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Autore: Bijouttina    21/08/2014    9 recensioni
«Sei tu che devi decidere cosa fare della tua vita. Io sono sicura di amarti, e tu?».
Non dice niente. Ho voluto metterlo alla prova, sinceramente non speravo in una sua risposta.
«Ci tieni almeno a me?», chiedo cercando il suo sguardo.
«Tantissimo.», finalmente mi risponde.
«Ti va di fare un patto?», domando mettendogli una mano tra i capelli.
Annuisce.
«Corteggiami come avevi promesso di fare. Dimostrami che tieni davvero a noi due insieme. Non verrò a letto con te finché non riuscirai a dirmelo.», gli propongo.
«Dirti cosa?», chiede confuso.
«Che mi ami.», affermo con decisione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Amore sei pronta?».
Sto cercando di infilarmi nel mio vestitino preferito, ma rimango incastrata con un braccio. Lotto con tutte le mie forze e riesco nel mio intento, almeno in parte: la stoffa rimane bloccata sul mio seno abbondante.
«Amore...».
Nicholas appare sulla porta della nostra stanza, mi osserva con espressione divertita e poi scoppia a ridere.
«Non c'è niente di divertente.», brontolo risentita.
«Devi smetterla di provarci tutte le volte, non ti va più bene questo vestito. Mettiti il cuore in pace.».
Mi raggiunge e me lo sfila dalla testa, lanciandolo sopra il letto. Si abbassa all'altezza del mio ventre, lo tiene con entrambe le mani e sospira.
«Piccolina, devi dire alla tua meravigliosa mamma che quel vestito lo potrà rivedere fra qualche mese. Non ha ancora capito che tu devi crescere e che per farlo la sua pancia diventerà grossa come una mongolfiera.».
«Hey! Screanzato che non sei altro.», lo colpisco amorevolmente sulla testa.
Lui mi sorride e continua il suo discorso con nostra figlia.
«Non accetta la realtà, non farci caso. Volevo ricordarti che il tuo papà ti ama già tantissimo e che non vede l'ora di stringerti fra le sue braccia.».
Bacia il mio ventre con dolcezza e si rimette in piedi, posa le mani sui miei fianchi attirandomi a sé, gli allaccio le braccia intorno al collo.
«Sei ancora più bella da quando sei incinta, te l'ho mai detto?».
«Ogni giorno.», rispondo posando le mie labbra sulle sue.
«Forse non è abbastanza. Sei bellissima, amore mio.», mormora un attimo prima di approfondire il bacio togliendomi il respiro. «Ti amo da morire e non vedo l'ora che tu diventi mia moglie.».
Ebbene sì, Nicholas mi ha chiesto di sposarlo e fra una settimana esatta coroneremo il nostro sogno d'amore. È passato un anno dalla sua dichiarazione a Livorno, un anno meraviglioso in cui sono successe moltissime cose.
Durante un weekend romantico, esattamente cinque mesi fa, è accaduto l'inimmaginabile: il frutto del nostro amore sta crescendo dentro di me. Abbiamo scoperto solo due giorni fa che sarà una bambina e Nicholas è al settimo cielo. Ha già cominciato a comprarle moltissime cose e le parla in continuazione. È cambiato radicalmente in questi dodici mesi, non ha più paura di amare e mi ha reso la donna più felice al mondo. Il nostro rapporto è cresciuto giorno dopo giorno, consolidandosi sempre di più.
