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Autore: NiNieL82    21/08/2014    3 recensioni
Edith ha lasciato Kendal per tornare a Londra. Lo ha fatto per Ella e Dave, suoi figli; lo ha fatto perché ha capito di non poter scappare per sempre dalla decisione più importante della sua vita: decidere se stare con Orlando Bloom, padre dei suoi figli e fresco di divorzio da Miranda Kerr, oppure tornare ad essere la moglie di Jude Law, che ha sposato un anno prima.
In un susseguirsi di vicende e di emozioni, la vita e la via che Edith deve seguire si spiana lentamente davanti ai suoi piedi, mettendola come sempre alla prova, alle volte confondendola.
Chi sceglierà Edith? A chi darà il suo cuore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 4: Si riparte da zero .


Ciao Edith!”

Sentendo quella voce, la schiena di Edith si drizzò come se qualcuno le avesse lanciato addosso una secchiata di acqua ghiacciata.

Uscì dalla porta che aveva appena valicato quando aveva sentito la voce in questione e si voltò nella sua direzione. Venne travolta dagli occhi marroni di Orlando che la guardavano seri, quasi con rimprovero. Rimprovero che tra l'altro Edith non riusciva a tollerare dal momento che, come sempre quando si trattava di scelte fatte dal suo ex, Orlando le si era presentato davanti senza nemmeno avvisarla del suo arrivo.

Ma lui non è...” disse Gerard sottovoce.

Edith annuì e sospirando, senza riuscire mai di smettere di guardare Orlando, rispose:

Mi sa che dovremo rimandare...” e sorridendo, aggiunse, voltandosi verso Gerard: “Ci vediamo domani!”

Gerard annuì comprensivo e poggiando una mano sulla spalla di Edith si allontanò, dirigendosi verso la mensa.

Edith sospirò e mettendosi davanti ad Orlando, con le braccia incrociate, gli disse:

Mi fa piacere che tu abbia deciso di venire a trovarmi senza nemmeno avvisarmi!”

Era una sorpresa!” borbottò Orlando senza lasciare la sua espressione ferita e per niente felice.

Edith sollevò gli occhi al cielo e lasciando cadere le braccia sui fianchi, sorridendo sarcastica, rispose:

Una sorpresa! Ma come ho potuto essere così stupida. Certo che è una sorpresa, Ob, dato che so che in questo momento stai lavorando in Nuova Zelanda e invece ti trovo nell'ostello poco lontano dal punto in cui lavoro io!”

Orlando aggrottò la fronte e spalancò la bocca in una perfetta O di sorpresa, non sapendo cosa rispondere ad Edith che, non vedendo alcuna reazione da parte dell'attore, aggiunse:

E cosa sei venuto a fare in questo posto dimenticato da Dio, Ob? Sei venuto a dirmi per quale assurdo motivo hai avuto la folgorante idea di dire quello che hai detto ai giornalisti facendomi vivere da assediata in casa?”

Assediata in casa?” chiese Orlando che non riusciva a capire quale nesso poteva esserci con il discorso che avevano appena iniziato.

Sì! Caro il mio Orlando Bloom. Io e tuoi figli siamo stati costretti a dover sopportare ogni santo giorno, ogni sacrosanta volta che mettevano il naso fuori di casa, l'assalto incontrollato di orde di paparazzi che hanno fatto di tutto per avere una nostra foto, persino molestare tua figlia!”

Gli occhi di Orlando si sbarrarono. Quello era davvero troppo. Si sollevò di scatto e si guardò intorno. Stranamente, nel salottino d'attesa all'interno del piccolo albergo, si era formata una piccola folla che, fingendosi disinvoltura, ascoltava di nascosto lui ed Edith parlare.

Senza pensarci prese le rose e prendendo Edith per un gomito, la spinse dentro e tra i denti, disse:

Adesso noi due parliamo. Una volta per tutte!” e sparì dentro il piccolo ascensore che salì sferragliando verso l'ultimo piano.


Edith aprì la porta e Orlando, che la seguiva nero come il mare in tempesta, entrando la chiuse sbattendola con fragore.

La giornalista sobbalzò stupita dallo scatto d'ira del ragazzo e voltandosi, riducendo gli occhi a due piccole fessure, disse:

No! Fai pure come se fossi a casa tua?”

Cosa c'è con Butler?” chiese Orlando sempre più fuori di sé.

Edith sollevò entrambe le sopracciglia e ridendo divertita, replicò:

Scusa? Non ho capito bene la tua domanda!”

Orlando sospirò frustrato e avvicinandosi pericolosamente domandò ancora:

Cosa c'è tra te e Butler!”

Forse fu la vicinanza o gli ormoni che rimbalzavano per tutta la stanza, o meglio la lunga astinenza sessuale, Edith trattenne il respiro intimorita, eccitata e attratta dalla vicinanza di Orlando e dalla sua aggressività come mai era stata in quegli ultimi mesi. Chiuse gli occhi cercando di riprendere la calma e allontanandosi, mettendo una mano sulla fronte, rispose:

Tu pensi che io sia così stupida da mettere in mezzo a questo triangolo un altro uomo?”

Orlando la guardò sollevando un sopracciglio, rispondendo silenziosamente alla domanda della donna. Edith di tutta risposta, lasciando il turbinio di emozioni che l'aveva stravolta e guardando Orlando fisso negli occhi, ferita disse:

Tu pensi che io, dopo aver avuto due bambini da te e aver sposato Jude possa davvero trascinare un altro uomo in questa terribile situazione? Ma sai cosa significa per me sapere che un giorno dovrò scegliere tra te e Jude? Sai cosa significa avervi sul collo che non fate altro che ricordarmelo? Per non parlare delle vostre fidanzate, scopamiche ed ex mogli o presunte tali, che non fanno altro che rincarare la dose...” e allontanandosi un po' da Orlando più per mettere a tacere quel turbinio di emozioni che provava guardandolo che altro, si avvicinò alla finestra, fissando il panorama che selvaggio si stendeva di fronte a lei. E pensare che fino a pochi minuti prima era con Gerard a parlare, dopo essersi scusata, di quello che piaceva ad entrambi e e su quello che volevano fare una volta finito il progetto in Scozia.

