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Autore: Mordekai    20/08/2014    3 recensioni
Una ragazza con un potente potere proibito, una Regina di ghiaccio che nutre odio nei confronti del Regno di Huvendal e del suo Re Searlas. Arilyn, la protagonista di questa avventura dovrà salvare i suoi amici e Darrien.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era di nuovo mattino, una fresca brezza soffiava tra gli immacolati pini del giardino del castello, entrando dalle finestra dell’alloggio di Arilyn e facendo sventolare le tende come se fossero danzatori.  La luce del sole risplendeva sui vetri decorati e creava effetti di luce magnifici a vedersi: blu, oro, bianco e rosa.

La ragazza dai capelli rossi si svegliò a causa di leggeri colpi alla porta del suo alloggio e una voce piccola la chiamava dall’altro lato: ‘’Arilyn, mi scuso per averti svegliata, ma ti vogliono nella Sala Antares il prima possibile.’’

Doveva essere Aithwen dall’altro lato, la sua piccola e adorabile voce era inconfondibile. Senza indugiare oltre, la giovane ragazza indossò gli abiti da allenamento e si diresse in tutta fretta nella Sala.

‘’Oggi ho deciso di far lottare due allieve.’’- esclamò Sindar con un ghigno quasi diabolico e, non appena vide Liedin sulla riga e Arilyn giungere dalla porta riprese: ‘’Oh, eccole qui, Liedin e Arilyn. Posizionatevi.’’- disse cambiando in pochi secondi tono di voce.
Le due ragazze si posizionarono nell’arena, mentre tutti le osservavano, solo Darrien puntava lo sguardo su Arilyn e ciò la fece imbarazzare:
‘’Cosa c’è? Hai paura pivella?’’- chiese deridendola la ragazza dai capelli viola.
‘’Io? Paura? La paura è mia amica.’’- rispose Arilyn con un sorrisetto.

Sindar diede il via al combattimento con un gesto della mano e Liedin, come suo solito fare, si scagliò con ferocia su Arilyn, ma la schivò subito e sferrò una gomitata nelle costole dell’avversaria. La risposta non si fece attendere, un poderoso calcio colpì Arilyn allo stomaco che le fece mancare il fiato e cadere in malo modo.
‘’Ma guardati, sei penosa. Credi che in queste condizioni e con il naso rotto tu possa vincere?’’- domandò Liedin caricando un gancio destro dritto al naso della ragazza.
‘’Aspetta. Non ancora.’’- ripeteva la voce dell’istinto, ma quel pugno stava per abbattersi come un grosso macigno sul suo volto.
‘’Ora.’’ Con un solo movimento, Arilyn schivò il pugno che finì sul duro e freddo pavimento, con una mano le afferrò il braccio e con l’altra l’ascella, le fece lo sgambetto e la fece cadere rovinosamente sul mento.

Con tutta la forza che possedeva, la ragazza dai capelli rossi sferrò un calcio contro il naso di Liedin, rompendolo e macchiando il pavimento di sangue.

‘’Arilyn, puoi fermarti. Hai vinto.’’- disse Sindar alzando la mano per fermare l’incontro e ci furono applausi da parte del pubblico, tranne Darrien che sorrideva appoggiato ad una colonna.

‘’No, lei non deve vincere. Lei non è nessuno.’’- esclamò con rabbia Liedin brandendo una spada e scagliandosi nuovamente su Arilyn, ma Sindar le afferrò entrambi i polsi, li girò nel verso opposto facendo cadere la spada e le diede un ceffone con il dorso della mano: ‘’Mi sono seccata dei tuoi modi da saccente.’’

‘’Non ha detto così l’ultima volta che la stavo per uccidere, e ci sarei anche…’’

‘’Basta. Fuori dalla mia sala.’’- rispose con tono gelido e digrignando i denti, terrorizzando i suoi allievi, tranne Arilyn, Darrien e Sivaln. Liedin se ne andò sbattendo la porta della sala e imprecando in modo colorito.

