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Autore: lou_louu    20/08/2014    5 recensioni
“Ciao! Sono Harry Styles!” mi dice, tendendomi la mano.
Guardo prima la sua enorme mano, per poi rispostare lo sguardo sul suo.
Sorride. Semplicemente sorride.
Gli prendo la mano.
“Amy Payne!”.
Lui si porta la mia mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo bacio.
“È un piacere, Amy!”.
Ritraggo subito la mano, pulendomi sui jeans il dorso.
Lui ride.
Amicizie, amori e... calcio.
Spero che vi piaccia!
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16.




Il tanto atteso giorno è finalmente arrivato.
Niente più ansia, niente più paura, niente più aneddoti. Solo calcio.
Non ci speravo più, ad essere sincera. Sono successe davvero tantissime cose da quando avevamo scoperto chi sarebbe stato il nostro rivale e, a dirla tutta, non avrei lontanamente immaginato di essere così legata al mio nemico numero 1, nemmeno se me lo avessero detto.
Ma ora siamo qui.
È sabato, il giorno della finale, la partita che deciderà quale squadra parteciperà alle regionali, e poi chissà, magari anche alle nazionali.
È la partita che dirà quale delle due squadre è la migliore, quale vincerà e quale perderà, diventando vittima di prese in giro e vergogne.
Non voglio perdere. Non devo. Io sono nata per vincere.
O almeno questo è quello che pensavo fino a due settimane fa, quando ho scoperto il mio punto debole, il mio veleno e il mio antidoto, più comunemente conosciuto come Harry Styles.
Lo giuro, lo odiavo veramente a morte all’inizio, quei maledetti ricci che ha ai posto dei capelli mi davano sui nervi. Ma poi le cose sono cambiate e il ragazzo si è rivelato più intelligente del previsto. Forse anche troppo.
Mi ha fatta divertire e arrabbiare allo stesso tempo e credo che meriti un premio per questo suo talento. Anzi, bisogna dargliene uno solo per il fatto di avermi fatta cadere ai suoi piedi.
Non so davvero dire chi vincerà la partita, dopotutto non sono una veggente.
Sono sempre stata sicura di me e lo sono tutt’ora, ma se penso alla mia squadra come vincitrice, una morsa mi stringe allo stomaco, perché questo significa che la squadra di Harry perderebbe.
Ecco perché non volevo conoscere i miei nemici.
Ecco perché mi rifiutavo di riconoscere i miei sentimenti nei suoi confronti.
Ecco perché ora mi odio così tanto.
Posso dire solo una cosa: che vinca il migliore.
 