Orlando sospirò. Edith non poteva vederlo ma riusciva ad immaginare i suoi movimenti: si guardava intorno cercando un appiglio, quasi che i mobili potessero consigliargli cosa dire, poi con passo lento si metteva a sedere sul letto -e il cigolio delle molle ne fu la prova più evidente- e si prendeva la testa tra le mani, cercando di capire cosa avesse sbagliato.

Lo conosceva così bene che sapeva era completamente impossibile sbagliare ogni singola mossa che lui faceva. Sorrise dolcemente e senza smettere di guardare fuori dalla finestra disse:

Non c'è niente tra me e Gerard. E ti dico di più... Fino a questa mattina non facevamo altro che litigare...”

Orlando sollevò la testa di scatto e ammise:

Scusa ma sentirti dire questo non mi tranquillizza affatto. Anche quando hai conosciuto me non facevamo altro che litigare!”

Edith si voltò velocemente e guardando Orlando con tanto d'occhi, disse:

Dici sul serio?”

Si! Ti devo forse ricordare dell'intervista che mi hai fatto all'Hard Rock qualche anno fa? E di tutti gli schiaffi che ne sono seguiti dopo, prima che io e te capissimo di amarci?” replicò Orlando punto.

Edith scosse la testa, confusa dalla dichiarazione di Orlando. Amare Butler? Era assurdo anche solo pensarlo. Certo poco prima si erano chiariti e avevano fatto una bella chiacchierata, ma per lei non era successo altro. Come poteva pensare l'uomo che aveva condiviso con lei il letto per tanto tempo che potesse innamorarsi del primo arrivato solo perché non ci andava d'accordo?

Non è questo il punto!” sbottò forse un po' troppo risentita. “Come puoi pensare che possa anche solo finire tra le braccia di un altro solo ed esclusivamente perché mi comporto come mi sono comportata con te? È ridicolo!”

Orlando si mise in piedi e allargando le braccia rispose:

E perché non dovrei? Non sono stato io quello che ha cominciato una storia con un altro mentre stavamo ancora insieme!”

In un attimo tutte le sensazioni che aveva provato Edith evaporarono e lasciarono posto solo alla rabbia. Sapeva che con Orlando era così, che avrebbe litigato con lui ogni qualvolta che lui pensava di essere nel giusto, ma quella volta aveva esagerato. Darle la colpa della fine della loro relazione era davvero meschino. E avvicinandosi a lui a passo di marcia, disse:

Io ho fatto finire la nostra relazione? IO? Devo forse ricordarti che quello che si è calato per primo le brache per assenza di attenzioni sei stato tu, OB e non io? Devo forse ricordarti che venivi a letto con me ogni qualvolta non andava bene con Miranda e poi tornavi da lei come un cagnolino bastonato quando ti rendevi conto che quello che avevamo fatto era sbagliato?” e avvicinandosi ancora di più, troppo furibonda per pensare ad altro che alla sua rabbia, aggiunse: “Non sono stata solo io la causa della fine della nostra storia, Orlando. E tu lo sai! Come sai che se solo avessi avuto un po' più di palle e avessi lasciato da prima Miranda, forse -e dico forse perché i tuoi comportamenti alle volte mi hanno solo mostrato il contrario- quella mattina che sei venuto a casa mia non avrei sposato Jude...”

Lasciò quella frase in sospeso. Sapeva che se solo fosse andata un po' più avanti avrebbe preso una strada a senso unico e non sarebbe potuta tornare indietro nemmeno volendo. Eppure era vero: se quella mattina Orlando avesse detto che non gli importava nulla di Miranda, Edith avrebbe tolto il vestito da sposa e lo avrebbe seguito fino in capo al mondo. E non sarebbero stati lì a gridarsi contro, uno per rabbia, l'altro per gelosia.

Invece Orlando aveva lasciato che fosse lei a decidere, come aveva sempre fatto dopo che la loro relazione era finita, senza rendersi conto, in quel momento, che lei lo amava ancora e lo faceva in quella maniera follemente devota che si regala ad un poster, ad un amore che riconosciamo come impossibile sin dal primo giorno. Aveva lasciato che lei decidesse di sposare Jude e che quel sentimento di tenerezza che provava per l'uomo si trasformasse in uno più forte, diventando a sua volta amore.

E ora mentre lo guardava, con il fiato corto per aver parlato senza fermarsi mai una volta, sentiva tutta la rabbia di quegli ultimi mesi montare lenta dentro di lei. Se era arrivata a quella situazione la colpa non era solo sua, anche se lei per prima riconosceva di averne tanta. Se erano arrivati fin lì la colpa era anche di Orlando e continuava ad essere colpa sua se si trovava assediata dai paparazzi e se suoi figli avevano una vita stravolta dalle scelte sbagliate dei genitori.

Si allontanò di nuovo. I pensieri concupiscenti erano spariti: sopra la lunga astinenza sessuale si era messa su una rabbia cieca, piena di tutte le cose che non si erano detti e del nervosismo delle settimane successive alla geniale affermazione di Orlando via stampa su quello che provava per lei e sulla fine della relazione con Miranda. Si avvicinò alla finestra e cercando di respirare a fondo per tranquillizzarsi, mormorò:

Perché sei qui?”