Due mesi fa mi ha portato nuovamente a Livorno, avevamo bisogno di un po' di tranquillità, dopo un periodo convulso al lavoro. Il supermercato di Nicholas aveva avuto qualche difficoltà economica, è riuscito a gestirla divinamente, ma il livello di stress era piuttosto elevato. Aveva paura che ne risentisse anche la nostra bambina, così siamo andati via per qualche giorno. Eravamo affacciati sulla terrazza a osservare le onde che infrangevano sugli scogli, quando mi chiese di sposarlo. Non potevo credere alle mie orecchie. La mia espressione sbalordita lo fece sorridere, estrasse una scatolina rossa dalla tasca dei suoi pantaloni. Si era perfino inginocchiato, come nei migliori film romantici, mi fece la proposta e io scoppiai a piangere come una fontana. Gli ormoni mi avevano reso iper sensibile, non era colpa mia. La gente che passava di là in quel momento ci guardava come se fossimo impazziti. Nicholas non sapeva se unirsi al mio pianto, non gli davo alcuna risposta e lui stava andando nel panico. Gli ho fatto perdere dieci anni di vita quel giorno. Quando il mio cervello riprese a funzionare, m'inginocchiai davanti a lui e lo abbracciai. Lo baciai con irruenza fino a farlo cadere all'indietro, l'anello si sfilò dalla scatolina e rotolò fino al bordo della terrazza, per poco non cadde in mare. Lo raccolse con mano tremante e me lo infilò al dito, non l'ho più tolto da allora.
«Dovrai resistere solo una settimana.», gli ricordo appoggiando il viso sul suo petto. Lui mi avvolge in un abbraccio e mi stringe forte a sé.
«Questi sette giorni saranno i più lunghi di tutta la mia vita, non passeranno mai troppo in fretta.», mi fa notare.
«Amore, ricordi quando non volevi nemmeno dirmi che mi amavi?», lo stuzzico con il sorriso sulle labbra.
«Sei crudele. Sai benissimo che quel periodo è stato il più brutto della mia vita e continui a rinfacciarmelo, anche dopo un anno.», piagnucola sollevandomi il mento con due dita in modo tale che possa guardarlo negli occhi.
«Non hai ancora espiato tutte le tue colpe.», affermo arricciando le labbra.
«Perché non riesco a offendermi con te?», un sorriso bellissimo appare sul suo viso.
«Perché sai che sono io a comandare qui a casa e non ti conviene metterti contro di me.», rispondo stringendomi nelle spalle.
«Oh sì, hai ragione. Amore della mia vita tu avrai sempre ragione.».
Le sue labbra si posano nuovamente sulle mie.
«Ruffiano.», mugugno schiudendole e lasciando che approfondisca il bacio. «Ti amo.».
«Ti amo Emma.», sussurra senza smettere di baciarmi.
Un'ora dopo sono davvero pronta per uscire, abbiamo perso un po' di tempo a coccolarci e ad amarci, sono cose importanti, mai da rimandare. Mi prende per mano e mi aiuta a salire sulla nostra macchina nuova di zecca. Finiremo di pagarla quando nostra figlia avrà già quasi quattro anni, ma non fa niente.
«Ora siamo in mega ritardo per colpa tua e del tuo dannato vestito. Che scusa inventerai? È un giorno importante per lui e noi siamo ancora per strada.».
«Sono una donna incinta, non ho bisogno di inventarmi scuse.», gli faccio notare con una smorfia.
Nicholas scoppia a ridere.
«Beh, una cosa è certa, Mattia ti perdonerebbe qualsiasi cosa.».
«A parte il fatto di aver scelto te.», borbotto.
«Amore, sbaglio o lui non sarebbe mai stato una scelta in ogni caso? Ne abbiamo parlato molto volte, ma questa cosa mi provoca sempre un po' di ansia. Non hai intenzione di abbandonarmi sull'altare, vero?», chiede guardandomi di sottecchi.
«Nah, non sull'altare, al massimo fuori dalla chiesa.», lo prendo in giro, mordendomi l'interno della guancia per non ridere.
«Potrei decidere di abbandonarti lungo la strada.», commenta lui fingendosi offeso.
«Fai come credi, tanto la libreria è lì dietro l'angolo, non devo camminare molto.», scrollo le spalle con aria noncurante.
«Stasera mi vendicherò, è una promessa.», brontola con il sorriso sulle labbra.
«Sto tremando dalla paura.».
Parcheggia la macchina davanti al supermercato e mi aiuta a scendere.
«Sai una cosa? Dì pure tutto quello che vuoi, non importa, ti amo lo stesso.».