Ho passato la notte in bianco, continuando a rigirarmi nel letto e beccandomi vari graffi da parte di un Ginger infastidito.
Il sonno non ci pensava nemmeno di venire a farmi visita.
Così, mi ero alzata nel bel mezzo della notte e scesa in cucina per bere qualcosa.
“Anche tu non dormi?” mi ha chiesto una voce, la sua voce, spaventandomi.
“Dì un po’, ti diverti così tanto a seguirmi e spaventarmi di notte?” gli avevo chiesto, facendolo ridere.
“Te l’ho già detto, non hai un piedino di fata.” mi ha detto, beccandosi una linguaccia da parte mia.
“Comunque sì, non riesco a dormire. Credo sia normale.”
“Direi di sì, considerato che nemmeno io ci riesco.”
Siamo rimasti lì per un po’, a fissarci i piedi in silenzio.
Il mio stomaco si stava contorcendo per l’agitazione.
So che era un po’ azzardata come cosa, ma volevo davvero chiedergli se voleva passare quel che rimaneva della notte con me, insieme, come l’altra volta.
Così, quando è stato lui a propormelo, mi sono sentita la ragazza più felice sulla terra, talmente tanto da saltargli in braccio, letteralmente.
Siamo rimasti accoccolati per tutto il tempo, entrambi a sperare che quella notte non finisse mai e che il giorno della finale non esistesse.
Perché, come dice la parola stessa, la finale è la fine di tutto. Anche di noi.
Tutti questi ricordi mi stanno balenando in testa da almeno 10 minuti, ovvero da quando mi sono svegliata.
Mi volto verso sinistra e il viso angelico di Harry ancora addormentato mi fa sorridere come una bambina.
Due cose mi vengono in mente:
  1. Come diamine lo sveglio?
  2. Come accidenti posso dirgli addio?
Per quanto riguarda al punto uno, ci sono molteplici risposte, come ad esempio saltare sul letto o ricorrere alla bottiglietta d’acqua che sta sul mio comodino.
Al punto due, invece, preferirei non pensarci.
Non voglio diventare una depressa che vive con tremila gatti.
Andrà come andrà.
Devo vivere la mia vita.
Così, prendo la bottiglietta dell’acqua e mi alzo in piedi sul letto, iniziando a saltare e a bagnare il riccio addormentato.
Non sono riuscita a scegliere una delle due opzioni senza escludere l’altra, così le ho unite.
Lo so, sono un genio.
“Che diamine ti salta in mente?” esclama Harry, una volta essersi svegliato e catapultato fuori dal letto fradicio.
Alzo le spalle.
“Ero indecisa su come svegliarti.”
Non ci vuole un genio a capirlo, Styles.
Diversamente da come mi aspettavo, Harry non si arrabbia, anzi, il suo sguardo si addolcisce addirittura. Lo guardo confusa.
“Sono volate queste due settimane, vero?” mi chiede all’improvviso, riportandomi tutte le brutte sensazioni che avevo cacciato tre minuti fa. Ma ho capito che è praticamente impossibile ignorarle.
“Sì. Vorrei davvero che iniziasse tutto da capo.” dico piano, torturandomi le mani.
Due grandi e forti braccia si allacciano intorno a me e io faccio lo stesso, abbracciandolo forte.
“Mi mancherai.” sussurro, nascondendo la mia faccia nel suo collo.
“Anche tu, piccola peste. Tanto.”
Le lacrime mi salgono agli occhi.
Non ce la farò mai a dividermi da lui. Nessuno mi capisce o mi fa andare su tutte le furie come fa lui.
