a Dani, buon compleanno
This is not a love
story (but it is a story about love)
Lily
Evans strinse le labbra, le serrò sino a formare una
striscia
sottile e severa – e no, non riguardava affatto una certa
persona di
fronte a lei, né il fatto che stesse spudoratamente
flirtando con Lucinda
Talkalot, per giunta Serpeverde e persino
capitano della squadra
di Quiddich dal millenovecentosettantasei. No, ovvio che no,
ripeté
nervosamente la vocina nella sua mente. Era il prurito sul palmo delle
mani a
darle fastidio, il fatto che James Potter riuscisse a infastidirla pur
non
facendo nulla. Era palpabile, rifletté
Lily, abbassando lo sguardo sugli
appunti di Trasfigurazione, il fatto che l’odio di Potter nei
suoi confronti
l’avesse convinta a farle provare una strana sensazione di
disgusto mista a
dolore ogni qualvolta si sarebbe trattato di lui.
Lui
mi odia,
d’accordo? Al
primo anno non smetteva di dimostrare la sua bravura in
Trasfigurazioni. Eccelleva in modo stupefacente,
non poteva nemmeno
essere messo a confronto con Lily, la quale combinava pasticci
-… è un
eufemismo - di ogni genere in materia. Durante il secondo anno, una
volta
entrato nella squadra di Quiddich di Grifondoro, aveva osato dedicare
il suo
primo boccino a lei. Lei che, rossa per la rabbia,
gli aveva gettato
contro un cartellone che incitava la propria casa, ritenendo il gesto
immaturo
e sgarbato. Lui che la odiava… come si permetteva!...
Quella
volta, al terzo anno, durante la prima uscita ad Hogsmeade,
l’aveva fatta
inciampare ed era caduta – sprofondata,
come la sua dignità – in uno
strato spesso di neve bianca e candida. Come lo era lei. Pulita, pura.
C’erano
state le battute al quarto anno, che accompagnavano i suoi pranzi, che
miravano
alla sua ossessione con il pollo speziato e al fatto che mangiasse
prima il dolce
e poi gli altri piatti. (E altre, ancora più spaventose a
detta di Lily. “Vieni
a Hogsmeade con me, Evans?” “Esci con me,
Evans?” Oltraggio. Pazzia.) Poi c’era
stato il quinto anno e le cose erano cambiate – le acque
sembravano essersi
placate, ma al suo primo appuntamento con Sanders, dopo che aveva
impiegato ore
per prepararsi, per domare i suoi capelli rossi e
nient’affatto domabili,
lui l’aveva intrattenuta. Semplicemente intrattenuta.
Facendola ritardare di
due ore e mezza, tant’è che il Corvonero era
andato via, la sera era calata
così come il suo livello di sopportazione. (Poi era volato
non Potter
a cavallo di una scopa, ma il diario della Evans
che teneva sempre in
borsetta, lo aveva perennemente con sè e aveva sfiorato i
capelli del giovane,
colpendogli la fronte, lasciandogli quella che sembrava una cicatrice a
forma
di saetta)
James
Potter aveva ironizzato a riguardo e inventato storie che
facevano un baffo a Beda il Bardo, poi, quando il segnetto
nemmeno troppo
evidente, a detta di Lily, era svanito, lui era divenuto più
arrogante e
strafottente che mai. Aveva osato più che durante il secondo
anno… l’aveva ignorata.
Lei, Lily Evans, ignorata da James Potter. Il sesto anno era andato
così, lui
che pareva non essere a conoscenza della sua esistenza, lei che si
sentiva in
qualche modo… oltraggiata. Lui la odiava, lui la rendeva
bersaglio di scherzi e
frecciatine, e lui stesso decideva di chiudere questo rapporto
di… odio.
Ed ecco il settimo e ultimo anno alle porte: seconda lezione di
Trasfigurazione,
James Potter seduto di fronte a lei, lo stesso che pareva seguire
l’andazzo
dell’anno passato.
Gelosia,
aveva detto
Marlene alla fine della lezione, lui punta su quello.
