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Autore: Fiamma Erin Gaunt    21/08/2014    7 recensioni
[Storia a OC - 6 Ragazzi & 6 Ragazze]
In un futuro ben lontano dalle vicende di Percy & Co, un gruppo di scienziati sta conducendo esperimenti genetici sui semidei con lo scopo di riuscire a estrapolare il gene che permette loro di essere più forti, agili e resistenti degli esseri umani. Ma dietro tutto ciò c’è qualcosa di più pericoloso e cattivo che si nasconde nell’ombra.
In una lotta per la sopravvivenza, i nostri semidei avranno a che fare con organizzazioni segrete, amori più o meno corrisposti, i drammi della vita di un comune adolescente e una maledizione che sembra accanirsi senza tregua su di loro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 1

 

 

 

 

I'm a survivor
I'm not gon give up
I'm not gon stop
I'm gon work harder
I'm a survivor
I'm gonna make it
I will survive
Keep on survivin'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Evanna giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli candidi come la neve; gli occhi, di un azzurro talmente puro e incontaminato da ricordare quelli del freddo cielo invernale, puntavano insistentemente verso l’ingresso del palazzo che avevano occupato abusivamente.

Tre dei loro migliori semidei erano usciti in avanscoperta più o meno tre ore prima e da allora non avevano dato alcun segno di vita. Stava giusto per inviare il segugio di James, Shadow, a recuperarli quando la porta d’ingresso si aprì e fece capolino un ragazzo poco meno che ventenne con i capelli castano chiaro leggermente scompigliati e i suoi stessi incredibili occhi azzurri che, in quel momento, luccicavano come se la scarica di adrenalina fosse ancora in circolo nel suo corpo.

James Hale, figlio della Dea Ate e uno dei capi dell’Antàrtes, le rivolse un sorrisetto sghembo.

- Si può sapere dove accidenti eravate? Cominciavo a preoccuparmi – disse, lanciandogli un’occhiata tagliente.

- Abbiamo avuto un piccolo imprevisto. –

- Katty e Seth stanno bene? –

James annuì. – Loro sì. –

Evanna assottigliò lo sguardo, scrutandolo dalla testa ai piedi alla ricerca di qualche ferita che gli fosse sfuggita. – Jem, non farmi preoccupare, tu stai bene? –

- Stiamo tutti bene, sorellina, ma una dei ragazzi che abbiamo recuperato è un po’ acciaccata. –

Lo sguardo della figlia di Chione si fece subito più interessato.

- Un attacco di mostri? –

Jem scosse la testa, mentre le labbra si arricciavano in un’espressione disgustata. – Era stata catturata dall’ O.R.G., ma il suo amico l’ha portata in salvo. –

Di chiunque si trattasse, Eve era decisamente impressionata. In tanti anni aveva conosciuto solo un semidio che fosse riuscito a fuggire da quei laboratori: Seth.

- Katty se ne sta occupando, sono in infermeria. –

L’infermeria non era altro che una piccola stanza al secondo piano del palazzo in cui erano stati sistemati una decina di letti e qualche provvista e attrezzatura di pronto soccorso. La semidea ferita era sdraiata sul lettino più lontano ed era svenuta. Una figlia di Ares. In diciassette anni di vita Eve aveva imparato bene come distinguere la progenie delle varie divinità. Non importava di che nazionalità fossero, di quale etnia o se fossero maschi o femmine, tutti i semidei figli dello stesso genitore divino avevano un tratto in comune. Nella fattispecie, la ragazza aveva lo stesso bel viso dai tratti decisi di Seth. 

Appoggiato alla parete accanto al letto, con i tempestosi occhi blu che osservavano attentamente ogni minimo movimento, stava un ragazzo che doveva avere la stessa età di James. Il bel volto dai tratti virili era corrucciato e lo faceva sembrare più che mai un cupo angelo vendicatore.

- Sei assolutamente sicura di sapere ciò che fai? –

Katrine Sunlight, la quindicenne figlia di Apollo che aveva preso il comando dell’infermeria date le arti curative del padre, alzò lo sguardo su di lui. I penetranti occhi azzurri, leggermente a mandorla, fecero capolino da sotto i lunghi capelli biondi adornati da ciocche rosa.