‘’Darrien, fa rapporto al Re di quel che è successo. Io ora ho da fare…’’- riprese l’istruttrice distogliendo lo sguardo e avviandosi verso un corridoio illuminato appena. Arilyn si sentì sollevata nel vedere che Sindar l’aveva salvata, ma per quale motivo? Perché il suo comportamento gelido si era addolcito solo in quel momento? Erano domande al momento impossibili da rispondere.
Quando tutto si era calmato, Arilyn giunse nel Salone, dove ad attenderla c’era suo padre, preoccupato per quello che stava accadendo: il Re stava discutendo con Liedin del suo comportamento, quest’ultima ancora con gli occhi rabbiosi e il naso rotto e circondata da tre Guardie Merfolk. Arilyn riusciva a sentire a malapena:

‘’…non tollero che certi comportamenti nel mio castello, quindi sono costretto a cacciarti.’’- disse Searlas alzandosi dal suo trono, pacato e tranquillo, ma le sue parole trasudavano tensione.

‘’Pensa che una mocciosa come Arilyn possa essere la protettrice di Huvendal?’’- chiese Liedin ruggendo.

‘’Arilyn non è una mocciosa, è una ragazza dalle grandi capacità e nel suo animo vedo spirito combattivo. E si, lei sarà la nostra salvezza.’’
‘’Lei è solo un povero pazzo Re che…’’

‘’Stai zitta!’’- la interruppe bruscamente e lanciò un’occhiataccia verso di lei, che non si scompose di un millimetro.

‘’Fuori. Dal mio. Regno.’’- riprese avvicinandosi con gli occhi socchiusi e le mani serrate a pugno, tanto che le nocche divennero bianche.

La tensione era al limite, sarebbe bastata solo un’altra parole per far riversare tutta la rabbia di Liedin sul Re, ma si limitò a dire sibilando: ‘’Mi vendicherò.’’
Furono le ultime parole prima di catapultarsi verso il portone che aprì con forza, facendolo sbattere contro il muretto in pietra: ‘’L’odio l’ha letteralmente consumata. E’ una fortuna che adesso sia stata esiliata. Mi dispiace che abbiate assistito a questo ‘’accesso’’ diverbio, ma è tutto okay. Adesso, pensiamo ad abbellire questo posto e ad invitare il popolo al grande Galà di questa sera.  Ho provveduto a far recapitare nelle vostre stanze abiti meravigliosi che indosserete stasera e ho invitato dei Liuthen per intrattenere il pubblico.’’

‘’Mio Re, non sarà troppo costoso?’’- chiese Vorshan inclinando leggermente la testa da un lato.

‘’Non voglio fare un Galà troppo lussuoso, c’è un magazzino pieno di scorte e gli abiti sono stati donati da esperti tessitori, mentre i Liuthen sono stati già pagati. Piuttosto, pensate a riposarvi o a sgranchirvi le gambe facendo una passeggiata.’’

Arilyn era alquanto confusa, che senso aveva un galà per festeggiare una vittoria che è costata la vita a molti soldati?
‘’Figlia mia, il re Searlas è fatto così. Nonostante siamo in guerra, vuole farci stare sereni organizzando questo galà. E penso che un po’ di distrazione serve.’’- disse Vorshan sorridendo.

Arilyn rimase ancora più confusa e allo stesso tempo terrorizzata per il ritorno di Liedin, pronta a consumare la sua vendetta.
‘’Oh, Arilyn , dimenticavo. Tra un paio di ore una delle domestiche verrà con gli abiti da sera e ti aiuterà.’’- riprese Vorshan improvvisamente.
‘’So badare a me stessa.’’

‘’Lo so, però il re ha insistito e io non ho potuto fare altro che acconsentire.’’

La ragazza sbuffò contrariata, ma era pur sempre il re. Carismatico, elegante, prudente e, sotto certi punti di vista, enigmatico e misterioso. Le ore passavano e nell’aria si respirava odore di festa, mista a fiori di campo, vino e cibi prelibati. Dalla grande porta affluivano sudditi vestiti con i propri abiti, cuciti con stoffa economica o inutilizzata dai tessitori.

All’entrata del castello fu costruita una piccola galleria fatta di ramoscelli di quercia e assi in legno di acero, decorata da rose di campo e protetta da due Guardie Navra; all’interno del salone si presentarono i vari Liuthen con lo stemma della loro città: due vestiti di blu dal cappuccio bianco della terra di Nahj, terra di lupi bianchi; tre vestiti di rosso e giallo provenienti dal regno di Edwol,  regno dove crescevano alberi dalla corteccia nera e dalla chioma bianca come la neve;  altri cinque con abiti rosso e neri e altri con abiti bianchi a bande dorate, i Liuthen del ghiaccio.