“Ma
quale gelosia?” aveva domandato divertita Lily, i capelli
spettinati – come sempre – ed un libro che le era
caduto dalla stretta delle
braccia. L’amica aveva sospirato, quasi sconsolata, e
l’aveva salutata con un
cenno della mano, distratto per giunta.
La
rossa sbuffò, abbassandosi per afferrare
il volume di Pozioni che le sarebbe servito
l’ora successiva, facendo cadere il distintivo da Capo Scuola
e scontrando il
capo con quello di un altro, di fronte a lei, chinato per raccogliere
il
medesimo libro.
“Merlino…”
imprecò a denti stretti, poggiando una mano sul punto
lesionato – la fronte. Il punto esatto dove giaceva una
cicatrice inesistente
(data dal suo diario) su James Potter.
“Per
Godric…” sibilò una
voce, rapida, quasi affranta.
Lily
alzò in men che non si dica lo sguardo.
“Tu!” lo indicò rabbiosa,
“Oh, Potter, proprio non ce la fai a… non
detestarmi? Annuso il tuo odio per me
dalla Sala Comune di Grifondoro!”
Lui
sorrise. Le labbra incurvate verso l’alto, un angolo
inclinato
verso sinistra. Lo sguardo profondo, fiero, divertito. Quel mix di
dettagli la
fece imbestialire.
“Merlino!”
sbuffò infuriata, raccattando tutte le sue cose e
scomparendo alla fine del corridoio.
Ottobre.
Diciotto ottobre.
Un
giorno, una sola parola: “Hogsmeade!”
esclamò raggiante Lily a
Marlene. Questa roteò gli occhi al cielo, in un gesto che
avrebbe dovuto
indicare il limite del ridicolo raggiunto da Lily – stava
studiando troppo,
in quel periodo. Marlene ipotizzava si trattasse del distintivo sulla
sua
uniforme, il fatto che dovesse esserne
all’altezza. Hogsmeade non
l’aveva mai eccitata così
tanto, ragion per cui Marlene si ritrovò a
pensare che forse la sua amica aveva bisogno di una pausa.
Rise.
Molte
sciarpe e maglioni dopo, si erano avviate per I tre Manici di
Scopa, parlottando riguardo le varie coppiette che si tenevano per mano
e Lily
– Lily, la sua amica! Quella goffa, dolce
e impacciata – ne aveva
persino indicato una, incurante del parere altrui, e poi aveva riso,
gettando
la testa all’indietro.
(Pazza,
era davvero pazza.)
Con
il senno di poi, una volta ordinata della Burrobirra, una volta
sedute e rincuorate dal tepore del posto, Marlene aveva compreso da chi
fosse
composta la sventurata coppia: Lucinda e Potter. James Potter. Quel
Potter.
Erano seduti a pochi tavoli di distanza, ridevano – nel modo giusto,
non
come aveva fatto la sua amica poco prima – e sorridevano.
Lily sembrava non
essersi accorta di nulla per il momento. Non avrebbe sopportato una
scenata di
rabbia (di gelosia, ecco cos’era
– tagliò corto la voce interiore di
Marlene), quindi l’avrebbe distratta.
“Allora…
come va a casa?”
“Come
sempre” sospirò la rossa “Possiamo
parlare d’altro?”
“D’accordo”
“…della
tua cotta pazzesca per Sirius Black, ad esempio?”
“Della
mia – co… cosa?”
“Non
negare” – alzò le spalle –
“Si vede da lontano un miglio, e poi,
fra l’altro, posso contestare la tua scelta? E’
innegabilmente bello, quello
sì…”
“Lily!”
“Marlene?”
Lily parve confusa da quello scambio di nomi. Scosse di poco
la testa e continuò a parlare: “E potrei persino
ammettere il fattore
‘divertimento’, lo sai, ma in realtà
credo che sia a tratti infantile. Molto.”
Marlene
poggiò il capo sul palmo della mano.
“Già,
lo sospettavo.”
Si
rialzò l’attimo successivo. “Ma
cosa—“
(Lily
era pazza. Sul serio. Pazza per davvero. Essere Capo Scuola
l’aveva devastata)
“Marlene!”