Mi stringe a sé e mi bacia sulle labbra, a lungo. Adoro quando dice di amarmi e lo fa molte volte al giorno, rendendomi sempre immensamente felice. Non avrei mai creduto di poterlo essere così tanto, come non avrei mai creduto di poter essere così emozionata all'idea di diventare madre. Abbiamo parlato spesso dei nomi che potremmo dare alla nostra bambina, ma non abbiamo ancora preso una decisione.
«Samantha.», esclamo a un tratto, come colta da un'illuminazione divina.
«Come, scusa?», chiede Nicholas in evidente stato confusionale.
«Nostra figlia potrebbe chiamarsi Samantha.», gli spiego.
«Samantha.», ripete pensieroso. «Mi piace molto.».
Si abbassa con il viso sul mio ventre.
«Samantha, è il tuo papà che ti parla. La tua mamma ed io ti abbiamo trovato un nome. Sono così felice piccolina mia. Ti amo tanto.».
Posso dire con certezza che ha gradito il nome che ho scelto, questo mi rallegra non poco.
«Continuiamo la tradizione con i nomi con la h.», commento con un sorriso.
«Mi sembra perfetto. Dopo Samantha mi piacerebbe avere un maschietto. Che ne pensi di Thomas?», propone prendendomi per mano e incamminandoci verso la libreria.
«Penso che sia un nome stupendo. Hai già deciso di volere un altro figlio?», chiedo inarcando un sopracciglio.
«Solo se anche tu lo vorrai amore mio.», risponde baciandomi la tempia.
Abbiamo molto tempo per pensarci, prima deve nascere questa principessina, poi vedremo. Non so ancora se vorrei ripetere l'esperienza, anche se questa gravidanza non mi sta causando alcun problema, mi sento benissimo.
Il negozio di Enrico pullula di gente. Mattia ha scelto nuovamente la sua libreria per promuovere l'uscita del suo nuovo libro, dice che gli ha portato fortuna e non voleva rischiare cambiando. Nicholas ha detto subito che era soltanto una scusa per potermi avere vicino, lui non mi ha mai dimenticato.
«Wow! Non ho mai visto tanta gente qui dentro in tutta la mia vita.», esclama il mio uomo, cercando di farsi largo tra la folla e aprirmi un varco.
Jessica ci nota, alza la mano per salutarci e ci fa segno di raggiungerla.
«Emma!», mi butta le braccia al collo e mi bacia la guancia. «Finalmente sei arrivata!».
«Che succede?», domando aggrottando la fronte.
«Mattia è nel panico. Non vuole uscire finché non ti ha visto.», scrolla le spalle sconsolata.
Scuoto la testa e sospiro, peggio di avere a che fare con dei bambini. Nicholas mi dà il consenso con lo sguardo, sa benissimo che non rischia assolutamente niente se passo del tempo con il mio ex. Busso alla porta dell'ufficio prima di entrare.
«Posso?», mi annuncio a bassa voce.
Una mano afferra la mia e mi trascina in fondo alla stanza, mi avvolge in un abbraccio, affondando il naso tra i miei capelli.
«Come sono felice che tu sia qui piccola.», sussurra stringendomi ancora più forte a sé.
«Mattia, mi manca il respiro.», brontolo annaspando.
Mi libera da quella morsa, ma non lascia andare la mia mano.
«Scusami, ti ho fatto male?», osserva il mio ventre con un'espressione strana in volto.
«Tranquillo, non mi hai fatto niente.», lo rassicuro, sfilando la mano dalla sua e andandomi a sedere sulla sedia girevole.
«Sai Emma, non passa giorno in cui io non mi penta di come è andata la nostra relazione.», comincia camminando nervosamente avanti e indietro. «Lo ammetto, sono geloso e invidio maledettamente Nicholas. Lui ha tutto quello che ho sempre desiderato e che ancora desidero, non lo nego. Il bambino che sta crescendo dentro di te poteva essere nostro.».
«Mattia, ti prego.», lo supplico debolmente.
