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Autore: Shiver414    20/08/2014    2 recensioni
L'amore sboccia come un fiore, un fiore dai petali bianchi, candidi, puri, macchiati dal peccato scarlatto della bramosia. Cos'è un vampiro? Un demone che gode nell'uccidere, nel cacciare. Ma cosa succede ad un vampiro che impara ad amare?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso oggi pubblicherò 2 capitoli u.u Intanto eccovi il capitolo 12... Cominciamo ad avviarci verso la soluzione di tutti i problemi... Spero vi piaccia u.u
Un bacione, Shiver ♥

 
Capitolo 12. 
Finalmente mia.
Thomas.
Guardavo Angelica dormire beatamente nel mio letto. Le accarezzai i capelli. Era davvero bella. Mi resi conto troppo tardi che la mia mano dai capelli era passata alle guance e si avvicinava sempre più alle sue splendide labbra.
Recuperai il cellulare sulla scrivania e, letteralmente, fuggii in salotto. Composi un numero sulla tastiera e portai il telefono all’orecchio.
«Thomas.» L’entusiasmo che percepii nella sua voce era preoccupante. «Sai che ti stavo proprio pensando?!»
«Ho bisogno del tuo aiuto.» Tagliai corto. «Devi procurarmi una strega.» Non giunse risposta dall’altro capo del telefono. «Puoi trovarmela o devo rivolgermi a qualcun altro?» Dissi con una punta di ira nella voce.
«No… Posso… Credo di poterne trovare una.» Il suo tono era incerto e preoccupato. «Thomas cos’hai in mente?» Chiese improvvisamente seria.
«Julia trovami solo una strega non mi serve altro, il prima possibile non rimane molto tempo.» Non volevo spiegarle tutti i dettagli, meno persone erano al corrente della situazione, meno pericoli correvamo.
«Tempo per cosa?» Sbuffai. «Ok ho capito tranquillo. Abiti ancora lì?»
«No. Ti aspetto sotto il ponte domani notte.» Scoppiò in una fragorosa risata.
«Domani sera? Sei impazzito?» Emise un sospiro. «Tom, è davvero così importante? I vampiri non si mischiano con la magia.» Ne avevo abbastanza.
«Julia puoi trovarmene una sì o no?» Sbottai alzando un po’ troppo la voce. Un lieve rumore di passi dietro di me. «Ti ho svegliata?» e chiesi rivolgendole il sorriso più dolce che mi riuscisse in quel momento. Annuì stropicciandosi gli occhi. «Mi dispiace. Vieni.» Mi accomodai sul divano e le feci cenno di sedersi accanto a me. Si accoccolò a me. Poggiando la testa sulle mie gambe e abbracciandomi forte la vita. Sentii un improvviso tuffo al cuore. Perché doveva essere così tenera.
«Tom… Con chi sei?» Avevo dimenticato di essere ancora al telefono con Julia.
«Non sono affari tuoi.» Angelica gemette. «Julia mi serve prima di subito, non fare domande trovala e basta.» Rispose con un verso di disapprovazione.
«Credo di riuscire a trovarla prima di domani sera.» Interruppe così la telefonata. Accarezzai la testa di Angelica. Mi stava stringendo forte, troppo forte. Qualcosa non andava.
«Angelica.» Mormorai cercando di allontanarla un po’ per poterla guardare in viso. «Cosa ti fa male?» Mi stavo allarmando.
«Nulla.» Mugugnò affondando ancora più il viso contro la mia pancia. Stava piangendo?
«Ehi, andrà tutto bene te lo prometto.» Si strinse ancora un po’. Sentivo il tessuto bagnato della maglietta contro la pelle. «Che ne dici di un bel bagno per rilassarti un po’?» Scosse veementemente la testa. «Sicura?» Scosse di nuovo la testa.