“Lily?”
la prese in giro l’amica, come aveva fatto la rossa poco
prima.
Lily alzò gli occhi al cielo.
“C’è
Potter laggiù!” oh, Merlino… li aveva
notati. Scenata di gelosia
fra tre, due, uno…
“E
sta guardando verso… Godric!”
abbassò il capo verso le mani
poggiate sul tavolo.
“Cerca
una distrazione, veloce!” sibilò a denti stretti
nella sua
direzione. Marlene aggrottò la fronte. Non era abituata a
quel genere di
pazzia. Nope. Affatto.
La
distrazione arrivò all’improvviso, senza che
nessuna delle due
ragazze l’avesse chiamata.
La
distrazione era un ragazzo del settimo anno. La distrazione era
Sirius Black.
Marlene
imprecò in almeno tre lingue e, ne era certa,
l’avrebbe fatto
persino in Serpentese se avesse potuto!
“Ehi,
Evans… McKinnon”
Marley
storse le labbra, Lily aggrottò la fronte.
“Cosa…”
“Black”
fece la prima
tentando di sovrastare la voce dell’amica, per poi rifilarle
un calcio. Lily
sobbalzò. Marlene rise. Sirius guardò torvo
entrambe.
“Mi
duole immensamente fare questo…” ammise
accomodandosi accanto alla
più astuta delle due ragazze, che si spostò
immediatamente per fargli posto.
(E
per mantenere una certa distanza, per l’amor di Merlino)
“…soprattutto
conoscendo i precedenti…”
“Va’
al punto, Sirius”
Questi
scoccò uno sguardo a metà fra
l’impaurito e lo stremato a Lily, ma
ben presto continuò a parlare.
“C’è una persona con cui
devo… dobbiamo
parlare”
“Non
capisco” mormorò Marley, “Vacci e basta,
no?”
“Non
posso con James alle calcagne”
Entrambe
le ragazze si rabbuiarono. Lily sbatté le ciglia un paio di
volte prima di incalzarlo a continuare.
“Io
e gli altri – Remus e Peter. Solo noi.
James non deve
saperlo. Non deve seguirci, ecco perché entri in scena tu,
Evans”
“Ma
se loro--”
Lily
mise a tacere Marlene con lo sguardo. Ah, se
potessero
parlare…!
“Perché
Ja—Potter non può? E cosa dovrei
fare?” domandò
stizzita.
Sirius
roteò gli occhi al cielo, un gesto rapido, prima di
poggiarli
sulle figure non molto lontane del suo amico e della Serpeverde.
Sembrava non
facessero caso a loro tre, un terzetto particolare, a dire il vero.
“Perché
sono argomenti dove non può aver voce in
capitolo. È per
il suo bene, Lily, credimi” emise un sospiro e si
inumidì le labbra. “Domani,
noi verremo ad Hogsmeade e lui vorrà seguirci… ma
non potrà farlo se la sua
bella Evans lo distoglie da noi… andrà bene
qualsiasi cosa, soprattutto se
sembra che necessiti di lui, quindi… ehm, una gamba rotta,
una ferita, un
interrogatorio sul Quidditch…”
“…voi
che discutete su voi stessi…”
continuò Marlene silenziosa.
“…qualche
battuta innocente, qualche flirt
innocente…”
“…delle
scuse riguardo il comportamento prima di Pozioni l’altro
giorno…”
“Insomma”
alzò le spalle, “Va bene qualsiasi cosa
purché tu lo tenga
impegnato il tempo necessario per discutere, non deve venirci a cercare
se non
siamo tornati, Evans. E’ questo il patto.”
Lily
rise istericamente, attirando l’attenzione di Madama Rosmerta
su
di sé. Volse lo sguardo a Sirius, si scatto. “E
pensi che funzionerà? Noi non
ci parliamo, chiaro? Ed io lo detesto.”
“Naah,
non è vero” rispose quello poco dopo.
“Diresti di no anche se ti
dessi una mano con Trasfigurazione? Sai che me la cavo piuttosto
bene” ammiccò
avvicinando il viso a quello della rossa.