S'inginocchia davanti a me e mi prende entrambe le mani.
«Ho provato in ogni modo a dimenticarti, ma proprio non ce la faccio.», mi sfiora il viso con due dita. «Dio, come sei bella.».
«Devi lasciarmi perdere, lo dico per il tuo bene. Non mi fa piacere sapere che tu stai soffrendo a causa mia. Io amo Nicholas, avremo una bambina e sabato prossimo ci sposeremo. Ti prego Mattia, guarda avanti, fatti una vita. Vorrei che anche tu fossi felice come lo sono io in questo momento.».
Gli prendo il viso tra le mani e lo obbligo a guardarmi negli occhi.
«Una bambina?», ripete in un sussurro. «Avrei tanto voluto avere una bambina.».
«Che cosa devo fare con te?», chiudo gli occhi e sospiro.
«Emma, non posso fare finta di niente, non posso fingere di non amarti. Non ci riesco, è impossibile.», piagnucola.
«Ascoltami, tu hai avuto un ruolo importante nella mia vita. Ti ho amato molto e lo sai, ma non era destino che noi due stessimo insieme, se lo fosse stato, a quest'ora saremmo sposati...».
«E la figlia che aspetti sarebbe stata il frutto del nostro amore.», conclude lui la frase.
Lo bacio sulla guancia e cerco di sorridergli.
«Mi dispiace Mattia, mi dispiace davvero. Ora, però, dovresti andare di là, lo sai, vero?».
Lui butta fuori un po' per volta l'aria che ha incamerato nelle guance e annuisce.
«Vado.», si alza e s'incammina verso la porta. Si blocca all'improvviso e mi sorride.
«Nicholas è un uomo davvero fortunato.», mi dice prima di sparire all'interno del negozio.
Mi copro il viso con le mani e sbuffo. Credevo davvero che il tempo potesse cambiare i suoi sentimenti nei miei confronti? Sono davvero una povera illusa.
«Amore stai bene?», la voce di Nicholas mi entra dritta dentro il cuore.
Sollevo il viso e incontro i suoi occhi, si vede chiaramente che è preoccupato.
«Sì, sto bene.», lo rassicuro.
«Non è cambiato nulla, vero?», chiede abbassandosi alla mia altezza e accarezzandomi lo zigomo con il pollice. Appoggio il viso sul palmo della sua mano.
«Non hai una domanda di riserva?».
«È impossibile fare a meno di te, credimi. So come si sente, ma deve toglierti dalla testa. Sai com'è, sabato diventerai mia moglie.».
Gli allaccio le braccia intorno al collo e lo bacio sulle labbra.
«Oh sì, tua moglie.», mormoro estasiata. «Sei l'unico uomo per me, non potrei desiderare di meglio. Ti amo tantissimo.».
«Sei tutta la mia vita cucciola. Anzi, tu e Samantha siete la mia vita. Non hai la minima idea di quanto io vi ami.».
Le sue labbra si posano sulle mie e mi regala un bacio dolcissimo.
«Ora andiamo alla presentazione, prima che vengano a buttarci fuori con la forza.», mi strizza l'occhio.
Ci sistemiamo in un angolino, Nicholas avvolge il mio ventre con le braccia e posa la guancia sul mio capo. Intreccio le mie dita alle sue e chiudo gli occhi, mi sento così felice, così bene ed è tutto merito suo.
Jessica ci raggiunge e si sistema al nostro fianco, è radiosa. Mirco, il suo ragazzo, la tiene stretta a sé, come se avesse paura che possa scappare da un momento all'altro. La cotta per Mattia le è passata in fretta. Mirco fece la sua apparizione in libreria un mesetto dopo che se n'era andato. Si scontrarono davanti ai romanzi d'amore, le caddero dei libri dalle mani e lui la aiutò a raccoglierli. Fu un colpo di fulmine, anche se loro continuano a smentire. Io ho assistito alla scena, so quello che ho visto e loro due facevano scintille. Si misero insieme una settimana dopo e ora sono innamorati più che mai. Sono così teneri, e vedere Jessica serena e felice è meraviglioso.
