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Autore: cherubina    21/08/2014    1 recensioni
Dietro ad ogni uomo c'è una grande donna. Donne passate alla storia o rimaste nell'ombra. Donne che hanno contribuito a creare un pezzetto d'America
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Indipendenza americana, Il Novecento
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ELEANOR

1921

Ribellarsi, finalmente.

Non essere più sottomessa alle decisioni di Sara: c'è voluto un evento drammatico per far spiccare la personalità di Eleanor, per imporsi a quella suocera invadente che, per troppo tempo, ha comandato nella sua famiglia.

La poliomielite e Franklin paralizzato alle gambe. Per sempre.

Sara, la madre che stravede per il suo unico figlio; che si è opposta strenuamente al matrimonio tra i due giovani, considerando Eleanor timida, insignificante e poco esperta della vita; invita ora il figlio a ritirarsi dalla scena politica e a rassegnarsi al suo destino.

Eleanor dice no.

Eleanor che, inspiegabilmente, ha lasciato che Sara dominasse completamente il primo periodo della sua vita coniugale: è stata la suocera a scegliere la casa degli sposi, poco distante dalla sua, e ad arredarla secondo il suo gusto personale.

Eleanor che, poco tempo fa, minacciò addirittura di chiedere il divorzio se Franklin non avesse troncato immediatamente la relazione con Lucy Mercer, la sua segretaria.

Eleanor, la timida e impacciata bambina affamata d'affetto e d'amore, tirata su da nonna Mary; ormai è diventata una donna con una grande sensibilità per i diseredati di ogni razza, credo e nazione.

Eleanor convince il marito ad andare avanti, a non arrendersi: sarà le sue gambe e le sue orecchie.

E, nel suo ruolo di first lady, sosterrà e promuoverà il New Deal le scelte e le linee politiche del marito.

Trasformerà il ruolo della first lady: viaggerà in ogni parte del Paese, anche all'estero senza il Presidente, terrà conferenze stampa e conferenze in trasmissioni radiofoniche, esprimerà, candidamente, le proprie opinioni in una colonna del My Day.

Franklin, che quando la condusse all'altare il giorno di San Patrizio del 1905, sperava di aver trovato in Eleanor una "mosca bianca" che non lo avrebbe mai tradito e che gli avrebbe perdonato i suoi tradimenti, si accorgerà presto di aver avuto molto di più.

Eleanor, la saggista, la filantropa, la femminista, si ritroverà ad essere First Lady di un America in crisi, sul ciglio della depressione. E saprà essere in sintonia con gli americani colpiti dalla crisi, impegnandosi in prima persona nelle attività di rilancio dell'economia.

Eleanor che non permetterà più a nessuno di dominarla, sarà first lady durante la Grande Depressione e durante la Seconda Guerra Mondiale.

Quando gli USA entreranno in guerra, affronterà molti viaggi al fronte per supportare le attività della Croce Rossa e per tenere alto il morale delle truppe.

Assieme a Fiorello La Guardia, sindaco di New York, dirigerà un comitato nazionale di difesa civile e visiterà i centri civili e militari in segno di sostegno morale ai combattenti.

Nel 1943, insieme a Wendell Wilkie e ad altri esponenti americani, getterà le basi per la costruzione della Freedom House , un istituto di ricerca per la promozione della pace e della democrazia nel mondo. Eleanor riuscirà a raccogliere fondi attraverso la pubblicità e grazie al Pan American Coffee Bureau arriverà ad incassare mille dollari a settimana.

Eleanor, sostenitrice anche dei diritti delle donne e degli afro-americani, non permetterà mai che i dispiaceri della vita familiare intralcino l'impegno che lei e Franklin hanno preso verso il paese. Anche se le loro amicizie e le loro vite si faranno sempre più distanti, i Roosevelt sopporteranno, rimarranno uniti come soci con un passato insieme alle spalle, continueranno a dividere gli stessi interessi valori e faranno di tutto per tenere unita la famiglia, nonostante i matrimoni e i divorzi dei loro figli.

"È finita!"

Dirà Eleanor nel 1945 alla morte di Franklin. Tornerà a vivere nella proprietà di Hyde Park per godere di quella privacy che le è mancata per troppo tempo.

Eppure la first lady venerata dall'America non poteva lasciare la scena con quella frase sibillina, che sapeva quasi di resa.

Il presidente Truman le chiederà di diventare rappresentante dei Diritti Umani e quando, nel gennaio del 1948, la Dichiarazione sarà approvata quasi all'unanimità dall'Assemblea delle Nazioni Unite per Eleanor sarà il coronamento di un lungo e faticoso impegno politico cominciato negli anni venti.

Viaggerà ancora in paesi stranieri, anche in Unione Sovietica, e sarà d'ispirazione per molti quella bimbetta impacciata capace di diventare l'icona di un epoca. First lady of the World.

  
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