C’erano cinque tavoli nella sala, due ai lati delle finestre, uno in corrispondenza del trono e due al centro più piccoli. Ognuna era imbandita con cibi freschi e invitanti, vino, acqua aromatizzata, dolci di ogni forma. Arilyn era nella sua stanza e osservava incantata la neve scendere lentamente dal cielo dipinto d’arancio.
D’un tratto bussarono alla porta, accompagnata da una voce: ‘’Arilyn? Sono Nima, una delle domestiche, son qui per…’’

‘’Si, lo so. Entra pure.’’- rispose la ragazza con noncuranza.

La porta si aprì con molta calma, rivelando una bellissima donna, dai capelli biondi che le arrivavano sulle spalle, un viso docile senza imperfezioni, occhi neri che trasmettevano dolcezza infinita.

‘’Oh…Non immaginavo fossi così bella.’’- disse Arilyn stupita, facendo arrossire appena Nima.

‘’Grazie, sei gentile. Anche tu… lo sei. Comunque, c’è anche Aithwen con me. Voleva assistere alla tua ‘’trasformazione.’’- disse Nima facendo cenno alla piccola ragazza di entrare. Arilyn restò incantata nel vederla completamente trasformata; un vestitino lungo fino ai polpacci e ai polsi verde chiaro con decorazioni floreali, capelli raccolti in uno chignon con un fermaglio argentato e guance rosee.

‘’Mi sento imbarazzata. E se Sivaln mi vedesse così?’’

‘’Hai un debole per lui, vero?’’- chiese Arilyn sorridendo.

Aithwen arrossì ancora di più e nascose il viso tra le mani, lamentandosi per aver rivelato la cotta segreta.

‘’Perdonatemi per l’intrusione, ma Arilyn dobbiamo prepararci. Ora vai, spogliati e apri l’acqua della vasca, hai bisogno di un bel bagno rilassante, dobbiamo pulire i tuoi capelli e il resto.’’

Senza aver la possibilità di rispondere alle sue parole, Arilyn si ritrovò nel bagno, svestita e immersa nella vasca in ceramica con rubinetti dorati. Acqua calda e cristallina iniziò ad avvolgerle le caviglie e mano a mano ad arrivare al petto e al collo. Nima le verso dell’acqua e del sapone sui capelli, lavandoli delicatamente e massaggiandoli. La sensazione che provò la ragazza fu strana all’inizio, ma più Nima massaggiava, più si rilassava fino a farsi cullare da quello splendido momento. Uscita dal torpore dell’acqua, la domestica prese una spazzola con una placca in ferro sul manico che recitava ‘’Mey Emer.’, e iniziò a pettinarli con cura per poi asciugarli. L’effetto furono dei capelli lisci come la seta e sembravano essere più lunghi rispetto a prima:

‘’Come ti sembra?’’- domandò la domestica porgendole uno specchio; Arilyn non rispose, continuava a guardare e ad accarezzare i suoi lunghi capelli, leggermente mossi sulle punte:

‘’Sono realmente io?’’

‘’Certo.’’- rispose Nima stringendole le spalle con le mani e sorridendo -‘’Ora, prendi questo abito e vai a cambiarti, a breve il Galà avrà inizio.’’
Dietro un panneggio in mogano, Arilyn si cambiò in fretta e furia; un magnifico abito di seta nero ardesia, morbido nella forma tanto da valorizzare le sue esili curve, lungo sino alla caviglia lasciando scoperta l’elegante calzatura.  Solo il corpetto era impreziosito da sottili ricami dorati, che scendeva fino su tutta la manica. I capelli le ricadevano sulle spalle, rendendola aggraziata. Uscendo dallo spogliatoio, Nima e Aithwen rimasero completamente impressionate:

‘’Mia lady, siete uno splendore.’’- disse la domestica restando a bocca aperta, seguita da squittii di gioia di Aithwen, che saltellava da una parte all’altra della stanza.
‘’Ora manca solo un po’ di trucco e sei pronta.’’- riprese Nima aprendo un cofanetto e prendendo una spugnetta color caramello. Prese una boccetta di vetro piena di olio profumato e impregnò qualche goccia sulla spugnetta, per poi passarla sul collo di Arilyn e sui polsi. Poi, prese un’altra boccetta con della polvere nera e la passo sugli occhi della giovane, dandole un aspetto felino. Dopo aver riposto il cofanetto in un mobile, Nima si avvicinò ad Arilyn e con un magnifico sorriso disse:

‘’Adesso sei pronta per la cerimonia. Sono sicura che tutti resteranno affascinati, compreso Darrien.’’

Al pronunciar quel nome, la giovane sorrise senza rendersene conto e un leggero rossore le tinse le guance vellutate.
‘’Chiedo venia per l’intrusione, ma sono qui per portare Arilyn nel Salone.’’- esclamò Edan comparendo sull’uscio della porta. Indossava una tunica giallo ocra che scendeva fino al polpaccio, con ricami rosso carminio che si estendevano fin su tutta la manica, un pantalone nero e stivali dello stesso colore.
‘’Si, arrivo.’’- rispose la ragazza raggiungendolo sull’uscio, seguita dalla domestica e da Aithwen.
‘’Arilyn, aspetta, hai dimenticato un particolare.’’- disse la ragazzina afferrando la corona di fiori fatta qualche giorno prima. Arilyn si piego leggermente per far posare la corona sul suo capo e, appena fatto, era tutto pronto.
‘’I miei complimenti Arilyn, sei incantevole stasera.’’- disse Edan con un sorriso pieno di vita, i capelli tirati all’indietro e la barba rasata.
Giunti nel salone, c’erano alcune guardie che parlavano tra loro, bevendo calici di vino aromatizzato; Searlas che accoglieva i sudditi stringendo loro le mani o baciando le guance. Non appena vide Arilyn la salutò con un gesto della mano e sorrise.

Ogni allievo indossava i colori della propria terra: verde e oro per Sivaln, sempre allegro e spensierato; blu e grigio per Mauriz, stranamente felice; Sindar vestita con un elegante abito porpora, né troppo scuro, né troppo chiaro, con un merletto nero che le cingeva il collo; Aithwen, invece, indossava un abito a balze verde chiaro che sfumava sul verde acqua con decorazioni floreali.

‘’Sei uno splendore questa sera.’’- disse Vorshan, comparendo all’improvviso alle spalle di Edan e di sua figlia, con un elegante abito cremisi a bande bianche sulle maniche, un pantalone grigio fumo e stivali di pelle.
‘’Papà, il mio…’’
‘’Ciondolo? Non ti preoccupare, è al sicuro con me. Lo avevi lasciato in camera e per evitare che venisse rubato, l’ho preso io.’’
Arilyn si sentì sollevata nel sentire quelle parole ed andò ad abbracciarlo, più forte che poteva. Era dal giorno dello scontro che non condivideva un momento di affetto con suo padre, l’unico che le è stato sempre vicino in ogni difficoltà. Si sentiva in colpa per non averlo considerato.
‘’Papà…’’- disse Arilyn con un sussurro.

‘’Arilyn, non devi scusarti, ora vai e divertiti.’’- rispose il padre stringendola e dandole un bacio sulla fronte, per poi metterle al collo il suo ciondolo.
D’un tratto, dal fondo della sala si udì una voce squillante, carica di energia che chiamava Arilyn. Era Sharal, vestita in un elegante abito blu notte, che le lasciava scoperte parte delle spalle. Sulla gonna si intravedevano piccoli girasoli che scendevano a spirale ed una calzatura raffinata. Le guance erano leggermente rosee, che mettevano in evidenza i suoi occhi. Ciò che colpì maggiormente Arilyn fu la collana in argento che portava Sharal al collo:
 ‘’E’ magnifica.’’- esclamò Arilyn ‘’E’ un ricordo di qualcuno?’’
‘’E’ un ricordo di mia sorella. Siamo state separate qualche anno fa da una furiosa tempesta di neve..’’
‘’Oh, perdonami per l’insolenza.’’- rispose imbarazzata Arilyn.