Cosa?” chiese Orlando che non si aspettava quella risposta.

Edith si voltò e rimanendo vicino alla finestra, domandò ancora, con voce dura:

Perché sei qui, Orlando? Piombi sul posto in cui lavoro, sbraitando e facendomi fare la figura della stupida davanti a tutta la troupe, portandomi fiori e accusandomi di avere una tresca con uno degli attori del film. Per non parlare di quello che hai fatto prima facendomi diventare una reclusa dentro casa mia...”

Io non volevo...” la interruppe imbarazzato Orlando, ma Edith continuò, sorridendo sarcastica:

Non volevi, vero? In fondo a te tutto è permesso, non è così? Tu sei il grande attore, quello che si può permettere di essere lasciato tramite conferenza stampa da sua moglie, quello che per pura vendetta nei confronti di questa, mi mette in mezzo senza pensare cosa possa dire questo per la mia vita. Era questo che non volevi? Dimmelo perché sto cominciando a non capirci più nulla Orlando. E dimmi per favore, il motivo per cui sei qui!”

Orlando sbarrò gli occhi e si rimise a sedere nel letto prendendo di nuovo la testa tra le mani. La scosse lentamente e poi, guardando Edith, con lo stesso sguardo perso di un bambino spaventato disse:

Io non volevo. Davvero! Scusami per tutto. Scusami se sono troppo impulsivo, se ho reso la vita tua e dei nostri figli un inferno in questi ultimi mesi. Ma quello che ho detto è vero. Il rapporto tra me e Miranda era finito ancora prima che nascesse Flynn. Lei nemmeno lo voleva. Lei è una modella e con il suo corpo ci lavora. L'ho sposata di nascosto perché Robin ha voluto così e non sai nemmeno quello che è significato per me dover dire ai miei che aveva fatto tutto senza nemmeno il loro consenso, la loro presenza. Ho vissuto per un po' in questa parvenza di felicità: uniti davanti alle telecamere, facendoci a pezzi quando si chiudeva la porta di casa. Io tradivo lei, lei tradiva me...”

Uhm...” intervenne Edith scuotendo la testa e con sarcasmo aggiunse: “Anime gemelle!”

Orlando sollevò lo sguardo e la guardò contrito. Edith gli fece cenno di continuare e l'attore lo fece:

Io volevo di nuovo quella felicità che avevo con te. Volevo progettare con mia moglie un secondo figlio, ma con un angelo di Victoria Secrets è impossibile. E poi lei faceva cose stupide, che mi facevano dare di matto: ha posato nuda con il pancione, senza chiedermi nulla, ha fatto un servizio fotografico con il bambino senza di me, senza avvisarmi nemmeno quella volta. Ogni giorno era una lotta con lei. Alle volte pensavo che, beh, dovevo essere abituato dopo aver avuto te al mio fianco come amica e come compagna. Ma con te era differente. Tu non hai mai fatto nulla per ferirmi, almeno non di proposito. Lei invece lo faceva. E alle volte pensavo che lo facesse con cattiveria, che cercasse di ferirmi di proposito. Ho accettato tutto in silenzio, per il bene almeno di questo figlio che stava nascendo, per dare a lui quello che ho sempre voluto dare ad un famiglia, il giorno che ne avrei avuto una: la serenità. Con te, per colpa mia, per colpa dei nostri caratteri, non ci sono riuscito. Ma quella volta non volevo sbagliare, non volevo fallire. Poi c'è stato l''incidente. E ho scoperto che Dave non era il figlio di Jude, ma era figlio mio. L'ho detto anche a Miranda e tutto è crollato. Era come se avessi fatto un castello di sabbia e mentre ammiravo la mia opera un bambino capriccioso ci fosse passato sopra e lo avesse buttato giù. Miranda è diventata gelosa e diffidente. Non facevamo nemmeno l'amore...”

L'hai tradita?” chiese Edith che sapeva come sarebbe andata a finire quella storia perché era tale e quale a quella che lei aveva vissuto quando era nata Ella.

Orlando annuì. E tornando a guardare il pavimento, rispose:

Non c'era più nulla tra noi. E il tuo incidente le ha fatto capire che ti amavo ancora. Per lei è stato doloroso, ma lo è stato anche per me, specialmente perché ho capito che avevo fallito di nuovo e forse ti stavo per perdere per davvero, per sempre. Non ti facevi più vedere, non ti facevi più sentire. Né con me, né con Jude. Vivevo una storia che si sfaldava giorno per giorno, cercando di capire che cosa avevo perso lasciandoti andare, che cosa sarebbe potuto essere se fossi stato al tuo fianco. Poi dopo il film che hai fatto girare a me e a Jude, il lavoro è di nuovo decollato, ho ricevuto nuove offerte, stavo tornando ad essere il sex symbol di sempre...”

Perché ti ha lasciato?” domandò Edith che con passo lento si avvicinò al letto, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo contrito.

Orlando scosse la testa e mentre Edith si metteva a sedere accanto a lui, disse:

Non lo so. Non facevamo davvero più niente per nascondere i reciproci tradimenti. Forse lei ha trovato qualcuno che le piaceva davvero, forse si era solo stancata di tenere in piedi un rapporto solo di facciata. La cosa che mi da fastidio è che abbia deciso di lasciarmi per comunicato stampa. Poteva farlo faccia a faccia, sarebbe stato molto meno umiliante. Così ho cercato di farle ancora più del male e ho detto quello che pensavo. Che non l'amavo più e che per me la vera famiglia era il posto dove stavate tu e i miei tre figli...”

E perché sei venuto qua?” chiese Edith con un sospiro.