«Non voglio stare sola.» Confessò dopo qualche secondo. «Se resto sola succederà di nuovo.» Volevo rivedere l’Angelica di cui mi ero innamorato. La ragazza spensierata e sorridente, con quell’aria rassicurante, angelica oserei dire.
«Vuoi che venga con te?» Non c’era nessun secondo fine in quel che avevo detto. Il mio unico pensiero era solo farla sentire almeno un po’ più tranquilla. Annuì. Si sollevò leggermente.
«Ho bisogno di te.» Disse sommessamente. «E di lavarmi.» Aggiunse con un lieve sorriso. Stava cercando di alleggerire la situazione. Sorrisi di rimando e le accarezzai la guancia.
Feci un cenno con a testa invitandola a seguirmi.
Il bagno della mia camera era il più grande. Al centro troneggiava un’imponente vasca in ceramica bianca lucidissima. Aprii l’acqua e aspettai che fosse della giusta temperatura. Lei era seduta a terra, io sul bordo della vasca. Poggiò la testa sul mio ginocchio e istintivamente iniziai ad accarezzarle i capelli.
Quando fu abbastanza piena le feci un cenno della testa invitandola ad entrare. Lei sorrise imbarazzata.
«Voltati.» Disse in un fil di voce. Feci come richiesto e fissai lo sguardo contro la porta. Sentii i vestiti cadere a terra uno dopo l’altro, la voglia di girarmi era incontenibile. Mi voltai leggermente, abbastanza per vedere la curva dei fianchi, del fondoschiena… Dovevo stare calmo. Si avvicinò alla vasca e pian piano entrò. Avrei dato tutto l’oro del mondo per potermi voltare e vederla, nuda, inerme lambita dolcemente dall’acqua.
«Posso girarmi?» Rispose con un verso e mi voltai. «Ti prometto che non guarderò.» Sorrise. Mi accomodai sul pavimento, poggiai la schiena contro la superficie levigata di ceramica.
Recuperai il portatile dal pavimento. Non mi fidavo di internet, ma era l’unica fonte con potevo ottenere delle risposte. Dopo varie ricerche giunsi ad una conclusione certa. Angelica non era mia figlia. Lo avevo sempre saputo, ma quel che avevo letto rafforzava tale certezza. Era figlia di un uomo e una vampira, non c’erano più dubbi. I miei sospetti dunque erano fondati. La situazione, però, sembrava più pericolosa di quanto avessi mai potuto aspettarmi.
«Thomas.» La sua voce sembrava più calma. «Possiamo parlare un po’?»
«Certo.» Ero contento che volesse parlare con me. Andava bene qualsiasi cosa purché mi parlasse. «Com’è l’acqua?» Volevo guardarla negli occhi e, incurante della reazione che avrebbe avuto, mi girai. Era tutto ricoperto di schiuma profumata. Non potevo vedere la sua bella pelle, il suo bel corpo. Infilai un dito in acqua ed iniziai a giocherellare.
«Fantastica.» Disse sorridendo. «Il pavimento è comodo?» Ridacchiò. Si stava sforzando di essere allegra e spiritosa.
«Comodissimo. Sembra quasi di essere seduto su un pavimento di cuscini.» Rise.
«Immagini come sarebbe morbido e comodo? Ci passerei le giornate su un pavimento così.» Risi anch’io. Le accarezzai una spalla. La sua pelle era così calda e morbida. Avevo voglia di morderla, ma non per bere il suo sangue. Volevo mordicchiarla e baciarla con tenerezza. Mi sporsi un po’ e vi posai le labbra. Fu un bacio leggero e fugace.
«Thomas, io…» Allungò la mano verso di me. Mi accarezzò i capelli dietro la nuca e mi strinse a sé. Le labbra morbide di lei sfiorarono le mie. La sua lingua carezzò la mia sensualmente. Cosa stava facendo? Non riuscivo ad oppormi quel bacio era troppo travolgente. Si sollevò un po’ e si sporse verso di me. Sfiorai il suo seno, lo accarezzai. La desideravo più che mai. Mi tirò a sé ancora di più. Sarei caduto nella vasca se avesse continuato a stringermi a sé.