Le
guance di questa s’imporporarono appena. “Resta il
fatto che non so
intrattenere una conversazione con lui. Di qualsiasi cosa si tratti. E
dubito
si fermerebbe per dare una mano se avessi un osso rotto. Riderebbe e me
lo
rinfaccerebbe a vita, piuttosto”
“Allora
sei così cieca, Evans” La mano
di Sirius sbatté contro
la propria fronte.
“Di
cosa stai parlando?”
Marlene
proruppe con una risata fragorosa. “Lascia stare, Sirius,
perderesti la ragione cercando di farglielo capire”
“Capire
cosa?”
Entrambi
si voltarono verso Lily con un sorriso malandrino sulle
labbra. Questa, invece, era rossa in viso almeno la metà di
quanto lo erano i
suoi capelli.
“Nulla,
Evans. Allora, ci stai?”
“Lily
lo detesta”
Marlene
rise di fronte all’ingenuità di Sirius Black e
della
sua stessa amica. “Lei potrebbe odiar tutto di lui, eccome se lo farebbe! Ma non
lui… solo che, beh, l’hai
vista anche tu, no?,
è più innamorata che altro per
rendersene conto”
Lily
fece ritorno dal bagno e si sedette nel momento stesso
in cui sospirò.
“Accetto”
esclamò con pacatezza, “ma” aggiunse
subito dopo,
“Dovrai aiutarmi… sai per,
uhm…”
“Trasfigurazione,
sì, certo” Sirius allargò il sorriso e
si
slanciò per arruffare i capelli della rossa, proprio come
fosse un cagnolino.
“James
non è così stupido come sembra, allora”
sussurrò.
“Cosa hai detto?”
“Nulla”
ridacchiò lui, “Non ho detto nulla”
“Adesso
devi solo andar lì e parlare di quello che abbiamo
concordato,
d’accordo?” fece Marlene a Lily, che
aumentò la presa sulla sua sciarpa
Grifondoro e annuì distrattamente.
“Ancora
non ho capito perché io abbia accettato”
borbottò una volta che
erano arrivate a Hosgmeade. Il piano procedeva come avevano previsto, i
Malandrini non erano ancora giunti e quindi non c’era ombra
di James Potter.
Marlene
sorrise a quelle parole, abbassando il capo e nascondendolo
nella sua sciarpa per non destare sospetti. Amava Lily, eccome, era una
delle
sue amiche più care… ma a volte era troppo
ingenua. E sorridere apertamente
riguardo Lily e James – o meglio, un
argomento non visto di buon occhio
dalla sua amica – l’avrebbe fatta cacciare in
qualche guaio. Lily, infatti, se
la cavava egregiamente sia in Pozioni che in Incantesimi. Meglio
evitare
fatture o Pozioni pericolose, si disse con uno sbuffo.
“Perché
hai bisogno di aiuto in Trasfigurazione, ovvio”
rispose
sarcastica Marlene, ma Lily parve non notarlo. Annuì e
basta, distratta, come
non la vedeva da tempo… sembrava… era
preoccupata.
Per
cosa? Per Potter? Un ghigno si stampò sulle labbra di
Marley,
perché sì, per Godric, allora
aveva ragione lei.
A
Lily importava di James Potter. Il suo tanto odiato
e
detestato compagno di Casa.
“Allora”
la voce di Marlene si fece più alta. “Io
vado… a prenderti
quello che ti spetta, Lils”
Lei
si voltò, chiamata. “Eh?” poi dei passi
e un vociare inconfondibile
attirarono la sua attenzione. James, Sirius, Remus e Peter.
Ma,
soprattutto, James.
“Sì,
vai Marley!” rispose con un finto sorriso mentre fulminava
l’amica. Non faceva parte del piano! Mar
doveva essere al suo fianco…!
Vide
Sirius sghignazzare. E poi guardarla eloquentemente.
Inspirò,
raccattando tutto l’orgoglio Grifondoro che aveva in
sé.
“Pott-
James?”
Tutti
e quattro i ragazzi si fermarono, chi con sguardi basiti (come
Remus e James stesso) e chi con altri più tranquilli e
indifferenti (i restanti
due Malandrini).