Orlando la guardò con occhi smarriti. Edith sorrise quasi intenerita da quello sguardo che conosceva bene, come tutto in quel ragazzino troppo cresciuto e passandogli una mano sui ricci domandò ancora:

Perché sei qui, Orlando?”

Orlando sospirò e chinando la testa, guardando le mani giunte che stavano sul suo grembo, disse:

Perché voglio riprovarci, Edith. Lo voglio davvero!”

Il cuore di Edith perse un battito. Sapeva che quel discorso sarebbe andato a parare lì da quando era cominciato, eppure sentir dire quelle parole la terrorizzava. Erano le stesse parole che aveva detto Jude: ripartire da zero, lasciare alle spalle quello che era stato e scegliere di ricominciare una vita o con lui o con Orlando.

Come se fosse seduta su dei carboni ardenti si alzò di scatto da letto e si mise a camminare avanti e indietro per la stanza. Come tutte le volte che doveva scegliere si sentiva braccata, le mancava il respiro. Scosse la testa e disse:

Hai un posto dove stare stanotte?”

Orlando aggrottò la fronte e replicò:

Ma Edith...”

Hai un posto dove stare per stanotte?” ripeté Edith che cominciava a perdere la pazienza.

Sì!” disse Orlando. “Qua vicino c'è un altro bed and breakfast, ho preso una camera lì prima di venire da te...”

Edith annuì e passando una mano sul viso disse:

Scusa. Ma ho bisogno di stare da sola...”

Orlando aggrottò la fronte e stava per ribattere ma Edith riuscì a parlare per prima:

Tu non capisci cosa significa per me vederti qua, che parli di relazioni che vanno a monte, di quello che può esserci ora tra di noi. Ho bisogno davvero di stare un po' da sola e cercare di metabolizzare questo discorso, di capire cosa succederà adesso, di analizzare se sono pronta a ripartire da zero. Perché mi spiace che tu abbia sofferto per la fine della tua storia con Miranda, davvero, non sono parole fatte... Ma io non sono stata meglio dopo il mio incidente. Forse tu e Jude tendete a dimenticarlo, ma purtroppo ho avuto una brutta depressione che non mi permetteva nemmeno di prendermi cura di me stessa. E prima di prendere una qualsiasi decisione devo pensare a dove questa mi può portare. E non lo dico solo perché questo potrebbe causare danni a me, ma perché non voglio che nostri figli finiscano in mezzo ai nostri casini ora che stanno cominciando a crescere e a capire. Non voglio che un giorno mi incolpino di qualche cosa che non volevo fare e che ho lasciate che accedesse solo per accontentare o te, o Jude...”

Mi stai mandando via?” chiese stupito e un po' arrabbiato Orlando.

Edith scosse la testa e replicò:

No! Ti sto solo chiedendo del tempo. Per pensare e per capire. Domani parleremo, all'ora di pranzo. In città c'è un bellissimo locale, potremmo mangiare lì, se ti va!”

Orlando sospirò e annuì, arreso. E alzandosi biascicò appena:

Allora a domani!” e senza dire altro uscì come era entrato. Sbattendo la porta dietro di sé.


Edith stava seduta dentro il piccolo hotel, guardando le fronde sbattute dal vento contro le imposte in pvc. Tutti erano rientrati e nell'albergo vicino al mare c'era solo il silenzio.

Dietro il bancone la receptionist stava navigando su internet, sorridendo di tanto in tanto per quello che leggeva sullo schermo e che Edith non poteva vedere.

In quell'unico momento di intimità con se stessa, lontana dalla camera e dal suo soffocante silenzio, Edith si stava godendo un sorso ristoratore di bourbon, cercando di trovare un bandolo in quella matassa intrecciata che era la sua esistenza.

Problemi e solo problemi. E qualche cosa le diceva che sarebbe esplosa se non avesse trovato una soluzione: Jude e il divorzio; la relazione dei suoi genitori che stava andando alla deriva e non si capiva il motivo; Orlando che si stava separando e che voleva rimettere in piedi la loro relazione con uno schiocco di dita, senza pensare alle conseguenze.

Socchiuse gli occhi e lasciò che il fischio del vento la allontanasse da quei pensieri. Ci stava riuscendo quando sentì:

Posso sedermi?”

Edith trasalì e vide, aprendo i suoi, due occhi azzurri che ricambiavano uno sguardo divertito al suo terrorizzato.

Non volevo spaventarti, scusa!” si scusò Gerard che stringeva tra le mani un bicchiere di quello che sembrava whisky.

Edith si mise a sedere meglio e Gerard, prendendo la sedia, domandò:

Posso allora?”

Edith annuì senza parlare, guardandolo sospettosa. Pace o no, c'era sempre qualche cosa in quel quell'uomo che la metteva sul chi va là. Forse era per via della sua aria sorniona, che voleva -o almeno così sembrava- nascondere la vera personalità dello scozzese.

Gerard si mise a sedere e guardando Edith con un sorriso bevve un lungo sorso del liquido ambrato che stava nel suo bicchiere di vetro spesso.

Dopo aver bevuto fece schioccare le labbra e guardandola con malcelato divertimento, disse:

Ho saputo che la lite con il tuo ammiratore segreto è stata sentita da tutto l'albergo... Bel modo per tenere la propria vita privata fuori dal lavoro, complimenti!”

Edith piegò la testa di lato, per niente divertita da quello che aveva detto l'attore e tornando a guardare fuori dalla finestra, disse:

Lui non è il mio ammiratore segreto. È Orlando, il padre dei miei due figli!”

Ah! Quello da cui stai aspettando il divorzio?” chiese Gerard fingendo interesse.

No!” rispose secca Edith. “Quello che si sta divorziando da un'altra donna...”