Non ho ancora visto Davide in giro, lo cerco con lo sguardo e lo trovo vicino a Enrico. Accanto a lui c'è una ragazza bionda che non gli toglie gli occhi di dosso. Non l'avevo mai vista prima.
«Chi è la biondina accanto a tuo cugino?», chiedo a Jessica, sicuramente lei è più aggiornata di me.
«Si chiama Alessandra. Ci sta provando con lui da mesi ormai e lui non se ne rende neanche conto.», scuote la testa rassegnata.
Sappiamo tutti benissimo quanto Davide sia tontolone, ma è lampante che quella ragazza gli sta sbavando dietro. Come fa a non accorgersi del suo interessamento? Nota, però, noi che lo stiamo fissando con insistenza e si fa largo tra la folla per raggiungerci.
«Ciao ragazzi!», ci saluta con un sorriso raggiante. «Credevo non sareste più venuti.».
«È colpa di Emma, è lei che ci fa fare sempre tardi.», mi prende in giro Nicholas.
«Grazie eh!», borbotto mettendo il broncio.
«Ma lei è scusata.», viene in mio soccorso Jessica.
«Tu ed io dobbiamo fare un discorsetto.», mi rivolgo a Davide puntandogli un dito contro.
«Che cosa ho combinato questa volta?», chiede accigliato.
«Non hai combinato proprio niente! È questo il problema.», comincio guardandolo in cagnesco.
«Non capisco.», commenta grattandosi nervosamente la testa.
«C'è una ragazza piuttosto carina che ti muore dietro e tu non la degni nemmeno di uno sguardo! Ti sembra una cosa da fare?», continuo con aria minacciosa.
«Continuo a non capire.», borbotta lui agitandosi nervosamente sul posto.
«Il nome Alessandra ti dice niente?».
La sua espressione cambia all'improvviso, apre la bocca e la richiude immediatamente.
«Quindi tu ora vai lì da lei e la inviti a uscire. Anzi no, chiedile di accompagnarti al nostro matrimonio sabato.».
«Ma... ma...», balbetta.
«Niente ma, tira fuori le palle e vai da lei!», lo minaccio poco velatamente.
Farfuglia qualcosa d’incomprensibile e si allontana a testa bassa.
«Non credi di essere stata un po' troppo dura con lui?», chiede Nicholas baciandomi la testa.
«Aveva bisogno di una spintarella.», rispondo stringendomi di più a lui.
Lo osservo mentre raggiunge Alessandra, la saluta timidamente. Lei gli sorride radiosa, le sue guance si colorano di rosso. Parlano per qualche minuto e, poi, Davide torna da noi. Alessandra si porta una mano alla bocca, emozionata, e lo segue con lo sguardo per tutto il tempo.
«Allora?», lo sprono per sapere tutti i dettagli.
Davide cerca di sorridermi.
«Ha detto che le piacerebbe davvero molto venire al matrimonio con me. Ha aggiunto che non vede l'ora.», racconta saltellando nervosamente da un piede all'altro.
«Grande cugino!», esclama Jessica arruffandogli amorevolmente i capelli.
«Vedi, non ci voleva molto.», gli dico strizzandogli l'occhio.
«Grazie Emma.».
Gli scocco un bacio sulla guancia e gli sussurro: «Te lo meriti Davide.».
Nell'ultimo anno è stato davvero un amico, mi è stato molto vicino e mi ha aiutato molto al lavoro, soprattutto da quando ha saputo che sono incinta. Non ci ha più provato con me, si è messo il cuore in pace, al contrario di Mattia, e gli devo molto. Merita di essere felice, è un uomo meraviglioso.
Non siamo rimasti fino alla fine della presentazione, cominciava a mancarmi l'aria in mezzo a tutta quella gente ed ero piuttosto stanca. Nicholas mi ha riportato a casa immediatamente e mi ha riempito di attenzioni come sempre. Non riesco proprio a immaginarmi senza di lui nella mia vita.