- Certo che so cosa sto facendo. Adesso cerca di rilassarti o gira al largo, mi metti ansia e non riesco a lavorare se mi stai così addosso. –

Il ragazzo irrigidì la mascella. – Sarà meglio per te. –

Gli occhi color ossidiana di Seth si rabbuiarono mentre si avvicinava leggermente alla ragazza, come a sottolineare il fatto che Katty era sotto la sua protezione e non si sarebbe fatto problemi a vedersela con il nuovo arrivato.

- La puzza di testosterone si sente lontano chilometri, potete anche smetterla di giocare a chi è più macho – decretò Eve, avvicinandosi al lettino e studiando le bruciature sulla pelle della ragazza.

- Evanna Hale, figlia di Chione e una dei capi dell’Antàrtes. Lui è James, figlio di Ate, l’altro leader nonché mio fratello. Seth e Katty, rispettivamente di Ares e Apollo – concluse le presentazioni, indicando con un cenno del capo tutti i componenti del gruppo ribelle presenti.

Jace inarcò leggermente un sopracciglio, perplesso. – Come fa a essere tuo fratello e allo stesso tempo figlio di un’altra Dea? –

Era una buona domanda, una di quelle che ogni semidio le aveva rivolto la prima volta in cui l’aveva incontrata.

- Nostro padre non è mai stato un uomo particolarmente fedele. Diciannove anni fa ebbe una relazione e un figlio con Ate, due anni dopo con Chione – replicò, scrollando le spalle.

- Jace Armstrong, figlio di Zeus. Lei è Katherine Banks, figlia di Ares – aggiunse, guardando teneramente la figura elegante che cominciava a dare segni di ripresa.

- Figlio di Zeus, eh? Ecco perché hai l’aria di essere così elettrico – considerò Jem, sorridendo ironico.

- Non immagini neanche quanto – confermò, sorridendo allo stesso modo.

Guardandoli, Eve ebbe la netta sensazione che quei due messi insieme sarebbero stati davvero difficili da gestire. L’avrebbero fatta impazzire, questo era poco ma sicuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Madeleine aveva cercato Lissa per ogni angolo del Campo Mezzosangue, ma senza alcun risultato. La conosceva da quando aveva messo piede per la prima volta al Campo e sapeva che non era decisamente da lei sparire in quel modo. Si diresse verso le scuderie dei Pegasi. La progenie di Afrodite passava molto tempo in quel luogo, ammirando l’eleganza e la bellezza di quegli animali.

Anche lì nulla.

Da una delle scuderie fece capolino una testa dagli scompigliatissimi capelli castano scuro e gli occhi di un azzurro talmente intenso da sembrare quasi innaturale.

- Ehy, Jude! Hai visto Lissa da queste parti? –

Il ragazzo, apparentemente perso in chissà quali considerazioni, si riscosse di colpo e si voltò verso di lei.

- No, da queste parti non si è vista. –

Madds si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore. C’era qualcosa che non andava in quell’assenza. Non sapeva neanche lei perché avesse quella sensazione, forse per le storie che circolavano in quegli ultimi mesi. I semidei che vivevano al Campo sapevano relativamente poco della vita di coloro che avevano preferito la via del vagabondaggio, ma c’era qualcosa di anomalo in quel periodo, di allarmante, e la preoccupazione si stava stendendo a macchia d’olio anche lì.

- Ne parlerò con Chirone, magari lui sa che fine ha fatto – decise, puntando verso la residenza del Direttore e venendo seguita dal figlio di Eros.

Jude era un ragazzo anomalo per essere il figlio del Dio dell’amore, ma lei non poteva fare a meno di apprezzarne la riservatezza e la spiccata intelligenza. Era una compagnia piacevole e da sempre i figli di Afrodite e quelli di Eros andavano d’accordo.

Raggiunsero lo studio privato del centauro in pochi minuti e lungo il tragitto Madds non potè fare a meno di occhieggiare da una parte all’altra nella speranza di individuare la chioma bionda di Lissa.