Gerard bevve un altro lungo sorso e lasciò tintinnare il ghiaccio all'interno del bicchiere mentre lo poggiava sul tavolo di vetro davanti a lui.

Scusa ma non riesco a raccapezzarmi in mezzo a tutti questi matrimoni, figli e divorzi!” e guardando verso il banco della reception ammise: “Non sono abituato ad avere un pubblico non pagante!” e voltandosi verso Edith propose a bassa voce, dopo averle fatto cenno di avvicinarsi: “Che ne dici se andiamo nella veranda al coperto qua dietro. Alle volte ci faccio colazione e non ci viene quasi mai nessuno!”

Edith annuì e lasciò che Gerard, che si era alzato prima di lei dalla sedia, la guidasse.

Rimase in silenzio seguendolo, guardandolo mentre camminava per un lungo corridoio fiocamente illuminato, fischiettando sommessamente.

Durante quel tragitto la frase che Gerard le aveva detto sedendosi di fronte a lei rimbombò sinistra nella sua testa, quasi come se seguissero una melodia sinistra, come il suo delle campane a morto:

Ho saputo che la lite con il tuo ammiratore segreto è stata sentita da tutto l'albergo... Bel modo per tenere la propria vita privata fuori dal lavoro, complimenti!

Scosse la testa cercando di non pensare a quello che avrebbe fatto o detto il giorno dopo a lavoro. Ronda sarebbe stata di sicuro avida di informazioni ed Edith sapeva che avrebbe dovuto ricorrere a tutta la sua diplomazia per non mandarla al diavolo. E in quel momento non sapeva nemmeno se voleva non mandarcela visto quanto poteva essere esasperante alle volte.

Per non parlare di tutte le chiacchiere che avrebbero fatto tutti alle sue spalle. Eppure avrebbe dovuto essere abituata a queste cose dal momento che ci combatteva quotidianamente da quando si era messa assieme a Brian.

Stava pensando a tutti i suoi problemi che non si accorse che Gerard si era bloccato e ci andò a sbattere contro rovinosamente; l'attore si voltò e la guardò con entrambe le sopracciglia sollevate e indicando una porta in vetro disse:

Siamo arrivati!”

Edith si guardò attorno in silenzio. Stava in quel bed and breakfast da ormai una settimana e non aveva mai visto quella piccola veranda. In realtà era un pezzo di giardino, con i pavimenti e alcune panchine in pietra con bellissime piante; parte di questo era stato recintato con una veranda in legno a cui erano state aggiunte dei tavoli di ferro battuto e vetro e sedie anch'esse di ferro battuto con morbidi cuscini nella seduta.

Fuori, sbattuto dal vento, cigolava minaccioso un dondolo che era stato posizionato sotto un bellissimo salice piangente vicino al muro di cinta, anch'esso di pietra grigia e spessa sul quale, silenziosamente si arrampicava l'edera. Dei piccoli faretti illuminavano il viale e regalavano un'aura magica al punto che la giornalista pensava di vedere apparire da un momento all'altro qualche fata che rideva birichina, giocando con il vento e le foglie.

Quando sono un po' giù vengo qua!” sorrise Gerard guardando la faccia meravigliata di Edith che ammirava quel piccolo angolo di paradiso in silenzio.

La ragazza si voltò e sorrise:

Non lo avevo mai visto. È bellissimo!”

Gerard annuì contento e si avvicinò ad un tavolo, scostò una sedia e con un gesto galante invitò Edith a sedersi. Lei sorrise e prendendo la mano che l'attore le stava porgendo, con grazia si mise a sedere, continuando ad ammirare il panorama appena illuminato dalle luci fioche dei lampioni.

Gerard si mise a sedere a sua volta e mettendo le braccia conserte domandò:

Non voglio essere invadente e visto il tuo caratteraccio e meglio che metta le mani avanti...” e dicendo questo ignorò lo sguardo di fuoco che Edith le lanciò e che avrebbe incenerito all'istante un grattacielo di New York e aggiunse: “Stasera ho colto una parte di te che mi ha fatto capire che non sei la vipera che vuoi far credere e mi spiace vederti che stai male... Quindi... Qualsiasi cosa tu voglia dire... Spara. Io ti ascolto!”

Edith guardò in silenzio Gerard. In effetti la chiacchierata di quella sera era stata davvero illuminante anche per lei. Aveva rivalutato l'attore scoprendo che non era per nulla superficiale e parlando del padre che aveva perso quando aveva appena sedici anni. Avevano parlato dei rispettivi studi ed Edith aveva scoperto che Gerard si era laureato prima di diventare un attore e che aveva davvero fatto tanta gavetta prima di arrivare al successo. Avevano riso quando Edith aveva ammesso di non aver visto nemmeno uno dei suoi film e Gerard aveva ammesso di aver visto con interesse 'Il segreto di Iris' ed era per quel motivo che aveva accettato di far parte del cast di quel film non appena aveva sentito che la sceneggiatura era tratta da un suo libro.

Avrebbero continuato a parlare se Orlando non avesse fatto quella sorpresa. Ora, lontana da occhi e orecchie indiscrete, in quel piccolo angolo di pace e bellezza, Edith guardava in silenzio Gerard, chiedendosi quanto ancora si potesse fidare di una persona che non conosceva abbastanza. Dentro di lei qualche cosa la spingeva a dirgli di farsi i fatti suoi, ma una buona parte del suo buonsenso le suggerì di confidarsi e con un sospiro, ammise:

Orlando è tornato dalla Nuova Zelanda per me. Vuole che torniamo a stare assieme!”

Orlando è il padre dei tuoi figli, giusto?” chiese Gerard con una punta di sarcasmo.