‘’Niente affatto Arilyn, non ci faccio caso. Vieni, ti prendo qualcosa.’’- rispose con un sorriso pieno di vita, un cambiamento repentino che colse di sorpresa Arilyn, ma allo stesso tempo era contenta di vederla così. Dopo che Sharal le aveva offerto una coppa di succo di mirtilli, la giovane ragazza notò che, vicino ad un tavolo decorato da una tovaglia rosso scarlatto, c’era Aithwen che beveva un po’ di succo di fragola e mangiava un dolce ai mirtilli:

‘’Arilyn, a breve ci sarà lo spettacolo dei Liuthen, mi fai compagnia?’’- domandò ad alta voce la piccola tra un morso e l’altro, sporcandosi le guance di briciole. Arilyn con un cenno del capo acconsentì e in un batter di ciglia, le luci del salone si spensero, lasciando qualche candela accesa che donava a quel luogo un aspetto tetro. Al centro della sala si posizionarono due Evocatori vestiti di blu, con un cappuccio che gli copriva parte del volto. Dalle loro mani iniziarono a sprigionarsi fasci bluastri che pian piano raggiunsero il pavimento, serpeggiando tra i tavoli e i presenti, finché non si mossero contemporaneamente trasformando i fasci in farfalle bianche. Un brusio di sorpresa colmò il silenzio di prima, per poi esplodere in applausi concitati.

D’un tratto, una sfera di fuoco investì le farfalle, trasformando le loro ali in onde dorate che risplendevano sulle colonne marmoree e illuminando il resto della sala. Arilyn in lontananza riuscì ad intravedere una persona vestita in un abito autoritario e l’altro con un abito più soft: Darrien e Sivaln. Il primo indossava un abito nero ardesia che scendeva sui polpacci, con maniche e colletto bianchi, con due spille ai lati di quest’ultimo.  Capelli leggermente umidi e tirati all’indietro, barba curata e occhi che risplendevano nella penombra. Sivaln, invece, indossava una tunica bianca con le rifiniture verde smeraldo, con una cappa sulla spalla. Darrien sorrise. Arilyn abbassò lo sguardo imbarazzata, ma sul suo volto si dipinse un dolce sorriso che attirò la curiosità di Aithwen:

‘’Ehi, ti perdi lo spettacolo così, che ti succede?’’

‘’Oh, niente. C’è qualcuno che vorrebbe incontrarti. ‘’- rispose lei indicando Sivaln, che si inchinò educatamente. Aithwen fece cadere dei mirtilli per lo stupore nel vedere il suo ‘’amato’’ vestito in modo impeccabile. Essendo abituata nel vederlo in tuta, vederlo così era molto diverso e più bello.

Lo spettacolo continuava, donando varie coreografie di altri Liuthen, in particolare l’Evocatrice delle Vespe Rubino che si unì agli evocatori spettro creando rose fluttuanti; lo stelo fatto di nebbia e il bocciolo fatto con le vespe. Altri applausi e fischi di apprezzamenti rimbombarono nella stanza, finché non fu il turno degli evocatori di Edwol e quelli del ghiaccio.
Tutti i presenti furono invitati all’esterno del palazzo, anche se il tempo non era dei migliori e la povera Arilyn iniziò a tremare a causa della temperatura. D’un tratto il tremore si calmò, lasciando spazio ad un leggero calore che le pervase la schiena e il collo. Una giacca nera con due spille dorate la riscaldava e lì riconobbe gli stemmi da comandante, una stella a quattro punte e un fiocco di neve. Quella stessa giacca che indossava Darrien, che proprio in quel momento si mise al suo fianco, con le guance arrossate e gli occhi semi chiusi per il vento.