Lui è il mio tutto.
Ci stacchiamo dopo 10 minuti buoni e scendiamo insieme a fare colazione.
La partita sarà alle 14, così possiamo mangiare quanto vogliamo a colazione e pranzare dopo la finale.
“Eccoli qui, i nostri campioni!” esclama mia mamma, mentre porta in tavola l’ennesimo piatto colmo di cibo.
“Siete agitati?” ci chiede successivamente e sia io che Harry annuiamo.
“È normale, ragazzi.” dice mio padre, abbassando il giornale che gli copriva la faccia. “Ma andrà bene, giocherete al meglio che potrete e sarà una partita indimenticabile, indipendentemente dal risultato.”
“E poi, ci sarà un tifo assurdo!” esclama mia madre, facendomi ridere.
Da quando usa queste espressioni? Rido per non piangere, seriamente.
“Scordatevelo, io non mi vestirò mai da ultras!” esclama Liam, entrando in cucina.
Liam!
“Liam! Ma quando sei arrivato?” urlo, saltandogli al collo e facendolo ridere.
“Ehm direi circa mezz’ora fa.”
“Mi sei mancato tanto!” esclamo, stringendolo sempre di più.
Lui ricambia la stretta, ridacchiando in continuazione.
Poi, una volta essermi staccata, lo guardo negli occhi e sorrido minacciosa.
“E comunque ti vestirai da ultras, me lo hai promesso!” esclamo, puntandogli il dito contro.
Liam spalanca la bocca.
“Non è affatto vero! Sei stata tu ad imbrogliare nella scommessa, quindi ho vinto io!”
Sbuffo, dandogliela vinta, solo per questa volta.
“D’accordo. Ma se perderemo, sappi che ti schiavizzerò a vita!”
Mio fratello scoppia a ridere, ma so benissimo che sta rivalutando l’idea.
Ad ogni modo, vinco io. Come al solito!
Io ed Harry mangiamo con calma e in silenzio, entrambi immersi nei nostri pensieri, mentre il resto della nostra famiglia chiacchera felice.
Un trillo del mio cellulare mi fa cadere dalle nuvole.
Il nome di Zayn lampeggia sullo schermo, facendomi sorridere ed emettere un gridolino.
“Zaynie!” urlo nel telefono, facendo spaventare Harry accanto a me.
“Ehi piattola! Allora, sei pronta per la grande partita?” mi chiede, mentre le voci delle sue sorelle schiamazzano in sottofondo.
“Eh diciamo. Sto morendo d’ansia. Tu invece? Dove diavolo sei finito? Sei andato veramente in Pakistan?” esclamo, facendolo ridere.
“No, scema! Sto tornando a casa. Ci vedremo oggi!”
Un urlo scappa dalla mia bocca, questa volta spaventando tutti.
Sorrido imbarazzata, ricevendo un’occhiata ammonitrice da mia mamma, ricordandomi che non potrei usare il telefono a tavola.
Ma è Zayn e Zayn viene prima di tutto!
“Grazie mille, Zayn! Significa molto per me!”
“Ehi! Non mi sarei perso la tua partita per nulla al mondo, piattola!”
Sorrido a 32 denti.
“Che diavolo stai facendo, Safaa? Mettilo giù subito!” esclama il ragazzo d’un tratto, facendomi ridere.
“Scusa Amy, devo lasciarti o queste pesti mi distruggono la macchina.”
“Va bene! A dopo, Pakistan!”
“Buona fortuna, piattola!”
Sapere che anche il mio migliore amico sarà lì a fare il tifo per me mi risolleva il morale.
Alla fine, manca solo una persona.
Solo lui.
Ma so bene che non verrà mai.
Finisco la colazione, tornando nel mio precedente silenzio, ripensando ancora una volta a quella dannata chioma bionda.
 

