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Autore: happy ending    19/08/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Ecco la mia prima Fremione :) Da tempo mi sono appassionata a questa coppia, leggendo ormai tutte le ff su di essa :D Perciò, ho provato a scriverne una anche io, sperando possa piacere :)
Dal testo:
“Hey Granger”.
“Sì, Weasley?”.
“Sei innamorata?”.
All’inizio pensai che non mi avesse sentito, perché Hermione era rimasta in silenzio, poi si schiarì la voce.
“No” rispose.
“Davvero? Non c’è nessuno a cui vorresti stringere la mano come stai facendo con me?” insistetti.
“Perché?” mi chiese.
Percepivo il suo imbarazzo anche senza riuscire a vederla.
“Non lo so... Sono solo curioso” risposi semplicemente.
“Tu hai qualcuno che vorresti tenere per mano?”.
Scoppiai a ridere.
“Bel tentativo per evitare di rispondermi. Comunque no, nessuno” dissi.
“Non avevo dubbi” rise.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Viktor Krum | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Finalmente era giunto il giorno dell’uscita ad Hogsmead.

Io, George e Lee andammo subito da Zonko, poi decidemmo di andare a bere qualcosa ai Tre manici di scopa.

Ci sedemmo ad un tavolo e cominciammo a sorseggiare le nostre Burrobirre, quando mi accorsi di qualcosa...

“Ma quello è Krum?” chiesi, facendo voltare anche George e Lee.

“Diamine! Sì!” esclamò quest’ultimo.

Viktor Krum era seduto ad un tavolo non molto distante dal nostro, a sorseggiare del tè insieme ad Hermione, Harry e Ron. I due anni senza vederlo lo avevano reso fisicamente più uomo e, come se non lo fosse già abbastanza, muscoloso.

“Io ci vado” disse George, esaltato, mentre si alzava e si dirigeva verso il loro tavolo.

Io e Lee lo seguimmo.

“Saaaaaaalve”.

I quattro puntarono lo sguardo su di noi e ci salutarono.

“Possiamo unirci a voi?” chiese George, sfacciato.

“Certo” rispose Harry, divertito dall’ “effetto Krum”.

Presi posto accanto a Hermione, che a sua volta era seduta vicino a Krum.

“Allora... Che ci fai qui?” gli domandò Lee.

“Sono venuto a trovare Hermione... Purtroppo dopo il Torneo Tre Maghi siamo riusciti solo a scriverci” rispose. Ora parlava bene l’inglese... La corrispondenza con la Granger doveva essere servita.

“Almeno hai imparato a parlare” sussurrai.

“Fred!” mi rimproverò lei, indignata.

Krum rise e le prese le mani nelle sue, sul tavolo.

“No, ha ragione, Hermione! Le nostre lettere sono state utili sotto molti punti di vista”.

I due si scambiarono un sorriso, mentre notavo le guance di Hermione arrossire leggermente.

La conversazione continuò serenamente, finché Ron propose di andare a fare due passi tutti insieme. C’era abbastanza freddo fuori, essendo dicembre, ma acconsentimmo comunque.

Hermione e Krum camminavano per le strade di Hogsmead mano nella mano, davanti a me e George.

“Vorresti tagliargliela, eh?” mi sussurrò il mio gemello, facendomi cenno alla mano del bulgaro, con un sorrisetto furbo.

Gli diedi una spintarella e scrollai la testa. In realtà, un poco mi infastidiva quel contatto... La mano della Granger era perfetta per essere avvolta dalla mia, lo sapevo dalla notte di Halloween... Oh, accidenti, non mi sopportavo più!

Mentre camminavamo, notai in un negozio una penna da scrivere bellissima. Alzai lo sguardo verso Hermione e mi accorsi che anche lei ne era rimasta incantata, ma fece finta di nulla per non interrompere un racconto del suo Viktor.

Senza che gli altri se ne accorgessero, li lasciai andare avanti ed entrai nel negozio. Costava un bel po’, più di quanto immaginassi, ma non riuscii a lasciarla lì e la comprai. Era assurdo, non so da quanto tempo non compravo una penna, quella che avevo mi apparteneva da anni e sembrava ancora nuova per quanto poco la utilizzavo... Eppure, piaceva a LEI, perciò dovevo avere quella maledetta e costosissima penna da scrivere. Stavo impazzando, completamente.

Mi infilai il pacchettino nella tasca della giacca, che era abbastanza profonda, e raggiunsi di corsa gli altri.

“Dove eri finito?” mi chiese Harry, preoccupato.

“Oh, mi sono fermato a fare pipì” risposi, facendo ridere tutti.