‘’Grazie per… la giacca.’’- disse Arilyn, battendo i denti e cercando di spostare i capelli dal suo volto.
‘’E’ un piacere.’’- rispose, sistemandole i capelli dietro le orecchie.
I Liuthen di Edwol attirarono l’attenzione battendo le mani, aumentando sempre di più il ritmo finché alle loro spalle comparve un maestoso albero nero senza chioma, ma brillava alle luci delle lanterne. Di colpo si fermarono con un sonoro tonfo e l’albero si protese verso il cielo, aumentando la circonferenza del tronco e dei rami. I Liuthen vestiti di bianco e oro afferrarono una manciata di neve e la lanciarono verso l’albero. La neve iniziò a serpeggiare verso l’alto, con tale rapidità da sembrare invisibile. Una volta raggiunto i rami, la coltre bianca scomparve nel nulla lasciando spazio ad un foltissima chioma madreperlata, che brillava alla luce della luna. I Liuthen con un rapido gesto delle mani fecero allungare la chioma verso il basso, quasi a toccare le teste dei presenti.

L’albero rimase così per molto tempo, a fluttuare e a risplendere come un faro, finché uno dei Liuthen del ghiaccio non proferì parola: ‘’Quello che avete appena visto è uno dei più antichi alberi di Edwol. Cresce solo in occasioni speciali come questa, ed è grazie a voi che siamo riusciti a renderlo così maestoso. Adesso il nostro spettacolo è finito, vi ringraziamo.’’  Non appena finì di proferir parola, sorrise e con rapidità delle mani l’albero scomparve, trasformandosi in fuochi d’artificio.
Arilyn rimase incantata ad osservare quell’albero svanire nel nulla e tramutarsi in qualcosa di sublime, finché non si fuse alla neve che cadeva lentamente sulla sua testa. Tutti rientrarono nel salone, tremanti per il freddo. Solo lei e Darrien rimasero all’esterno:

‘’Arilyn? Ti senti bene?’’- domandò Darrien posando una mano sulla sua spalla.

‘’Era…era da molto che non osservavo il cielo notturno in inverno. Nessuno di noi si è mai soffermato ad osservare tale meraviglia?’’- rispose con una domanda la ragazza osservando il cielo e sorridendo. Darrien, incuriosito, alzò lo sguardo al cielo e osservò le stelle che risplendevano. Senza accorgersene, Arilyn appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
Dapprima Darrien sorrise, ma allo stesso tempo restò perplesso dal gesto della ragazza. Sembrava così docile e ‘’piccola’’ mentre era al suo fianco, e in cuor suo sentiva qualcosa di diverso.

‘’Arilyn, cosa hai?’’- domandò nuovamente il comandante con un tono così flebile da sembrare un sussurro. La ragazza sbarrò gli occhi dallo stupore e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata.

‘’Scusami, io non…’’

Darrien si voltò lentamente incrociando lo sguardo della ragazza, per poi sorridere e accarezzarle una guancia con il palmo della mano. Arilyn sorrise e si appoggiò al petto del ragazzo. Restarono lì, in silenzio sotto la neve per un lungo istante, ma per la ragazza sembrava che il tempo si fosse fermato per farle godere quel momento così desiderato.

‘’Direi che è il momento di rientrare, a breve avrà inizio il ballo.’’- disse Darrien prendendola sotto braccio e accompagnandola nuovamente nel salone. Una sinfonia di violini e contrabbassi accompagnava i presenti in un ballo lento e ricco di emozioni. Anche alcuni Liuthen ballavano con delle allieve presenti, il re Searlas aveva fatto coppia con Sharal ed entrambi erano felici. Pesino Vorshan ballava con Sindar. Sivaln, invece, aveva permesso ad Aithwen di salire sulle sue scarpe e di farla ballare.
Da lontano la piccola ragazza vide Arilyn e sorrise, stringendosi a Sivaln che notò Darrien e chinò leggermente la testa in segno di rispetto.
D’un tratto il comandante allungò la mano e chiese: ‘’Mi concedi l’onore di ballare con te?’’

‘’S-si..’’- rispose imbarazzata.

Darrien e Arilyn, mano nella mano giunsero al centro del salone e, dopo un inchino di riverenza, si unirono al ballo. 

‘’Sei un incanto Arilyn.’’- disse Darrien dandole un bacio sulla fronte.

‘’E tu affascinante.’’- rispose Arilyn, ma si rese conto troppo tardi di averlo detto.

