.

Ieri sono andato nel bosco, a bruciare il tuo corpo. Volevo che ti ricongiungessi con la tua terra, quella in cui hai vissuto, cacciato...amato. Non volevo che i tuoi lineamenti si decomponessero nel territorio dei tuoi nemici. Doveva finire tutto nella natura...selvaggia, indomabile, come te.
E quelle fiamme che abbracciavano il tuo corpo...erano dello stesso fuoco che ardeva sulle fiaccole di quella grotta.
Te la ricordi? Certo, che domande.
Pensandoci mi è parso, anche se solo per un momento, di percepire il tuo calore vicino al mio viso sfregiato dal freddo.
Sto vivendo nell'inferno più freddo di tutti.
E ci sarei rimasto in quella caverna, anche per sempre.
Quando ci penso continuo a credere che non sarebbe stato così difficile.
Ma in fin dei conti chi sono per dire queste cose? Un corvo di nome Jon Snow.

Jon Snow non sa niente.
E mai lo saprà.