Sono seduta davanti allo specchio da un'ora, sto iperventilando. Non ho mai sofferto di nausee da quando aspetto Samantha, ma stamattina è diverso. Sono nervosa, emozionata, agitata: sto per sposare l'uomo che amo!
«Respira a fondo piccola mia, respira a fondo.».
Mia madre è isterica almeno quanto me, cerca di nasconderlo, ma non ci riesce fino in fondo. Jessica mi sistema il velo e mi sorride felice attraverso lo specchio.
«Sei splendida Emma. Stai tranquilla, andrà tutto bene.», mi rassicura.
Prendo dei respiri profondi e mi alzo dalla sedia. Mia madre si porta le mani alla bocca e scoppia in lacrime.
«Sei bellissima bambina mia.», riesce a dire tra i singhiozzi.
«Oh mamma.», esclamo abbracciandola.
«Scusami, sono solo emozionata. La mia piccola Emma si sposa e sta per diventare mamma. Sono tanto felice.». Ricomincia a piangere come una fontana.
Mio padre arriva in mio soccorso e la trascina fuori dalla stanza; oggi sembra lei in piena crisi ormonale.
«Toc, toc.».
Mi giro verso la porta e la testa di Marco fa capolino.
«È possibile salutare la sposa?», chiede emozionato.
«Fratellone!», esclamo andando verso di lui.
Mi raggiunge e gli butto le braccia al collo.
«Fatti guardare sorellina.», mi prende le mani e si allontana quel poco che basta per potermi guardare negli occhi.
«Sei un incanto. Nicholas è un uomo molto fortunato. Sono felice che abbia finalmente messo la testa a posto. Non avrei voluto doverlo picchiare.», afferma con un sorriso sghembo. «Sei pronta?».
«Sono pronta.», confermo decisa.
Mio padre appare accanto a noi nella stanza e mi accarezza il braccio.
«È ora di andare frittellina.».
Mi aggrappo a lui e raggiungiamo la macchina noleggiata per l'occasione; ho qualche difficoltà a entrare con questo vestito ingombrante, ma alla fine vinco io.
«Sei nervosa?», chiede agitandosi sul posto.
«Quasi quanto te.», rispondo con un sorriso.
«Si vede tanto?», sbuffa.
Annuisco.
«Solo un pochino papi. Possiamo farcela.», gli stringo il ginocchio per rassicurarlo.
Rimaniamo in silenzio per tutto il resto del breve percorso fino alla chiesa, comincio a prendere dei respiri profondi appena la macchina si ferma. Mi aiutano a scendere, e Jessica mi sistema il vestito, è stata bravissima a gestirmi in questi ultimi mesi, senza il suo aiuto non ce l'avrei mai fatta.

Ho ricordi vaghi della cerimonia in chiesa, l'ansia ha avuto il sopravvento, mi sembrava di vivere tutto dentro a un sogno, un sogno bellissimo. Ricordo l'espressione meravigliata di Nicholas quando mi sono fermata accanto a lui sull'altare, il suo sussurrarmi quanto fossi stupenda. Ricordo lo scambio delle promesse e degli anelli, con le mani che tremavano visibilmente. Ricordo il nostro primo bacio come marito e moglie. Moglie. Ho sposato l'amore della mia vita e mi sembra di toccare il cielo con un dito.
Sono stretta fra le sue braccia e osservo gli invitati che si divertono: è un giorno felice e tutto è semplicemente perfetto. I miei genitori chiacchierano serenamente con quelli di Nicholas; Jessica tuba con Mirco, continuo a credere che siano perfetti insieme; Davide ascolta attentamente quello che Alessandra gli sta raccontando, le occhiate che le lancia sono eloquenti, anche Davide è interessato a lei, ne sono certa. Marco sta facendo ballare le mie due nipotine, una scena meravigliosa; sua moglie Paola scatta foto su foto di quel momento. Vorrei che la nostra famiglia possa essere serena come la loro, li ho sempre ammirati.