«Angelica.» Mormorai mentre le baciavo il collo. Le sue mani raggiunsero la pelle sotto la maglietta, che sfilò subito dopo, interrompendo la scia di baci. In quel momento non mi importava più di nulla. Angelica stava per diventare mia.
Sfilai i pantaloni e raggiunsi Angelica nella vasca. Con un gesto veloce sollevai la ragazza e la feci accomodare sulle mie gambe, mentre con le sue mi avvolgeva i fianchi.
Accarezzai la sua pancia e scesi finché non la sentii sobbalzare di sorpresa e piacere. Con l’altra mano le accarezzai la schiena. Volevo baciarla. Afferrai la sua nuca e la tirai a me con desiderio. Lambii le sue labbra mentre gemeva piano. Mi spostai sul suo collo, sfiorando la pelle con la lingua. Brividi di piacere percorsero il suo corpo. Scesi raggiungendo il suo seno.
«Thomas.» Sussurrò. Lo presi come un invito a continuare, anzi ad andare oltre. Con il bacino spinsi contro le sue cosce, reclinò leggermente la testa all’indietro afferrandomi i capelli. Strinse la mia testa al suo petto mentre continuavo a spingere. Emise un verso, debole, ma eccitante. Finalmente era mia, solo mia. La strinsi forte a me e continuai. Volevo che sentisse quanto profondamente mi stava facendo sprofondare nell’abisso dell’amore. Riuscivo a pensare solo a quanto fosse bella. «Ti amo.» Ansimò tra un gemito e l’altro. «Amami.» Forse aggiunse sussurrando un “Per favore”.
Presi il suo viso tra le mani, senza fermarmi, e la costrinsi a guardarmi. «Ti amo.» Dissi fermamente guardandola negli occhi. Sorrise. Sì, finalmente mi era chiaro. L’amavo più di ogni altra cosa al mondo.
***
Angelica era accoccolata nel letto, avvolta tra le lenzuola con la mia maglietta addosso. Sembrava quasi un deja vu. Mi alzai e misi l’asciugacapelli al suo posto, buttai gli asciugamani nella cesta dei panni sporchi e recuperai i nostri vestiti dal pavimento.
Il suo viso era rilassato e tranquillo. Ero felice che riuscisse a dormire serenamente.
Il sole stava sorgendo. Avevo sete, ma dovevo resistere per lei. Mi sdraiai sul letto accanto a lei e sperai che Julia non si facesse attendere troppo.
La guardavo mentre dormiva e speravo con tutto il mio cuore di aver fatto la scelta giusta. Il telefono vibrò. Julia.
«Hai fatto presto.» Dissi sicuro di me.
«Dubitavi di me forse?» Ridacchiò. «Tra un’ora al ponte.» Attaccò velocemente. Guardai Angelica. Era sveglia e mi fissava. Le pupille erano dilatate e respirava profondamente dal naso. Stava accadendo di nuovo.
«Abbiamo la strega.» Provai a dire. Continuava a fissarmi con quello sguardo persistente ed inquietante. «Torna in te Angelica.» Allungai una mano verso di lei e l’afferrò saldamente. Iniziò ad annusarla, sembrava tutto fuorché umana.
Si avventò su di me. Non volevo farle del male ma doveva tornare in sé. Lottava con tutta la sua forza.
«Angelica.» Urlai un secondo prima che partisse di nuovo all’attacco. Dovevo fermarla.


Ho dovuto cambiare i ratings della storia (magari non era nemmeno necessario) perché, oltre questa, ci saranno altre scene di passione tra Angy e Tom... Ammetto che non sono del tutto sicura se quel che ho scritto è una scena da ratings rosso o meno XD Giudicate voi e fatemi sapere che ne pensate u.u 
   
 
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