Trovarono Chirone intento a confabulare con Dioniso, le teste tanto vicine che sembrava quasi che le loro chiome si fossero fuse in una. Parlavano sottovoce come se si trattasse di chissà quale enorme segreto.

Madeleine riuscì a cogliere solo un nome, Moros, prima che i due si accorgessero del suo arrivo e interrompessero bruscamente la conversazione.

- Madeleine, posso fare qualcosa per te? – domandò gentilmente il centauro. Un’ombra di preoccupazione gli offuscava gli occhi scuri e da come muoveva l’anteriore destro si intuiva chiaramente che ci fosse qualcosa che non andava.

- È Lissa; non la trovo da nessuna parte, sembra essere sparita nel nulla. –

Se possibile, i suoi occhi divennero ancora più cupi e scambiò un’occhiata d’intesa con Dioniso. Anche il Dio appariva strano, più strano del solito, e la cosa non lasciava presagire nulla di buono.

- Le è successo qualcosa, vero? –

- Madeleine, ci è da poco giunto un dispaccio dall’esterno e la scomparsa della tua amica non fa che accrescere la mia preoccupazione. Siamo in una situazione pericolosa, non te lo nascondo, e le cose sono peggiori di ciò che sembrano – iniziò cautamente, porgendole un foglio stropicciato, - Questo l’ha consegnato poco fa il Divino Ermes, è una lista stilata dagli Dei. Sta a voi Eroi cercare di salvare la situazione. –

- C’entra Moros, vero? – domandò, fissandolo con i penetranti occhi castani.

Dioniso aggrottò la fronte. – Cosa credi di saperne tu di Moros, signorinella? –

- Nulla, ma magari potreste dirmelo voi di chi si tratta. –

- Moros è semplicemente la cosa più pericolosa che incontrerete mai nell’arco della vostra vita. –

- Più pericoloso di Crono, dei Titani, di Gea e dei Giganti? – domandò Jude, dubbioso.

- Più pericoloso di tutti loro messi insieme – confermò Chirone con aria grave.

- Fantastico, sentivo proprio la mancanza di un’impresa suicida – borbottò il ragazzo.

- Chi guiderà l’impresa? –

Una colomba, simbolo di Afrodite, comparve sul capo di Madds.

Dioniso emise un lieve verso di scherno. – Una figlia di Afrodite a capo di un’impresa come questa? Ora siete ufficialmente spacciati. –

La colomba fece un elegante volteggio e depositò un consistente e grigiastro escremento sulla testa del Dio.

Jude si mise una mano davanti al viso per impedirsi di scoppiare a ridere e, Madds poteva giurarlo, anche Chirone sembrava nella stessa situazione.

La ragazza prese la lista che le veniva porta, scorrendo velocemente i nomi presenti: Blake Lexington, figlio di Ecate; Evelyn Prysons, figlia di Ermes; Nathan Wallace, figlio di Ade; Jude Harrison, figlio di Eros; Velstand Fritjof, figlio di Ilizia; Marco Sunday, figlio di Era; Zoey Martin, figlia di Poseidone e Remus Taylor, figlio di Atena.

- Sembrerebbe che la regola del tre sia stata ampiamente violata – considerò Jude.

- Circostanze estreme richiedono misure estreme. –

- E anche così continuo a dubitare che un gruppo di mocciosi riesca nell’impresa; sarà già una fortuna se non vi farete ammazzare tutti quanti – rincarò Dioniso.

- È sempre bello sapere quanto abbiate fiducia di noi, Mr D. – ironizzò il ragazzo.

Il Dio non colse la provocazione e si limitò ad allontanarsi borbottando qualcosa sulla stupidità e la mancanza di rispetto della nuova generazione.

Madeleine tornò a rivolgersi al centauro, ancora un po’ frastornata dalla quantità di notizie apprese in quei pochi minuti. – Non c’è altro che desideri dirci, Chirone? –

- Solo una cosa: sopravvivete. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo. Sono riuscita a presentare solo sei OC, e me ne dolgo, ma ai fini della trama presentarli tutti insieme era davvero troppo e si rischiava di avere un’accozzaglia di nomi e descrizioni sterili. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito. Al prossimo.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
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