***


Mi allaccio le scarpe e tiro su i calzettoni blu fino al ginocchio.
Alzo la testa e osservo le ragazze davanti a me, sedute sulle panche dello spogliatoio.
Alcune sorridono nervose, altre si mangiano le unghie, altre ancora non tacciono un secondo, come Jen.
Mi alzo in piedi di colpo, battendo le mani una volta e attirando l’attenzione.
“Allora, il fatidico giorno è arrivato!” esclamo, mettendomi al centro della stanza.
“So benissimo quanto siete nervose ed agitate. Io credo di esserlo il doppio di voi. Ma ragazze, è la finale! Cavoli! Chi lo avrebbe mai detto che noi, l’unica squadra femminile del campionato, potesse arrivare in finale? E invece eccoci qui, a rappresentare il nostro piccolo paesino sperduto. Per me questo è già un grande risultato. Prima di noi, Wolverhampton era sconosciuto al mondo e ora abbiamo la possibilità di entrare nei regionali! Come capitano, è mio compito spronarvi fino alla fine e incoraggiarvi, e credetemi, ce la metterò tutta per farlo. Ma non voglio che vi sentiate una grande pressione addosso. Vada come vada, siamo arrivate fino a qui, a fanculo chi pensava che non ce l’avremmo fatta, solo perché siamo ragazze!” esclamo, facendo ridere tutte.
“Quindi, andiamo là fuori e divertiamoci come abbiamo sempre fatto. Dimenticate di essere in finale. Pensate che sia una partita come le altre, dove conta il gioco di squadra. Sono davvero fiera di essere il capitano di questa squadra e finché lo sarò, farò di tutto pur di non deludervi. Vi voglio bene e grazie di tutto!” finisco, provocando un forte boato da parte delle ragazze, le quali si alzano e si stringono tutte intorno a me.
Le abbraccio tutte, dalla prima all’ultima.
La mia squadra è come un’altra famiglia per me. Non la cambierei con nulla al mondo e voglio che loro lo sappiano.
“E ora, andiamo fuori a fare il culo a quei cretini!” esclamo, correndo fuori dallo spogliatoio, seguita da una squadra urlante e scalpitante.
Louis ci stava aspettando a braccia conserte in panchina.
Lo raggiungiamo di corsa, mentre la tribuna esplode, attirando la nostra attenzione.
Non c’è mai stata così tanta gente ad assistere ad una nostra partita!
Credo che ci sia l’intero paese!
Riconosco subito i visi dei miei familiari e anche quello di Zayn, seduto accanto a loro. Scoppio poi a ridere, vedendo che sia lui che Liam hanno due righe blu per ogni guancia.
Lo avevo detto io che Liam ci stava ripensando!
Una volta raggiunta la panchina, Louis ci spiega come procedere per il riscaldamento.
Iniziamo con alcuni giri di corsa del campo, per poi iniziare a fare dei passaggi a coppie.
Nel frattempo, la squadra avversaria ci ha raggiunte in campo, così come l’arbitro di federazione.
Vederlo a braccetto con l’altro allenatore mi fa andare sui nervi.
Che ci provi soltanto a truccare la partita, che poi lo trucco io per bene!
Louis deve essersene accorto, poiché mi richiama e mi dice di pensare solo al gioco.
Annuisco, sapendo che ha ragione, ma queste cose mi fanno imbestialire, soprattutto se è una partita importante come questa.
A metà del riscaldamento, l’arbitro chiama entrambi i capitani delle squadre, per decidere chi calcerà l’inizio della partita.
“Benvenuti a questa finale di campionato!” esclama, passandosi la mano sulla fronte già sudata.
Disgustoso.
L’arbitro non è molto alto ed è abbastanza tracagnotto, con i capelli corti e ricci, attaccati alla fronte bagnata.
“Stringetevi la mano.”
I miei occhi incrociano quelli di Harry, per la prima volta da quando siamo arrivati al campo.
Il suo sorriso non tarda a farsi vedere, malizioso e scontroso, come al solito.
Afferro la sua mano e la stringo forte, facendolo ridacchiare.
Se c’è una cosa che devo evitare assolutamente è lasciarmi abbindolare da quei ricci e da quegli occhi verdi.
So benissimo che sarei fottuta.
Devo cercare di mettere i sentimenti da parte.
“Testa o croce?” mi chiede l’arbitro, preparando la monetina sulle sue dita.
“Testa!”
La monetina inizia a volteggiare in aria, fino a che non colpisce l’erba del campo.
Sorrido.
“E testa è!”
Alzo lo sguardo fiera, vedendo di nuovo il bel viso di Harry sorridermi.
“Palla o campo?” chiede nuovamente l’arbitro, intascandosi il quartino.
“Palla!”
Credo sia ovvio, non mi lascio scappare la prima occasione di gol.
Harry sceglie obbligatoriamente il campo e astutamente sceglie quello contro la luce del sole, in modo da agevolare il portiere.
Lo avrei fatto anche io, sinceramente.
L’arbitro ci liquida velocemente e faccio per tornare dalle mie compagne, quando la mano di Harry afferra la mia, facendomi fermare.
“Nervosa?” mi chiede subito.
“Certo.” esclamo, sapendo che lui già lo ha notato.
Infatti, annuisce, ma subito dopo, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
“Vogliamo farla più interessante?”
I brividi mi corrono per tutta la schiena, mentre gli rivolgo uno sguardo confuso.
Lui si limita a ridere.
“Se vinciamo noi, tu mi dovrai baciare.”
Spalanco talmente tanto gli occhi che potrebbero uscire a momenti.
“Che diamine hai nella testa, pervertito!” esclamo, allontanandomi da lui e raggiungendo la mia squadra.
Stavamo dando abbastanza sospetti a tutti, stando così vicini senza picchiarci.
Cerco di concentrarmi sulla palla, ma l’unica cosa che vedo sono le sue labbra.
Argh maledetto!
Se non altro ho un altro motivo per vincere!
Anche se non mi dispiacerebbe…
NO! Amy, concentrazione!
 
