Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Shiver414    21/08/2014    1 recensioni
L'amore sboccia come un fiore, un fiore dai petali bianchi, candidi, puri, macchiati dal peccato scarlatto della bramosia. Cos'è un vampiro? Un demone che gode nell'uccidere, nel cacciare. Ma cosa succede ad un vampiro che impara ad amare?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
So quello che avevo promesso ma per una serie di problemi non ho pubblicato il secondo capitolo... Quindi mantengo la mia promessa oggi u.u Pubblicherò anche il capitolo 14 u.u Sul serio però u.u
Shiver 
^ω^
 
Capitolo 13.
Ricordi.
 
Davanti a me c’era una ragazza, avrà avuto sedici anni forse, e mi fissava con disprezzo.
«Siete solo degli sporchi mostri.» Accanto a lei una donna bellissima la teneva ferma costringendola a stare in ginocchio sul’asfalto sporco e melmoso sotto il ponte.
Mi girava la testa e avevo la nausea. Mi vergognavo per quello che avevo fatto ma forse tutto sarebbe finito presto.
La ragazza mi guardava. Era disgustata.
«Cosa volete da me?» Il suo sguardo si fissò su di me all’improvviso. «Qualcuno qui ha un forte bisogno d’aiuto.» Divenne improvvisamente seria. Si alzò da terra. «Lasciami.» Scrollò via bruscamente la mano della vampira dalla sua spalla e si avvicinò a me. Mi afferrò la testa e mi analizzò gli occhi, i denti, le mani.
«Che c’è?» Mi stava allarmando.
«Tu sei… una mezzosangue?» Scossi la testa.
«Cos’è un mezzosangue?» Chiesi spaesata e poi riflettei. Mia madre era un vampiro, mio padre con molta probabilità era Jared. Se quel che aveva detto Rebecca fosse stato vero allora ero metà vampira. «Io…» Un flash esplose davanti ai miei occhi e caddi a terra priva di conoscenza. Sentivo Thomas urlare il mio nome e la strega continuava a scuotermi, ma qualcosa mi stava trascinando in fondo, negli abissi della mia coscienza.
Era tutto buio ma sentivo parlare. C’erano tante voci indistinte, un rumore… Come di zoccoli. Aprii gli occhi. Ero distesa sulla terra. Una carrozza si avvicinava velocemente. Annusai l’aria. C’era un profumo davvero invitante. Mi alzai da terra. Sentivo il corpo pesante e fuori dal mio controllo. Era come se quello non fosse il mio corpo ma quello di qualcun altro.
La carrozza era sempre più vicina. Mi piazzai al centro della strada e la carrozza rallentò. Mi lanciai all’attacco ma qualcosa mi afferrò per la vita e mi trascinò lontano. Scalciavo urlavo e ringhiavo come una belva inferocita.
«Lasciami.» Urlai a Rebecca mentre cercava ancora di tenermi ferma. Uno schiaffo e la lucidità sembrò tornare per un attimo. Un altro flash. Ero in una stanza piena di candele. Un tappeto rosso con decori dorati copriva tutta la stanza. Ero incatenata e giacevo in ginocchio in mezzo alla stanza. Sembravo indemoniata. Una cantilena continua mi riempiva la testa. Cosa stava succedendo? Non capivo cosa quella voce stesse dicendo, mi stava solo confondendo e annebbiando la mente. Le palpebre si chiusero e divenne di nuovo tutto buio. Chi ero? Cosa stava succedendo? Di chi era quel volto familiare?
«Angelica apri gli occhi.» Battei più volte le palpebre. Dove mi trovavo? Mi misi a sedere. Ero a casa di Thomas. Ecco di chi era quel viso. Mi guardai attorno. «Va tutto bene?» Scossi la testa. Nulla andava bene. Ricordavo tutti i miei 109 anni di vita.
«Io… Ricordo ogni cosa.» Guardai Thomas. «Sono cresciuta con mio padre fino all’età di diciotto anni, poi è arrivata Rebecca che mi ha portata via rassicurando papà che saremo tornate.» Rebecca era qui nella stanza. Riuscivo a percepirla.
«Ti ho portata via solo per curarti. Mi avevano detto che allo scoccare del tuo diciottesimo compleanno la tua parte umana sarebbe stata soppressa dal vampiro dentro di te. Non credevo fosse una cosa tanto brutta quando poi ho visto cosa intendevano con “soppressa”. Eri diventata un animale feroce. Non c’era un briciolo di razionalità. Ti lasciavi guidare dall’istinto e mangiavi, mangiavi, mangiavi. Con il tempo diventava sempre peggio. Hai attaccato anche me e lì ho capito che non c’era più rimedio.» Guardai Thomas. Era preoccupato e continuava a toccare l’avambraccio. Sapevo cosa c’era sotto la manica leggera della maglia. Rebecca afferrò la mano del ragazzo e tirò su la manica per vedere l’entità del danno. «C’è odore di sangue in tutta casa. Credevi non me ne sarei accorta?» Sgranò gli occhi. Mi ero accanita su di lui e dopo aver provato a fermarmi, aveva rinunciato. Era rimasto seduto a guardarmi con compassione mente facevo scempio del suo braccio. «Ho conservato tutti gli incantesimi della strega che ti ha cancellato la memoria.» Ricordai il tappeto rosso e oro. «Abbiamo manipolato i tuoi ricordi circa ogni dieci anni. Non puoi immaginare che fatica trovarti una nuova famiglia ogni volta.» Ridacchiò, ma non era allegra. Sembrava triste e preoccupata.