Un dolce sorriso si dipinse sul volto del ragazzo e un colorito roseo si dipinse sulle guance, forse imbarazzato ma non importava, il suo sorriso rendeva  Arilyn serena in quel momento. La ragazza si appoggiò con la testa e le mani sul petto del giovane, chiuse gli occhi e ignorò la presenza degli altri.
Quando si fece notte fonda e la luna brillava con fierezza, gli Evocatori e il popolo ritornarono a casa, sfiniti ma allo stesso tempo divertiti per il grande Galà:
‘’E’ stato un bel gesto da parte Sua, mai avevo pensato che un Re invitasse gente comune come noi.’’- disse un contadino anziano. ‘’E’ stata una serata magnifica.’’- disse una anziana sarta di paese- ‘’Non mi sono mai divertito così.’’- disse eccitato un altro cittadino.

‘’Spero di rivedervi un giorno, la mia dimora è sempre aperta. A patto che non ne approfittiate.’’- rispose il Re strizzando l’occhio e ridendo, contagiando i presenti. Riprese subito dopo schiarendosi la gola: ‘’Adesso è meglio che andiate, non voglio trattenervi oltre.’’

Dall’altro lato del Salone, Sivaln teneva tra le braccia Aithwen, sprofondata in un sonno profondo:
‘’L’accompagno nel suo alloggio. E’ quasi una oretta che si è addormentata, ed è così dolce che…’’- le labbra di Sivaln si contrassero in un sorriso pieno di vita. ‘’Beh, buona notte miei cari.’’- riprese Sivaln facendo l’occhiolino e avviandosi verso gli alloggi.

Il Re si avviò verso i due ragazzi, strofinandosi gli occhi cercando di mascherare la sua stanchezza: ‘’Ragazzi miei, spero che anche voi due vi siate divertiti. Io ora accompagno Sharal al suo alloggio e poi devo dare una mano a pulire il salone e infine salutare gli altri. Buonanotte cari.’’- terminò con un leggero sbadiglio Searlas e si avviò verso gli alloggi.

‘’Vuoi che ti accompagni al tuo alloggio?’’- domandò Darrien sistemandosi la giacca sulle spalle.

‘’Volentieri.’’- rispose con un sorriso Arilyn. Giunti nel corridoio, illuminato appena dalle lampade ad olio, il comandante tirò fuori un piccolo fiore dalla tasca. Bianco come la neve con sfumature bluastre:

‘’Si è un po’ rovinato, ma ci tenevo a dartelo. Di solito non cresce in questo periodo dell’anno, però…’’
‘’Grazie Darrien, sei stato gentile…’’- rispose Arilyn prendendo il fiore e sistemandolo sulla corona.
Ci fu un silenzio imbarazzante tra i due giovane che ogni tanto si scambiavano un sorriso o uno sguardo, finché il comandante si avvicinò ad Arilyn e disse: ‘’Arilyn...non so come dirtelo ma ho questo peso sullo stomaco che vorrei togliermi…’’

Le guance della ragazza iniziarono a colorirsi di rosso e il battito accelerò: ‘’ E’ passato quasi un mese da quando ti ho conosciuto e, non so, da quel momento mi sentivo strano. Pensavo fosse una cosa passeggera, ma invece no. Provavo realmente qualcosa per te e me ne son reso conto solo in battaglia. Sono stato cieco e stupido a non parlarne con nessuno, ma ora non mi importa più.’’

Arilyn non riusciva a rispondere, si limitò ad avvicinarsi a lui e a guardarlo dritto negli occhi. Gli sfiorò la guancia con il dorso della mano, nonostante il turbine di pensieri che tormentavano il suo cervello. Una ragazza con un potere proibito e un comandante reale innamorati? Quali potevano essere i rischi o le conseguenze di questa relazione? Cosa avrebbero detto gli altri? E Vorshan? Troppi interrogativi bisognosi di una risposta.

‘’Darrien…’’- cercò di dire Arilyn, ma erano così vicini con i loro volti che si bloccò. Darrien sorrise, le prese delicatamente le guance e posò le labbra sulle sue. La baciò lentamente e con dolcezza, stringendola a se. Fu un bacio lungo e intenso, fino a quando Arilyn non dovette staccarsi per riprendere fiato. Entrambi sorrisero e prima che la ragazza potesse varcare la soglia del suo alloggio, il comandante si inchinò rigorosamente e disse:

‘’Buonanotte Arilyn.’’