Il riscaldamento termina dopo un’ora e le squadre ritornano negli spogliatoi per gli ultimi consigli.
Louis cammina su e giù per lo spogliatoio, mostrando a tutte quanto è nervoso.
Credo che sia la prima volta che lo vediamo così in ansia per una partita!
“Signorine, non so che altro dirvi se non divertitevi!” esclama, aprendo la porta dello spogliatoio.
Gli avevo già detto del mio discorso e lui non ha fatto altro che sorridere ed annuire, dandomi pienamente ragione.
Ci mettiamo in fila, una dietro l’altra, io davanti a tutte, essendo capitano e il portiere dietro di me.
Megan, così si chiama, mette una mano sulla mia spalla e mi sorride.
Faccio lo stesso, accarezzando la sua mano coperta dai pesanti guanti.
Mentre la squadra maschile esce dal proprio spogliatoio, Louis mi affianca.
“Mi fido di te, capitano. Fagli vedere chi sei!” mi sussurra, per poi tirarmi un buffetto sul naso.
Gli sorrido. Gli sono grata di tutto.
È soprattutto grazie a lui se siamo qui.
Harry mi raggiunge e mi sorride, io lo fulmino con gli occhi, in particolare per quello che mi ha detto prima.
Ma non ci devo pensare.
Non voglio rovinare tutto per colpa dei miei stupidi ormoni.
Quindi, distolgo lo sguardo e prendo un respiro profondo, prima di camminare in avanti, seguendo l’arbitro davanti a me.
La tribuna esplode di nuovo, facendomi sorridere lievemente.
Una volta arrivati al centro del campo, ci mettiamo tutti in riga e salutiamo la tribuna, dopo il fischio dell’arbitro.
La squadra avversaria, essendo ospite, sfila davanti a noi, stingendoci le mani.
Cerco di non notare il sorriso del riccio che fa quando mi stringe la mano e continuo a salutarli, riconoscendo anche Trevor, l’ospite di Jen, sorridente anche lui.
Mi viene da pensare se per loro tutto questo è un gioco.
Ci credono davvero così deboli?
Li farò ricredere!
Ci posizioniamo sul campo, mentre il resto della squadra raggiunge la panchina.
Io e Jen ci mettiamo al centro del campo, una davanti all’altra, con la palla in mezzo a noi.
Ci scambiamo uno sguardo veloce, sorridendoci a vicenda.
Ce la faremo.
Lo so!
I miei occhi, però, vengono poi catturati da un'altra persona, vicino alle scale della tribuna, sorridente come non mai, le mani nelle tasche dei jeans scoloriti e quel ciuffo biondo che riconoscerei tra mille.
Sorrido a mia volta, mentre un singhiozzo mi raggiunge.
È venuto fino a qui per me!
Il fischio dell’arbitro risuona nell’aria, dando il via a questa finale.
Mi riprendo subito e passo la palla a Jen, la quale inizia ad avanzare, scartando l’avversario e passare la palla sulla destra.
Non devo assolutamente sconcentrarmi.
Niall è qui e proprio per questo devo vincere!
 
La partita procede, senza falli gravi o imbrogli.
Siamo ancora 0-0 e devo dire che i ragazzi non se la cavano male.
Varie volte incrocio lo sguardo smeraldino del riccio, ma non mi soffermo ad ammirarlo.
So che se lo farei, la partita sarebbe persa.
La tribuna non ha mai smesso di fare il tifo per noi e gliene sono grata.
Giurerei di aver sentito la voce di Niall urlare il mio nome tra le altre.
Scuoto la testa.
Concentrati!
La palla è andata in rimessa laterale a nostro favore e Jen deve rimetterla in campo.
Le faccio un segno con la mano, cercando di non farmi notare dagli avversari.
 E funziona.
Jen mi tira la palla e, essendo scoperta, parto di corsa in prossimità della porta avversaria.
So bene che si aspettano che sia io a tirare e lo capisco dai numerosi difensori che iniziano a circondarmi.
Austin deve aver capito che sono io quella che va tenuta d’occhio e gli riconosco che ha ragione!
Ma sono sempre più furba degli altri.
Proprio mentre i difensori si chiudono su di me, passo la palla a Jen sulla mia destra, la quale, smarcata, va a segno.
Esulto come non mai, urlando e portando le mani in aria, per poi correre verso la mia amica.
“Assist perfetto!” mi urla, facendomi ridere, mentre il resto della squadra si unisce a noi.
La tribuna è completamente impazzita e vedo Louis agitare il pugno in aria.
Ma non è ancora finita, sebbene l’arbitro segni la fine del primo tempo.
Ci raccogliamo intorno alla panchina per bere, aspettando che Louis ci dica qualcosa.
“Andate avanti così ragazze e ce la portiamo a casa! Ottimo assist e ottimo gol! È così che si deve fare.” esclama, indicando me e Jen.
La coppia d’oro non fallisce mai!
“Si aspettano tutti un tuo gol, Amy, ma non devi assolutamente essere prevedibile.” continua.
Annuisco.
Lo so. Anche se non vado a segno per una volta non mi importa. Mi importa solo di vincere e farò di tutto per farlo!
 