Giunse l’ora di tornare a Hogwarts, perciò salutammo Krum con calore, dato che probabilmente non lo avremmo visto ancora per molto tempo, e ci incamminammo verso il castello.

Prima di entrare, presi Hermione per mano e la trattenni fuori.

“Che c’è, Fred?” mi chiese, sorpresa.

“Sono George, Granger” risposi, con un ghigno.

“E io sono Ron” replicò lei, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.

“Ok, questa era bella!” risi.

Mi sorrise e mi diede un buffetto sulla spalla.

“Com’è che mi riconosci sempre?”.

“Non lo so, come fanno tutti” rispose lei, evasiva.

“Veramente, cara Granger, solo tu ci azzecchi... Perfino mia madre ci confonde”.

“So osservare”.

“E cosa osservi?”.

Arrossì, poi mi indicò le mani.

Ero confuso e penso lo capì, perché sbuffò.

“Riconosco le mani” disse, un po’ imbarazzata.

“Ma se sono uguali a quelle di George!”.

“No... Non so spiegarti, ma sono diverse... Le tue mi sono più familiari... E’ un po’ contorto come ragionamento”.

Rimasi spiazzato.

“Granger, non pensavo fossi cotta di me fino a questo punto!” esclamai.

“Idiota!” rispose lei, stringendo i pugni e facendo per andarsene.

“Dai, scherzavo” le afferrai una mano e tornò la solita sensazione di completezza.

“Mi dici cosa c’è?” mi chiese, di nuovo di fronte a me.

La guardai un attimo, un po’ titubante, poi tirai fuori il pacchetto con la penna da scrivere dalla tasca e glielo porsi in silenzio, con un sorriso.

Lei mi rivolse uno sguardo indagatore.

“Cos’è?”.

“Un pensiero”.

“E come mai?”.

“Non lo so Granger... Ti ho pensata e quindi... Niente, ecco il mio pensiero”.

Mi sentivo in imbarazzo. Non mi succedeva mai, soprattutto con una ragazza...

Prima che cominciasse a scartare il pacchetto, le dissi che era ora di entrare o ci avrebbero chiuso fuori dal castello. Mi seguì all’interno, poi io la salutai e mi andai a fare una doccia, lasciandola sola.

Cominciai a darmi dello stupido, mentre l’acqua mi scorreva sul corpo. Ora chissà cosa avrebbe pensato la Granger! Forse che ero cotto di lei! Bah, io cotto... Impossibile. Della Granger, poi! Il re degli scherzi con la so-tutto-io? Alquanto improbabile come combinazione.

Arrivò l’ora di cena e mi incamminai verso la Sala Grande con George.

“Sei serio” mi disse, prima di entrare.

“Io? Macché!” risposi, ridendo.

Prendemmo posto accanto a Ron ed Harry... Hermione non era ancora scesa.

Cominciai a mangiare, quando eccola spuntare dal portone della Sala Grande.

Ci raggiunse e si sedette da parte a Ginny, davanti a me.

Tenni lo sguardo basso... Mi sentii uno stupido per averle fatto quel regalo e nemmeno capivo il perché.

Mentre gli altri discutevano su quel produttore di olio di Piton, mi arrivò un calcetto da sotto il tavolo.

Alzai lo sguardo e trovai i suoi occhi che mi fissavano.

Hermione mi sorrise e io feci lo stesso. Lo aveva scartato.

Quando raggiungemmo la Sala Comune, la vidi sedersi insieme a Harry e Ron sulle poltrone, mentre la supplicavano per convincerla a correggere il loro compito di Storia della magia.

Io mi isolai con Lee e mio fratello a discutere d’affari.

Dopo la mezzanotte, il trio si salutò e tutti andarono ai dormitori, così come George e Lee. Io mi andai a mettere il pigiama, poi tornai di nuovo giù.

La speranza era sempre la stessa: che Hermione non avesse ancora fatto pace con Lavanda.

Quando arrivai al divano, la trovai seduta lì.

“Buonasera, senzatetto” le sorrisi, facendola ridere.

“Il tetto l’ho ritrovato” mi rispose.

Ahia.

“Avete fatto pace?”.

“Diciamo di sì... Quanto basta per poter tornare a dormire tranquilla nel mio letto”.

“Bene, mi fa piacere... Anche se mi dispiace per te che non potrai più approfittare di questo meraviglioso corpo perfetto” ammiccai.

Lei rise di nuovo, poi si alzò, mi si avvicinò ed alzandosi in punta di piedi mi abbracciò forte. La avvolsi e respirai il profumo dei suoi capelli.