Edith trattenne a stento un sorriso e rispose:

La vuoi piantare? È la prima volta che parlo con qualcuno che non sia una delle mie migliore amiche o della mia famiglia della mia situazione sentimentale...”

Una? Significa che sono il primo uomo con cui ne parli?” domandò Gerard cercando di fare il serio.

Edith sollevò gli occhi al cielo e rispose:

A parte mio fratello, nemmeno mio padre sa tutto. Quindi sì. Sei uno dei primi uomini che non sono coinvolti in questo triangolo a sapere qualche cosa...”

Gerard annuì e guardò fuori in silenzio. Edith lo osservò anche lei senza dire una sola parola, con un sopracciglio sollevato, indispettita dal fatto che l'attore non avesse nient'altro da dire e cominciando ad avere qualche riserva sulla sua idea di confidarsi con lo scozzese.

Rimase a guardarlo in silenzio per qualche istante poi il fastidio fu talmente tanto che non poté non dire:

Ehi! Guarda che sei stato tu a dirmi di confidarmi con te! Se volevi solo sapere i fatti come stavano bastava aspettare domattina e avresti saputo tutto da qualcuno della crew, senza fare tutta sta manfrina portandomi qua...”

Gerard la guardò arreso e sospirando replico:

Ecco la vipera che sta cominciando ad uscire fuori. Stavo cercando di riepilogare la situazione nella mia mente... Come ti ho già detto, la tua vita sentimentale è più intricata di quella di una telenovela... E ti giuro, mia mamma è una fan di telenovela e posso dirti di essere ferrato in materia...”

Edith sbuffò fingendo fastidio e Gerard continuò:

Comunque... Il padre di tuoi figli si è separato con la sua attuale moglie. Bene. Stava lavorando in Nuova Zelanda ed è tornato in Inghilterra solo per parlarti e chiederti di stare di nuovo assieme a lui. E il tuo attuale marito? Perché se non sbaglio tu sei legalmente sposata con un altro!”

Edith annuì e rispose:

Il mio attuale marito è venuto a casa mia poco prima che partissi per chiedermi di decidere una volta per tutte con chi dei due voglia stare...”

Gerard annuì e incrociando le braccia sul tavolo, avvicinandosi un po' di più ad Edith le disse:

Da uomo ti sto per dare un consiglio spassionato... non è detto che tu lo debba seguire, ma se ci vuoi pensare...”

Edith copiò i movimenti di Gerard e divertita disse:

Spara!”

Gerard non sorrise stavolta e disse:

Lasciali andare tutti e due e comincia una nuova vita!”

Edith drizzò la schiena e guardò Gerard per qualche secondo, persa nei suoi pensieri, pensieri che tra l'altro nemmeno lei riusciva a decifrare. Poi, sorridendo, pensando che Gerard stesse scherzando, disse:

E magari dovrei mettermi con te, vero?”

Gerard rise. E lo fece in un modo terribilmente chiassoso, che mise in imbarazzo Edith, non tanto per la risata in sé, ma per quello che aveva appena detto. Chinò la testa senza capire se fosse più arrabbiata o risentita, quando Gerard, serio disse:

Non voglio insultarti, ma sai con chi sto?”

Edith scosse la testa e Gerard aggiunse:

Si chiama Madalina e fa la modella. E ti giuro, per quanto tu possa essere bella e possa far girare la testa a tutto lo star-system... Sono davvero innamorato di lei e non la lascerei nemmeno se ti presentassi nuda davanti a me!”

Impreparata a quel rifiuto, Edith sollevò entrambe le sopracciglia e si pentì subito del suo gesto perché Gerard, con voce suadente, mettendosi sempre più vicino le disse:

Per caso ti spiace che io non sia caduto nella tua rete, missis Norton?”

Edith sorrise tirata e rispose:

Ti sarebbe piaciuto Butler!”

Gerard rise divertito e replicò, lasciandosi andare contro lo schienale:

Mi fai ridere, Norton. Tra di noi nascerà una bellissima amicizia!”


La mattina dopo Edith faticava a tenere gli occhi aperti. Dopo quella chiacchierata Gerard l'aveva portata al bar e l'aveva fatta bere talmente tanto che perfino per lei che reggeva l'alcool la quantità che aveva immesso nel suo corpo era davvero eccessiva.

Senza nemmeno ricordarsi come fosse arrivata alla camera, Edith si era lanciata sul letto e aveva dormito vestita, talmente profondamente che fu solo la seconda sveglia -quella in camera- a farla svegliare. Ed era già in ritardo mostruoso.

Si lavò in fretta e altrettanto in fretta scese le scale e optando per saltare la colazione, si trovò nell'ingresso dove Gerard, fresco come una rosa, quasi non avesse bevuto un'intera bottiglia di gin la notte prima, parlava con il regista dell'ordine del giorno.

Oh! Missis Law!” disse il regista salutandola.

Per quanto quello fosse ancora il suo cognome da sposata e nonostante lei non vivesse con Jude era comunque legalmente sua moglie, Edith odiava quando la chiamavano con il cognome dell'ex marito. Non perché lo odiasse. A dire il vero il suo stomaco faceva una buffa capriola ogni volta che lo sentiva solo pronunciare, ma sapeva, dentro di sé, che chiunque la chiamava così lo faceva per divertirsi in qualche stupido modo. Ed Edith lo sapeva, anche il regista la stava prendendo in giro.

Gerard si voltò e un guizzo malizioso balenò negli occhi azzurri dell'attore che sorridendo, disse:

La vedo un po' stanca, miss Norton! Per caso ha fatto le ore piccole?”

-Fottiti!- pensò Edith sorridendo di circostanza e guardando il regista disse:

Il tempo di prendere un caffè e sono dei vostri!”