‘’Anche a te.’’- rispose la ragazza, ricambiando il gesto con un sorriso e chiudendo la porta del suo alloggio.

Il suo stomaco era in subbuglio, come se ci fossero milioni di farfalle pronte ad uscire, le mani tremanti, le guance bollenti e le labbra che sapevano di miele e fragole. Arilyn, dopo essersi lavata e aver raccolto i capelli in una lunga coda, andò a dormire. Era confusa su quello che era accaduto, ma non riusciva a non sorridere e a pensare a quel bacio.

Nel frattempo, oltre le colline di Huvendal, Liedin avanzava nella neve a fatica. Gli occhi socchiusi per proteggersi dalla tormenta che sferzava su di lei, la fame le attanagliava lo stomaco e il sonno si stava impossessando del suo corpo.
Raggiunta una determinata altezza, stremata e affamata, si accasciò sulle ginocchia: ‘’Re Searlas, Arilyn, Darrien e tutti voi di Huvendal, giuro che avrò la mia vendetta. Riderò quando vedrò le vostre teste appese alla mia parete.’’

D’un tratto, una voce dal tono cupo disse: ‘’Cosa abbiamo qui!? Rabbia, odio, rancore…Vendetta.’’
‘’Tu sei la Regina di Ghiaccio? Ho sentito parlare di te.’’- rispose ridendo Liedin, cercando di mascherare un po’ di timore rivolta alla donna dai lunghi capelli bianchi che fluttuavano nella brezza gelida. Al suo fianco c’era Bregoldir, che giocava con la punta del pugnale e sul suo volto un sorriso malizioso si era formato.

‘’Non mi interessano le storie sul mio conto. Il tuo cuore trasuda tutta la rabbia di questo mondo, ed magnifico. Una persona come te dovrebbe far parte del mio esercito e schiacciare le teste di quegli insulsi contadini.’’- disse la Regina inginocchiandosi e alzando il mento della ragazza, cercando il suo sguardo. Riprese: ‘’Io posso donarti un potere immenso capace di ridurli in cenere. Unisciti a me e avrai la tua vendetta.’’

Liedin accettò con un gesto del capo e la Regina pose le sue mani sulle tempie della ragazza. Immediatamente un bagliore blu elettrico illuminò gli occhi della ragazza e sotto le palpebre si formarono piccole striature azzurre. Le punte dei capelli divennero bianche e la pelle divenne un misto tra il cianotico e il grigio cadaverico finché il bagliore e la brezza si arrestarono di colpo.

La Regina con un sorriso di compiacimento domandò: ‘’Come ti senti?’’
‘’Molto meglio.’’- rispose Liedin osservando il suo ‘’nuovo’’ corpo, vibrante di energia oscura e un potere immenso.
‘’La neve e il ghiaccio sono la mia dimora, ma presto sarà la loro tomba.’’- esclamò la Regina con voce tuonante, risvegliando la rabbia delle sue bestie alle sue spalle, che ruggirono rabbiose. La terra iniziò a spaccarsi, a tremare e a deformarsi. Dall’oscurità emersero altri Taurus con occhi simili ad un abisso in miniatura ed un becco di pietra, dotati di ali e zampe artigliate.

‘’Huvendal è destinata a soccombere.’’- esclamò Liedin alzando le braccia al cielo, emanando lampi di luce bluastra dalle sue mani pallide e cadaveriche.
La Regina socchiudendo gli occhi, osservava il castello del Re Searlas con disgustoso, ma una nota di malinconia si dipinse sul suo volto.

‘’Attendete qui. Vado a far visita al re.’’- disse con il suo aspro tono di voce mentre si dissolveva in una nube di cristalli azzurri che si diresse verso le mura della città, evitando di incrociare le guardie sul suo cammino.

Nel salone non c’era più nessuno, tranne che per il Re intento a continuare il suo libro. D’un tratto, le candele si spensero e un vento freddo spalancò la finestra, permettendo alla nube di addentrarsi.
Searlas con sguardo torvo osservò la nube riacquistare la forma umana, rivelandone una donna incantevole seppur vecchia. La donna sorrise, ma Searlas digrignò i denti ed alzandosi dal trono disse:

‘’Che cosa ti ha portato qui, madre?’’


 
   
 
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