James
Potter non poteva credere alle sue orecchie. Lily l’aveva
davvero
chiamato con il suo nome di battesimo? Ma cosa…?
“Lily?”
Mentre
Potter faceva un passo avanti, Lily poteva chiaramente vedere
Sirius, alle sue spalle, che tratteneva dallo scoppiare a ridere. Ma
non capì
perché.
“Posso…
parlarti?” accennò ad un sorriso, ma il risultato
non fu dei
migliori. Era pur sempre il ragazzo che l’odiava, santo
Merlino. “In privato,
magari?”
“Ehm”
si voltò verso i suoi amici, con una mano sulla nuca.
“Sì, certo”
Gli
altri tre Malandrini andarono via, lasciando Lily sola con James.
“Volevo
chiederti-”
“Scusa”
sputò lui, all’improvviso. L’espressione
della ragazza
era un mix di emozioni. Era sconvolta, certo, ma anche…
piacevolmente sorpresa.
Era pur sempre il ragazzo che l’odiava, santo
Merlino. Poi si sentì in
colpa; fu qualcosa di rapido, la invase e non seppe nemmeno
perché. Non subito,
perlomeno. Come se… non dovesse sentirsi dire quella parola,
scusa. Come
se fosse propria, la colpa, non di James.
“No,
io in-”
“Aspetta,
Lily” spiegò, scuotendo la testa, come in segno di
ammonimento.
Non
ci aveva mai fatto caso, lei, eppure il suono del suo nome da lui
pronunciato sembrava più bello del significato che lei
amava. Ancora una volta,
Lily non seppe il perché, ma lo lasciò parlare.
“Mi
dispiace darti… così fastidio. Non…
Mi dispiace. Quello che
hai detto l’altro giorno, prima di pozioni, non è
vero. Io non ti odio,
dannazione… non potrei mai” finì la
frase con una risata strana, a tratti
spaventosa e isterica, ma Lily non credeva a ciò che sentiva.
Non
mi odia?
“Potter,
stai bene?”
“Non
ti odio, Lily, non ti ho mai odiata”
Non
seppe come comportarsi, questa volta. Come reagire. Perché,
se da
una parte era ancora incredula e al contempo diffidente delle parole di
James,
dall’altra… si sentiva quasi
libera. Più leggera. Una colpa in meno,
forse?
“Ecco,
ehm, grazie?”
Merlino,
pensò James,
osservando Lily intensamente. Da aggiungere alla lista delle
ragioni per cui
vado pazzo per lei.
“Prego”
rise lui, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Lily
tossì, sbattendo le lunghe ciglia e poi posando lo sguardo
su di
lui. Occhi verdi su James Potter. Quegli occhi
verdi. Lui sorrise.
“Volevo
parlarti della riunione con i prefetti della prossima
settimana”
esordì con strana fiducia, come se l’avesse
improvvisamente riacquistata.
“Oh”
esitò James. “Oh”
“Già”
Alzò
le spalle. “Quindi? Dobbiamo… vederci?”
chiese speranzoso.
Lily
sorrise. “Alla riunione? Sicuro”
James
inclinò il capo. “Non quel sicuro,
intendo… l’altro sicuro,
sai, quello… Oh, non importa, lascia perdere”
borbottò lei, rossa in viso.
James,
di nuovo, sorrise. Quel tipo di sorriso che la
faceva
imbestialire.
“Intendo…
ho dimenticato a che ora.”
Patetico,
banale argomento.
Non
ci credeva nemmeno lei, come avrebbe potuto convincerlo? Solo
che…
beh, lui la stava osservando. Sorridente. Fiero. Non la odiava.
Sembrava
persino… bello.
E
Lily, intontita, aveva dimenticato cosa dire. Fantastico, davvero.
“Oh”
fece di nuovo lui. Poi continuò a sorridere, raggiante.
“Non
lo ricordo. Devo andare… a controllare. Potrei fartelo
sapere.
Oppure potremmo controllare insieme…”
“Fantastico”
“Davvero?”
“Me
lo dici tu, allora, no?”