Va bene, Edith. Ti aspettiamo al parcheggio...”

Edith annuì e guardò Gerard e gli altri della troupe lasciare chiassosamente il bed and breakfast. Si voltò per correre verso il bar quando sentì la receptionist chiamarla:

Missis Norton? Missis Norton?”

Edith si bloccò e sollevò gli occhi al cielo maledicendo tutta la categoria degli alberghieri rompiballe e voltandosi lentamente, cercando di sorridere dolcemente, disse:

Prego?”

La ragazza bionda alla reception sorrise mostrando una dentatura piccola e fitta e avvicinandosi a lei le porse un biglietto.

Il signor Bloom è passato stamattina presto. Ha detto che l'aspetta al bar...”

Il cuore di Edith perse un colpo. Orlando! Come aveva fatto a dimenticarsene?

Esasperata dalla piega che stava prendendo quella giornata, Edith sollevò per l'ennesima volta lo sguardo al cielo pregando stavolta Dio che arrivasse a metà mattinata senza aver commesso un omicidio. E cercando di prendere il controllo della situazione, disse:

Potrebbe farmi un favore. Può dire al signor Bloom che non posso fermarmi per colazione? Anzi... Ha una penna?”

La receptionist, solerte, prese una penna dal taschino e la porse ad Edith che veloce scrisse nel retro del biglietto e porgendolo alla ragazza con il sorriso da pesce disse:

Lo consegni al signor Bloom e gli spieghi che non posso restare con lui a colazione. E che è spiegato tutto nel bigliettino...” e senza aggiungere altro corse fuori, con una pazzesca voglia di caffè ma con la certezza che se fosse andata al bar la sua giornata non avrebbe fatto altro che peggiorare.


'Ci vediamo a pranzo. Scusa ma non potevo davvero fermarmi! Con affetto Edith!'

Orlando guardò il foglio in silenzio. Quella mattina avrebbe volentieri spaccato un po' di cristalleria e la faccia di quella receptionist che lo guardava con un sorrisetto indecifrabile. Poi aveva optato per una colazione schifosa offerta dal bed and breakfast e aveva deciso di farsi un giro. Aveva scoperto che le vicinanze non erano poi così male e aveva fatto delle foto, passeggiato per la spiaggia ciottolosa e lì si era seduto a pensare, in silenzio.

Era arrivata l'ora di pranzo, aveva atteso di nuovo l'arrivo di Edith. Ma anche quella volta dovette pranzare da solo, nella sala da pranzo del bed and breakfast. Arrivò il pomeriggio, tornò in città. Prese un caffè in un bar molto caratteristico, leggendo il giornale.

Passò un po' di tempo dandosi mentalmente dello stupido perché aspettava una donna che forse non lo voleva nemmeno più, per una donna che lo teneva appeso ad un filo e che non voleva lasciare il suo attuale marito e riprendere una vita assieme.

Si chiese cosa lo tenesse ancora in quel posto sperduto in culo al mondo, poi ricordò con un sorriso tutti i bei momenti che aveva passato assieme ad Edith e capì che era per quello che restava: perché amava Edith, nonostante tutto.

E forse era quello l'unico motivo che lo teneva ancorato ancora lì in un attesa infinita che arrivò, lentamente e inesorabilmente all'ora di cena.


Edith sentiva la testa esplodere. Durante le riprese aveva dovuto sistemare la sceneggiatura mille volte, aveva dovuto rileggere i passi successivi della scenografia e aveva passato tutta la giornata al computer, per non parlare di Gerard che non aveva fatto altro che renderle la vita impossibile per tutta la mattina.

Stava entrando nel bed and breakfast, cercando di evitare Gerard che la prendeva in giro, quando vide qualcuno seduto nelle poltrone all'entrata.

E si bloccò appena in tempo per non fare l'ennesima brutta figura davanti al padre dei suoi figli.


Orlando guardava Edith corrucciato.

OB! Ti giuro! Non l'ho fatto apposta. Oggi ho lavorato come un somaro tutto il santo giorno...”

Ti hanno insegnato che esistono i cellulari?” replicò Orlando sempre più arrabbiato.

Edith sospirò e si passò una mano sul viso. In quel momento arrivò quello che avevano ordinato: arbroath smokies per Orlando e il black pudding per Edith.

Orlando giocherellò con il cibo mentre Edith rimase in silenzio a guardarlo.

Quel silenzio, disturbato solo dal continuo acciottolio dei piatti e delle posate all'interno del piccolo ristorante, venne rotto da Orlando che ferito disse:

Io non sono venuto fin qui per essere preso in giro, Edith. Io sono venuto fin qui perché ho bisogno di parlare con la madre dei miei figli, perché voglio capire che cosa sarà della nostra vita ora che la mia è ad una svolta...”

OB... Io non...” cercò di intervenire Edith ma Orlando non le diede il tempo di controbattere e continuò:

Tu non cosa, Edith? Io sono qua tutto il giorno cercando di parlarti e tu non hai fatto altro che prendermi in giro!”