«Perché ricomincia ogni volta?» Chiesi con una punta di isteria nella voce. «Perché la tua strega non mi ha mai fatto un incantesimo che eliminasse definitivamente questa bestia?» Indicai me stessa. Avevo le unghie conficcate nel petto.
«Perché eliminare quella bestia, come la chiami tu, equivale a farti morire. È troppo radicata dentro di te.» Sembrava, pentita. Pentita di cosa però?
«Se non avessi mai dato alla luce questo abominio il problema non si sarebbe mai creato.» Disse la strega sfogliando convulsamente gli appunti trascritti da mia madre. «I vampiri non devono mescolarsi con gli umani.» Rebecca la fulminò con lo sguardo.
«Io amo Jared e amo ancora di più mia figlia.» Afferrò la ragazza per la maglietta e la sollevò. «I vampiri non sono solo dei succhiasangue. Abbiamo un cuore e dei sentimenti e tu stai ferendo i sentimenti di una madre, non so quanto ti convenga.» Sorrisi appena. Mia madre era sempre rimasta vicino a me. Anche se non ricordavo nulla di lei ogni volta c’era, sotto le vesti di una domestica, una passante, una negoziante che vedevo tutti i giorni. Era sempre accanto a me quando mi serviva.
«Mamma.» Si voltò con un tenero sorriso. Era così tanto che non la chiamavo così, che persino io rimasi sorpresa del calore che quella semplice parola mi aveva provocato.
«So di una strega che fa al caso vostro.» Ci girammo all’unisono verso di lei. «Non vive molto lontano da qui. Potrei accompagnarvi.» Fissò il suo sguardo dritto nel mio. Quella ragazza era inquietante, alcun tipo di emozione attraversava mai i suoi occhi.
Il mio stomaco si strinse all’improvviso. Iniziò a brontolare per la fame.
«Non di nuovo.» Sbraitò Thomas. Ero a disagio e spaventata. «Resisti.» Mi prese il viso tra le mani, accarezzando la pelle con il pollice.
«Non ci riesco.» Dissi a denti stretti. Stavo lottando con tutte le mie forze, ma sentivo la belva che si artigliava alle mie viscere aspettando il momento giusto per uscire.
«Piccola guardami.» Non volevo che succedesse di nuovo.
«Sai fare quell’incantesimo?» Era a voce di Julia, l’amica di Thomas. Anche lei sembrava allarmata.
«Avete paura dei mezzosangue?» Chiese. Sapevo che stava sorridendo ironicamente. «I mezzosangue sono mostri a metà tra due mondi. Non sono umani, non sono vampiri, sono solo abomini.»
«Io non sono un abominio.» Urlai scandendo parola per parola. Mi liberai dalle mani di Thomas e raggiunsi la strega con una velocità spaventosa. La mia mente si annebbiò all’improvviso.
Battei le palpebre più volte prima di rendermi conto di essermi accanita contro la spalla di qualcuno. Conoscevo quell’odore e quel sapore. Mi allontanai disgustata. Mia madre era seduta a terra, la cassettiera era rovesciata sul pavimento accanto a lei. Che avevo fatto? Guardai Thomas era pallido.
«Io… Scusa.» Piagnucolai.
«Tranquilla ho solo bisogno di andare a caccia.» Sorrise. Mi vergognavo di quello che ero, di quello che facevo. Soprattutto di quello che avevo fatto all’uomo che amavo. Volevo stare sola. Corsi in bagno e mi chiusi lì a chiave. Sicuramente non avrei creato nessun problema stando lì. Mi accoccolai nella vasca concentrando la mia attenzione su quel che era successo in quella stanza. Più ci pensavo però e più mi sentivo male all’idea di averlo attaccato due volte.
«Piccola posso entrare?» Non fare così ti prego. Pensai mentre trattenevo le lacrime.
«No.» Singhiozzai. «Va a caccia per favore.» Volevo che stesse meglio.
«Andrò quando sarò sicuro che tu stia bene.»
«Sto bene.» Sospirò.
«Ti giuro che tornerò presto. Tua madre e la strega resteranno qui.»
«Ho un nome.» Sbraitò lei.
«Non mi interessa.» Tagliò corto Thomas. «A dopo piccola.» Lo stomaco si contorse ancora. Dovevo mangiare. Dovevo nutrirmi.  
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Shiver414