James
sembrò dispiaciuto. “Certo”
"Esci
con me,
Evans" ritentò, dopo tanto tempo trascorso dal lontano
quarto anno
(nonostante ci avesse provato una volta o due negli anni seguenti, ma
forse
Lily non lo ricordava perché non gli prestava attenzione),
il ragazzo, facendo
bloccare il respiro a Lily che posava gli occhi su tutto
all’infuori del
Grifondoro. Questi sospirò, come se con quel gesto lasciasse
fuoriuscire tutta
la disapprovazione della non-risposta della rossa.
“Va
bene” disse allora lui, quasi…arreso.
“Va
bene?” Sgranò gli occhi Lily.
“Sì”
“…Sì”
ripeté lei, allibita. Le stava dando… Pace? Erano
giunti ad una tregua?
Quasi
rise, James, quando disse:”A cosa hai acconsentito,
esattamente, Evans?”
Lily
diventò rossa. Davvero rossa.
Imprecò mentalmente, maledì
Marlene e si appuntò di uccidere Sirius Black una volta data
una mano con
Trasfigurazione.
“E’
un appuntamento, Lily Evans” le ricordò James.
“Tu
mi odi” scandì bene lei, alzando
contemporaneamente le spalle.
James
scosse il capo, negando.
“Io
non ti odio, Lily, mi sembra di avertelo già detto”
“Ma”
sembrava non trovar pace, “ma devi farlo!
Altrimenti…
Trasfigurazione il primo anno! Ostentavi la tua bravura”
“Ma
cosa…?”
“Ed
il secondo, con il boccino, il terzo con la neve, il quarto con le
battute e gli inviti ad uscire, e… poi mi hai
evitata”
“Tu
mi hai evitato!”
“No!”
Questo
sfiorava il ridicolo. Faceva piuttosto freddo, ma nessuno
sembrava accorgersene, e anzi, Lily pareva aver dimenticato sia il
patto con
Black, sia Marlene scomparsa chissà dove e chissà
per quale ragione.
“Dannazione,
Lily” sospirò Potter “possiamo
dimenticare un attimo…
quelli che crediamo siano stati i precedenti sei anni qui ad Hogwarts?
Voglio
solo uscire con te. Davvero. Senza...”
“…secondi
scopi?”
“Esatto”
confermò lui.
Lei
annuì con il capo e lui sorrise, daccapo. Questa volta anche
più
apertamente delle volte passate. Lily, ancora una volta, si chiese il
perché.
Però ammise a sé stessa di essere soddisfatta di
quest’accordo. Eppure lei odiava
Potter. Eppure lui detestava lei.
“Ci
vorranno un po’ di ore per chiarire i disguidi”
ammise James alla
fine, “Ma ce l’ho fatta, no? Dopo anni”
“Idiota”
Lily diventò rossa per l’imbarazzo. “Ma
tutti mi dovete delle
spiegazioni. Anche Marlene. E anche Sirius.”
“Che
genere di spiegazioni?” domandò James.
Lei
alzò le spalle, “Non so. Dicono che sia
cieca”
James
scoppiò in una fragorosa risata.
Lumos!
Salve!
Sono nuova in questo fandom, seppure abbia letto moltissimo di
Harry Potter, letto e apprezzato silenziosamente. Ultimamente la mia
voglia
insaziabile di lettura si è sposata dalla Nuova Generazione
ai Malandrini. E
devo ringraziare, per questo, la persona a cui è dedicata
quest’OS. (<3)
Spero
piaccia e spero di non aver deluso nessuno, per me è molto
difficile scrivere di questi personaggi perché…
sono perfetti. Così come JK li
ha creati e così come me li sono immaginata leggendo i
libri. Ho avuto paura di
rovinarli più e più volte durante la
stesura… spero non me ne vogliate e anzi,
vi sprono a lasciarmi un commento, un consiglio, un parere…
qualsiasi cosa è
ben accetta purchè io migliori! :)
I
prestavolto per i personaggi sono quelli che io amo, forse i soliti,
ossia Karen Gillan per Lily e Aaron Taylor-Johnson per James.
Chissà,
magari ci rivedremo – rileggeremo!
Un
bacio,
missi