Io non ti ho preso in giro!” sbottò Edith arrabbiata. E incrociando le braccia la petto aggiunse: “La tua vita sarà pure ad una svolta e spero che sia positiva, ma non penso che facendo il solito ragazzino egocentrico che non fa altro che pensare a se stesso le cose tra me e te cambieranno. Sono anni che cerco di capire che cosa voglio veramente e né tu, né Jude avete rispettato i miei tempi. E mi sto cominciando a stufare. Avete sempre voluto sapere, capire, che cosa provavo per voi, ma non vi siete mai chiesti che cosa volesse dire per me estorcermi quelle informazioni senza il minimo tatto, reclamandole come vostri diritti? Ma sai che ti dico? Puoi essere arrivato anche dal punto più lontano dello spazio per parlarmi, ma questo non giustifica il tuo modo di fare infantile ed egoista, specialmente se io sono qua non per divertirmi ma per dare a tuoi figli una vita perfetta, lavorando come un mulo non solo sistemando le bozze della sceneggiatura come è successo oggi, ma visionando anche le bozze del giornale che dirigo tramite e-mail. Mi state assillando, tu e Jude, senza pensare altro che ai vostri io voglio, io ti amo. Sono stanca. Capito? E questo non vi da il permesso di venire a sindacare sulla mia vita anche in cose in cui voi non c'entrate proprio...” e senza aver toccato cibo si alzò e andò fuori.

Orlando sospirò imbarazzato, guardando la gente che osservava sbigottita verso il loro tavolo; poi riponendo il tovagliolo, si alzò e seguì Edith. La cercò in lungo e in largo, chiedendosi come potesse sparire una persona in un bed and breakfast. Poi, per puro caso, imboccò un corridoio e seguendolo a passo svelto si trovò nella veranda coperta che si affacciava sul giardino di pietra. E seduta su una delle sedie in ferro battuto vide Edith che piangeva in silenzio.

Sentì il cuore sprofondare e si diede mentalmente dello stupido per averla trattata male. Lentamente si avvicinò a lei e schiarendo la voce disse, insicuro:

Edith!”

La giornalista non si voltò e tenendo una mano vicino alla bocca, scossa dai singhiozzi, domandò:

Sei venuto per continuare a torturarmi? Perché se è così, puoi anche andartene, ci sei riuscito benissimo!”

Orlando storse la bocca, imbarazzato e grattando la testa rispose:

Non sono venuto qua per continuare a fare l'egoista e l'egocentrico. Volevo chiederti scusa se ho dato di matto e per farti capire che se mi sono arrabbiato così tanto è perché a te ci tengo davvero e vorrei davvero capire se per te è lo stesso, Edith!”

La giornalista si voltò e guardò Orlando con gli occhi sbarrati. E muovendosi a disagio sulla sedia rispose:

Lo sai che per me sei uno degli uomini più importanti della mia vita...”

Uno dei più importanti. Non il più importante, pensò Orlando rassegnato, unendo le mani e guardandole come se fossero un oggetto di grande interesse. Sapeva che avrebbe dovuto lottare ripartire da zero se voleva conquistare di nuovo il cuore di Edith. E sapeva che avrebbe dovuto fare ammenda e cercare di cancellare tutti i suoi errori passati, cancellare le brutture di quegli ultimi anni e ricominciare. Sembrava impossibile, ma Orlando sapeva di potercela fare.

Sollevò lo sguardo e trovò gli occhi di Edith che lo fissavano: dietro quell'espressione c'era una domanda tacita a cui Orlando non trovava risposta e c'era anche dolore e paura e lui lo poteva vedere.

Guardare Edith negli occhi era come spogliarla di ogni sua difesa, come azzerare le distanze e prendere il controllo, sapendo di andare a cavalcare un cavallo imbizzarrito.

Sollevò meccanicamente una mano e la passò sul viso della donna, ancora umido dalle lacrime. Le piegò la testa in direzione della mano e sospirò dolcemente, quasi cercando quel contatto, sfregando la guancia contro la mano di Orlando.

Poi i loro occhi si incrociarono di nuovo e una scossa elettrica riempì l'aria silenziosa intorno a loro. Erano vicini, straordinariamente vicini, forse come non lo erano mai stati negli ultimi mesi.

Quell'elettricità, la stessa che Edith aveva sentito in camera il giorno prima scosse il silenzio della veranda.

Erano vicini, quel tanto che bastava perché le loro fronti si sfiorassero. Entrambi tremavano.

Il respiro di Edith si spezzò e il cuore di Orlando cominciò a battere veloce, come quando da ragazzino aveva baciato per la prima volta la sua prima fidanzata.

Chiusero entrambi gli occhi per baciarsi e...

Il cellulare di Edith squillò.

Spaventati e stupiti, i due si staccarono ed Edith rispose alla chiamata, alzandosi dalla sedia.

Ciao papà!” disse cominciando a camminare in tondo. “Che è successo?”

Edith rimase in silenzio, mentre Orlando la guardava chiedendosi cosa sarebbe successo se solo si fossero baciati. Sospirò scacciando i soliti pensieri concupiscenti dalla testa e non ascoltò il resto della conversazione di Edith.

Fu solo quando lei chiuse il telefono che si rese conto che la ragazza era bianca in viso. Alzandosi si avvicinò e le chiese:

Che succede?”

Edith guardò Orlando e con le lacrime agli occhi rispose:

I miei hanno litigato e mia madre è uscita questa mattina...”

E allora?” domandò Orlando.

Edith sospirò e poggiando una mano su cuore disse:

Non è più tornata a casa e il suo cellulare è spento... Mia madre è sparita!”



Bene bene bene.

Ed eccoci al nuovo capitolo.

Un po' di passaggio anche questo, non c'è che dire,

ma state tranquille/i...

Il meglio deve ancora venire

(Luciano Ligabue docet).

Passiamo ai ringraziamenti:

ringrazio:

jodie_always

e

_Nina_

Ma in special modo voglio ringraziare Chiaretta78

la mia amica

augurandole un buon compleanno.

Spero che il capitolo ti sia gradito

e sia un bel regalo.

Naturalmente spero che piaccia a tutte voi

e che non mi vogliate lanciare

i coltelli o altri arnesi appuntiti o

contiundenti.

Grazie ancora per seguirmi.

A tutte/i.

Con affetto.

Niniel.








   
 
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