“Grazie per la penna, non dovevi... Ho visto quanto costava, Fred” mi disse, senza lasciarmi.

“E io ho visto i tuoi occhi quando l’hai vista... Per cui goditela e non scocciare” risposi.

Quando sciogliemmo l’abbraccio, ci guardammo negli occhi per qualche attimo, poi, senza pensarci, incantato dalla sua bellezza, da tutto ciò che di meraviglioso aveva fuori e dentro quella streghetta, avvicinai le mie labbra alle sue... E quello fu il bacio più dolce della mia vita...

Dopo poco, però, lei mi allontanò.

“No, Fred” sussurrò.

“Perché no, Mione?” le chiesi, quasi disperato per quell’improvviso distacco.

“Lo sai”.

Non aggiunse altro, se ne andò nei dormitori, lasciandomi lì.

Quando raggiunsi la camera, presi a calci più volte l’armadio, sotto lo sguardo sconcertato di mio fratello e del nostro amico, che si erano svegliati per colpa del fracasso che stavo facendo.

“Ehi! Fred! Fred!” George mi afferrò per le spalle e mi scosse.

“Sono un idiota” borbottai.

Lui mi guardò preoccupato, poi mi domandò cosa fosse successo, così glie spiegai tutto.

Quando ebbi finito, Lee sorrise.

“Quel filtro d’amore che ti hanno dato ad Halloween era proprio potente se sta ancora facendo effetto” commentò.

George gli diede una spintarella, poi tornò ad osservarmi.

“Sei innamorato davvero, eh?” mi disse poi.

“No”.

“Fred”.

“No”.

“Fred!”.

“Ok! Sì! Sono innamorato della Granger!” quasi urlai, frustrato.

Lee si coprì la faccia con una mano e scrollò la testa divertito, ricevendo così un’altra spinta.

“Comunque... Cos’è che dovresti sapere?” mi chiese poi il mio gemello.

“Di Ron, credo. Ogni volta che le parlavo della sua presunta cotta per lui Hermione voleva cambiare discorso o si arrabbiava... Gli piace, ecco cosa so” dissi cupo, fissando il pavimento.

George stavolta si unì alle risate di Lee.

“Ronnie? Come cavolo può essere innamorata di Ronnie?!” esclamò quasi in lacrime.

“Non lo so! Accidenti!”.

“Sicuro che non si riferisse ad altro?”.

“Sì, sicuro” risposi.

I due cercarono di consolarmi più che poterono, finché non decidemmo che era ora di farci una dormita.

Nelle due settimane che seguirono, io ed Hermione ci evitammo completamente.

I nostri amici assistevano confusi a quel repentino cambiamento, solo George e Lee ne capivano il motivo.

Avevo deciso che l’avrei dimenticata, anche se ogni volta che la vedevo in compagnia di Ron morivo dentro.

Giunte le vacanze di Natale, ci ritrovammo tutti alla Tana, compresi Harry ed Hermione.

Essendo lo spazio più ristretto, la sofferenza crebbe nel doverla continuamente vedere.

“Tesoro, vieni qui” le sentii dire un giorno da mia madre.

Le due erano in cucina. Mi avvicinai cauto alla porta.

“Sì, signora Weasley?”.

“Ti ho preparato un panino”.

“Cosa? Ma abbiamo pranzato solo mezz’ora fa” rispose Hermione, confusa.

“Noi abbiamo mangiato, tu no. Cara, non stai mangiando nulla da quando sei arrivata. E a quanto pare nemmeno a scuola ci hai dato dentro coi carboidrati, guarda quanto sei dimagrita! Che succede?” le chiese la mamma, preoccupata.

“Nulla, ho solo poco appetito... Sarà lo studio... Vedrà che ora mi riprendo, siamo in vacanza” tentò un sorriso la ragazza.

Non sentii il resto della conversazione, perché Grattastinchi, solo Dio sa come, mi aveva spinto in cucina e le due si bloccarono.

Hermione si pietrificò.

“Spuntino?” esclamai io, cercando di sorridere e prendendo un bicchiere per fingere di essere entrato con l’intenzione di placare la sete che in realtà non avevo.

“Sì, Hermione non mangia ultimamente, hai notato?” sospirò mamma.

“Signora, non si preoccupi, davvero. Gliel’ho detto, è lo studio” tentò di giustificarsi la riccia.

Non la guardai... E sapevo che nemmeno lei lo stava facendo.

“Lasciala in pace mamma, sarà l’amore” dissi, simulando indifferenza.

La sentii alzarsi di scatto e sussurrare che andava ad aiutare Ginny a fare non capii cosa, ed uscì dalla cucina.

   
 
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