***
 

I successivi 45 minuti trascorrono veloci.
Harry ha segnato, riportandoci così al punto di partenza.
La partita finisce, ma essendo un pareggio ed avendo pari punti in classifica, si ha bisogno di un punteggio diverso.
Così, iniziano i minuti dei supplementari, durante i quali entrambe le squadre hanno fatto di tutto, pur di segnare.
Ho quasi fatto gol, ma un bastardo mi ha tirato la maglia all’ultimo, facendomi sbagliare la potenza sulla palla.
Anche questi trenta minuti finiscono, lasciandoci di nuovo in parità.
Quindi, non ci restano altro che i rigori.
Una parola.
Ho tirato un solo rigore in questo campionato e l’ho sbagliato.
Non so se ce la farò questa volta.
Inizio a pensare che sia davvero la fine.
Le squadre si dividono sul campo e i portieri raggiungono la porta.
Questa volta, sono io a cercare lo sguardo di Harry, che trovo subito.
Ho bisogno di lui, che mi dica che andrà tutto bene, come la notte scorsa.
Ed è proprio quello che fa.
Mi sorride, mostrandomi le fossette che mi piacciono tanto e solleva un pollice.
Gli sorrido anche io, ma l’ansia non smette di mangiarmi lo stomaco.
I rigori vanno avanti uno alla volta ed ognuno va a segno.
Dopo Harry, è il turno di Jen, che sistema perfettamente e in modo quasi maniacale la palla sul dischetto. Prende la rincorsa e calcia, dopo il fischio dell’arbitro.
La palla sfreccia velocissima e va dalla parte opposta a quella del portiere, finendo dritta in rete.
Jen torna verso di noi correndo, felice per aver segnato uno dei rigori più belli della sua vita.
La mia ansia aumenta a dismisura.
La prossima della mia squadra sono io.
Trevor raggiunge il dischetto bianco, dove la palla già lo aspettava.
Il ragazzo calcia, mandando la palla velocemente in prossimità della porta.
Ma le mani di Megan la sfiorano, facendole cambiare la direzione e passare sopra la porta.
Tutte noi ci alziamo in piedi, urlando per la mitica azione di Megan, la quale salta insieme alla tribuna.
Ci siamo.
Il momento è arrivato.
Quello che aspettavo dall’inizio della stagione.
Non guardo in faccia nessuno e vado tranquilla verso la palla.
È tutto nelle mie mani.
Se sbaglierò, saremo di nuovo pari.
Se segnerò, avremo vinto.
Chiudo gli occhi.
Sento le voci della mia squadra urlare il mio nome, unite a quelle della tribuna.
Sento quella di Louis, di Jen, di mamma e papà, di Liam, di Zayn e anche quella di Niall.
Ma poi, sento la sua e l’immagine del suo viso si para davanti a me.
Apro gli occhi.
L’arbitro fischia e io, semplicemente, calcio la palla.


















ALOHAAAAAA

Ebbene sì, non sono mortaaaaa!
Hahahaha :D
No ok, seriamente, vi chiedo davvero scusa per questa mia infinita assenza.
Sono stata molto impegnata con la scuola e non ho più potuto continuare.
Poi, ciliegina sulla torta, non sapevo come andare avanti. Tutto quello che scrivevo mi sembrava orrendo e il tempo intanto è passato.
Ma eccomi qui, in questo giorno di pioggia noioso lol.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo!
Eheheh chissà chi vinceràààààà :D
Adoro i finali aperti muahahaha
Vi prometto che aggiornerò quanto prima possibile!
Grazie se non avete abbandonato la storia, significa davvero tanto per me! <3
Lasciatemi un commentinoooooooo :3
A presto! E scusatemi di nuovo!! <3 <3


Lu [:
  
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