Manca solo Mattia all'appello, non so nemmeno se si sia presentato alla cerimonia in chiesa. Non ha preso bene il mio matrimonio con Nicholas e non lo biasimo. Avrei voluto ci fosse anche lui, avrei voluto che potesse essere felice per me, ma non riesco a essere arrabbiata con lui, non posso esserlo. Rispetto la sua scelta.
«Stai bene amore mio?», chiede Nicholas, posando la sua fronte sulla mia.
«Non sono mai stata meglio di così.», rispondo sfiorandogli le labbra con le mie.
«Non posso credere che tu sia mia moglie, la mia bellissima, meravigliosa, stupenda moglie.».
«Che sta lievitando come un pallone.», aggiungo mettendo il broncio.
«Stai lievitando per un buon motivo cucciola.», mi fa notare. «E poi sei fantastica, adoro toccare un po' di ciccia.».
«Ti piace la mia ciccia?», domando inarcando un sopracciglio.
«Non mi piace, amo la tua ciccia. Sei così burrosa da quando sei incinta, così sexy, così... Oddio, non farmici pensare o ti porto via dalla nostra festa.», mi bacia con fervore come se ci fossimo solo noi due in questa grande sala.
«Se scappassimo, dici che se ne accorgerebbero?», azzardo a fior di labbra.
«Se vuoi, possiamo provarci.», afferra con decisione la mia mano e mi trascina in fondo alla sala.
Veniamo intercettati dai nostri genitori.
«Dove state andando?», chiede mia suocera con espressione preoccupata.
«Noi...», provo a dire, ma Nicholas s'intromette.
«Emma è stanca, la bambina si sta facendo sentire. Se a voi non dispiace, ce ne andremo a casa, ma voi potete continuare a divertirvi e festeggiare anche per noi.».
Il sorriso rassicurante del mio uomo incanta tutti e ci lasciano andare senza cercare ulteriori scuse.
«A quanto pare basta incolpare nostra figlia e nessuno ha da obiettare.», esclama stringendosi nelle spalle.
«Ho notato.», commento scoppiando a ridere. «Che genitori snaturati.».
«Nah, siamo solo innamorati.».
Abbandoniamo la nostra festa mano nella mano, non vedo l'ora di uscire da questo vestito, è una tortura. Una volta in casa mi faccio aiutare da Nicholas e lo appendo alla gruccia. Mi stendo sul letto mentre lui si spoglia, chiudo gli occhi due minuti, solo due minuti. Si sistema accanto a me, posa una mano sul mio fianco e mi attira a sé. Accarezza dolcemente il mio ventre, mi bacia la spalla nuda.
«Amore mio, mi hai reso un uomo migliore. Ti amo più di ogni cosa al mondo, amo nostra figlia immensamente, sono felice. Sono stato fortunato ad averti incontrato quel giorno al supermercato, innamorarmi di te è stata la cosa più bella potesse mai accadermi, sposarti è stata la realizzazione di un sogno, la nostra bambina è il frutto del nostro immenso amore. La mia vita è perfetta da quando ci sei tu amore mio.».
Le lacrime scendono senza controllo sul mio viso, mi giro verso di lui.
«Oh Nicholas, ti amo da morire.», mi fiondo sulle sue labbra e lo bacio con ardore fino a togliergli il respiro.
Non so come andranno le cose da qui in poi, ma sono certa che noi due insieme possiamo superare qualsiasi ostacolo con il nostro amore. 

*** Nota dell'autrice***
Questo capitolo non era previsto, ho pensato di farvi questo regalo perché in molte volevano sapere che cosa fosse successo dopo la dichiarazione di Nicholas a Livorno. Spero sia un epilogo gradito a tutte voi. Ringrazio immensamente ancora una volta chi ha seguito e apprezzato questa storia, vi devo molto.
A martedì per  una nuova avventura, se avete voglia di affrontarla insieme a me :)


Un grazie infinito a Maty and Clarity Fan Graphic per il banner che adoro e creato a tempo di record, come sempre :**

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